Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Il filo che ci unisce

Immagine Valentina Firmanò
7%
186 copie
all´obiettivo
99
Giorni rimasti
Svuota
Quantità
Consegna prevista Febbraio 2026

Ci sono legami che il tempo non riesce a spezzare. Neanche la distanza. Neanche la morte. Sofia è una ragazza come tante, con sogni delicati e ferite mai raccontate. Una storia d’amore nata per caso, cresciuta tra insicurezze, fughe, promesse e silenzi. Ma ciò che la rende unica non è solo ciò che ha vissuto… è ciò che ha sentito, perso e custodito in silenzio. Tra le luci di una Parigi sognata, un passato che non smette di tornare, e un presente che chiede il coraggio di rinascere, Sofia si muove lungo un filo invisibile. Un filo che si tende, si annoda, si spezza… ma non si perde mai.“Il filo che ci unisce” è una storia di seconde possibilità, di rinascita, e di un amore così profondo da attraversare ogni limite, anche quello più inimmaginabile.

Perché ho scritto questo libro?

Perché a volte le parole sono il modo più umano che abbiamo per toccare ciò che non possiamo più afferrare.Questo romanzo nasce da un’emozione intensa, da una perdita che ha lasciato un segno silenzioso ma profondo. Da lì è nato il bisogno di trasformare quel vuoto in una storia che parlasse di legami, di seconde possibilità, di quel filo invisibile che ci unisce anche quando tutto sembra spezzarsi. Non è un’autobiografia, ma dentro ci sono frammenti di verità, ricordi intrecciati alla finzione.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Capitolo 1: Il filo spezzato

Milano era avvolta in un grigio uniforme, lo stesso colore che sembrava avvolgere anche i miei pensieri. Seduta accanto alla finestra del mio appartamento al terzo piano, osservavo i tetti della città, bagnati dalla pioggia sottile e incessante. In lontananza, il Duomo si stagliava contro il cielo plumbeo, quasi a ricordarmi che ero qui, a chilometri di distanza da dove tutto era iniziato.

Milano, con il suo ritmo frenetico e i suoi tram che scivolavano rumorosi lungo i binari lucidi, era il mio presente. Ma il passato… quello apparteneva a un luogo diverso, un luogo fatto di luce e di mare. Catania.

Chiudo gli occhi e quasi riesco a sentire il profumo della salsedine, il calore del sole che accarezzava la pelle. Vedo la Piazza del Duomo con la sua imponente fontana dell’Elefante, le vie strette e vivaci, i mercati che brulicavano di voci e colori. È lì che l’ho incontrato. Lì che il mio cuore ha smesso di essere mio.

Eppure adesso sono qui, in questa città che sembra divorare tutto, anche i ricordi, tranne lui. Lui è l’unica cosa che Milano non può cancellare. Era il mio amore, il mio respiro, e ora è solo un’assenza che mi porto dentro, come una ferita che non si rimargina.
Continua a leggere

Continua a leggere

Mi lascio avvolgere dal silenzio della stanza, mentre la pioggia batte più forte sui vetri. Questa è la mia storia, o forse è la nostra. Ma per raccontarla devo tornare indietro, al mio ultimo anno di liceo a Catania, quando tutto ebbe inizio.

Capitolo 2: L’inizio

Al liceo mi sentivo sempre come un’ombra. Camminavo per i corridoi con lo sguardo basso, sperando di passare inosservata. Non ero brutta, ma c’era qualcosa in me che non riusciva a emergere, come un fiore che non trovava mai abbastanza sole per sbocciare. Avevo pochi amici, e il mio mondo si limitava ai libri, alla musica e ai miei pensieri.

Poi c’era lui. Il ricciolino con i capelli dorati e gli occhi nocciola. Quando passava, sembrava che la luce del sole lo seguisse, anche nei giorni più grigi. Era il tipo di ragazzo che non avrebbe mai notato una come me, eppure non potevo fare a meno di osservare ogni suo gesto, ogni sua risata. Era popolare, carismatico, e soprattutto, irraggiungibile.

Non avrei mai immaginato di trovarmi accanto a lui, quella sera. Era una festa a cui ero stata invitata quasi per caso, probabilmente più per pietà che per vera amicizia. La casa era enorme, una villa con un giardino che sembrava uscito da una rivista di design. La piscina al centro brillava sotto le luci soffuse, e intorno si aggiravano ragazzi e ragazze che sembravano appartenere a un mondo diverso dal mio.

Stavo cercando un angolo tranquillo, lontano dal frastuono della musica, quando accadde. Non so come, forse una spinta accidentale, forse la mia stessa goffaggine, ma in un attimo mi ritrovai nell’acqua gelida della piscina.

Il mondo intorno a me si fermò per un secondo, poi esplose in risate. Il suono mi trafisse come una lama. Emersi dall’acqua, con i capelli appiccicati al viso e i vestiti fradici, e tutto ciò che desideravo era scomparire.

Stavo ancora nell’acqua gelida, sentendo il peso degli sguardi su di me e le risate che sembravano rimbombare più forte del previsto. Cercavo di mantenere la calma, ma l’umiliazione mi bruciava più del freddo. Nessuno si avvicinò per aiutarmi, e lui, il ragazzo dai ricci dorati, rimase fermo con le mani in tasca, accennando appena un sorriso divertito per compiacere i suoi amici.

Stavo per uscire da sola, goffa e fradicia, quando una voce gentile mi raggiunse sopra il frastuono.

“Vieni, ti porto un asciugamano e dei vestiti asciutti.”

Mi girai e vidi Antonio, il padrone di casa. Era un ragazzo alto e magro, con occhi scuri e un sorriso timido che non sembrava appartenere a quel mondo di apparenze. Mi tese la mano, noncurante degli sguardi degli altri, e mi fece segno di seguirlo.

Attraversammo il giardino e rientrammo nella villa. Le risate alle mie spalle si affievolivano man mano che ci allontanavamo. Antonio mi condusse lungo un corridoio decorato con quadri e mobili eleganti, fino a una porta.

“Questa è la camera di mia madre. Puoi cambiarti qui,” disse, aprendo la porta e indicandomi un armadio. “Prendi quello che vuoi, tanto a lei non importa. Ti lascio un po’ di privacy.”

“Grazie,” mormorai, stringendomi nel tentativo di trattenere il freddo e la vergogna. Lui annuì e richiuse la porta alle sue spalle.

Rimasi un attimo immobile, fissando la stanza. Era arredata con gusto: tende di seta, mobili di legno massiccio e un profumo leggero di fiori che rendeva l’ambiente accogliente. Mi avvicinai all’armadio, trovando un abito lungo e morbido che mi sembrava abbastanza comodo. Quando mi guardai nello specchio, con i capelli ancora umidi e i piedi scalzi sul tappeto, mi sembrava di essere una sconosciuta.

Un bussare leggero alla porta mi distrasse dai miei pensieri. “Va tutto bene?” era ancora la voce di Antonio, gentile e preoccupata.

“Sì, arrivo tra un attimo,” risposi, sistemandomi l’abito e cercando di apparire più sicura.

Ma quando aprii la porta, non c’era solo lui. Accanto a lui c’era Alice, la mia amica d’infanzia, quella che riusciva sempre a leggere dentro di me anche quando cercavo di nascondere tutto. Dietro di lei, una ragazza che non avevo mai visto prima: minuta, con occhi verdi brillanti e capelli di un rosso intenso che sembravano danzare sotto le luci.

“Stai bene?” Alice mi guardava con un misto di apprensione e affetto. “Che figuraccia, quei cretini sono insopportabili.”

“Non ci pensare,” aggiunse la ragazza dai capelli rossi con un sorriso gentile. “Mi chiamo Tania. Se ti consola, a queste feste succedono sempre cose ridicole. Dai, scendi con noi, voglio presentarti ai miei amici. Vedrai, ti divertirai.”

Non ero convinta, ma la gentilezza di Tania e lo sguardo incoraggiante di Alice mi spinsero a seguirle. Antonio ci accompagnò fino al soggiorno, poi si defilò con discrezione, lasciandoci tra la folla.

La sala era affollata e rumorosa, con la musica che rimbombava nelle pareti decorate con quadri costosi e mobili moderni. Tania ci guidò verso un gruppo di ragazzi che ridevano accanto al divano. Tra loro c’era lui.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Il filo che ci unisce”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Valentina Firmanò
Valentina Firmanò è nata a Catania e vive attualmente a Milano. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, la musica e la cucina. Sin da ragazza ha scritto poesie e racconti, trovando nella parola scritta un rifugio e una forma di espressione profonda. "Quel filo che ci unisce" è il suo primo romanzo, ispirato da una perdita importante che ha segnato il suo cammino e acceso il desiderio di trasformare il dolore in una storia di speranza e rinascita. Amante degli animali e delle emozioni autentiche, Valentina scrive con il cuore, intrecciando fantasia e frammenti di verità.
Valentina Firmanò on FacebookValentina Firmanò on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors