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Il Guardiano del Fuoco

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Nella Grande Terra, Sheera è decisa a portare a termine il suo piano malvagio. La maga oscura vuole impossessarsi degli scettri dei Sacri Guardiani e costringere Drorion, il Signore dei Draghi, a sottostare al suo potere. Sarà Anarël, un giovane umano che vive nella Terra del Giorno e sta per diventare un mago, a scoprire un mondo che credeva esistesse solo nelle leggende raccontate dal padre Erentur quando era soltanto un bambino. Tante saranno le verità celate che verranno alla luce e che lo porteranno alla scoperta di se stesso e del suo passato, insieme a valorosi alleati e a Lorien, una compagna di viaggio che si rivelerà fondamentale… e anche qualcosa di più.

1. Peladya,
nella Terra del Giorno

«Centinaia e centinaia di anni fa, le attuali Sei Terre esistenti nel nostro mondo, ovvero quella del Giorno, del Mare, della Luna, dell’Aria, del Nord e delle Tenebre, erano riunite in un unico e vasto territorio senza confini né distinzioni, chiamato per l’appunto Grande Terra. Fu proprio qui che ebbe origine la vita e, con essa, anche la magia. Creature fantastiche, draghi, folletti, gnomi, animali e le varie popolazioni elfiche vivevano assieme, in simbiosi e in armonia con la natura, la madre protettrice di tutti gli esseri viventi, da tutti loro venerata e rispettata come una dea.

«Esisteva un equilibrio perfetto, fatto di mutua collaborazione e pacifica convivenza. Quella quiete paradisiaca, però, fu interrotta bruscamente dall’arrivo prepotente dell’essere umano, che si impossessò prima di tutto della magia; questa, nelle crudeli e avide mani degli uomini, divenne deleteria e malvagia come loro. L’uomo la utilizzava per ottenere con facilità tutto ciò che più bramava e fu impiegata soprattutto per edificare in breve tempo nuove città che pian piano crebbero, diventando veri e propri regni. E si sa: per costruire, serve spazio. Fu così che l’uomo iniziò ad appiccare il fuoco a intere foreste magiche distruggendo in questo modo, oltre alla natura selvaggia, anche i villaggi e i paesi abitati da creature autoctone e dagli elfi, i quali, colti alla sprovvista e minacciati dagli uomini con la loro brutale magia, si videro costretti ad abbandonare di corsa i loro luoghi natii.

«Dopo poco tempo, però, le varie comunità elfiche si allearono in segreto e, pervase da un radicato senso di odio e di vendetta verso gli esseri umani, si fecero coraggio e decisero di dichiarare loro guerra: l’obiettivo era di cacciare via con la forza gli uomini e riprendersi i propri territori, punirli severamente per tutti i crimini commessi fino a quel momento e poter infine tornare, per quanto possibile, alla normalità. Ebbe così inizio il Grande Conflitto.

«In quel periodo di forte instabilità e caos, altre due razze forestiere fecero la loro apparizione in quelle zone, sperando di trarre vantaggio da quella situazione. La prima era il popolo dei nani, piccoli esseri tozzi e furbi che provenivano dalle profondità dell’esteso Deserto di Raavren, all’estremo oriente della Grande Terra, e che, attratti dalle potenziali ricchezze del sottosuolo e approfittando della grande confusione in superficie, iniziarono furtivamente a scavare le loro nuove abitazioni sottoterra: vere e proprie cittadine si eressero nelle viscere della Terra, collegate le une alle altre da una serie infinita di tunnel e di stretti cunicoli in cui qualunque estraneo che avesse mai tentato di introdursi si sarebbe certamente perso e non sarebbe più stato in grado di uscire vivo.

«I secondi esseri a giungere in quel periodo sulla Grande Terra furono gli orchi che, nonostante non brillassero di certo per la loro intelligenza, erano però persino più crudeli e brutali degli esseri umani. Questi di solito vivevano isolati sulle alte montagne a nordest della Grande Terra e divisi in tribù ristrette, ma avevano da sempre avuto l’abitudine – probabilmente a causa della loro natura schiva e violenta – di considerare le popolazioni elfiche come una possibile minaccia. Secondo alcune voci, gli orchi ritenevano gli elfi i principali responsabili del loro isolamento forzato su quei monti poiché, senza dubbio, non erano mai stati ben visti e tollerati da loro. Comunque, sfruttando il fatto che in quel momento le comunità elfiche fossero impegnate nella sanguinosa guerra contro gli esseri umani, tutte le tribù di orchi si riunirono in un’unica, cospicua armata bellica e li attaccarono di sorpresa.

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«Per quanto gli elfi fossero dei guerrieri molto abili e dei grandi esperti nell’arte della guerra – sebbene non amassero di certo praticarla –, in quel momento si ritrovarono, però, a dover combattere su due fronti. Essendo anche in netta minoranza, erano ormai in grave difficoltà e non erano più in grado di tener testa allo stesso tempo alla magia spietata degli esseri umani da una parte e alla forza bruta e distruttiva degli orchi dall’altra.

«Rendendosi conto che la situazione stava rapidamente precipitando, Drorion, il Signore dei Draghi e il più potente dominatore della magia mai esistito, decise di intervenire e di forgiare nella sua tana, nel cuore del vulcano Tharax, dei manufatti magici incredibili. Una volta creati, convocò immediatamente a sé i sovrani delle sei comunità elfiche presenti sulla Grande Terra a cui donò, prima di tutto, i poteri magici a chi ancora non li possedeva e in seguito consegnò a ognuno di loro una delle sue invenzioni.

«Ogni sua creazione conteneva la pura essenza magica dei sei elementi più potenti in natura: agli Elfi della Luna donò il potere del fuoco, a quelli dell’Acqua il potere dell’acqua; gli Elfi dell’Aria ebbero in dono la magia del vento, mentre gli Elfi del Nord ricevettero quella del gelo; agli Elfi della Luce fu consegnato il potere della luce e agli Elfi della Notte dette la magia della notte.

«Drorion era potente, ma anche molto saggio e previdente: nominò Sacro Guardiano ognuno di loro, poi spiegò che i guardiani si sarebbero succeduti di generazione in generazione, ma non era detto che le armi magiche sarebbero apparse per forza nelle mani di tutti i prescelti: trattandosi di strumenti dai poteri magici stupefacenti e quindi, se mal utilizzati, anche distruttivi e letali, avrebbe avuto l’onore di veder apparire la sua arma soltanto chi ne fosse stato realmente all’altezza e l’avesse utilizzata unicamente a fin di bene, come in quell’attuale caso di grave pericolo per i loro rispettivi popoli. Questo serviva a evitare che le armi potessero finire nelle mani di possibili guardiani crudeli e privi di scrupoli. Inoltre, Drorion illustrò loro che le creazioni non potevano essere distrutte se non da lui stesso e, nel caso di un eventuale furto, la loro magia sarebbe immediatamente scomparsa, poiché solamente i Sacri Guardiani ne detenevano il potere.

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Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Libro che ti coinvolge dall’inizio alla fine, adatto a tutti, grandi e piccini. Aspettiamo con ansia il seguito!

  2. (proprietario verificato)

    Bellissimo libro, affascinante, coinvolgente, ti fa sentire nel libro sicuramente da leggere.
    Lo consiglio a tutti, piccoli e grandi.

  3. Bruno Adesso

    Libro fantastico! Ti prende sin da subito! Linguaggio eccezionale e forbito. La storia è ricca di sorprese. Ogni personaggio è un capolavoro da scoprire. L’autore ha fatto un gran lavoro! Non vedo l’ora che esca il continuo!

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Orlando Sannino
Orlando Sannino nasce a Formia nel 1987 e ha due gradi passioni: quella per la musica e per il genere fantasy. È laureato in tromba ed è musicista di professione. Condivide con la famiglia e con gli amici l’amore per i giochi da tavolo, in particolare per “Dungeons and Dragons”, da cui nasce l’ispirazione per il suo primo romanzo, “Il guardiano del fuoco”.
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