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Il mondo segreto di Spettro e Mia – Conversazioni canine in un tramonto di fine estate

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In un luogo senza tempo, dove la natura si fa specchio dell’anima, due presenze si incontrano e dialogano: Spettro, figura silenziosa e profonda, e Mia, voce fragile ma determinata. I loro dialoghi si intrecciano come pensieri nella mente, come emozioni che affiorano nel cuore.

Tra le sfumature di un tramonto e il riflesso nell’acqua quieta, si svelano ricordi, sogni, paure, speranze. Ogni parola è una carezza, ogni silenzio un abbraccio. Spettro e Mia non sono solo personaggi: sono parte di chi legge, presenze interiori che accompagnano e interrogano, in una narrazione delicata e introspettiva, che invita a fermarsi, ascoltare e sentire.

Capitolo uno

S: «Buongiorno, piccola Mia. Finalmente sei sveglia! Ti stavo aspettando! Alla buonora!».

M: «Buongiorno, Spettro! Mi stavi aspettando? Che ore sono? Sei già sveglio da molto? Eppure mi sembra presto, tutto sommato. Il sole non è ancora alto nel cielo! Non è neppure mezzogiorno secondo me».

S: «E se anche fosse, mezzogiorno ti sembra presto? Non ti pare un po’ esagerato il tempo che trascorri a dormire?».

M: «Be’ certo, detto da uno che di notte non dorme!».

S: «Non cominciare appena sveglia, ti prego! In ogni caso, hai ragione… il sole non è alto nel cielo… ma non perché sia mattino presto, anzi tra poco sarà buio. Ti stai svegliando dalla tua pennichella pomeridiana e hai dormito così profondamente che nemmeno te ne rendi conto. Incredibile!».

M: «Lo avrei certamente capito se tu mi avessi detto buon pomeriggio! Invece hai detto buongiorno e mi hai fatto confondere. Non è mica colpa mia! Ovviamente, aggiungerei! In ogni caso, è sempre una meraviglia dormire! Non trovi?».

S: «No, non trovo! Almeno non sempre».

M: «Dai, Spettro, non dirmi che tu anche oggi…».

S: «Be’ sì… nel pomeriggio per fortuna ho riposato un pochino qui accanto a te. Ma stanotte… non sono proprio riuscito a chiudere occhio, tanto per cambiare! Morivo dal caldo, affannavo, mi rotolavo, mi alzavo e mi stendevo di nuovo. Un vero incubo! Volevo contare le pecorelle, come mi avevi suggerito tu, ma ho avuto un po’ di difficoltà quando ho iniziato a incontrare i numeri grandi… allora ho deciso che era meglio mettermi a pensare. Ho pensato davvero a lungo… almeno fino a che quegli strani uccellini che dormono sul tetto della casa di fronte hanno iniziato a cantare… insieme a quel gallo che a volte ci parla da lontano».

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M: «Fino all’alba allora. Sei stato qui a pensare fino all’alba. Ma come è possibile? Quante volte devo dirti che la notte è fatta per dormire? Per tutti i segugi abbandonati dai cattivissimi cacciatori, Spettro! Di notte ferma i pensieri, nessuna ossessione, spegni il cervello! Anzi, spegni tutto! Per questo di notte è buio, no? Devi riposare, non pensare. La luna, le stelle, il silenzio, gli umani che riposano, niente lucertole che corrono in giardino… qualche topo, forse sì, io li sento… ma a parte loro – che il buon Dio li salvi dai miei inseguimenti! Sono fortunati che siamo chiusi in casa di notte! –, dicevo… a parte loro, tutti dormono. Nessuno che vada di corsa, che parli o peggio ancora che urli, nessuno che pulisca il pavimento su cui noi dobbiamo camminare o riposare, nessuna scopa pelosa e ispida che ci insegua, nessun aggeggio infernale e rumoroso che aspiri i nostri peli o le bricioline di cibo, che amo tanto, prima ancora che io riesca a intercettarle e soprattutto… tutto lo spazio per noi! Liberi di stenderci e rotolarci come vogliamo! Ma insomma, cosa ti serve di più per dormire sereno? A volte proprio non ti capisco. È così evidente che è il momento di dormire. Di cadere in quel sonno profondo in cui non dobbiamo fare la guardia a niente e a nessuno, quel bellissimo sonno in cui corriamo nei sogni e muoviamo davvero le zampe nella realtà. Insomma, proprio quel sonno in cui…».

S: «Ho capito, Mia, ho capito! Non c’è bisogno di aggiungere altro. Me lo dici ogni volta! Di notte si dorme! Non è necessario descrivere tutto quello che accade di notte. Lo so già molto bene, anche perché, l’abbiamo appena detto, spesso non dormo! Dunque chi può saperlo meglio di me? Io ci provo, è solo che a volte non riesco a fermare i pensieri. Corrono così veloci, mi passano davanti agli occhi come lampi durante un temporale, uno dopo l’altro e io proprio non ce la faccio. Allora mi alzo, passeggio, cambio posto, mi rotolo sulla schiena sperando di distrarmi con quella specie di coccola che ci facciamo da soli noi cani… in realtà a volte ci riesco anche. Mi soffermo ad annusare qualche nuovo odore che sento nell’aria alzando il muso, oppure sotto le scarpe che i nostri amo lasciano in giro. Altre volte provo a capire come fare per aprire la porta del balcone per prendere aria e schiarirmi le idee. Io proprio non riesco a capire come fare per premere quella specie di gancio che apre magicamente ogni porta. L’altra notte addirittura progettavo…».

M: «Progettavi, progettavi… prima di tutto quel gancio non è propriamente un gancio, ma si chiama maniglia! Lo dice sempre il nostro amo quando la nostra amo non chiude bene le porte. Possibile che tu non l’abbia mai sentito? Ma cosa avrai di così importante a cui pensare da non riuscire nemmeno a imparare parole semplici che utilizziamo mille volte al giorno… io proprio non capisco! In ogni caso, sei troppo goffo per riuscire a sollevarti su due zampe, tirare giù la maniglia e aprire la porta. A parte che non potresti mai fare tre cose contemporaneamente! E poi, sarai anche alto, ma non sei abbastanza agile! Diciamoci la verità! È proprio inutile che tu faccia questi progetti assurdi!».

S: «Grazie per la tua fiducia, piccola Mia! Sei proprio una grande amica quando fai così! E meno male che sono l’unico membro del tuo branco, nonché tuo migliore amico, nonché tuo fratello maggiore. Dopo averti supportata e sopportata dal tuo arrivo qui in casa, questo è il ringraziamento!».

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Gabriella De Falco
Nasce a Napoli nel 1984. Dopo la laurea in Lingue e un master in Beni culturali, inizia a lavorare in uno dei complessi monumentali più belli e antichi della città. A seguito di un fortuito incontro con l’educazione emozionale e outdoor, decide di dedicarsi al mondo dell’infanzia, dando vita a un progetto educativo che unisce alcune delle sue più grandi passioni: bambini, animali, teatro e natura.
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