Introduzione
Un viaggio immaginario all’insegna dell’avventura, frutto di un sogno concepito da una ragazzina innamorata della Natura, diventa il pretesto per riscoprire il nostro meraviglioso territorio, i valori più autentici della vita e per riflettere sulla nostra esistenza.
Questa fanciulla ci prende per mano e ci accompagna dentro una favola ambientata nei nostri tempi; ci introduce in un mondo fatato, oltre i limiti del nostro pensiero razionale, guidandoci passo dopo passo attraverso le sue creazioni realizzate nella Natura in questa magica realtà e rivolgendoci apertamente l’invito a rispolverare i nostri sogni.
Maira, undici anni, vive nel piccolo paese di San Quirino, in provincia di Pordenone (Friuli-Venezia Giulia), dove si estende una porzione di un’area molto vasta denominata “Magredi”: si tratta di una singolare zona geografica situata nell’alta pianura friulana occidentale, che per i suoi peculiari connotati naturalistici è stata classificata da tempo come Sito di Interesse Comunitario (SIC).
I Magredi, a seconda della presenza e del tipo di vegetazione che li caratterizzano, si dividono in tre fasce: il Magredo evoluto, quello primitivo e il greto del fiume. Ed è proprio nel letto del torrente (nel caso specifico il Cellina), denominato “grava” nel dialetto nostrano, che ha prevalentemente luogo la meravigliosa avventura che vi accompagnerà in queste pagine.
La piccola Maira, fin dalla più tenera età, ha sempre dimostrato una fortissima attrazione per tutto ciò che ha a che fare con il mondo animale e con la Natura più in generale.
Il primo incontro con la Grava dei Magredi, avvenuto nei suoi primissimi mesi di vita grazie alla grande passione del papà per questi luoghi, ha suscitato in lei una sorta di richiamo atavico che da allora le ha creato un vincolo indissolubile con questo incantevole territorio.
Mentre tutti i suoi coetanei giocavano tra loro, cercando momenti di condivisione e aggregazione nei classici punti di ritrovo come l’oratorio o la piazza del paese, per Maira ogni occasione era buona per andare in solitaria a trascorrere del tempo in Grava. Lì si divertiva con gli infiniti giocattoli messi a disposizione dalla Natura, realizzando fantasiose creazioni con sassi e arbusti, ammirando l’affascinante mutevolezza dei paesaggi, contemplando la variopinta bellezza dei fiori e incuriosendosi alla scoperta dei più svariati animali.
La Grava era diventata ormai il suo mondo, finché un giorno nacque l’idea pazza di realizzare un grande sogno: Voglio trascorrere una settimana da sola nei Magredi e nelle Grave del Cellina!
Da qui ha inizio la nostra avvincente storia, che vedrà Maira coinvolta in questa straordinaria avventura, costellata da esperienze di ogni tipo e incontri con creature mitologiche dai poteri sovrumani, da momenti magici alternati ad altri di sconforto, da gioie e paure da affrontare, da preziose lezioni di vita e valorosi insegnamenti.
È la magica avventura che chiunque può vivere, decidendo di togliere le ancore che lo trattengono in una vita ordinaria, per salpare e navigare con coraggio verso la realizzazione dei propri sogni!
Mi auguro di cuore che questo affascinante viaggio possa coinvolgere i lettori, trasferendo loro la bellezza dei luoghi, l’infinita ricchezza di Madre Natura, i valori e le suggestioni che essa offre, il genuino entusiasmo della protagonista e di chi ha il piacere di raccontarla.
Confido soprattutto che possa donare degli utili spunti di riflessione a chi legge, accrescendo in lui il proprio livello di coscienza e consentendogli di riaccendere quell’innata capacità di sognare che è insita in ciascun essere umano.
Buon viaggio…
I. Cosa sono i Magredi?
Una rapida descrizione di questo singolare territorio, noto solo ad alcuni, sarà molto utile per conoscere i luoghi in cui si ambienta questa appassionante avventura, consentendo così al lettore di esserne partecipe attraverso una percezione emotiva degli eventi e delle circostanze della narrazione.
Il Friuli, terra ricchissima di bellezze naturali, custodisce un luogo davvero speciale dove la Natura regna incontrastata e nel quale lepri, rapaci, caprioli, cervi e molti altri animali vivono in piena libertà. Questo singolare sito geografico è denominato Magredi.
Il nome trae origine dalla parola “magredo” che nel dialetto locale significa “terra magra”, cioè arida; questa condizione viene dal fatto che il territorio in oggetto, pur essendo situato in una delle regioni più piovose d’Italia, è composto da un fitto fondo ghiaioso che non è in grado di trattenere l’acqua.
A ciò si aggiunge il fatto che in estate le grandi distese erbose dei Magredi si presentano secche e inaridite dai raggi del sole, dando così vita a un paesaggio aspro e apparentemente inospitale, che ricorda l’ambiente caratteristico delle steppe dell’Europa orientale.
L’area complessiva dei Magredi, che si estende nell’alta pianura friulana occidentale in ben dodici comuni della provincia di Pordenone, si espande su una superficie di più di diecimila ettari e ospita un vastissimo patrimonio di flora e fauna, fra i più ricchi del Nord Italia.
Questa zona di territorio, situata dove le acque dei torrenti Cellina e Meduna sprofondano nella falda acquifera, si è formata proprio grazie allo scorrimento dei due fiumi che, trasportando i detriti provenienti dalle montagne retrostanti e depositandoli nel corso del loro tragitto, hanno dato vita a un’immensa distesa ghiaiosa. I due torrenti, dopo essersi inabissati nel ghiaione, scorrono nel sottosuolo per un lungo tratto finché risalgono in superficie nella zona argillosa delle risorgive, per poi andare a confluire insieme nel fiume Livenza.
Come detto, i Magredi rappresentano l’habitat ideale per la diffusione di una grande varietà di animali, insetti e piante: si tratta di uno dei pochi luoghi in Italia con una tale moltitudine di razze. Tra le numerose specie di uccelli presenti, troviamo anche i rapaci – primo fra tutti sua maestà l’aquila reale –, che discendono dai monti per predare in pianura lepri o conigli selvatici. Nei periodi invernali, sono soliti scendere a valle anche cinghiali, caprioli e cervi, per sottrarsi ai rigori dell’inverno e procurarsi il cibo.
I Magredi si prestano a essere agevolmente visitati da chiunque: si possono esplorare attraverso escursioni a piedi, in bicicletta o anche a cavallo (trattandosi di una zona protetta, i mezzi a motore sono proibiti).
Ciò che rende unica la realtà magredile, oltre alle caratteristiche fin qui descritte che ne fanno un territorio dalle potenzialità infinite, sono la pace e la tranquillità che si respirano in questo ambiente, spesso accompagnate dal canto degli uccelli o dal rumore delle fronde accarezzate dal vento.
Per i più temerari, esiste infine la possibilità di svolgere delle escursioni notturne alla ricerca di tracce di animali selvatici o più semplicemente per osservare le stelle. I più fortunati, nel periodo compreso tra i mesi di maggio e giugno, potrebbero imbattersi alle prime luci dell’alba nel sensazionale concerto sinfonico offerto dalle… rane indigene!
Fatevi un regalo speciale e trovate una giornata per venire a conoscere i Magredi.
Ora vi lascio nelle mani della protagonista: fate buon viaggio!
II. Il potere di un sogno
Come dimenticare quella straordinaria avventura vissuta quando avevo solo undici anni? È stata un’esperienza che ha segnato per sempre in positivo il resto della mia vita, soprattutto per un insegnamento fondamentale che ho tratto e che voglio subito condividere: la capacità di sognare degli esseri umani esiste, perché i sogni sono nati per essere realizzati!
Credo che oggi troppe persone adulte abbiano smesso di sognare, rinunciando così al più grande potere creativo che è dato di possedere alle donne e agli uomini, a quel combustibile che dà luce e colore alla vita e che dà un proposito alle nostre esistenze.
Ognuno di noi ha un sogno dentro il cuore, che magari è stato sommerso dalle urgenze della routine o dalle dure sfide che talvolta ci impone la vita. Bisogna solo decidere di cercarlo e tirarlo fuori, spolverarlo, per poi coltivarlo e restituirgli nuova vita.
Non parlo delle fantasie, delle illusioni o dei semplici desideri, ma dei sogni autentici!
“Sogno” è una parola che è stata maltrattata e fraintesa, spesso associata al concetto di utopia o di chimera irrealizzabile: nulla di più errato! Esso, al contrario, ha grande concretezza, poiché ogni cosa che fa parte della realtà in cui viviamo viene da un sogno. Tutto ciò che è accaduto di grande nella storia dell’umanità, infatti, è frutto di una visione che dapprima è germogliata nella mente di un sognatore, poi è stata condivisa, contagiando con la sua potente energia molte altre persone e infine si è tradotta in realtà.
Il sogno ci apre le porte a mondi nuovi e inesplorati, introducendoci nel nostro naturale percorso di costante evoluzione.
La capacità di immaginare e di sognare rappresenta il più grande dono che l’Universo ha riservato all’essere umano; dobbiamo solamente rieducarci a sviluppare questo potente muscolo che dopo l’infanzia purtroppo ha cominciato a cadere in disuso, finendo in alcuni casi addirittura per atrofizzarsi.
Come fare? Esistono molte strade e diversi esercizi pratici che possono essere utili a tale scopo. Io ve ne propongo uno semplice che mi è stato di grande aiuto.
Prendete carta e penna e rispondetevi per iscritto a queste tre domande: “Quali esperienze voglio fare nella mia vita?”, “Che persona voglio diventare?”, “Quale contributo voglio dare al mondo?”. Ora datevi da fare….
I sogni sono qualcosa che ciascuno di noi desidera con intensità e nei quali crediamo fermamente, al punto da essere disposti a fare ogni cosa pur di tradurli in realtà
Se dovessi riassumere la “ricetta” per realizzarli, lo farei in questo modo: preriscaldare il cuore immaginando e scrivendo nero su bianco ciò che desideriamo, aggiungere visualizzazioni quotidiane del proprio sogno vivendone le emozioni, far lievitare adeguatamente il credere, amalgamare il tutto con una data e un piano d’azione, infine condire con determinazione e costanza quanto basta. Miscelando a dovere tutti questi ingredienti, nessuno escluso, il risultato giungerà inesorabilmente! Questo è quanto accade regolarmente nella vita di molte persone ed è ciò che è successo a me e che continua a verificarsi nella mia vita.
Ma vediamo di partire dall’inizio…
Io ho sempre sentito di appartenere alla Natura e sin dal primo giorno della mia esistenza mi sono sentita in totale armonia con lei. Ho la grande fortuna di risiedere nei pressi di un luogo magico, incredibilmente bello e accogliente: i Magredi.
In particolare mi sono innamorata da subito della Grava, quell’immensa distesa ghiaiosa che io amo descrivere come “il regno delle pietre”.
Lì mi dedico spesso a realizzare delle creazioni facendo uso dei materiali offerti dalla Natura, in primo luogo le pietre, con le quali ho da sempre un rapporto quasi simbiotico.
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