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Il Risveglio del Kirin

Il Risveglio del Kirin
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Consegna prevista Febbraio 2024

Cory è un ragazzino di dodici anni che sogna di vivere emozionanti avventure oltre le mura dell’orfanotrofio in cui è cresciuto. Quando un mattino si sveglia inspiegabilmente lontano da casa, in un luogo che sembra appartenere a un altro mondo, la sua più grande avventura ha finalmente inizio. Con a fianco una ragazzina esuberante, un volpistrello parlante e altri strambi compagni di viaggio, Cory esplora il Regno di Rahadya svelandone i più oscuri segreti, alla ricerca di una bellissima principessa scomparsa e del mago oscuro che la tiene prigioniera.

 

Perché ho scritto questo libro?

Questo libro nasce da un sogno. Un sogno di quelli che appena sveglio lo ricordi per filo e per segno e vorresti tornare a dormire per sapere cosa succede dopo, proprio come se stessi leggendo un buon libro di avventura. Ciò che è accaduto dunque è molto semplice: ho scritto questo libro perché dovevo sapere cosa sarebbe successo dopo.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Cap. 3: In cui la Bestia si desta 

 

Cory e Liv, dopo essersi rifocillati, mossero furtivi i primi passi nella foresta che si stagliava tetra di fronte a loro e che un tempo era conosciuta con il gradevole nome di Foresta in Festa ma che, da ormai più di cinque anni portava lo spaventoso nome di Selva della Belva, a causa di un animale feroce che vi si era stabilito seminando il panico nei viandanti. La bestia era stata descritta nei più svariati modi da chi vi si era imbattuto (tutti spaventosi) e si era dunque arrivati alla conclusione che si trattasse di un orrendo mutaforma proveniente dalle Lande Tetre. Cory si chiese se quella bestia fosse davvero meno pericolosa dei Corvi Torvi, perché a lui sembrava invece che fosse un sicuro suicidio attraversare quelle montagne in entrambi i casi! Mentre cercava di trovare dentro di sé quel poco di coraggio che bastava a non assumere un’espressione terrorizzata davanti alla nuova amica, i suoi occhi si spostavano da destra a sinistra sugli alti alberi scuri che parevano allungarsi verso l’alto al loro passaggio. Notò poi che alcuni arbusti verdi intorno a loro si rimpicciolivano, appiattendosi al suolo, per poi tornare a crescere e così via. La foresta era più che mai viva. Liv aveva assunto un’espressione serissima da quando si erano infilati tra i primi arbusti di quel luogo spaventoso e guidava la spedizione muovendo ampie falcate con le lunghe gambe sottili.
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Corey doveva sforzarsi un poco per starle dietro perché era un po’ più piccolo di statura e in quel momento non si sentiva tanto determinato quanto la ragazza. Aveva paura di imbattersi nella belva e non essere all’altezza di affrontarla. Liv gli rivolse un sorriso amichevole. 

Stiamo cercando, basandomi su ciò che ho letto in alcuni vecchi libri di mageografia, un passaggio lungo la parete rocciosa; perciò dobbiamo avvicinarci alle montagne e poi cominciare a cercare.” 

Cory annuì e ragionò sul fatto che le montagne si trovavano a nord per cui sarebbe bastato proseguire diritto e prima o poi ci avrebbero sbattuto contro. 

Intanto la foresta continuava a mutare producendo continui fruscii e scricchiolii che tenevano i ragazzini in perenne tensione, facendoli schizzare per aria dallo spavento al primo rumore sospetto e non identificato. Entrambi erano tesissimi e si parlavano bisbigliando come a non volersi far sentire dalla foresta. 

L’erba sotto i loro piedi, mista a terriccio prendeva talvolta delle sfumature di colore bizzarro quando la calpestavano. Cory fece un passo blu e subito dopo mise il piede su di un sasso che si tinse di violetto al contatto con la suola del suo scarponcino. La cosa lo divertiva tanto che smise di preoccuparsi per un po’ dei rumori guardando solamente i suoi piedi e per poco non andò a finire con la faccia contro il tronco di un albero che aveva appena preso la malaugurata decisione di crescere di tre metri in un sol colpo. I due ragazzi continuavano instancabili a camminare a passo svelto (meno tempo avrebbero trascorso in quella foresta e meglio sarebbe stato per tutti!) procedendo verso nord finchè nel tempo trascorso da un passo all’altro Liv si ritrovò senza compagno. Si voltò e vide che poco dietro di lei il terreno era franato, trascinando con sé Cory che aveva fatto appena in tempo a cacciare un flebile grido di sorpresa. Liv si avvicinò con cautela alla fossa, timorosa che la frana potesse estendersi inglobando anche lei e quando vi fu sopra vide l’amico, coperto di terra e che si sfregava gli occhi rossi irritati dalla polvere. 

Tutto bene li sotto? Credo che l’albero che si trovava in questo esatto punto abbia cessato di vivere nella sua forma vegetale proprio mentre passavi…probabilmente prima o poi rinascerà in un altro punto e qui ne sbucherà presto un altro, per cui dobbiamo tirarti fuori SUBITO!” Liv faceva trasparire parecchia agitazione dal suo sguardo e dalle sue parole e Cory fu investito dalla paura di essere travolto da una quercia gigante da un momento all’altro. “Resta calmo!” disse Liv, resasi conto della paura che aveva scatenato nell’amico. Bisbigliò qualcosa sottovoce mentre stendeva le braccia sottili in direzione di Cory con le mani ben aperte. “Ora provo a farti levitare” avvertì. Il ragazzo si sentì strano, come se fosse diventato più leggero e poi sentì un po’ di vertigini mentre oscillava staccandosi da terra come sollevato da una forza invisibile. Liv stava facendo un’enorme fatica. Gocce di sudore cominciarono e percorrerle la fronte mentre Cory saliva sempre più su. Fu lui il primo ad accorgersi dello strano rumore che proveniva da sotto di lui portando con sé anche delle violente vibrazioni nel terreno. Un albero nuovo stava già nascendo. Il cuore di Cory gli saltò in gola mentre, a discapito dell’orrore che aveva dipinto in volto, si sforzava di rimanere immobile perché sapeva che in questo modo sarebbe stato più facile per Liv sollevarlo. La ragazza, allo stremo delle forze, stava per mollare la presa ma il terribile rumore era cresciuto e ormai non c’era più tempo. Cory adesso era salito di almeno due metri e mezzo ma gli mancava ancora un buon mezzo metro prima di trovarsi di nuovo in superficie. Ciò che avvenne nei secondi successivi fu velocissimo. Liv non aveva ancora mollato la sua presa magica su Cory quando si sporse verso di lui e il ragazzo fece lo stesso. Nel momento in cui le loro mani si toccarono Liv lo tirò con forza verso di sé e il ragazzo tornò al suo normale peso trovandosi a mezz’aria mentre a un centimetro dai suoi piedi una quercia di modeste dimensioni sgusciava dal terreno crescendo furiosamente verso il cielo. I ragazzi atterrarono malamente uno sull’altro rotolando nell’erba umida ed emettendo gemiti di dolore e spavento, poi si alzarono piano e si guardarono a vicenda con gli occhi ancora sgranati dalla paura fino a che quella si tramutò in una fragorosa risata. Ce l’avevano fatta, avevano lottato contro una quercia e ne erano usciti quasi indenni. 

Mentre sfogava la tensione in quella risata liberatoria Cory pensò che quella foresta era davvero molto pericolosa anche senza belva e poi si ritrovò a incrociare indice e medio di entrambe le mani sperando ardentemente di non incontrarla. Naturalmente non fu così, perché alla belva non sfuggiva nulla e anzi, stava osservando i ragazzini da quando avevano messo piede nella foresta. 

Liv e Cory si rimisero in piedi e dopo aver deciso di camminare tenendosi per mano (per precauzione) e di evitare di passare vicino ad arbusti troppo bassi (che sarebbero potuti scomparire più in fretta) si rimisero in marcia ancora un po’ scossi e col cuore che gli batteva forte. Dopo qualche minuto di cammino intravidero finalmente davanti a loro la parete rocciosa e quando vi furono davvero vicini iniziarono a udire dei boati spaventosi. Una scura ombra inquietante adesso si stagliava sulla parete di fronte a loro. I due ragazzini si guardarono spaventati ed eccitati al tempo stesso; quella sembrava essere la sagoma di un drago! Rimasero immobili rimanendo solamente in ascolto, tesi come corde di violino e con l’adrenalina che gli pulsava ardente nelle vene. Chiunque a Rahadya avrebbe saputo che non era mai cosa prudente avvicinarsi ad un drago, ma i due ragazzini (un po’ come tutti i ragazzini troppo scioccamente o coraggiosamente curiosi, dipende dai punti di vista) avevano passato una vita a fantasticare su creature come draghi e unicorni (questo valeva solo per Liv) e così presero ad avvicinarsi quatti quatti alla parete. Il drago ricominciò a ruggire con forza ma più ruggiva e più i ragazzini si avvicinavano lanciandosi sguardi euforici. C’erano quasi. Passarono attraverso alcuni strani arbusti che scendevano su e giù alternati scambiandosi il fogliame e infine scostarono i rami di una magnolia in fiore che stranamente se ne stava ben salda al terreno. Diedero una sbirciatina prudente. La parete di roccia era proprio lì ma lo stesso non si poteva dire per il drago. Cory e Liv si guardarono intorno confusi, uscendo lentamente dal loro nascondiglio, poi si scambiarono uno sguardo preoccupato e infine i loro occhi si posarono su una piccola massa di pelo nera e rossiccia tutta arruffata da cui sbucava una testolina con lunghe orecchie nere appuntite come aghi mentre dal dorso si spiegavano due grandi ali da pipistrello. 

Beh? Che cosa avete da guardare?” bofonchiò l’ammasso di pelo scuro le cui ali vellutate scomparvero per magia lasciando il posto a due piccole zampette anteriori color pece.

2023-06-03

Aggiornamento

La campagna è cominciata da due settimane (anche se ci sembrano molte di più!) e vogliamo ringraziarvi di cuore per averci portate in così poco tempo al 50%, credendo in noi e dandoci tantissima speranza. Ci auguriamo che molti altri possano unirsi con gioia ed entusiasmo a questa nostra avventura. Noi vi aspettiamo, continuando a raccontarvi il nostro sogno, un pezzetto alla volta :)
2023-05-19

Aggiornamento

Siamo senza parole! In un solo giorno abbiamo già raggiunto il 25% della campagna! Grazie a tutti del sostegno e della grinta che ci state mostrando, rendete il nostro sogno sempre più vicino con ogni vostro acquisto. Grazie di cuore!

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Micol Lippuner e Miriam Barbieri
Micol Lippuner - Autrice
Sono nata il 9 settembre 1994 nell'ospedale di Carate Brianza e fin da piccola ho sempre sognato in grande. Ben presto trovai nella biblioteca del mio paese il biglietto di ingresso a un mondo dove l'immaginazione non ha limiti e tutti i miei sogni potevano avverarsi. Iniziai subito a sentire l'esigenza di raccontare storie, scrivendo, disegnando e recitando. Quando mi sono iscritta all'Accademia di Belle Arti di Brera credevo di voler raccontare i miei mondi attraverso l'illustrazione, così ho preso la laurea in Arti Visive ma ho anche scoperto il meraviglioso mondo dell'immagine animata, ottenendo il diploma di 2° livello in Cinema e realizzando i miei primi cortometraggi. Adesso lavoro in una piccola biblioteca di paese e il mio desiderio è di scrivere storie che possano far vivere avventure straordinarie a quei ragazzini che come me sognano in grande.

Miriam Barbieri - Illustrator
Sono venuta al mondo nell'estate del 1996, sulla carta d'identità sono senza la ipsilon per un piccolo errore all'anagrafe. Nella mia tranquilla e introversa infanzia, mi resi conto che disegnare era per me l'unico modo di comunicare, attraverso le storie che inventavo. Mi sono iscritta al Liceo artistico e successivamente al corso di Pittura all'Accademia di Brera, non mi sono mai laureata perchè decisi di cambiare rotta: decisi di diventare un'illustratrice, per mostrare agli altri la meravigliosa dimensione del narrare con tutte le sue espressioni. Ho frequentato la Scuola del Fumetto e il Mimaster di Milano per quattro anni.
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