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Sono i giorni del rapimento di Aldo Moro. Teresa è una giovane del suo tempo, bella, intelligente, anticonformista, impegnata politicamente. La vita la pone di fronte a una scelta: può uniformarsi alle regole che animano il gruppo di cui è parte, al ruolo che le è stato assegnato, oppure ascoltare le ragioni del suo pensiero e seguire la sua coscienza, offrendo a molti il suo esempio e ponendoli davanti allo stesso bivio.

Inizia così un viaggio negli anni Settanta dagli esiti incerti e imprevedibili, in un’Italia avvolta dalle trame del potere, della politica e dell’ideologia. Con l’incessante desiderio di ripensare il presente e guardare con speranza al futuro.

CAPITOLO UNO

14 aprile 1978

«Cristo, ma è una pazzia!»Quando, qualche giorno prima, si erano incontrati, Andrea era preparato a tutto. Almeno così pensava. Nell’istante in cui Teresa era giunta alla conclusione dei suoi ragionamenti, però, non era riuscito a trattenersi. Era balzato in piedi abbandonando il comodo divano di pelle marrone dove era rimasto inchiodato tutto il tempo. Nello stesso momento Teresa aveva pensato di aver fatto bene a chiedere a Margherita di lasciarle il suo appartamento per qualche ora, visto che in un altro posto, come un bar, non sarebbero passati inosservati.

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Sul volto di Andrea erano dipinti i lineamenti della costernazione e dello stupore assoluti. Lei non si era mossa. Era preparata, al contrario di lui. Ormai aveva riflettuto e studiato il problema: ogni gesto, ogni parola, ogni cosa insomma, era frutto del suo paziente e allucinante progettare. Anche con Andrea, soprattutto con lui. Questo non significava che fosse tranquilla, men che meno certa del risultato. Gli sedeva di fronte ed era rimasta nella stessa posizione, facendo uno sforzo incredibile per non stringerlo tra le braccia e rassicurarlo. Quando lui era finalmente tornato a sedersi, guardandola negli occhi in preda a un’evidente agitazione, Teresa aveva sorriso. Quasi timidamente, comprensiva, complice.«Ti capisco, ma viste le circostanze vedi altra scelta?»Senza aggiungere altro aveva lasciato che gli occhi parlassero per lei. Quegli occhi di un verde intenso che era convinta avessero conquistato da tempo Andrea. Ora ne aveva la certezza.Come era bella, pensava Andrea ritornando con la mente a quell’incontro e a quella sensazione che provava ogni qual volta Teresa era presente.

Here, making each day of the year,changing my life with a wave of her hand,nobody can deny that there’s something there…Come faceva a negarlo?Erano fredde, le sentiva gelide sulla pelle, qualcosa di estraneo e innaturale ai polsi.I want her everywhere,and if she’s beside meI know I need never care.Per qualche istante aveva rimosso quel pensiero, come se immaginare di non averle potesse far scomparire le manette e liberarlo. Era un fatto. La sua vita aveva repentinamente cambiato dimensioni, si era ristretta all’improvviso in un angusto spazio. Ma lui lo aveva scelto.Ti ci devi abituare, almeno per un po’, e speriamo che sia veramente così.Questo pensava Andrea mentre davanti ai suoi occhi scorreva la vita di tutti i giorni, le vetrine illuminate dei negozi, i marciapiedi affollati dal passeggio centrale. Quella zona della Città Eterna la frequentava poco, ma gli aveva sempre dato un gran senso di sicurezza, con il suo popolo di impiegati, conduttori dei mezzi pubblici, ferrovieri, operai, commesse, massaie piene di buon senso. Vedeva le ragazze chescherzavano, spensierate e irrequiete. Ne era certo, con i diari pieni di ritagli su Battisti e Baglioni nella borsa e nella testa. Sì, gli sarebbe piaciuto essere nato e vivere da quelle parti. Una delle poche cose su cui non aveva mai avuto dubbi era che la gente del popolo mette paura solo a chi ha la coscienza sporca. Vivere senza doversi guardare continuamente intorno come faceva da tempo. Senza la paura di sconfinare dove capelli un poco lunghi e arruffati o una borsa di tela verde non passavano inosservati. Dove incappare in qualcuno intenzionato a dare una lezione a un “rosso”.«Volante 23 a Centrale. Ripeto, Volante 23 a Centrale.»«Volante 23, qui Centrale.»

«Centrale, volevamo comunicarvi la nostra posizione.»«Avanti, Volante 23.»«Centrale, siamo sulla Tiburtina, a pochi minuti dal carcere. Consegniamo l’arrestato e torniamo in questura.»«Ricevuto, Volante 23, e vedete di fare in fretta. Abbiamo molte richieste di intervento. Qui c’è un grande viavai e, detto tra noi, non si è mai vista tanta confusione.»«Va bene, Centrale, torniamo al più presto. Non ci dovrebbero essere problemi.»«Hai fatto una bella stronzata, figliolo!» disse l’agente mentre la radio riprendeva il suo incessante gracidare indicazioni alle altre volanti della polizia di stato.Aveva parlato senza voltarsi. Non c’era astio nel suo tono. Andrea non poté fare altro che scrollare le spalle e stamparsi sul volto un sorrisetto ebete. Non sembrava l’atteggiamento di uno che poche ore prima era entrato in una gioielleria e aveva sparato al malcapitato gioielliere. Forse avrebbe dovuto calarsi di più nella parte, tipo “faccia dura” e un bel “fatti i cazzi tuoi” stampato sopra. Ma francamente, giunto quasi al termine della giornata, gli sembrava di aver già fatto abbastanza per la causa.«Ma ti pare che proprio di questi giorni vai e combini un simile casino?» riprese il poliziotto a fianco al guidatore, il caposcorta evidentemente. Sembrava avesse intuito la sua alzata di spalle e il suo sorrisetto cretino, tanto da considerarli un’autorizzazione a proseguire nella disamina della situazione. «Qua è tutto così sottosopra, che Valle Giulia e l’Autunno caldo del ’69 uno se li ricorda con nostalgia. Persino il ’77 e gli autonomi… almeno allora sapevi come stavano le cose. Guarda che io nonho i paraocchi, anche se hanno cercato di metterceli. Avresti dovuto leggere e sentire le porcherie che ci hanno rifilato per anni. Altro che 1984e il Grande Fratello. Ho fatto la mia parte, è vero. Le ho prese e le ho date. Ma anche noi abbiamo un cuoree un cervello. Be’… almeno quelli di noi che hanno fondato il sindacato» esclamò, non senza una punta di orgoglio, rivolto ad Andrea ma anche ai colleghi, temendo che lo prendessero per scemo.

2023-05-13

Evento

Roma, Via Scarpanto 47/A (Metro B1 - Jonio) 🎶Sabato 13 maggio concerto di Danilo nipote di #rinogaetano alla Casa del Popolo - Val Melaina! Vi aspettiamo dalle 19.00 in via Scarpanto 47/a per una serata all’insegna della musica e del cinema: tutto il ricavato andrà a finanziare il film tratto dal libro “IL TEMPO É ORA - La favola di Teresa e delle sue compagne - il film” Durante la serata il regista @paolo badalí e uno degli autori del libro @federico stolfi ci racconteranno come sta andando la trasposizione cinematografica del romanzo! Per rimanere informati, qui trovate l’evento 👇👇 https://fb.me/e/WlA5B5u1
2022-09-07

Aggiornamento

L'associazione della casa del popolo di Valmelaina a Roma, Ladri di biciclette, ha deciso di sostenere Rosso Fiorentino, il regista di Fratelli come noi (disponibile su Amazon Prime). Vuole realizzare il film della Favola di Teresa e delle sue compagne. Wow, l'associazione ha sede di fronte alle case in cui è stato girato Ladri di biciclette! È una grande idea e abbiamo deciso di sostenerla. È in crowfunding. A seguire il link. Daje!!! https://youtu.be/kBo0Rth3F9c
2022-01-31

Aggiornamento

Video della presentazione del 25 gennaio 2022 #martedìCULTURA - Federico Stolfi presenta il libro "Il tempo è ora", scritto con Stefano Guiducci https://www.youtube.com/watch?v=yoSA1ULap8U
2022-01-25

Evento

Casa del Popolo "Ladri di biciclette - Valmelaina a Roma Un grande grazie a Flavio e ai compagni della Casa del Popolo "Ladri di biciclette" per una serata diversa, sana e accogliente in cui La favola di Teresa è stata un'opportunità per parlare di noi e conoscerci meglio. Un ringraziamento a chi ha partecipato, sfidando tempi difficili, e in particolare a Cecilia e Rita per il loro contributo. Come avrebbe detto Stefano Guiducci, vissuto per molti anni a pochi passi dalla Casa del Popolo di Via Scarpanto 47/A: VAMOS!
2022-01-25

Evento

ROMA, Casa del Popolo "Ladri di biciclette - Valmelaina", Via Scarpanto 47/a #martedìCULTURA e la Casa del Popolo - Val Melaina hanno il piacere di annunciarvi la presentazione di un romanzo di un compagno con cui abbiamo condiviso pezzi di strada e molte battaglie! Martedì 25 febbraio alla ormai solita Via Scarpanto 47/a ospiteremo la presentazione di @Federico Stolfi del libro scritto con Stefano Guiducci "IL TEMPO È ORA. La favola di Teresa e delle sue compagne" Questo il link dell'evento: https://fb.me/e/2qHZaBwPa Qui trovate qualche anticipazione👇👇 Sono i giorni del rapimento di Aldo Moro. Teresa è una giovane del suo tempo, bella, intelligente, anticonformista, impegnata politicamente. La vita la pone di fronte a una scelta: può uniformarsi alle regole che animano il gruppo di cui è parte, al ruolo che le è stato assegnato, oppure ascoltare le ragioni del suo pensiero e seguire la sua coscienza, offrendo a molti il suo esempio e ponendoli davanti allo stesso bivio. Inizia così un viaggio negli anni Settanta dagli esiti incerti e imprevedibili, in un'Italia avvolta dalle trame del potere, della politica e dell'ideologia. Con l'incessante desiderio di ripensare il presente e guardare con speranza al futuro.
2022-01-25

Evento

ROMA, Casa del Popolo "Ladri di biciclette - Valmelaina", Via Scarpanto 47/a Per "martedì CULTURA", una rassegna artistica, culturale e musicale libera da fondi e condizionamenti istituzionali, Federico Stolfi presenta il libro scritto con Stefano Guiducci IL TEMPO È ORA, la favola di Teresa e delle sue compagne. (Per proporre attività, libri ed eventi scrivi a cdp.ladridibiciclette@gmail.com)
2021-12-31

Aggiornamento

Daniela, una collega dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma ci ha scritto: 《Mi sono chiesta tante volte cosa sarebbe diventato questo nostro Paese se le cose fossero andate diversamente. È bello pensare che qualcuno lo abbia immaginato questo colpo di coda. Sarebbe stato bello che qualcuno lo avesse progettato e attuato davvero. Grazie Teresa, quindi! E grazie a te che non hai dimenticato di restituirci nemmeno Peppino....》
2021-10-27

Aggiornamento

Ci sono le favole ma poi c'è la vita reale che è tutta un'altra cosa. Le favole, però, aiutano forse a vivere meglio...
2021-10-10

Aggiornamento

Un grande grazie a Emiliano e al Ragusa Caffè per l'opportunità che ci hanno offerto di parlare di una "favola" e condividere pensieri, ricordi, speranze con la presentazione de "Il tempo è ora, la favola di Teresa e le sue compagne" https://www.facebook.com/photo/?fbid=1494506530923254&set=a.190788334628420
2021-09-22

Aggiornamento

In questi mesi mi sono arrivati commenti e giudizi sul romanzo. Ne pubblico alcuni ringraziando tutte/i per le loro parole. Federico Stolfi Fino a circa metà libro ero tentato continuamente di non proseguire la lettura.....mi chiedevo ma dove cazzo vogliono andare a parare?...... Poi, spinto dalla curiosità, riprendevo la lettura..... Superata la metà era la curiosità ad impormi la prosecuzione..... Gli ultimi capitoli mi hanno stimolato vorticosamente......"ma che cazzo si saranno inventati?"..... Complimenti a questo misto di realtà e fantasia!!!! Potrebbe essere un ottimo strumento per criticare aspramente le cazzate che facciamo.....esaltando....le occasioni perdute Daniele Ciao Fede, sono Marco, ho finito oggi pomeriggio il tuo libro, mi sono emozionato molto nel leggerlo, veramente coinvolgente, magari le cose fossero andate così come scrivi, ti auguro 1000 di questi libri, ci tenevo a dirtelo, un abbraccio Marco Letto in pochi giorni il tuo libro.. È piacevole e scritto bene, ho adorato i capitoli brevi e mi hai fatto tenerezza quando descrivi le donne e il nostro femminismo.. E come concludi tu "questa è una favola"? Graziella Stasera con la fine del tuo libro "Il tempo è ora" mi fai fatto tornare in mente queste parole... Grazie Federico Stolfi "Hemos fracasado...! pero insistimos! Hemos fracasado pero insistimos en nuestro proyecto de humanizacion del mundo. Hemos fracasado y seguiremos fracasando una y mil veces, porque montamos en alas de un pajaro llamado "Intento" que vuela sobre las frustraciones, las debilidades y las pequeñeces. Es la fe en la justicia de nuestra accion, es la fe en nosotros mismos, es la fe en el ser humano. la fuerza que anima nuestro vuelo....." Silo 2004 Cecilia Il tempo è ora esce oggi nelle librerie. Io ho avuto il piacere di leggerlo prima, per concluderlo proprio oggi. Quando conosci l'autore di un libro lo cerchi ovunque, è inevitabile. Ma ecco, in questo caso, Federico Stolfi lo trovi pure. E lo trovi un po' in tutti i personaggi. Uno in particolare, in effetti, e ogni operatore sociale che l'ha incontrato se ne accorgerà subito. La genesi di questo libro, a me in parte nota, non fa che rendere tutto il tutto ancora più una favola emozionante. Mi sono commossa sul finale come non mi capita quasi mai (e dire che ho da poco finito di leggere Anna Karenina...) e mi sono sentita molto orgogliosa di avere l'opportunità di riporre in libreria questo pezzetto di storia in forma di favola, mentre da oggi sarà possibile prenderlo, per gli altri, dagli scaffali di una libreria. Senza voler anticipare troppo, in questa favola "di fantasia" c'è tutto, tutte e tutti i protagonisti della fine anni '70: dai quartieri alla musica, dal carcere ai salotti della Roma bene, dagli operai ai professori, alle sorelle, compagne. Tutto messo insieme da qualcuno che ha intenzione di cambiare il corso, già stabilito, delle cose. E magari possiamo anche noi. Insomma, una lettura che è un piacere. Congratulazioni Fede! Ivana
2021-09-10

Evento

Ragusa Caffè, Piazza Ragusa 54, Roma Incontro con Federico Stolfi
2021-08-02

Aggiornamento

Per una settimana Telesia TV ha mandato in onda un video de "Il tempo è ora. La favola di Teresa e le sue compagne" sui suoi schermi nelle principali metropolitane e nei più importanti aeroporti italiani. Un grande grazie a Patrizia Faiello che con il suo impegno ha creato le condizioni perché questo avvenisse. Il video è disponibile sulla pagina Facebook di Telesia Tv o all'indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=aUm-KsJxnTo
2021-09-01

Aggiornamento

Per il numero di settembre di Diari di Cineclub è apparsa l'intervista "Il tempo è ora: dalla storia alla favola, per raccontare una generazione". Grazie a Stefano Macera e al suo acume spero di essere riuscito a restituire molto dello spirito e del lavoro che, insieme a Stefano Guiducci, ci ha permesso di concludere il libro. Nel file c'è la prima pagina della rivista e l'intervista. Potete trovare e scaricare l'intero numero all'indirizzo https://www.cineclubroma.it/images/Diari_di_Cineclub/edizione/diaricineclub_097.pdf della rivista.
28 maggio 2020

Aggiornamento

Angela ci ha scritto...
《Ho finito il libro! Certo una favola per dire ...
il testo è complesso e ricco di risvolti tra lo storico e il fantasioso e ti trasporta in quella atmosfera. I personaggi sono belli e ben delineati che quasi li immagini...e poi quei nomi famosi Curcio ..Gallinari ti sembrano cosi vicini quasi familiari. La cosa che risalta di più per me è l'universo femminile che c'è ed è tanto denso e vivace! Bravi, la trovata della poesia finale e l'immagine del bambino è commovente.》
17 maggio 2020

Aggiornamento

Ricevuto da una lettrice, Arianna, che ringrazio:
"Un libro in cui la donna ha la centralità assoluta, compagna e madre del popolo, la donna che per amore condivide il martirio del figlio senza riserve, senza paure, pienamente, come la Pietà... un libro che coglie l’inesauribile forza della donna pur essendo scritto da un uomo (due, diciamo). I personaggi sono tratteggiati in modo suggestivo, sembra di vederli girare per Roma, ormai si ha l’impressione di conoscerli. È stato reso talmente bene il carattere di verosimiglianza che non si fa fatica a immedesimarsi nella storia. Nonostante i continui spostamenti del punto di vista l’intreccio cattura il lettore in modo incalzante. Lo scioglimento libera dalla suspence accumulata pagina dopo pagina con un’esplosione di emozioni. È un libro che si legge tutto d’un fiato e sulle spine. Salti temporali, di luoghi, di punti di vista, storie parallele come i fili di una tela che va rivelandosi nella sua forma conclusa.
Ammiccamenti del narratore che dialoga implicitamente con il lettore e gli rivela emozioni e pensieri dei personaggi, incoraggiando l’evento della comprensione, guidandolo secondo il filo rosso che lui ha in mente. Espressioni eccezionalmente evocative e tantissimo altro.... che dire? Bellissimo, un libro che vivrà per conto suo nell’interpretazione di ogni lettore. C’è molto Federico in ogni personaggio... anche la più figa, diciamolo, è Arianna: la signora del caffè!"

Commenti

  1. Il romanzo fornisce svariati spunti di riflessione antropologica. Pubblicato nel 2022, rivolgendosi ad una società lontana dai fatti da cui trae spunto, propone contenuti e valori su cui riflettere. Volerci vedere chiaro, questa era l’esigenza dell’infermiere del policlinico che uccideva il “barone”, il professore la cui autorità era indiscussa. Si trattava dell’espressione di un’umanità populista, dell’operaio, del suddito che vuole indagare, partecipare, ribellarsi ad un potere. L’esperienza del carcere, l’incontro con quell’umanità, che per diverse ragioni si trovava in quel luogo, lo pone a confronto con il suo accaduto. Il clima politico descritto riguarda gli anni di piombo, i fermenti rivoluzionari, le riflessioni e le azioni conseguenti. Il senso pratico, come viene riportato a pagina 92, caratterizza il movimento rivoluzionario. I componenti di questa espressione rivendicativa venivano, forse a ragione, definiti “sindacalisti armati”. Il rapporto fra l’arma e il suo possessore viene paragonato al prolungamento di una parte di se. (pag. 95, ultimo capoverso). Un rapporto simbiotico o, considerando il retaggio culturale e di vita degli autori, potremmo paragonarlo alla protesi di un arto che, per le caratteristiche funzionali, deve integrarsi con le altre componenti somatiche. L’arma non come un mezzo ma, piuttosto, come una parte di se. Un altro aspetto interessante riguarda la riflessione sul canone dei valori condivisi e apprezzati dalla classe dominante, dal potere, e lo scostamento dai valori che costituiscono il retaggio ideologico dei componenti del movimento rivoluzionario. Come è affermato a pag. 104, malgrado l’essersi conformati e omologati al volere della società dominante, continua a vivere in ognuno “quel giovane che prese il fucile e si diede alla macchia”. Il conformismo consiste nell’essere “diventati organici a questa tela di ragno che abbiamo contribuito a creare in questi decenni”. Nel contesto del carcere, a cui fa riferimento il romanzo, vi erano i detenuti e il personale di custodia. L’ottica conformista li avrebbe voluti gli uni contro gli altri ma l’umanità va oltre questo schema, si intessono delle relazioni orientate diversamente, “apparentemente strane per chi ne è al di fuori” (pag. 123). C’è un progetto da realizzare nel concreto, far morire uno statista, e tante sono le riflessioni. Giuseppe, un professore di provincia, cosi lui si definiva (pag. 156), figlio di militanti del movimento armato, deve trasportare un “messaggino” rischiando di morire e di essere ricordato per questa ragione. Ancora una volta viene proposto il rapporto tra il conformismo e il suo sistema valoriale e la necessità di svolgere un compito che si discosta dall’immaginario collettivo. Un professore, colui che ha studiato tanto per istruire molti ora deve fungere da trasportatore di un messaggio scritto su un foglietto di carta. L’appartenenza al gruppo doveva prevalere su tutto (pag. 137), nel gruppo Giuseppe non era il letterato, il pedagogista ma il portatore del messaggino. Il gruppo era vasto e comprendeva vari livelli culturali e ruoli nel sistema sociale. Vi erano magistrati, poliziotti, giornalisti, tipografi, uomini, donne e l’efficacia dell’azione è affidata alla coesione del gruppo. L’episodio della recita di Proietti, laddove “aveva interrotto l’usuale copione” impone un’inevitabile riflessione: è possibile cambiare il copione quando questo è scritto in una determina maniera? Lo statista democristiano doveva morire e la conclusione del romanzo, definito una favola (pag. 213), è l’illusione o, ciò malgrado può costituire il volano per la speranza?
    Roma 5 maggio 2022
    Alfio Pulvirenti

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Stefano Guiducci e Federico Stolfi
STEFANO GUIDUCCI, romano, dopo il diploma in Telecomunicazioni si trasferisce in Emilia Romagna per lavorare nelle ferrovie. Torna a Roma per ragioni di salute ed è costretto via via a rinunciare alla sua passione per i viaggi. È divenuto romanziere per caso grazie a un incontro estremamente fortunato. È scomparso nel 2019 a 62 anni.

FEDERICO STOLFI, nato a Roma nel 1961, aderisce da giovane alla corrente del socialismo rivoluzionario italiano, condividendone il percorso per 25 anni. Scopre il lavoro di cura negli anni ’80 e oggi è un operatore impegnato in ambito sanitario, sociale, educativo. L’incontro con Stefano Guiducci gli ha permesso di concludere un manoscritto iniziato nel 2000.
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