“Indecisione” nasce inizialmente come libro per bambini, ma poi evolve toccando il mondo adolescenziale ed infine quello adulto. Altro non è che il risultato della combinazione fra lo sviluppo della fantasia del bambino inteso come “Favola” e dalla chiave di lettura, più accurata e critica, di un adulto. Fin dall’incipit sappiamo che la natura del protagonista è ignota ed in questo senso il lettore ha da interrogarsi su cosa o chi possa essere, ed attraverso la riflessione variabile ci si imbatte, appunto, nell’indecisione. Un libro che pone domande e che richiede risposte.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro per esternare dei pensieri accumulati durante il silenzio, per mettermi alla prova e percorrere nuove strade. L’ho scritto perché volevo fare qualcosa di diverso, perché mi piace l’azzardo, il rischio. Indecisione nasce dalla volontà di condivisione.
ANTEPRIMA NON EDITATA
La felicità o l’infelicità di una coppia porta ad avere un figlio. Quando una relazione va bene e quando si è contenti con il proprio partner, gli uomini hanno l’idea di unirsi e dalla loro unione nasce un bebè. Hu lo sapeva questo, la sua conoscenza in materia sessuale non possedeva lacune ma le sue conoscenze erano dovute ad un riempimento di nozioni prettamente scientifiche delle quali non sapeva proprio che farsene, tanto per cambiare.
Aveva visto dalla finestra della sua stanza la trasformazione di una donna con un bimbo in grembo: il cambiamento fisico, comportamentale, psicologico. In ogni metamorfosi ne riconosceva un fattore in comune: la somiglianza o la diversità del figlio Z fra il gene della madre A o quello del padre B; numerose volte sentì dire da estranei, amici, conoscenti delle coppie osservate queste parole: “È tutto il padre! Ha gli occhi uguali ai suoi.”
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Non avendo mai conosciuto i suoi genitori e non sapendo dunque chi fossero, non aveva mai visto i loro volti o sentito le dolci, severe, premurose ed invadenti parole di una madre né quelle schiette, calde, distaccate o incomprensibili di un padre.
Solo con l’incertezza di possedere una figura genitoriale, di essere veramente figlio di qualcuno.
In mezzo alle sue conoscenze Hu sapeva di poter trovare i giochi da tavola come Tombola, giochi infantili come “Carta, forbici e sasso”, giochi professionali come il Poker… Non aveva preferenze… D’altronde non aveva mai giocato a nulla, non aveva neanche le carte per poter giocare al Solitario, più solo di un’entità che non può giocare al Solitario non c’è nessuno: la sua è una solitudine cosmica impossibilitata a scalfirlo.
Hu vedeva i bambini giocherellare in tutta semplicità a Nascondino e, nella loro crescita, con una certa frequenza, i giochi diventavano più complessi ed elaborati. Il divertimento germogliava maggiormente alla partecipazione di molti ma questa non si trattava di una regola ferrea seppur consueta: l’intrattenimento ed il piacere potevano nascere anche dalla solitudine, come nel caso del cubo di Rubik.
donatellaseu
Che dire su indecisione piacevole,scorrevole e soprattutto ti catapulta nella semplicità ad immaginare chi e cose .
Un apprezzamento per l'”azzardo”
Valentina Maria Grazia Seu
Grazie mille Daniela! Spero che la mia opera possa trasmetterti tante emozioni!
Daniela Salma
L’anteprima già mi piace e mi incuriosisce