Il protagonista è uno, un ragazzo di cui ora non ricordo il nome.
Cominciamo proprio bene! E che speranza c’è se non ricordi nemmeno il mio nome, io che sono il personaggio, l’eroe del tuo libro! Senti, facciamo finta di aver scherzato e finiamola qui, ridai i soldi a questo poverino che avete ingannato con la donna-uomo in copertina e amici come prima, ok? Allora, a parte che eroe, riferito a te, mi sembra esagerato, infatti stai seduto tutto il tempo; allora io, che ho passato metà della mia vita sul divano, cosa dovrei essere, un semidio come Ercole? E poi sei pregato di non interrompermi fino a quando non tocca a te, altrimenti mi distrai e non riesco a parlare bene e a modo con il nostro bel lettore; per ora sei pregato di stare zitto e sono sicuro di poter offrire grandi emozioni al nostro lettore adorato.
Siamo proprio messi male! Ora si crede proprio uno scrittore professionista in grado di dare emozioni. Qui se siamo fortunati riusciamo ad accendere un fuoco con queste pagine… ma se va male, si arrabbia per i soldi che gli abbiamo fregato e poi, comunque, se lo chiami adorato può pensare male.
Benissimo, abbiamo finito con il teatrino? Possiamo andare avanti? Posso parlare o devi ancora dare fastidio e interrompere quella magia che si crea tra me e il mio stupendo lettore? Dunque… ah, ecco, ci sono, ho ritrovato il filo.
Questo ragazzo, lui, è uno come tanti altri che, a un certo punto della sua vita, sicuro di sapere tutto, capirà di non sapere proprio niente; capirà che, in fondo, non era altro che uno sciocco ragazzetto e forse riusciremo a farlo diventare un uomo, chi lo sa.
Posso dire una cosa?
No, hai tutto il libro per parlare. Lascia dunque che io interagisca con il nostro lettore. Ritorniamo a noi.
Non riesce ad apprezzare quello che gli sta intorno, infatti esordirà dicendo: “Rinchiuso in un luogo che credevo ancora nel Medioevo, non contento, colto da una rabbia profonda, che mai avevo provato prima, decisi di partire…”.
Mio caro scrittore, ma non ti è mai capitato di sentirti intrappolato o fuori luogo in una realtà che da un giorno all’altro non senti più tua? Non sei mai stato colto da un anelito di libertà e di scoperta di altri luoghi? Così mi sentii io a un certo punto e ti assicuro che non fu né programmato né tanto meno voluto, così come a volte arriva l’amore, all’improvviso. Vergognati della tua insensibilità! E tu saresti uno scrittore? Mi hai ferito, non parlo più.
Sembra il classico ragazzetto che crede di aver capito tutto, che pensa che le cause dei propri problemi, di carattere emotivo e interni a se stessi, siano gli altri, il mondo esterno, e che lui sia solo una semplice vittima di ciò che gli sta intorno; ma soprattutto pensa che la vita non sia là dove si trova lui, ma altrove, lontano.
Scusa, ma tu fai lo psicologo o tenti di scrivere?
Tento di scrivere.
E allora, che sono questi giudizi da navigato psicologo? Vabbè, lo so che la verità fa male e poi parlare con te è inutile. Comunque, lasciami col mio lettore.
Sul treno incontra una ragazza, una storia già sentita, dirai, e subito scatta nella sua mente la visione di una donna angelicata.
A parte che era veramente bella e sembrava uscita da un’altra epoca, tu cosa avresti pensato alla vista di un così bel fiore?
Io… lasciamo perdere… Comunque avrei fatto una figura superiore alla tua, sicuramente. Mi hai offeso, non parlo più!
È già la seconda volta che lo dici, cerca di farlo veramente!
Vorrebbe fare colpo, ma non è un grande dongiovanni. Si aggiunga, poi, che la strategia del personaggio enigmatico e misterioso bisogna saperla usare molto bene oppure bisogna esserlo veramente e avrete la prima parte della storia.
Il resto non ve lo racconto subito, lo scoprirete solo leggendo…
Nel viaggio avrà modo di capire e di crescere.
Ma il viaggio alla fine cos’è, se non un percorso di crescita, un lento incedere nella tua parte più segreta e nascosta, dove cominci a riconsiderare molte cose credute vere, giuste, capisaldi che, ormai, si sgretolano davanti alla bellezza del mistero della vita? E arrivi alle porte di un nuovo mondo, sconosciuto, nascosto dentro di te, eppure immenso. Pian piano capisci di essere signore di un cosmo infinito e allo stesso tempo mutevole, cominci a pensare a quanti continenti inesplorati esistano e alla loro complessa bellezza, guardi le persone che ti circondano e sei sopraffatto da tutto questo mondo che c’è e non sapevi che ci fosse ma c’è, eppure non si vede se non lo sai osservare. E resti affascinato, impietrito per la superficialità dimostrata sino a poco prima, e cominci a guardare con occhi nuovi la vita e le persone che ti circondano.
Guarda, mi sono commosso nonché fortemente entusiasmato per questa fine introduzione… ma va’…
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