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Io, me e altri

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Giuseppe è stufo della vita di provincia e sente il bisogno di partire, di cambiare orizzonti, per cercare di non essere più la persona superficiale che è sempre stato ed evolversi da quella frivolezza che lo caratterizza. E quale miglior modo se non tramite il viaggio, tema che porta intrinsecamente un mutamento e una crescita personale interiore? Giuseppe incontra così diverse persone e con ciascuna di esse si ritrova ad affrontare lunghe riflessioni su temi profondi quali la libertà dell’uomo o l’importanza dei sogni. E mentre si sposta fisicamente prima a Roma e poi a Cracovia, si scoprirà in cammino anche verso un viaggio interiore, un viaggio verso un nuovo spazio mentale e un nuovo sé.

CAPITOLO UNO

Rinchiuso in un luogo che credevo ancora confinato nel Medioevo, colto da una rabbia profonda, che mai avevo provato prima, decisi di partire.

Era l’ennesima calda giornata di luglio.

In quella piccola stazione di provincia non c’era nessuno; nelle stanze vuote della sala d’aspetto rimbombava il suono delle lancette di un grande orologio appeso alla parete. Ero solo, ansioso. Nell’aria l’odore dell’estate, il profumo delle graminacee e il canto costante e ossessivo delle cicale riempivano la piccola stazione.

Aspettavo il treno che mi avrebbe condotto lontano, non sapevo verso cosa, ma non poteva essere peggio di così.

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Quel giorno il caldo era insopportabile e il vecchio ventilatore, posto nell’angolo in alto nella sala d’aspetto, non dava alcun refrigerio. La stanza in cui mi trovavo aveva le pareti dipinte di un bianco ormai ingiallito dal passare del tempo e dal fumo delle sigarette dei soliti viaggiatori ansiosi. Le panche su cui sedevo, di un colore ormai indefinito per le diverse tinte di vernici con cui erano state ridipinte, erano costruite con un legno scadente e cigolavano al minimo movimento. Erano panche su cui, oltre all’inevitabile usura del tempo, aveva agito anche l’inciviltà degli uomini, rendendole inguardabili e, molte, inutilizzabili.

Su alcune apparivano scritte che chiedevano la liberalizzazione della cannabis, “legalized”, su altre vi erano insulti contro un sistema che cercava di sopprimere l’individualità del singolo rendendolo una macchina come tante altre al suo servizio. Altre, per la maggior parte, erano confessioni d’amore verso persone lontane, difficili da raggiungere.

Avevo con me una radio, uno di quegli apparecchietti minuscoli che si è soliti comprare sulle spiagge italiane da mercanti emigrati in cerca di fortuna.

L’accesi e su una stazione, non ricordo esattamente quale, mi sembra una di quelle piccole locali dove si ascolta più pubblicità che musica, sentii una bella canzone abbastanza malinconica, che però mi piacque.

Il tempo scorreva lentamente e ogni minuto mi sembrava un’eternità. Fissavo le lancette di quel vecchio orologio che sembravano non muoversi mai e intanto cresceva in me l’ansia. Non vedevo l’ora di partire, non sapevo bene per arrivare dove, ma l’importante era partire.

Per ingannare l’attesa, uscii dalla stazione e accesi una sigaretta. Camminavo su e giù per la banchina e da lì vedevo in lontananza i campi coltivati a grano, alcuni non ancora mietuti, belli e lussureggianti, altri in cui uomini con trattori e mietitrebbia coglievano, dopo un duro inverno, il frutto del loro lavoro.

L’odore buono ma intenso delle messi appena mietute arrivava fino alla stazione e io, che avevo sempre amato quel profumo, mi immergevo completamente in esso.

Finalmente arrivò momento che aspettavo da tanto: l’altoparlante annunciò l’imminente arrivo del treno. Era un vecchio interregionale verde, si fermò e vi salii.

Erano le undici quando partii, senza una meta.

2023-11-28

Aggiornamento

Abbiamo Raggiunto l'obbiettivo delle 200 copie un grazie a tutti voi per averci sostenuto

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    “Io, me ed altri” di Giuseppe D’Amico è una raccolta di racconti brevi e intensi che esplorano la complessità dell’animo umano. L’autore, con uno stile diretto e coinvolgente, scava nelle emozioni dei personaggi, mettendo in luce fragilità e contraddizioni. Ogni racconto offre uno spaccato di vita quotidiana, rendendo il lettore partecipe delle vicende con una profonda empatia. Un libro che invita alla riflessione, adatto a chi ama la narrativa introspezionale e densa di significato.

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Giuseppe D'Amico
Contrabbassista, compositore e scrittore italiano. Ha studiato contrabbasso presso prestigiose istituzioni di musica classica in Italia e all’estero. Ha collaborato con orchestre ed ensemble di fama internazionale, esibendosi in festival e concerti di rilievo. Parallelamente alla carriera musicale, ha pubblicato diverse opere letterarie, esplorando temi legati alla musica e alla cultura contemporanea, consolidando così la sua reputazione sia come musicista sia come scrittore.
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