– Ciao, come ti chiami? Feci l’indifferente guardando dritto davanti a me, prima o poi se ne sarebbe andato…ma non si diede per vinto. – Scusa? Mi disse mettendomi una mano sulla spalla…non potevo più continuare a ignorarlo – Parli con me? Mi sorrise -Sì, Come ti chiami? – Lucrezia, e tu? – H….. Capii solo che il suo nome iniziasse con la lettera H, ma non gli chiesi di ripetermelo, rimasi incantata dalle sue labbra e da quel sorriso…la sua bocca erano talmente bella da sembrare disegnata. Lui si girò e bevve un sorso dalla sua birra, notai che anche il suo profilo fosse perfetto… si voltò di nuovo, guardandomi, poi tolse il cappello, aveva i capelli neri, né lunghi né corti, un po’ mossi… e due bellissimi occhi a mandorla. Con tutta la naturalezza del mondo, mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, fece scivolare la sua mano dolcemente sul mio viso, con l’altra mi attirò a sé e mi baciò. La sensazione che provai fu strana…non so il perché, ma nella mia mente apparve la fotografia degli amanti di Hasanlu, che avevo visto in un documentario tempo prima, e mi staccai di colpo. Non era con l’immagine del bacio di due scheletri di più di duemila e ottocento anni fa, che avrei mai pensato di baciare qualcuno…poi mi svegliai di soprassalto, con il suono della sveglia. Mi toccai le labbra, quel bacio era stato delicato, come se le nostre bocche si fossero incastrate perfettamente.
Presi l’altro cuscino, quello che tenevo al mio fianco, e me lo misi a coprirmi il volto… mi stavo vergognando di un sogno, dovevo essere matta… però non ricordavo di aver mai fatto un sogno che mi sembrasse così reale, e anche se non sapevo né come né quando, sentivo che prima o poi quel ragazzo lo avrei incontrato. Spostai il lenzuolo, avevo sempre avuto l’abitudine di coprirmi anche nei periodi caldi, e mi girai, era come se tutto fosse successo davvero… misi giù il cuscino e mi allungai per prendere il pupazzo di Pompeo, da piccola lo abbracciavo sempre quando facevo brutti sogni e mi dava conforto, ma anche se questo non lo era stato, sentivo lo stesso di averne bisogno. – Ho fatto uno strano sogno, dissi parlando a Pompeo, come se lui potesse rispondermi…sembrava vero, vorrei tanto rimanere nel letto, per sprofondare in quel sogno, ancora po’… poi guardai la sveglia, che aveva ripreso a suonare, e tornai alla realtà, Anna mi stava aspettando, ed ero in ritardo.
Hermes
Feci in modo di essere davanti a lei, che era seduta su di un muretto, mi notò poco dopo ma come incrociò il mio sguardo lo distolse, sembrava imbarazzata, diversa dalla ragazza che avevo visto poco prima… andai verso di lei, avevo in mente di fare una chiacchierata ma una ciocca le incorniciava perfettamente il viso e mi venne l’istinto di spostargliela, quel contatto mi aveva fatto desiderare di baciarla e la baciai, lo feci semplicemente perché mi andava di farlo, ero fatto così. Al risveglio non avrebbe ricordato niente, se non la sensazione di aver fatto un bel sogno.
Una volta uscito dal suo pupazzo mi sedetti sulla poltrona che si trovava davanti al letto, Lucrezia era ipnotica, non riuscivo ad andarmene seppur avessi ripreso la collana e finii con l’addormentarmi svegliandomi con il suono della sua voce, aveva preso tra le braccia il pupazzo e gli stava parlando del sogno, mi si gelò il sangue… ricordava per caso tutto? Scese dal letto, andò verso il bagno e io ne approfittai per tornare ad Iris. Non sapevo se Lucrezia si sarebbe o meno ricordata il mio viso, non era mai successo niente di tutto questo, l’indomani sarei ritornato a Milano e avrei ragionato sul da farsi…forse farci incontrare per caso mi avrebbe fatto capire di più quanto e cosa ricordasse di me. Non avrei però raccontato niente né a Romeo né ad Aronne, non avrebbero approvato. Ad Iris non avevo mai avuto problemi di sonno, ma quella notte non chiusi occhio, rimasi a fissare le stelle dal letto della mia stanza, dovevo capire in che modo approcciarmi a lei… quando bussarono alla mia porta, ormai era già mattina.
Romeo e Aronne vennero in camera mia, mi guardarono preoccupati. – Stai male? Non hai una bella cera… Mi disse Aronne. – Ho solo bisogno di fare colazione… – Aronne prese il citofono e la ordinò, a volte gli piaceva comportarsi da umano e io, con lo stomaco pieno, forse sarei riuscito a ragionare meglio. – Non sei più convinto che sia una cosa facile, far innamorare quella ragazza? Mi chiese Romeo. – Se avessi dovuto farla innamorare di me, sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma così non saprei… non ha desideri, come se il suo cuore fosse chiuso. Aronne mi mise la mano sulla spalla – Amico mio, ce la faremo. Una volta che si sarà innamorata, tutto ad Iris potrà tornare come prima. Aveva ragione, non c’era tempo da perdere, prima si sarebbe innamorata e prima il mondo sarebbe tornato ad essere un posto migliore; senza neanche pensarci, mentre ancora stavo bevendo il mio caffè e Aronne e Romeo mangiando delle brioches, avevo già schioccato le dita, ritrovandoci a Milano. Era un attico spettacolare, ultramoderno, che Romeo aveva comprato un paio di giorni prima… Aronne poco dopo imprecò. -Dannazione, non potevi avvisare? Era l’unico ad essere seduto prima del teletrasporto, e si ritrovò ora con il sedere per terra. Romeo gli diede una mano ad alzarsi e scoppiammo a ridere. Non era la prima volta che ci divertivamo a vivere da umani, avevamo anche dei lavori che sfoggiavamo all’occorrenza. Io ero un attore e cantante abbastanza conosciuto nel mondo degli umani, Romeo era un importante regista, mentre Aronne era uno stilista molto ricercato, era un genio in tutti i sensi, tutto quello che creava finiva in prima pagina e non contavamo più le volte di quando era per la sua bravura o per i numerosi flirt che gli venivano attribuiti. Ogni Jinn aveva i tratti somatici della Nazione a cui era stato assegnato, così da poterci mimetizzare meglio tra gli umani, e noi tre eravamo stati assegnati alla Corea del Sud, sebbene gli umani non potessero vederci a meno che non lo decidessimo noi.
Gli umani non sapevano neanche che ci fossero almeno due Jinn accanto ad ogni fontana e ai luoghi dove si potevano esprimere i desideri, in Italia la più importante era quella di Trevi, a Roma, anche a causa della sua bellezza. Era dalle fontane che, tramite sofisticati computer, venivano poi smistati i desideri nella sede centrale, molti giovani di Iris lavoravano così. Vi erano coppie di giovani Jinn sparsi per tutto il mondo, accanto a tutte le fontane. Alcuni invece lavoravano di notte, quando le menti degli umani erano meno vulnerabili ed era più facile entrarvi. Di giorno era facile solo leggere i desideri dei bambini, ma ora il mio compito era conoscere i desideri di Lucrezia, dovevo avvicinarmi e fare amicizia, anche durante il sonno non avevo visto niente, dovevo darmi una mossa. I ragazzi iniziarono a sistemare le loro cose, io uscii e mi ritrovai nel retro del suo ristorante, forse con una scusa sarei dovuto andare all’ingresso principale, entrare e presentarmi, invece di sostare davanti alla porta del retro…ma non feci in tempo a pensare troppo… poco dopo, con mia sorpresa, la porta si aprì. La persona che stava uscendo da quella porta inciampò in qualcosa e si aggrappò a me che le stavo proprio davanti, trascinandomi a terra insieme a lei. Solo quando la spostai, mi accorsi che fosse Lucrezia e fortunatamente non sembrò riconoscermi. Normalmente sarei stato educato, ma mi prese alla sprovvista e non riuscii ad essere gentile, ma non me ne preoccupai…nella mia esperienza avevo notato che il con portamento distaccato era quello che attirava di più le ragazze, forse avrebbe attirato anche lei…così poco dopo me ne andai, senza troppi complimenti… lei mi passò accanto con la macchina e non mi degnò neanche di uno sguardo, forse non era come le altre. Schioccai le dita e il cappotto tornò come nuovo, l’avevo assalita per niente, la paura che potesse riconoscermi non mi aveva fatto ragionare.
Tornai nel mio appartamento e mi misi a letto, volevo solo poter trovare un modo per avvicinarmi a lei, e ora che ne avevo avuto l’occasione, probabilmente avevo sbagliato tutto… forse anche a causa del non aver chiuso occhio la notte precedente, dormire mi avrebbe sicuramente fatto ragionare meglio. Mi svegliai l’indomani mattina ma solo per la fame, quando ci trovavamo nel mondo degli umani ci veniva fame mentre normalmente non era così indispensabile. Provai a schioccare le dita ma non si materializzò niente, cosa stava succedendo? Cercai Romeo e Aronne nelle loro stanze ma non li trovai, era quasi ora di pranzo, guardai nel frigo e lo trovai vuoto… mi squillò il telefono, risposi ed era Romeo – Ho ordinato il tuo pranzo, ci deve essere stato qualche problema ad Iris, è suonato l’allarme e né io né Aronne siamo riusciti a far materializzare niente, più tardi andremo a controllare. – Aggiornatemi. Fu la sola cosa che dissi e poi riattaccai. Andai a sdraiarmi sul divano, non avevo voglia di aprire le finestre ma accesi le candele di Iris, avevano il profumo di casa e mi facevano rilassare… poi misi le cuffie e ad un tratto percepii una presenza. Mi mossi senza neanche rendermene conto, la persona a cui stavo tenendo i polsi era Lucrezia. Che ci faceva in casa mia? Mi spinse con i piedi e andai a sbattere contro la libreria. Che ragazza strana. Ma aspetta, aveva appena detto: Tu? Ero sicuro che non mi avesse riconosciuto la prima volta. Indossavo occhiali abbastanza grandi, ma era anche diventata tutta rossa e stava balbettando. Avevo solo un modo per capire se si ricordasse: dovevo baciarla, solo così avrei potuto vedere i suoi ricordi. Le presi il braccio per farla girare ma mi tirò un calcio negli stinchi e la lasciai andare. Nel mentre entrò Romeo, aveva pianificato tutto e forse sarebbe andata bene se non avessi incasinato tutto. Non rispose neanche al mio “Ci vediamo”, sembrava diventare sempre tutto ancora più difficile. Guardai Romeo – Non hai letto tutto il dossier di Lucrezia vero? – No, solo fino a metà.
Chris Stavrakis (proprietario verificato)
Eccoci, che dire … ho letto il libro tutto d’un fiato. L’ho sognato durante le ore di sonno che mi sono imposta come pausa. Esatto! Mi ha preso così tanto che mi era difficile smettere di leggere. Ho amato la storia , i personaggi e l’ambientazione. Le spiegazioni e le citazioni dell’autrice danno un tocco raffinato all’accaduto, ma la cosa più emozionante è la possibilità di poter conoscere i fatti dal punto di vista di tutti e due i protagonisti . Ho trattenuto le lacrime con il vissuto di Lucrezia, ho desiderato avere accanto un Jinn , ma soprattutto ho adorato in modo spudorato Marius . Insomma mi sono persa in questa realtà al punto che sono andata a comprare gli ingredienti per mangiare ciò che veniva descritto . Grazie Linda per questo viaggio meraviglioso….. ne aspetto ancora.
Chris Formento (proprietario verificato)
La prima volta che mi sono imbattuta in Iris ho avuto un déjà-vu, tutte noi siamo state Lucrezia una volta nella vita.
Una storia particolare e mai banale, i diversi personaggi che entrano in scena, frutto di una spiccata e insolita fantasia, vi faranno innamorare perché nulla è mai lasciato al caso.
Un libro per chi non si accontenta e nella vita vuole essere ancora stupito.
Consigliatissimo!
Federica Fabbri (proprietario verificato)
Letto in pochissimi giorni, una storia diversa da quelle a cui il classico fantasy ci ha abituati, molto avvincente e mai banale.
Ben studiato negli intrecci e nelle connessioni: fino all’ultima pagina ci si sorprende a scoprire che tutto è legato e studiato, ma soprattutto ci si ritrova ad affezionarsi ai personaggi e a connettersi con loro.
Bello, davvero consigliato 🥰
Marta legnani (proprietario verificato)
Sono solo all’inizio del libro, e nonostante il genere fantasy non sia tra i miei preferiti, questo è un libro che a mio parere “mette daccordo tutti”.
È ben scritto e coinvolgente, sia nei personaggi, nelle emozioni palpabili che arrivano al lettore, e nella descrizione dei luoghi, sembra quasi di essere li con la protagonista.
Sembra di vivere la sua avventura.
Quindi acquistate il libro e immergetevi nel mondo di Lucrezia. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sognare💕!!!
Marta Banfi (proprietario verificato)
Non potete farvi scappare questo libro! “Iris. La scelta” è un romanzo ben riuscito che si legge tutto di un fiato. La protagonista, Lucrezia, è una giovane inquieta e curiosa che vi farà vivere un’avventura avvincente, affascinante e originale. Lo consiglio caldamente.
Daniela Foltran (proprietario verificato)
Ho iniziato da poco la lettura di “Iris. La scelta” e non riesco a fermarmi. I personaggi catturano da subito l’attenzione, con le loro storie che si intrecciano, solo all’apparenza casualmente ! L’ambientazione in Italia a mio parere fa sentire ancora più vicini alla storia, regalando anche un certo senso di appartenenza… ma dall’altra parte non mancano ambientazioni fantasiose ed “esotiche” che spingono il lettore a “viaggiare” in altri mondi, a volte solo lontani, a volte completamente sconosciuti!
È una narrazione vulcanica e incalzante: fortemente consigliato!