CAPITOLO UNO
Tutto il mondo ha vissuto lo storico evento.
L’uomo è sulla Luna.
Alle 4:57 ha mosso i primi passi.
Corriere della Sera, 21 luglio 1969
La prima busta, con il mio nome in stampatello scritto da una mano malferma, è arrivata un giorno di inizio maggio, a metà del quarto mese di gravidanza. Si è insinuata in redazione come una mina antiuomo pronta a essere innescata, nascosta tra la risma dibuste della posta appoggiate come ogni mattina sulla mia scrivania da Vera, la segretaria, di fianco al computer.
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Non me ne sono accorta subito, ero decisamente distratta e, per usare una delle figure retoriche a me tanto care, una banale preterizione, non voglio dirvi quanto fossi felice.
La mina è rimasta appena sotto la superficie del caos che regna incontrastato sulla scrivania, pronta a mutilare le gambe del mondo perfetto che mi sono costruita con poco più di centocinquanta parole.
Nessuno in redazione può saperlo. Per ora indosso questa gravidanza tardiva come un completo di pizzo nascosto sotto un abito casto, discreto, che non segna le forme: lo possono vedere solo quelli a cui lo permetto, quando decido che è giunto il momento di spogliarmi. E finora è arrivato per pochi.
Inutile girarci intorno: questa gravidanza da single, a quarantacinque anni suonati, per me rappresenta l’allineamento di tutti i fattori della mia esistenza in una congiuntura perfetta. Un miracolo personale in un clima di consapevolezza e privo del pathos, dei fronzoli, delle aspettative che hanno gli accadimenti nelle età che ho lasciato alle spalle.
Intendiamoci, non mi considero vecchia, tutt’altro. Sento per la prima volta che questo grappolo di anni che tende a prolassare i miei tessuti e a imbiancarmi i capelli gioca a mio favore.
Difficile, però, per l’essere umano medio andare oltre lo schema generalmente meschino che si è creato nella mente e con cui convive da una vita.
Sono una giornalista in carriera, over quaranta, divorziata, senza figli dopo un lungo, faticoso matrimonio con l’uomo che sembrava il principe azzurro e che invece, sorpresa, era un calesse. E ora che sono single sto per diventare madre.
Sei mesi prima della separazione, ovvero da circa un anno e mezzo, mi sono trasferita da mia zia quasi settantenne e vivo più o meno felicemente con lei e una cagnolona adorata che soffre di flatulenza.
Sono dedita a un lavoro che svolgo con passione e mi sono sempre guardata bene dall’entrare nei dettagli della mia vita privata con i miei colleghi.
Mia mamma è da quando ho sedici anni che subisce gli effetti di questa riservatezza che lei definisce ossessione per la privacy dovuta alla confusione, ma alla fine, senza i colpi di scena con cui periodicamente sconvolgo la sua vita, penso si annoierebbe.
Milena Demaria (proprietario verificato)
Bellissimo romanzo in cui tutti i personaggi si ritrovano alla fine per un grande e inaspettato finale! Da leggere assolutamente.
monica sasso (proprietario verificato)
Romanzo meraviglioso, a tratti commovente e a tratti che ha la duspance di un romanzo giallo e che fa riflettere in questi tempi in cui si parla tanto di famiglie arcobaleno,