Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Svuota
Quantità
Jackie ha vent’anni e si sente fuori posto nella fattoria dove è cresciuto, nell’arida e postapocalittica Bassa, in mezzo a pannelli solari e campi di grano malato. È inoltre attratto dalle leggende che parlano dell’esistenza di città ipermoderne lungo la costa, oltre le montagne. I mezzi sono pochi, ma la voglia di avventura è troppo forte e lo spinge a salire su un pullman con destinazione ignota.
Il mondo però è ben più ostile di quanto aveva immaginato e, nonostante la guida e protezione di don Curcio, viaggiatore sui generis dal passato misterioso, il ragazzo dovrà rimboccarsi le maniche, per sopravvivere…
“La Bassa” è un viaggio grottesco, satirico, sleale, che non teme di mettere nudo le debolezze e le incongruenze di una società decadente.

1. Agrumi e girasoli

Tak… stumpf… stock… Dall’aia dietro il casolare arrivava il tonfo, netto e cadenzato, dei ceppi squarciati dalla formidabile accetta di Manlio. Tak… stumpf… stock… Il primo suono era la lama che si conficcava nelle dure venature del legno. Il secondo coincideva con il momento in cui l’arnese, libratosi in aria insieme al tronco, si abbatteva sul ciocco usato come base. Il terzo colpo, quello fatale, mostrava il cuore ocra con striature mattone del ceppo, squarciandolo di netto.

Tak… stumpf… stock… ancora e ancora… Jackie non sopportava quel rumore perché gli ricordava incessantemente la sua condizione contadina. Odiava la campagna. Gli alberi, il grano, le cose semplici e ripetitive, il lento e stantio valzer delle stagioni, insomma. Tak… stumpf… stock…

Continua a leggere

Continua a leggere

Forse per qualcuno poteva apparire una vita da sogno, ma per lui no, lui era diverso. Lo aveva pensato fin da quando avevano iniziato a prenderlo in giro a scuola, durante la gita alla fattoria, quando si era trovato a fare il bagno nella tinozza col suo vicino di banco. Da quel momento si era sentito fuori posto, destinato ad altre cose, altri luoghi, a un più ambizioso futuro. Gli sembrava che ogni suo respiro creasse ilarità e imbarazzo. Dentro di sé sapeva che, prima o poi, sarebbe arrivato il momento di partire, abbandonare tutto e cercare le grandi città. Non aveva idea di come ci si vivesse, né di dove si trovassero. Le metropoli della pianura erano state abbandonate, non ci si poteva più rimanere. Il sole spaccava i palazzi. La pandemia, l’inquinamento, il crollo finanziario e i terremoti si erano susseguiti come mannaie, i fiumi si erano prosciugati rendendo la Bassa un deserto. La vita proseguiva solo in prossimità dei pozzi, gli impianti fotovoltaici punteggiavano il panorama ondeggiante e fornivano ombra ed energia elettrica. La Bassa era una centrale produttiva, ma la vita lì era una vita da bestie.

Manlio e il suo enorme trattore elettrico erano gli unici produttori di grano nel raggio di chilometri, ma lui era rimasto un sognatore e viveva come se non fosse cambiato nulla. Manteneva i viali alberati intorno ai campi, passeggiava col cane, sperava che la pioggia tornasse e così le feste in locanda, il liscio, il barbera… la sera sedeva ancora con la pipa vicino alla stufa, le mani logore intente a intagliare qualche strana statuetta che poi, una volta finita, riponeva sulla mensola sopra la porta. Era l’unico svago che si concedeva.

Jackie il vecchio non lo capiva proprio. Era lui che lo aveva accolto poco meno che adolescente, allevandolo come uno dei suoi capi di bestiame, aspettando che avesse muscoli sufficienti a tirar su la zappa… comunque gli era grato. Gli dispiaceva quasi pensare solo alla fuga, ma la sera, nonostante passasse la giornata a imboscarsi tra un lavoro e l’altro, aveva le ossa rotte, le mani sporche e doloranti, graffi, tagli e bruciature.

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “La Bassa. Saga di Tre Palmi”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Stefano Fratoni e Davide Ponchione (Collettivo Scrittori e Contadini)
Stefano Fratoni (Imperia, 1981), bagnino e cameriere, vive da filosofo dedicando il suo tempo a lavori salariati e voli pindarici. È orgoglioso soprattutto di sua figlia Martina, di sedici anni.

Davide Ponchione (Imperia, 1981), insegnante, si è laureato al DAMS della sua città. Giunge al romanzo passando dalla poesia e dal racconto breve. Si dedica nel tempo libero all’arte contadina.
Stefano Fratoni e Davide Ponchione (Collettivo Scrittori e Contadini) on FacebookStefano Fratoni e Davide Ponchione (Collettivo Scrittori e Contadini) on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors