Cos’hanno in comune Jackie Treehorn ed il superuomo di Nietzsche?
Li abbiamo scelti come modelli opposti della nostra narrazione, estrapolati dal loro pulpito di icone e immersi in un ambiente post-apocalittico. La Bassa è un gioco grottesco, satirico, sleale, che sfrutta i luoghi comuni.
Giacomo Cornodalbero abbandona il suo paradiso agreste per inseguire l’inferno cittadino, perché solo lì darà un senso alla sua unica dote: un pene ingombrante, spropositato, fonte di traumi e discriminazioni.
Ad accompagnarlo sarà Don Curcio di Villafalletto. Un oltreuomo, un fanciullo, temuto e rispettato da tutti perché, nell’ enorme deserto della bassa, non vi sono più umani, ma solo schiavi inconsapevoli.
Perché ho scritto questo libro?
L’abbiamo scritto a due mani, collaborando intensamente, senza risparmiarci insulti e negoziazioni. Il nostro progetto nasce per gioco, ma prima di tutto nasce dall’amicizia sincera. La sincerità scomoda, senza guadagno. Non è un romanzo intellettuale, vuole divertire. Un divertimento più vicino al rock demenziale degli anni ’80 che a una barzelletta anni ’90, Così, per intenderci.
Chi vorrà potrà trovarvi citazioni e riferimenti: scusateci.
Chi pre-ordina la versione ebook avrà subito in omaggio un ebook che comprende i primi due volumi della nostra saga best seller “The Drunk Fury”.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Lo sbuffo di apertura delle porte pneumatiche lo sorprese riverso sui due posti, cosa vietatissima, la bocca asciutta e la solita erezione di quando si addormentava su qualsivoglia mezzo di trasporto. Stava cercando di tirarsi su coprendosi il pacco con i gomiti ossuti quando il suo sguardo, ancora appannato dal risveglio, incrociò quello fulmineo e severo dell’autista che lo inchiodava dal fulgido specchietto retrovisore: -È vietato occupare due posti-, disse con voce di maiale nell’interfono gracchiante. -E’ sconsigliato anche dormire: le statistiche dimostrano che durante il sonno il dispositivo di protezione individuale viene spesso rimosso. Nonostante l’ottima aerazione interna con filtri di nuova generazione, per il rispetto degli altri passeggeri, la prego di adottare una postura più dignitosa. Per questo motivo è fortemente sconsigliato dormire o solo appisolarsi sui mezzi pubblici.- Grufolò ancora. Jackie si aggiustò la mascherina sul volto, scusandosi ad alta voce. Avrebbe invece voluto dire -Fanculo-, una sola volta, secco e spassionato. Sapeva però cosa convenisse fare in tali situazioni, anche se era probabilmente la prima volta che si trovava realmente ad affrontare un ambiente tanto ostile.
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Il pullman riprese la sua corsa e gli occhi di Jackie si accorsero finalmente del tizio che era appena salito. Non lo aveva notato subito, impegnato com’era a odiare l’autista, nonostante egli si stagliasse in maniera quasi teatrale in cima al lungo corridoio di moquette un poco consunta. Portava un cappello floscio, a tesa larga, che gli copriva parzialmente il volto, un mantello di lana fine ne avvolgeva completamente il corpo, sventolando lievemente alla brezza forzata dell’impianto di filtraggio dell’aria. Aveva una postura da paladino color senape, con le gambe leggermente divaricate e ben piantate al suolo; entrambe le mani poggiavano su un nodoso bastone di larice, lucido e curvo nell’estremità superiore. Improvvisamente alzò il capo e protese il mento verso l’alto, rivelando due occhi sbarrati, vitrei, folli. Vagavano senza pace di qua e di là, mai si chiudevano e mai cambiavano espressione. Senza abbandonare quell’innaturale movimento oculare il Pazzo si diresse verso il fondo del bus, proprio verso il posto in cui sedeva Jackie.
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