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La Casa dei Mahi

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Consegna prevista Settembre 2025
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Alex è un ragazzino di dodici anni con una passione smisurata per l’horror. Lo intrigano temporali, tempeste e tutto ciò che è misterioso e oscuro. Ogni anno, le sue feste di Halloween sono leggendarie, eventi mostruosi che lasciano i suoi compagni di classe senza parole. Ma quest’anno, qualcosa di completamente inaspettato si aggiungerà alla sua già fervida passione per il brivido.
Un nuovo Luna Park arriva in città, e con esso una “Casa del Terrore” che promette emozioni forti. Alex, spinto da un’irrefrenabile curiosità e dalla sua sete di avventura, non può resistere alla tentazione di entrare. Quello che troverà all’interno, però, andrà ben oltre le sue più sfrenate aspettative, trascendendo i limiti tra realtà e sogno. Si troverà immerso in un’esperienza agghiacciante e pericolosa, piena di misteri insondabili e creature mostruose, un’avventura che metterà alla prova il suo coraggio e lo cambierà per sempre.

Perché ho scritto questo libro?

Ho scritto questo libro per far provare a bambini e giovani adulti le stesse emozioni che provavo io alla loro età, quando leggevo i miei autori preferiti. La vita può essere alienante per tutti, grandi e piccini, e la letteratura è da sempre lo strumento più valido che ognuno di noi ha per evadere dalla realtà e sentirsi libero. La letteratura è libertà. Se con il mio lavoro creativo riuscissi a far appassionare alla lettura anche un solo bambino, mi riterrei soddisfatto per il resto della vita

ANTEPRIMA NON EDITATA

LA CASA DEI MAHI

CAPITOLO 1

Wow, oggi  c’è un’atmosfera da brividi! disse Alex quando diede un’occhiata fuori dalla finestra, mentre osservava intense nubi nere che sovrastavano minacciose la città.

Quello che distingueva Alex da quasi tutti i dodicenni che conosceva, era che lui non era infastidito o impaurito dai temporali. Anzi! Ne era tremendamente affascinato. Non si sapeva spiegare il motivo, ma era attratto da tutto ciò  che era misterioso e oscuro. Era infatti un appassionato lettore di racconti del terrore, e  tutti i film che guardava appartenevano sempre a quel genere. Per lui, pertanto, niente era meglio che cominciare la giornata con un bel temporale ricco di tuoni e lampi.

Era una mattina di fine Ottobre, e Alex si stava preparando per andare a scuola. Non vedeva l’ora di uscire e scoprire cosa gli avrebbe riservato quella giornata. Sua mamma, Mariella, gli ordinò di prendere l’autobus a causa di tutta quella pioggia, ma Alex non ne volle sapere. Le assicurò che sarebbe stato attento e che avrebbe indossato tutti i vestiti antipioggia del caso. Siccome ella era ben cosciente della  testardaggine di suo figlio, semplicemente si arrese, e gli disse di mandarle un messaggio una volta arrivato a scuola.
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Alex non se lo fece ripetere due volte e saltò in sella alla sua mountainbike. Mentre andava fischiettando sotto la pioggia, le persone lo guardavano strabuzzando gli occhi pensando che fosse  matto, ma a lui questo non interessava.  Si stava divertendo un mondo.

Era di ottimo umore anche per un altro motivo: la sua  festività preferita si sarebbe svolta da lì a qualche giorno. Halloween, ovviamente. Anche se era una  festività americana, ormai si era diffusa a livello globale e si celebrava perfino nella sua piccola città, che si trovava dall’altra parte del mondo.

Contrariamente a quanto accadeva in America però, nella sua zona non si andava girovagando la sera, bussando casa per casa  a chiedere  “dolcetto o scherzetto”. Non c’era questa usanza. Quindi, per celebrare propriamente questa notte magnifica, Alex si sentiva in dovere di organizzare maestose e spaventose feste, che si svolgevano proprio a casa sua; la quale, fortunatamente, era molto grande. Se portava buoni voti durante l’anno e si comportava bene, ogni 31 Ottobre i genitori gli permettevano di fare ciò che voleva; poteva organizzare la festa come meglio credeva e allestire tutto nei minimi dettagli. Non potevano mai mancare: classiche zucche intagliate  in giardino, ragnatele ovunque, bare di cartone e persino mostri costruiti con le sue mani. Tutti si recavano al grande evento travestiti come il loro personaggio di fantasia preferito. Si svolgevano svariati giochi, e chi voleva raccontava storie dell’orrore. Uno spasso!

Alex invitava i compagni di classe e qualche altro amico più  grande. Ma la richiesta di partecipare era altissima e,  sfortunatamente, doveva escludere  sempre qualcuno per il semplice motivo che non c’era abbastanza spazio. A scuola Alex era quindi conosciuto da tutti per le sue terrificanti feste, che si svolgevano ogni anno da quando aveva nove anni.

Ecco perché Alex era così emozionato ogni volta che arrivava Ottobre. Per quanto riguarda il resto dell’anno, invece, si sentiva costantemente annoiato e si lamentava continuamente della sua vita monotona. Lui desiderava azione, avventura, mistero! Purtroppo, non era in grado di ottenere nulla di tutto  ciò  nella vita di tutti i giorni, nonostante ce la mettesse tutta.

Gran parte della sua vita era chiaramente assorbita  dalla scuola; che Alex non odiava, ma di certo neanche amava. La sua materia preferita era Italiano, perché era l’unica materia in grado di attirare la sua attenzione. Nel libro di antologia talvolta si trovavano storie che riteneva intriganti. E quando arrivava il momento di scrivere un tema, si divertiva un mondo perché aveva finalmente una bella opportunità per essere creativo. Questo accadeva però  solo una volta al mese, perché  nella maggior parte del tempo, la professoressa si concentrava su noiosi esercizi grammaticali e sullo studio di antichi poeti e scrittori che, dal punto di vista di Alex, non erano molto esaltanti. Tuttavia, senza buoni voti si poteva scordare della festa. Quindi, passava almeno due ore ogni pomeriggio a fare i compiti e studiare, per assicurarsi di avere almeno la media dell’otto. Questo e altro per raggiungere il suo obiettivo!

Ciò  che amava fare di più nel suo tempo libero

(ossessione per il mondo dell’Horror a parte) era andare in giro con la sua bici elettrica senza una meta precisa. Adorava scoprire posti sempre nuovi, dove non era mai stato prima. La sua città  era perfetta in questo senso, poiché si trovava in un punto strategico tra mare e monti e c’erano una miriade di posti interessanti da poter esplorare.  Visitare piccoli borghi medievali tra le montagne, avventurarsi in città marittime, e perdersi in splendidi paesaggi, era ciò a cui era abituato e di cui non si stancava mai. Ogni tanto andava con il suo migliore amico, Max. Ma la maggior parte delle volte preferiva andare da solo. In questo modo, non doveva rendere conto a nessuno e poteva stare quanto voleva e dove voleva.

Quando trovava un posto che gli piaceva particolarmente, infatti, poteva fermarcisi anche delle ore. Mentre era lì, si immaginava da cima a fondo una storia avvincente che, spesso, aveva risvolti inquietanti.

Non stupisce il fatto che da grande Alex volesse fare il regista di film e che, chiaramente, questi sarebbero stati film dell’orrore.

Poi c’era lo sport: i suoi genitori lo avevano iscritto a un corso di nuoto, a cui andava senza troppa voglia. Era entusiasta solo del fatto che, se avesse continuato a farlo  per qualche anno, si sarebbe  potuto costruire un bel fisico grazie ad esso, ma non aveva alcuna passione per questa attività.

Questo era quello che succedeva durante l’anno. Non era una brutta vita, certo che no, ma Alex aveva la perenne sensazione che gli mancasse qualcosa. Per fortuna, non appena finiva il mese di Settembre, cominciava a sentirsi elettrizzato e galvanizzato. Già  dal primo giorno di Ottobre, infatti, cominciava a pensare a come avrebbe potuto migliorare la sua festa rispetto all’anno precedente. Vedere la faccia stupita dei suoi compagni di classe appena varcavano la soglia di casa sua, e si trovavano in un altro “mondo”,  era ciò  che gli dava più soddisfazione in assoluto.

Quel giorno, mentre pedalava con calma  godendosi l’atmosfera lugubre, vide qualcosa che lo lasciò senza parole…

A metà strada tra casa sua e la scuola, sulla sinistra della pista ciclabile, c’era un enorme prato che dava sul mare. La gente del luogo, di solito, si radunava lì nel weekend per fare grigliate o giocare a palla. Ogni tanto qualche avventuroso ci passava pure la notte in tenda. Alex lo aveva sentito dire da dei suoi compagni di scuola piú grandi. Quando diede un’occhiata in quella direzione, rimase  molto sorpreso nel vedere che c’era parecchio trambusto, un sacco di gente e macchinari di tutti i tipi.

  Quindi andò  più vicino per vedere meglio e si rese presto conto che stavano allestendo… un Luna Park!

Stentò a crederci. Aveva sempre fortemente desiderato andare in una sala degli orrori. Una di quelle che si vedono nei film.  In tutta la sua vita non era mai riuscito a farlo. Ora, per la prima volta nella storia della sua cittadina, ne stavano probabilmente allestendo una! Ovviamente non riuscì a resistere e andò a dare un’occhiata, a costo di arrivare tardi a scuola (cosa che praticamente non era mai successa). Camminó con la bici al suo fianco per  una cinquantina di metri, passando tra decine di diverse attrazioni in allestimento. Infine, si spostò  verso il mare, nella parte finale e più isolata dell’ intero Luna Park. In questo punto l’atmosfera cambiò drasticamente…

Non solo visivamente  era molto più lugubre della zona prima, ma anche l’aria che respirava era più densa.  Una sensazione impossibile da spiegare. Si trovava nel posto più incredibile che avesse mai visto…

Davanti ai suoi occhi c’era  un imponente ruota panoramica, nera come la notte. Notò immediatamente anche una “Barca”, un’ attrazione di cui aveva solo sentito parlare.  Era appunto un’ enorme barca sospesa che ondeggiava avanti e indietro a gran velocità. Però, la parte senza ombra di dubbio più interessante, era un’altra. Aveva trovato quello che stava cercando. A pochi metri da dove si trovava ora, c’era la casa più inquietante che potesse esistere…

Vide subito l’insegna con la scritta “La Casa del Terrore”, in caratteri rossi, con le lettere che simulavano gocce di sangue. Era proprio come quelle che aveva visto decine di volte nei suoi film preferiti, e persino nella copertina di un libro che aveva a casa.

Rimase esterrefatto nel vedere tutto ciò.

Specialmente in quel contesto, essendo immerso in quell’atmosfera così cupa e sinistra. Dalle molteplici finestre, fuoriusciva un’ intensa luce rosso sangue. Mentre ammirava estasiato questo magnifico spettacolo, all’ improvviso strabuzzò gli occhi, quando gli sembrò di vedere una figura vestita di nero, davanti a una delle finestre al piano terra. In quel preciso istante, un fulmine squarció il cielo e  la figura scomparve immediatamente. Alex pensò di esserselo immaginato. Così, decise di avvicinarsi per controllare meglio. Quando arrivò nei pressi della porta di ingresso, vide un grosso cartello. C’era scritto in lettere arancioni su sfondo nero:  PROSSIMA APERTURA HALLOWEEN.

Non avrebbe potuto ricevere una notizia migliore. Quest’anno, avrebbe avuto un Halloween ancora migliore rispetto a quello degli anni precedenti. Uno di quelli che aveva sempre sognato di vivere.

A un tratto, la figura nera comparve di nuovo dalla finestra… Alex sobbalzò e fece un passo indietro. Sorrise immediatamente, perché si rese conto che era riuscito a spaventarsi per qualche attimo. Niente e nessuno era mai riuscito a farlo prima!  Pensò che si trattasse di uno  dei responsabili dell’ allestimento della casa. Tornò indietro tutto soddisfatto.

Era eccitato al solo pensiero  di parlarne con Max, non appena sarebbe arrivato a scuola.

Proprio in quel momento, decise che senza ombra di dubbio, sarebbe tornato la sera stessa per dare uno sguardo più approfondito.

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Stefano La Milia
Sono nato a Sanremo (IM) nel 1989. Ho scoperto il genere horror sin da piccolo grazie ai "Piccoli Brividi", diventando un lettore vorace e coltivando il sogno di diventare scrittore. Già adolescente scrivevo racconti, ma la vita mi ha portato a scelte più pragmatiche. Nel 2011 mi sono trasferito a Torino, laureandomi in Scienze dell'Educazione. Dopo due anni di lavoro nell'ambito dell'autismo, ho vissuto quattro anni in Olanda, facendo diversi lavori e imparando l' inglese. Lì, la forte aspirazione a realizzare il mio sogno d'infanzia è diventata travolgente, portandomi a scrivere finalmente il mio libro dell'orrore per bambini, un progetto del tutto innovativo sviluppato anche con l'aiuto di mio fratello, motion designer. Tornato in Italia, ho ripreso il mio lavoro di educatore a Torino, consapevole del fatto che proverò in tutti i modi a fare ciò che mi rende veramente felice.
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