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La classe dei sogni – Racconti di un insegnamento alternativo

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Quando la professoressa Delia Caià entra in classe, i suoi amati ragazzi sanno bene che spartiti e note sono solo una piccola parte di tutto ciò che impareranno. Come un faro che illumina le loro giovani strade, il metodo di insegnamento di Delia trasforma l’aula di un conservatorio in una vera e propria palestra di vita, dove musica e realtà si fondono. Eclettica, imprevedibile, meravigliosamente umana, “la Prof” mostra e dimostra come il ruolo di un docente non è solo insegnare ciò che è già scritto sui libri, ma guidare i propri alunni nell’oscurità di quel bosco impervio che, a volte, è la vita, sino a trovare e tenersi stretta l’unica luce che può rischiararlo: il “diritto di essere e di esistere”. Solo così sarà possibile sconfiggere i mostri interiori ed esteriori di una società che sempre più spesso ci chiede di dimenticare chi davvero siamo e chi vogliamo diventare.

CAPITOLO UNO – IL TRASFERIMENTO 

«Mamma, non puoi farlo! Ripensaci, deve pur esserci un’alternativa! Non possiamo lasciare quei ragazzini senza una guida. Si fidano di te. Oh… non posso pensarci… ne rimarranno così delusi, si sentiranno così smarriti!»

«Anna, ne abbiamo già parlato, non ci sono alternative. I nonni hanno bisogno che io stia il più vicino possibile a casa. Anche io ne ho bisogno, e poi…»

«E poi darò loro il mio numero di cellulare, così possono sentirmi in ogni momento, chiedermi di vederci quando vogliono. Ti ricordo che non ci stiamo trasferendo al Polo Nord, ma solo da Ceglie a Lecce. Restiamo non solo nella stessa nazione, ma nella stessa regione e tu continui a stressarci ogni sera, da un mese, con le tue solite paranoie da brava suorina.»

Questo è un ricorrente scambio di battute in casa Caià, da quando la prof ha accettato la proposta di trasferimento dal Conservatorio di Ceglie Messapica a quello di Lecce. La figlia minore, Anna, è molto affezionata a tutti gli allievi di sua mamma. Si preoccupa per il loro futuro e non comprende come suo fratello maggiore, Sasha, possa ignorare il malessere che tutti quei ragazzi proveranno nel momento in cui la loro adorata prof Caià, ufficializzerà la notizia del suo cambio di sede.

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Sin da quando era bambina, Anna, con la sua immancabile frangetta sbarazzina, i codini ondeggianti a ogni passo e le lentiggini che pareva sorridessero assieme a quegli occhietti nocciola chiaro, vispi e curiosi, considerava quel conservatorio la sua seconda casa. Da piccola, amava perdersi per i lunghi corridoi impregnati di musica e appostarsi, silente e prudente come un soldatino in missione segreta, dietro le porte delle varie aule per captare ora il suono di un violino, in seguito quello di un pianoforte, di un corno o di un oboe, per poi renderli parte del suo fantastico mondo di bambina, in cui le note diventavano magicamente materia viva, nutrimento puro per la sua fervente immaginazione e creatività. A volte era talmente immersa nei suoi sogni che dimenticava di essere in missione top secret lasciandosi sfuggire qualche suono, perfettamente intonato, che potesse accompagnare lo strumento che ascoltava; allora subito si faceva piccola piccola accovacciandosi e si portava l’indice alla bocca, come per intimarsi di tacere, poiché voleva che i grandi non venissero a conoscenza del suo gioco. Purtroppo, non l’avrebbero mai compresa. Come faceva a saperlo? Semplice, aveva imparato da sé questa triste verità osservando i volti sempre scuri degli adulti e la mancanza di luce nei loro occhi, tipica di chi non si cura del proprio mondo interiore. Mai avrebbero potuto capire e sentire la gioia pura che si prova nel nutrire la mente di bellezza, abituati come sono gli adulti nel porre fine a tutto ciò che non comprendono, senza pensarci due volte.

La mamma era l’unica custode di quel prezioso segreto e non solo capiva pienamente quanto fosse importante per Anna coltivare la propria creatività, ma la incoraggiava a cercare e scoprire sempre nuove strade su cui viaggiare dentro di sé per generare un circuito positivo e carico di energia vitale.

«Ricorda sempre, piccola mia, tu hai il diritto di essere e di esistere» ripeteva instancabilmente mamma Delia prima del bacio della buona notte. «Hai dentro di te tutto ciò di cui hai bisogno: un tesoro a tua disposizione e, al tempo stesso, tante risorse per poterlo raggiungere in qualsiasi momento tu voglia. Così, tu avrai sempre il rifugio più sicuro e prezioso che ci sia dentro di te.»

Da piccola, Anna ascoltava ogni volta sempre più attentamente quelle parole, come solo i bambini sanno fare, con le orecchie pulite del cuore, annuendo gioiosa e festosa mentre la mamma le rimboccava dolcemente le coperte. Si sentiva profondamente fortunata ad avere una madre così buona, intelligente, rispettosa del fantastico mondo interiore e talmente conscia della sua importanza nella vita di tutti noi, che cercava di insegnarlo a ogni allievo servendosi della musica.

Anna adorava assistere alle lezioni di clarinetto di sua madre: ogni volta si immergeva in quel caldo mare di suoni adulatori sperando di non doverne più riemergere; inoltre, le era stato detto che il timbro del clarinetto è il più vicino a quello della voce umana e il canto lirico era sempre stata la sua più grande passione. Aveva atteso febbricitante il suo sedicesimo compleanno per poter intraprendere gli studi di canto, per capire finalmente come veicolare la magia da un’idea a una realtà fruibile a tutti, attraverso la sua voce. Ora, Anna studia canto nello stesso conservatorio in cui la prof Caià insegna clarinetto. Anche se non è più una bambina, conserva ancora quello sguardo limpido e luminoso, il sorriso genuino e contagioso ma, soprattutto, continua a coltivare il giardino delle meraviglie dentro di lei vivendo con gioia, grata ogni giorno per il dono della vita.

Anche Sasha era stato un bambino curioso e spensierato. Insieme alla sorella aveva da sempre assistito non solo alle lezioni di clarinetto di sua madre ogni martedì e venerdì in conservatorio, ma anche a quelle di teoria e solfeggio musicale che si tenevano in una piccola stanza nella loro casa ogni lunedì e giovedì, intorno a un tavolo dalla forma ovale col piano in vetro color verde bottiglia e tutto impregnato di impronte di polpastrelli qua e là, sudore, spesso anche di lacrime dolci e amare, ma soprattutto ricco di storie.

Sasha aveva subito intuito che la genialità nel lavoro di sua madre stava nel non considerare gli allievi solo allievi, o numeri da valutare con altri numeri, ma veri e propri libri con un’infinità di storie da raccontare, paure da espiare e conti col passato da risolvere, per poi andare avanti liberi e sereni. Già da bambino restava ogni volta sbalordito nel vedere come quella professoressa, sua madre, riuscisse a trovare la chiave adatta per risolvere i problemi più disparati: ogni giorno c’era, e c’è ancora, un alunno o cernia, come adora chiamarli affettuosamente lei, con un problema: chi si rifiuta di cantare, chi sostiene di non avere l’orecchio musicale per affrontare il dettato melodico, chi balbetta compromettendo la buona riuscita dei solfeggi parlati, chi suda o chi trema rischiando di far cadere il clarinetto a terra. Lei, sempre con grinta e determinazione, trovava e trova il modo giusto di comunicare con i suoi allievi facendo loro scoprire che il limite non esiste, ma sono solo le nostre paure e la sfiducia nei nostri confronti a crearlo.

2022-07-09

Aggiornamento

200 volte grazie a tutti coloro che mi hanno supportato preordinando il mio libro! Sono contentissima di questo primo obiettivo e spero di andare avanti ancora ed ancora . Mi auguro che gli insegnamenti della Prof Caià giungano a quanta più gente possibile! Nel frattempo voglio dirvi di nuovo.... GRAZIE GRAZIE GRAZIE!

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Spero che questo libro faccia successo, in primis perché questa nuova scrittrice è davvero una grande scoperta e merita di essere conosciuta. In secondo luogo il libro racconta degli insegnamenti che sono poco conosciuti e che si trovano raramente in questa società moderna, soprattutto in un paese come l’Italia. Proporrei la lettura del libro in tutte le scuole medie italiane. Servirebbe tantissimo per la crescita dell’individuo, soprattutto in quell’età. Complimenti.

  2. Debby Cicerello

    Sicuramente ben scritto.
    I complimenti vanno come prima cosa alla stesura ed alla chiarezza con la quale l’autrice ha affrontato tali tematiche!
    Poi molto simpatica anche la scelta di mettere le notine a fine pagina per spiegare alcuni detti 😂.
    Bravissima per aver citato sua maestà il pasticciotto!!!!
    Per quanto mi riguarda i personaggi sono ben spiegati.
    In alcune scene, si riesce perfettamente ad immedesimarsi in ciò che si sta leggendo e perfino a costruire, con così tanta chiarezza, il volto della persona che si sta citando.
    Riguardo la parte delle emozioni, rimane sempre un argomento forte e anche se non si è entrati pienamente nel dettaglio son ben capibili per costruire le fondamenta e danno la possibilità di impiantare basi solide (se lo si vuole approfondire).
    Le emozioni che ho percepito son state forti perché l’ho voluto vivere come se stessi io stessa in quell’aula;

  3. Adalberto Baglivo

    Libro che si legge tutto d’un fiato…che parla della vita e come in ogni situazione c e sempre una prospettiva diversa nell’affrontare le cose… consigliatissimo….io aspetto con trepidazione il prossimo libro di Manuela 😍

  4. Madia Carbone

    (proprietario verificato)

    A mio parere il libro di Manuela è un piccolo saggio introspettivo che permette al lettore di identificarsi in, almeno, uno dei personaggi che vive nel “mondo” della scuola. L’ insegnamento alternativo esiste: molto dipende da chi crede nelle potenzialità di ciascun allievo e rispetta i suoi ritmi di apprendimento senza tralasciare la sfera emotiva, come Manuela ha ben evidenziato nel suo bellissimo libro. Complimenti all’autrice che, con una scrittura fluida e avvincente, prova a spiegare come affrontare le difficoltà che uno studente incontra durante il suo percorso di studi, ma anche di crescita personale. A Manuela auguro tanto successo anche in quest’altra espressione artistica: la scrittura.

  5. (proprietario verificato)

    Un libro davvero splendido, letto tutto d’un fiato. Le emozioni che racconta ti restano aggrappate addosso a lungo. Complimenti a questa nuova scrittrice emergente, spero che faccia un gran successo.

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Manuela Nicoli'
Nasce a Fasano nel 1994. Intraprende lo studio del clarinetto all’età di dieci anni presso la scuola media “G. Pascoli” di Erchie. Si iscrive poi al conservatorio “T. Schipa” di Lecce, dove consegue la laurea in clarinetto nel 2019. Attualmente ha il privilegio e la responsabilità di lavorare come insegnate di sostegno. “La classe dei sogni”, il suo romanzo d’esordio, coniuga l’amore per la musica con la scrittura e l’insegnamento.
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