“La Famiglia Stella” è il racconto di un grande viaggio, tutto scandito da eventi e momenti di nuova consapevolezza.
Le vicende di Amalia, Roberta e Carla – figlie di Donna Carmela Stella – si susseguono in un grande saliscendi emozionale, dove ogni passo può condurre verso una nuova meta.
Il viaggio rappresenta il momento di passaggio e ogni passo compiuto verso la nuova cima rappresenta un colpo a quel guscio entro cui ci si protegge, a volta per stanchezza. Alcuni passaggi risulteranno dolorosi per tutti gli Stella, ma saranno l’intuizione e la capacità di affidarsi alla memoria ad offrire loro un appiglio.
La Zingara Santina e il sempre fedele amico Mea saranno i traghettatori verso la destinazione, dove anche la magia delle antiche tradizioni siciliane – quelle dei “cunti antichi” – regalerà ad ogni Stella la chiave del cuore.
Così come il pulcino per venire al mondo deve poter schiudere il guscio che lo ha protetto – dando qualche colpo di testa in più – tutti gli Stella non dovranno perdersi mai d’animo, alla ricerca di quel ricordo in grado di contenere anche la scoperta: la scoperta di una nuova dimensione, quella del ricordo.
Dietro al ricordo c’è sempre una luce, la luce che insegui e ritrovi solo nel cuore di chi ti ama.
Perché ho scritto questo libro?
“La Famiglia Stella” arriva in un momento in cui la riscoperta dei legami autentici può avvenire mettendo al centro della propria ricerca la famiglia, nella sua travolgente e bella complessità.
Ci saranno sempre scontri, rappacificazioni e caratterialità diverse: in ogni caso solo la famiglia permette sempre la giusta legatura, e la piena armonizzazione delle differenze. Non serve il vincolo parentale per sentirsi famiglia.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Sentire il canto di Amelia lasciò tutti stupiti ma intimamente compiaciuti perché – per quanto l’ intonazione non fosse perfetta – c’era molto cuore nella sua voce.
Un cuore così forte che indusse tutti a venirle dietro: come in un’orchestra che improvvisa l’esibizione perfetta.
Tutti gli Stella a cantare (anche i più timidi e i meno intonati):
Il mondo
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Non si è fermato mai un momento
La notte insegue sempre il giorno
Ed il giorno verrà.
Carmela era li con loro, negli sguardi che si lineavano di lacrime dolci (stavolta).
Nei sorrisi che esplodevano nell’incredulità e nel pudore della famiglia: era tempo di farsi guardare , mettere da parte filtri , scudi e abbandonarsi all’autenticità del canto libero.
Negli abbracci che per disabitudine al cuore erano stati trattenuti per troppo tempo : nella reale ricerca di un nuovo calore , intimo, costante e mai intermittente.
Nelle mani che finalmente sapevano cercarsi: era tempo di stringerle le mani , di aggrapparsi a quelle ancore emotive in grado di tirarti su , dalle cadute inattese.
C’erano in tutti gli Stella quei gesti di piena consapevolezza dell’unione che finalmente sembravano avere appreso.
Anche Santina cantava.
Oh mondo, soltanto adesso io ti guardo
Nel tuo silenzio io mi perdo
E sono niente accanto a te
Ripensava che effettivamente senza il perduto amore e per effetto di quella tragica domenica di una giovinezza perduta si era regalata una vita troppo fredda, un distacco dal cuore che aveva finito per relegarla quasi ai margini.
Anche l’appellativo che le avevano affibbiato – la Zingara – raccontava quasi disprezzo e repulsione verso una anima poi diventata nera, crudele, isolata e scostante.
È il rischio che si corre tutte le volte che ci si mette in protezione: si evitano i rischi, ma si perdono anche le occasioni.
La piena devozione all’amore perduto quante occasioni aveva fatto perdere a Santina: avrebbe forse anche lei potuto crearsi una famiglia se solo avesse scongelato la sua umanità.
Stella diceva sempre – anche alle tre nipoti fimmini – che il tempo va vissuto e non va sprecato, soprattutto per crearsi un futuro.
Un domani.
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