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La Gratitudine Delle Assenze

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Consegna prevista Giugno 2026
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Milano non dorme. Milano osserva.
Tra le vie di Piazzale Siena e i suoi balconi anonimi, vive Ludovico, 55 anni, collaboratore musicale, ora intrappolato in una vita che si piega più all’attesa che all’azione. Si prende cura di sua madre Silvana, donna dolce e logorante, in un appartamento che odora di passato e medicinali.
Un giorno, Viola – ventun anni, capelli scuri con riflessi verde giada – entra nel suo condominio come una tempesta silenziosa. Arriva da una famiglia in rovina: un padre brutale, una madre arresa, un fratello opaco. Fuma di nascosto, ascolta Vasco e Pulp, e cammina come se volesse bruciare l’asfalto sotto le suole.
Si incontrano in ascensore. Un silenzio, uno sguardo, poi una domanda bizzarra nel momento giusto. E da lì inizia un legame difficile da etichettare. Non è amore, nemmeno amicizia, è interferenza.
Un romanzo sull’immobilità che muove, sui legami che non si dicono, sull’eros come sottotesto e sulla città come teatro muto dei sentimenti più indicibili.

Perché ho scritto questo libro?

Vorrei dare un nome al vuoto. Non un vuoto sterile, ma quello delle assenze come materia viva, quasi più densa delle presenze.
È fondamentale uno specchio generazionale. Ludovico e Viola non sono semplicemente personaggi: sono due poli che dialogano dentro di te, l’uomo che osserva e trattiene e la ragazza che esplode e rompe gli argini. In quell’ambiguità, tu hai cercato un equilibrio.
Milano è diventata la tua metafora, una città che amo e che punge: sospesa, stanca, ma ancora pulsante.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Milano, sempre lì che si rifà il trucco, ma ogni tanto sbava il mascara e simula stoicismo imperturbabile.

Clacson, motorini che sfiorano gli specchietti con la grazia di un colpo di tosse, gente che corre senza mancare l’appello alla rubrica consueta “La dottrina della frenesia”, il barista sotto casa ha cambiato persino il tipo di brioche, lo scopro dal primo morso; meno burro, più aria stantia di ordine indubbiamente  previdente, in un talk show locale avrebbero denunciato: aumentano i prezzi, diminuisce la sostanza, tutto torna. Il caffè ustiona ma siccome mi lascio coinvolgere da una certa propensione metropolitana, seguendo l’attitudine conformista, lo bevo comunque perché fa parte del palinsesto; poi nella tasca destra chiavi (nemmeno di preciso so quali ho afferrato), imbrocco finalmente l’altro braccio della giacca mentre sono già in ascensore, mia madre dorme impassibile, tanto vale essersene andati spediti. Maglione marrone castagna ma non è tempo di vendemmia, jeans blu comprensibili se hai avuto tre minuti per pensare a cosa scegliere da indossare, uniforme da uomo che non ha certamente voglia di prediligere opzioni multiple o forse è la tenuta da battaglia di chi ha capito che le possibilità sono un trucco dell’epoca, un modo per farti credere che hai voce in capitolo mentre ti schiacciano con la suoneria di un WhatsApp alle 7:15 del mattino.

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Per strada la gente veste colori esotici, il neonato nel passeggino ha una tutina arancione che pare uscita da un video dei Jamiroquai, il suo passeggino è nero lustrato come una berlina da politico in incognito, la madre recrimina al telefono dicendo che “c’è troppo degrado, bisogna far qualcosa”, il bambino la guarda con l’espressione di chi ha già compreso oltre la disamina demagogica e io, che mi sento vecchio dentro da quando ho imparato a mandare le mail senza salutare, penso che quel bambino ha più speranza di me, e più coraggio. Nel tragitto verso la metro, realizzo che la giornata è già piena di frasi a cui nessuno presta attenzione, cartelloni pubblicitari con font eccessivamente motivazionali, podcast in cuffia che parlano di resilienza e risveglio interiore, una ragazza che urla al fidanzato “è sempre colpa mia, vero?” davanti a un semaforo giallo di emorragia in coda pronta a zampillare, mi domando se tutto questo faccia parte di un’allucinazione collettiva oppure è solo lunedì. E mentre uno skateboard mi sfiora la caviglia con la grazia d’un proiettile passato di traverso, penso che il vero miracolo oggi sarebbe solo questo, arrivare puntuale senza inciampare nei miei pensieri in formato pdf. Ma il prodigio più assurdo è che nonostante tutto, la stanchezza vintage, le sopracciglia degli adolescenti rifatte come una candidatura precoce a macchiare la fedina penale, l’ultima playlist di Spotify intitolata “Ricominciare da sé”… qualcosa dentro di me ancora si muove, non ha nome, non ha bandiera, non ha 5G, però c’è.

Milano mi inghiotte come sempre.

2025-10-06

Aggiornamento

Ci tengo a fare continuo dono della vostra GRATITUDINE, il weekend alle porte - grazie alla promo del 15% - ha visto viaggiare a vele spiegate il romanzo, complice il vostro contributo per arrivare alla meta, con ben 30 copie acquistate in meno di due giorni. Mancano ancora 75 giorni e lo sforzo di chi ha prestato attenzione, cura, educazione e disponibilità a leggermi incuriositi. A chi mi conosce da tempo, A chi ci si incontra grazie a brevi e piacevoli scambi, A chi non mi conosce e condivide una stima reciproca per passioni affini, Chiedo di aiutarmi a far sì che - questa storia - possa essere di spunto e riflessione su una tematica che sarà sempre eterna. Un abbraccio 🍀✨
2025-10-04

Aggiornamento

Cari lettori o curiosi, Solo per oggi 4/10 e domani 5/10 sconto del 15% sul mio romanzo "La Gratitudine Delle Assenze" in campagna di pre-ordine usando il codice OTTOBRE15. È davvero un contributo minimo sostenermi e un enorme dono potervi ringraziare uno a uno e lo farò con molteplice... GRATITUDINE.✨🙏🏼
2025-09-21

Aggiornamento

Primo giorno d'Autunno e domenica di promozione con il 15% con un enorme piacere e gratitudine verso chi ne ha approfittato e a chi ha già contribuito a dare fiducia a questa storia sia nella lettura che nella condivisione. L'obiettivo è ancora distante ma l'affetto è stato già da subito un comun denominatore, non solo per questo romanzo ma soprattutto per la condivisione con cui ho risentito persone che da tempo, per svariati motivi, non avevo più avuto onore di ascoltare. Altre, non così intime come alcune, che mi hanno dato fiducia incondizionata da subito. Il sogno di questo romanzo ha svariate ragioni che non sono solo personali, questo è un tasto, forse sottinteso, ma che è bene e giusto ribadire. Grazie 🍀 Ora spingiamo ancora, ognuno di voi con davvero poco può portare a destinazione questa storia italiana.
2025-09-18

Aggiornamento

“Sessanta copie già in tasca: grazie a chi ha acceso la miccia. Ma il fuoco vero scoppia da adesso. Ludovico ci pensa troppo, Viola se la ride. A loro modo vi ringraziano, ma non si accontentano: per farcela davvero serve arrivare a 200. E ogni nuova presenza rende più leggera l’assenza.”

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Non è semplice per me recensire questo libro, che ha suscitato una gamma di emozioni contrastanti. Credo abbia riattivato aspetti interiori che, forse inconsciamente, avevo tentato di mettere da parte, costringendomi così a confrontarmici. Particolarmente affascinanti sono i riferimenti a una Milano che non conosco direttamente, ma che, grazie alla narrazione, ha saputo incuriosirmi e coinvolgermi. Si tratta di un’opera complessa e avvincente, forse non adatta a tutti, ma in cui, a livello personale, mi sono riconosciuta profondamente.

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Davide Stolfi
Da bambino invece dei cartoni guardavo Twin Peaks, X Files e i deliri di Dario Argento, colpa di una sorella che lo ha catapultato nell’età adulta prima del dovuto. A nove anni avevo già la cameretta invasa da musica alternativa alla dance: The Fat of the Land dei Prodigy, Hai paura del buio? degli Afterhours e New Adventures in Hi-Fi dei R.E.M. A undici si innamorò del rock progressive, non sempre il condominio in cui abitavo mi ringraziava. Convinto di essere stato francese in un’altra vita, oggi divora cinema e musica d’Oltralpe, recensendo film come se cercasse un varco trasognante tra l’underground e l’essai. Lo sport lo pratica volentieri, finché non diventa un’ossessione da performance visiva.
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