Prologo
1 settembre 2008 – Pianeta Terra.
Lord Cornelius dei Wohl, il Saggio Decano, guardava dalla spiaggia l’abitazione di Lord Bartolomeus degli Hamel.
Nonostante la notte fosse calda, un brivido di freddo lo scosse. Tutta quella situazione gli appariva surreale, come la morte del suo vecchio amico. Da lontano gli giunse chiaramente la voce del Fato che continuava a cantare quella litania che non presupponeva nulla di buono.
«Episteia, melica. Episteia sci atemari el vode! Aufetia pro el pregalea if lea i mel i ettia lumai. El ormo es pleon nucta.
Enastake es nucta!»
Continua a leggereSi ritrovò a mormorarla mentre vagava con lo sguardo attorno; nessun altro a parte lui popolava la notte. La sua vita, ultimamente, era tutta un’attesa di qualcosa che doveva accadere e, ancora una volta, aspettava.
Spinse lo sguardo oltre l’alta scogliera che si gettava a picco nell’acqua scura e lo fissò in un preciso punto: qualcosa si muoveva nella sua direzione. Trattenne il fiato e, finalmente, riuscì a riconoscere un gruppo di nani vestiti di nero, con in testa enormi cappelli a falde larghe. Avanzavano verso il vecchio senza incertezze e, quando si fermarono a pochi passi da lui, si levarono il copricapo in segno di rispetto.
Uno di loro si staccò dal gruppo e mosse alcuni passi verso il Decano. «Eccoci, così come avevi chiesto.»
«Vi stavo aspettando» mormorò Lord Cornelius facendo un cenno con il capo verso la grande villa. «Ho bisogno che ripuliate tutto. Non deve rimanere nessuna traccia di Lord Bartolomeus e di chiunque abbia vissuto nella casa.»
«Siamo qui per questo. Il nostro signore ci ha spiegato tutto.»
I Lauti, i nani ripulitori, avrebbero spazzato via qualunque traccia di Lord Bartolomeus e degli eredi del Sommo Patriarca. Finito il loro lavoro, nessuno più avrebbe ricordato quella vecchia dimora e coloro che l’avevano abitata negli ultimi decenni.
Giungevano da Oblio, la prima delle Dimensioni Infernali, la Terra delle nebbie perenni, retta dagli Spiriti
dell’Abbandono guidati da Lord Lithy dei Leo. Oblio, era la Dimensione che accoglieva tutti coloro che dovevano essere dimenticati. Il compito delle nebbie era proprio quello: avvolgere le anime dei peccatori e cancellarli dalla mente di tutti quelli che li avevano conosciuti.
Ma le nebbie di Oblio svolgevano anche un’altra, importantissima funzione, forse più importante e fondamentale della precedente: consentivano che i terrestri non serbassero alcuna memoria delle creature magiche che avevano incrociato la loro strada.
Il compito dei Lauti era proprio questo: ripulire i luoghi terrestri dove avevano vissuto gli abitanti di Archethelos.
Lord Cornelius annuì. «Uli, sai già dove portare i resti del mio vecchio amico Bartolomeus.»
Uli, il capo dei Lauti, annuì. «Come hai chiesto, verranno portati a Anima Mundi.»
Lord Cornelius si girò a guardare nuovamente la casa immersa nel buio e un gran peso gli piombò addosso. Non si era mai sentito così solo in tutta la sua vita. Anche se Bartolomeus aveva abbandonato Archethelos da decenni, il solo pensiero che fosse vivo, lo aveva sempre risollevato nello spirito. Ora con chi avrebbe parlato se ci fossero stati problemi? Il pensiero andò all’erede. Chi si sarebbe preso cura di lui ora che il suo tutore non c’era più? Chi lo avrebbe protetto? Molto probabilmente, Bartolomeus aveva già predisposto tutto per affidare il giovane erede a lui, che avrebbe accettato ben volentieri quel gravoso compito.
Guardò i Lauti camminare verso la casa e sospirò: in pochi minuti tutta la vita terrena di Lord Bartolomeus e degli eredi del Sommo Patriarca sarebbe stata cancellata, e nessuno più ne avrebbe serbato memoria.
L’aria accanto a lui vibrò e da uno strappo spazio – temporale comparve un folletto che indossava una livrea dorata.
«Giungo da Empireo!» annunciò con un filo sottile di voce, ondeggiando qua e là. «Lord Ezechièl dei Knoff, il Prefetto delle Tutele, vi attende domani mattina nel suo ufficio, al sorgere del primo sole. Consideratevi ufficialmente
convocato.»
«Di’ a Lord Ezechièl che sarò presente. Non mancherei l’appuntamento per nulla al mondo.»
Il folletto svolazzò un paio di volte in tondo e poi scomparve così come era comparso, inghiottito dal buio.
Il Decano rimase nuovamente solo con se stesso; ultimamente aveva noia della sua stessa compagnia e la rifuggiva ogniqualvolta era possibile. La sua coscienza si era ribellata e gli urlava cose che non aveva piacere di ascoltare.
Dall’abitazione di Lord Bartolomeus giunse un lampo che illuminò la notte e una pesante coltre di nebbia comparve dal nulla avvolgendo l’abitazione: i Lauti avevano terminato il compito per il quale erano stati chiamati. Lord Cornelius aspettò di vederli uscire: reggevano una cassa dove erano stati riposti i resti di Lord Bartolomeus.
Uli si fermò e scioccò le dita: la nebbia si dissolse. La villa era svanita nel nulla, lasciando un enorme vuoto sulla scogliera.
La vita terrena di Lord Bartolomeus era stata interamente cancellata e nulla più sarebbe stato come prima.
Anno delle Lune Nere – Archethelos, Regno Magico: dimora di Anacletus dei Mantis.
Lord Cornelius procedeva speditamente sul viottolo tratteggiato fra i tronchi degli aceri rossi; in quella parte della Dimensione Magica la stagione stava volgendo alla primavera.
Aveva premura di raggiungere il vecchio Anacletus dei Mantis e di colloquiare con lui, perché gli doveva quelle risposte che durante il loro ultimo incontro gli aveva negato.
Avanzava a testa bassa e curvo sotto il peso delle preoccupazioni che negli ultimi tempi gli erano piombate addosso.
L’istinto lo costrinse a sollevare la testa e fu allora che vide una figura nera che si stagliava contro il cielo limpido, alla fine del sentiero. Si fermò per osservarla, ma non riuscì a capire chi fosse perché gli voltava le esili spalle. Riprese a camminare, ma i suoi passi erano divenuti incerti e aveva l’animo in tumulto, come non gli capitava da tempo immemore. Una strana sensazione gli serpeggiava nelle viscere: era paura.
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