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La Luce nell’Anima

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 La musica ha sempre guidato i passi di Annalisa, è stata la sua forza e la sua rinascita. Grazie a essa e alla zia Amalia è riuscita a diventare una donna, dopo essere stata per tanto tempo schiacciata dal peso dei doveri e dalle aspettative. Ma il passato non è mai limpido e le medaglie non hanno mai una sola faccia. 

Quando però tutto sembra finire in frantumi, il corpo e la mente riescono sempre a trovare nuovi modi per guarire e risollevarsi, e quello che sembrava un punto d’arrivo non è altro che una partenza: una nuova vita.

1-Il Buio

Nel silenzio di un lungo pozzo senza fondo, un corpo giace nel fango.

Un sussulto. Gli occhi cercano la luce, ma sono schiacciati dall’oscurità, avvolgente, densa come catrame. 

Silenzio. 

Sente il battito del proprio cuore, il sangue caldo accelerare nelle vene a combattere quel freddo che attanaglia la carne, che si insinua nelle ossa.

Tutt’intorno la stretta parete gocciola in maniera costante, un ticchettio continuo, lento.

Socchiude gli occhi in cerca della luce, ma quel che riesce a intravedere è solo uno spiraglio troppo in alto, flebile, irraggiungibile. Di nuovo il buio.

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Un sibilo. I nervi scattano, gli occhi si spalancano come se il corpo fosse stato attraversato da una scossa, si inarca, cerca di sollevarsi da quel fondo colloso che non la lascia andare. Le braccia aperte trattenute dal peso del cappotto fradicio e appiccicoso. Un urlo forte, vibrante, liberatorio. Ora è cosciente.

Si guarda intorno, il respiro affannato, il corpo tremante, le mani che tastano le pareti cercando un appiglio per tirarsi su, mentre le gambe sostengono a stento il suo peso. Sfinita si lascia scivolare. Stringe le ginocchia a sé, la testa incassata fra le braccia, e piange.

Un calpestio. Sì, di passi. Lontani. Proviene dall’alto. 

Trova nuovamente la forza per tirarsi su, per avanzare verso la parete e cercare a tentoni qualche appiglio che l’aiuti a salire, ad arrampicarsi. Le mani si infilano tra le fessure viscide, i piedi le seguono, disperatamente, per risalire la parete di roccia, ma dopo qualche metro, crolla a terra. Di nuovo il buio.

Un battito. Apre lentamente gli occhi, mezza faccia affondata nell’acqua fangosa, il braccio bloccato dietro la schiena in una posa innaturale; si rimette a sedere snodando il suo corpo che nella caduta ha assunto una posizione contorta e dolorosa. 

Guarda in alto, la luce ora proviene da un’apertura laterale un paio di metri sopra la sua testa. Si passa la mano sul viso, scosta i capelli inzuppati. Riprova ad arrampicarsi con più determinazione, una mano dopo l’altra e i piedi a seguire, si insinuano tra le fessure della parete e centimetro dopo centimetro riesce a salire, raggiungendo l’apertura da cui proviene la nuova luce. Le energie al limite dopo lo sforzo, il respiro affannato. Prima un braccio, poi l’altro, poi un ginocchio e una spinta con la gamba, oltre il varco, si lascia cadere in un avvallamento. Sente che il freddo sta lentamente scomparendo dal suo corpo, respiro dopo respiro, sospinto via da un’aria tiepida che arriva da lontano.

Si guarda attorno e quel che vede è un lungo cunicolo scavato nella terra. Si rimette in piedi, facendo attenzione a tenersi in equilibrio su quel pavimento di pietre sconnesse, le braccia larghe e le mani che si aggrappano alle pareti. Si incammina verso la fonte di nuova luce e d’aria tiepida. Il respiro rallenta, liberato dal freddo e dal buio di quel pozzo.

Il cappotto gocciola ancora, appesantito dall’acqua e dal fango e le mani sono sporche e gonfie. Il cunicolo si riduce leggermente in altezza, china la testa, piega un po’ le gambe, ma continua a camminare, barcollando, inciampando, modulando le forze fino a raggiungere un’apertura nella parete. Un ultimo sforzo per trascinare il suo corpo oltre, per poi cadere in basso, a terra, ansimante. E rimanere lì, per un tempo indefinito.

2. Io sono l’occhio nel cielo

Si passò con precisione l’eyeliner sulla linea delle ciglia, poi prese il mascara nero e lo applicò con movimenti lenti e ritmati. Avvicinò ancora di più il viso allo specchio, illuminato dalle lampade che lo contornavano e controllò, muovendo le labbra, che il rossetto fosse steso bene e che il make-up fosse perfetto e sensuale, come lo desiderava.

Si guardò negli occhi: l’iride color nocciola, poi quel buco nero nel centro, profondo, infinito. Il bussare alla porta del camerino la fece trasalire. Uno scatto immediato fece dilatare e poi ricomprimere la pupilla.

«Ciao Annalisa, noi siamo pronti, e voi?» le chiese Tania affacciandosi appena dentro il camerino e portando con sé le voci della sala.

«Cinque minuti e arriviamo!» le disse voltandosi verso la porta e poi aggiunse – accompagnata da un movimento ancheggiante del bacino e passandosi le mani sui fianchi fasciati dal suo nuovo abitino nero con dettagli dorati – «Ti piace?»

«È favolosa, vero?» sogghignò rumorosamente Rubens uscendo dal bagno, ancora con le mani impegnate a tirare su la cerniera dei jeans. Tania sorrise, pensando a quanto fosse sexy quel ragazzone.

«È bella e brava, che possiamo farci…» disse Tania uscendo nuovamente nel corridoio e facendo un cenno con la mano, invitandoli a seguirla, lasciò la porta del camerino aperta dietro di sé.

Sentivano il brusio arrivare dalla sala e crescere di minuto in minuto: era un buon segno, sarebbe stata una bella serata, si diceva Annalisa. Una di quelle in cui stai bene, liberi l’anima e ti senti ebbra di piacere, in cui la musica ti sale da dentro e ti toglie tutti i pensieri.

«Max è già arrivata?» chiese Annalisa prendendo i trucchi dal tavolino sotto la specchiera e riponendo le sue cose dentro la borsa.

«Sì, tranquilla» rispose Rubens chiudendo la finestra da cui si era affacciato per fare due tiri di sigaretta, come sempre prima di ogni concerto. Aveva smesso di fumare, raccontava lui vantandosi, ma i due tiri prima di esibirsi erano rimasti un rito sacro.

«Mi ha messaggiato per dirmi che è al tavolo con Carlo» le disse finendo di sistemarsi con le mani i capelli brizzolati, che comunque rimanevano sempre ribelli e spettinati. Poi prese il basso e la guardò, quel corpo così esile: non si capacitava ancora della sua splendida voce e soprattutto della fortuna di averla incontrata. Un’anima così intensa con uno come lui, troppo rude, anche con il basso tra le mani. Sorrise tra sé. Ogni tanto gli tornava in mente quella festa a cui era andato controvoglia, tirato fuori dalla sala registrazioni per andare al compleanno di chissà chi. Eppure quella sera si era sentito baciato dalla fortuna. Tra tutte le voci che avevano riscaldato la festa, mentre una chitarra e un sassofono improvvisavano brani classici e moderni, lui, con la sua birra in mano, aveva sentito la sua voce. E da quel momento, non era più riuscito a farne a meno. Ogni suo lavoro, ogni sua serata in giro per locali, erano accompagnati da Annalisa e la sua splendida voce; era diventata la sua musa. Spense la sigaretta.

«Sei pronta? Usciamo e spacchiamo tutto!» disse Rubens con fare da macho, poggiando le mani sulle spalle di Annalisa e sospingendola nel corridoio. Lei sorrise, «Ma certo! L’importante è che dopo ci diano qualcosa di buono da bere.» Risero insieme, per farsi forza e scacciare la tensione pre-concerto.

Sul palco, tra le luci soffuse e il silenzio in sala, l’arpeggio delle delicate note che uscivano dal basso introdusse l’avvolgente e calda voce di Annalisa, che nella penombra del locale affollato liberava, come ogni volta, l’intensità della sua anima soul. Eye in the sky, il loro brano d’apertura: occhio nel cielo. “The sun in your eyes… Made some of the lies worth believing…” Così recitava la canzone: “Il sole nei tuoi occhi… Ha fatto sì che valesse la pena credere ad alcune delle tue bugie …”.

2021-06-03

Aggiornamento

Buongiorno a tutti e... grazie!! Grazie a voi e al vostro sostegno abbiamo raggiunto l'obiettivo delle 200 copie!! E questo significa che lo rivedremo sugli scaffali delle librerie!! Ma ci vorrà ancora un po' di tempo, perché, affinché il romanzo diventi libro, è ancora necessario il lavoro degli esperti di booabook! E nel frattempo abbiamo altro tempo per continuare a promuoverlo, a recensirlo per chi l'ha già acquistato, e per tutti quelli di voi che ancora non l'hanno fatto è possibile acquistarlo tramite il pre-ordine!! Continuate a sostenermi! E per conoscere altre curiosità su di me e sul romanzo, vi aspetto nella diretta di stasera alle 19.00 sul mio profilo facebook e a seguire su instagram!! Vi aspetto e ancora grazie... Il vostro sostegno è stato ed è tuttora davvero importante per me! A presto
2021-05-06

Aggiornamento

Ciao a tutti!! Oggi voglio festeggiare insieme a voi il raggiungimento del 70% dell’obiettivo!! Sono stati 50 giorni intensi, di grande impegno e di tante soddisfazioni, soprattutto perché il vostro sostegno corrisponde ad un grande abbraccio. Grazie a tutti voi che avete creduto in me e state contribuendo a realizzare il mio sogno di arrivare pubblicare il mio romanzo. Il prossimo obiettivo è di arrivare all’80% dei preordini!! Pronti per portare tutti insieme il mio romanzo sugli scaffali delle librerie? Vi invito a cliccare sul link e vedere il primo booktrailer che ho realizzato e che ci racconta un po’ del romanzo! E ovviamente...buon pre-ordine!!! https://www.facebook.com/1644102696/posts/10222317517440517/?d=n E stasera alle 19.30 diretta su Facebook per raccontarvi un po’ dei segreti da scrittrice!

Commenti

  1. Rita de Ruggero

    (proprietario verificato)

    “La Luce nell’anima”libro coinvolgente e toccante negli argomenti trattati con maestria lo consiglio vivamente

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Gabriella Pira
46 anni, vive tra Cagliari, Firenze e Padova, dove i gli studi classici ne ravvivano la sensibilità artistica. Si laurea in Scienze Politiche per poi specializzarsi in materie economiche con un master in Business&Administration. Per anni si occupa di gestione aziendale, ma il suo legame spirituale con la condizione femminile, iniziato con il lavoro in Pakistan per la tesi di laurea, la riavvicina all’arte: attraverso diverse produzioni fotografiche analizza sempre più nel profondo l’animo femminile (ultimo lavoro: “Ombra di Donna”, 2018). ”La luce nell’anima” è il suo romanzo d’esordio.
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