Chi è il protagonista di questo romanzo? Chi è il nemico? Chi è l’Autore? Sta al Lettore decidere di chi fidarsi.
Una trama che risponde volutamente a diversi cliché: un futuro distopico, un governo totalitario, un fanatico ribelle che vuole spodestarlo, una guerra imminente, uno scienziato pazzo e un guerriero dal passato misterioso. Sono tutti elementi che fanno solo da cornice a un romanzo in crisi di identità, in cui i personaggi credono di perseguire i propri scopi, ma sarà davvero così? O c’è qualcuno che li guida a suo piacimento?
Prologo
Anche a costo di farvi smettere subito di leggere, voglio essere assolutamente sincero con tutti voi: so di trovarmi in un fumetto. Ogni mia azione è disegnata in una vignetta e ogni mia parola è scritta in una nuvoletta che voi, sconosciuti Lettori, vedete galleggiare accanto alla mia testa.
Ne sono sicuro da anni, sebbene il tempo tra me e voi sia relativo (in un fumetto gli anni possono scorrere in poche vignette). È successo qualche pagina fa, per intenderci. Ma siete già al corrente di tutto questo… tenete il fumetto tra le mani… ed è strano… mi fate sentire come un pesce in un acquario. Avete sicuramente letto di quando ho condiviso questa scoperta con gli altri personaggi. Nessuno mi ha creduto; sentirsi dire che il nostro mondo è in realtà bidimensionale ha infastidito tutti. Mi hanno rinfacciato di non saper distinguere la realtà dalla finzione.
Mia figlia mi ha implorato di tacere la verità, pur di non perdere la fiducia dei nostri compagni. Le sto dando retta; anche perché, a esser sincero fino in fondo, questa consapevolezza mi ha cambiato poco la vita, a parte l’essere additato come pazzo. Certo, mi pongo meno dilemmi filosofici sull’esistenza: so che c’è una Trama grazie a cui esisto, e attraverso noi personaggi essa si espande, s’intreccia e vive. Ecco, altri credono nel destino, io nella Trama in evoluzione.
O almeno mi auguro che sia così, perché ignoro se il fumetto sia già stato terminato, se la prossima vignetta sia già stata ideata. Preferisco pensare che siamo disegnati al volo, in un flusso imprevedibile di immaginazione abbozzata in rapidi tratti di matita.
Non mi è nemmeno chiaro se questa mia autocoscienza faccia parte della Trama o se sono un’anomalia, una pedina impazzita. L’anomalia sarebbe decisamente più intrigante; avrei più possibilità di Scelta. Sì, sì, sono sicuramente un’anomalia. Non posso dubitare di questo.
Continua a leggere
Ora, avendo preso l’impegno di tenere questo diario, vorrei fare il punto della situazione con voi Lettori. Forse già conoscete i miei crucci, e allora mi scuso per queste righe ripetitive, o forse, e lo preferirei, vi rivelerò avvenimenti che non vi sono stati ancora mostrati. Spero quindi di poter destare la vostra curiosità, o almeno di allontanarvi la noia.
Zai si è risvegliato dal coma, ritrovandosi il corpo devastato.
Ho provato un profondo turbamento a questa notizia… Nei miei fumetti questo espediente narrativo è stato usato e abusato OVUNQUE per dare uno scopo di ripiego al cattivo di turno. Potrei citarvi orde di personaggi che perdono il corpo e si ingegnano per riaverlo.
Comunque sia, Zai è vivo. Essendo questa una Trama in sviluppo, l’antagonista col cervello bacato non poteva certo morire anni/pagine fa come tutti speravano. La sua Organizzazione (nome banale che spero l’Autore abbia il buon senso di cambiare) ha messo radici su in città. Quel gruppo di buffoni in bordò di cui si è circondato, che chiama Fidati, ha continuato a ubbidirgli ciecamente liberando nuovi adepti e tirapiedi, che lui ricompensa o punisce degradandoli a una forma di vita che non riesco a considerare tale.
Ve ne sarete già resi conto: Zai è un antagonista banale sia nell’aspetto che nell’agire; il solito signorotto potente quanto ordinario. I suoi occhi, ad esempio, sono solo il culmine dello stereotipo che rappresenta. Aggiungeteci che ha l’obiettivo di annientare tutto, senza spessore.
Sarebbe stato più dignitoso se fosse morto liberandoci dalla sua ingombrante banalità.
Ormai temo che il mio ruolo nella Trama sia fermarlo. Se non ci dovessi riuscire, solo l’Autore e (forse) la Saggia sanno cosa accadrà a questo mondo già così martoriato.
È che… non posso buttarmi in uno scontro simile. Sono un personaggio di un fumetto, ma non sono più giovane come nelle prime pagine e le mie forze, anche se per voi all’Esterno sono fittizie, per me, nonostante tutto, sono reali e poche.
Il mio corpo è invecchiato e non c’è più nessuno in grado di tenere testa a quel folle… perché Eo è scomparso.
Eo… su cui avevo riposto le mie aspettative per cambiare il mondo, ma da cui non ricevo notizie da cinque anni; da quando lui e Robert hanno affrontato Zai riuscendo quasi a ucciderlo. Non so cosa sia andato storto, ma Robert è morto, mentre Eo è scomparso. Spero con tutto me stesso che sia vivo… e che sia riuscito a nascondere l’Oscurità come gli ho insegnato.
Non voglio illudermi sulla sua sorte. Era come un figlio… Dopo Mark e gli altri miei cari, l’Autore si è portato via anche lui. E mi tormenta il pensiero che possa capitare qualcosa anche a mia figlia. Sono sicuro che un padre in un fumetto ama sua figlia come in un mondo non cartaceo. Anche se questo mondo e questa Trama sono malati, affetti dal sadismo dell’Autore…
Perdonate questo sfogo, Lettori… So che ha poco senso lamentarsi: la vita può essere amara, ma si affronta. E ho ancora speranza.
Leggendo i miei fumetti ho notato altri aspetti ricorrenti oltre all’antagonista in cerca di un corpo; aspetti che, dopo un’attenta riflessione, mi hanno portato alla conclusione di lasciarmi catturare dagli agenti di Zai. So che mi cercano, perché hanno ancora bisogno del mio aiuto. Ed è ora che io dia una nuova spinta a questa storia. Poi, sia quel che sia.
Spero almeno di essere disegnato bene.
Delirio tratto dal diario personale del Professor Lionel Himmel, detto “il Dissennato” dalle genti di questo mondo.
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.