Kira si tolse il visore per la realtà aumentata e si avvicinò al refrigeratore magnetico. Aveva fame.
Fu salutata dall’ologramma di Mizzy, il suo pupazzetto guida che le faceva compagnia quando il padre non era nell’unità abitativa. Lo aveva progettato lei sbagliando un po’ le proporzioni; era un peluche tridimensionale di color bluetto e dotato di personalità, cantava bene ed era programmato per intrattenerla facendola giocare.
Darius distese l’avambraccio robotico sollevando la figlia con delicatezza, la strinse al petto e fece finta di mordicchiarle la pancia. La bambina, di sei anni, aveva capacità cognitive sviluppate da una curiosità che la spingeva ad assillare il padre con domande a volte imbarazzanti da soddisfare. Se solo Afra fosse stata con loro…
Darius si mosse lungo la linea del tempo, tornando alla compagna che le avevano destinato e la ritrovò lì, come se non fosse morta mai. Adesso era una medusa che gli faceva visita in mezzo al mare agitato dei sogni, e gli parlava senza che lui potesse risponderle.
Quando si conobbero furono fortunati a piacersi, non a tutti andava così: Familia 6.0 era un programma gestito in automatico che si affidava a un database d’informazioni interrelate. Comandava domanda e richiesta di nuove unioni, seguendo rigidi protocolli. Era lui a decidere chi autorizzare ogni semestre. Una volta che l’algoritmo sceglieva due individui compatibili, non era consentito sottrarsi, pena la perdita del diritto ai legami. Lui e Afra erano risultati idonei per età, gusti personali e test dinamici d’interazione, che avevano sostenuto in sedi separate, prima di essere autorizzati a incontrarsi.
Darius, con un comando vocale, fece calare un display spesso un millimetro e si mise ad ascoltare il notiziario. Comparve un tecnobot che con precisione riportò i dati dell’ultimo censimento: undici miliardi di umani con una previsione di crescita che preoccupava il Complessum, la struttura politica organizzativa al potere su tutto il mondo.
«Allora papà, non mi dici niente sulla guerra?»
Nelle ultime settimane Kira aveva perso peso; il rilevatore biometrico era andato in preallarme, suggerendo a Darius che la figlia doveva assumere più frutta e verdura. Il display del refrigeratore segnalò una lista di cibi che occorreva procurarsi, con le relative quantità e percentuali per un apporto calorico soddisfacente. Era programmato sia per Kira sia per Darius, e di quanto prescritto non era disponibile nulla. L’inventario comprendeva quattro buste di alghe arame, due bistecche di carne biotecnologica, un barattolo gran risparmio da un chilo di cavallette surgelate.
Mizzy roteò intorno ai due accanto al refrigeratore dell’unità domotica in cui vivevano. Quest’ultima si trovava al novantacinquesimo piano di una struttura in titanio e vetro metallico, era dotata di un concentratore solare con superficie parabolica riflettente che generava energia. Cent’anni prima, quando esistevano ancora i Liberi, era chiamata casa. Darius aveva visto alcune immagini di villette monofamiliari disposte con ordine in mezzo a giardini curati: in quell’età dell’oro si coltivavano gli ortaggi a uso domestico, adesso divenuti così rari e costosi.
«Dove hai imparato quella parola, Kira? Ormai le guerre non ci sono più.»
«Eh ma… Uffa papà, perché non mi vuoi rispondere? Lo chiederò a Mizzy.»
La sagoma del pupazzetto smise di volteggiare sulla testa di Kira, portò le zampe davanti agli occhi scuotendo il capo con rassegnazione. La sua voce cambiò tono divenendo malinconica e le rispose: «Non lo so, sembra strano ma Mizzy non sa cosa sia la guerra. Mizzy vuole giocare con te! Creiamo una nuova città, cosa ne dici se la chiamiamo Città dei bambini? Tu diventi la regina e io il tuo re».
«No no no, voi mi dovete dire prima cosa sia la guerra, io lo voglio sapere!»
La piccola era brava a insistere su quello che le interessava di più, provava un piacere quasi sadico a mettere il padre in difficoltà. Fu distratta dalla voce tranquilla dell’assistente di rete.
«Buongiorno Darius, ciao Kira. Questa mattina come state? La tem-peratura all’esterno è perfetta: ventidue gradi stabili sotto la Volta. Fra dieci minuti l’Aerodrome vi preleverà dal gate cinque. Il numero quattro di vostra ordinaria pertinenza è sotto manutenzione. Kira, sei pronta per la scuola? Darius, il tuo orario di lavoro odierno prevede nove GFL (∆), datti da fare. Trascorrete una serena giornata.»
Nove gradienti forza lavoro, poteva andarmi peggio fu il pensiero di Darius, intanto che Kira la terribile cercava di tirargli le orecchie per fargli i dispetti. Rivendicava soddisfazione alla domanda e non dava segno di volersi calmare.
Darius pensò ad altro. Da troppi giorni la figlia non assumeva vitamine naturali e lui doveva trovare una soluzione. Finalmente le diede ascolto e se la strinse ancora più vicino.
«Piccola, io non ti voglio fare conoscere la guerra. Preferisco insegnarti cosa sia la pace.»
Angelo (proprietario verificato)
“Avvincente!”
Apprezzato tantissimo! Lettura piacevole, avvincente.
Splendida la stesura che alterna i dialoghi con le descrizioni.
Romanzo dalla struttura ben progettata e dallo stile elegante.
Lettura molto avvincente, che difficilmente riuscirai a smettere di leggere.
Silvia Poletti
Il libro mi è piaciuto davvero tanto! Confermo assolutamente la prima impressione avuta dalla lettura delle prime pagine! Bello, avvincente, dolce. Mi piace molto il modo di alternare i dialoghi con le descrizioni. È scritto in un modo che…mentre leggevo mi sembrava di vedere il film! Davvero complimenti!!!!
Ilaria Biondi
Un romanzo dalla struttura ben congegnata e dallo stile raffinato. Lettura molto avvincente, che tiene incollati alle pagine. Un autore di razza, che conferma con questa ennesima prova letteraria il suo talento e la sua bravura.
Carmela Musumeci (proprietario verificato)
Amo il genere e apprezzo molto la capacità di ideare mondi e situazioni. L’autore lo sa fare bene e con stile, la lettura è fluida e coinvolgente. Gli auguro di riuscire nell’impresa e che ne seguano altre.
Anna Onnis (proprietario verificato)
“Nell’ambito delle cosiddette teorie del bello o dell’estetica, si tende a dare al termine arte un significato privilegiato, … per indicare un particolare prodotto culturale”. La scrittura è un’arte e, sicuramente, Fabio è un artista. Ho prenotato l’ebook, ma spero di poter trovare presto questo romanzo anche in libreria.
passera53
Letto il libro in pochissimi giorni.
Trama FANTASCIENZA-AZIONE-AMBIENTALISTICA.
Lettura fluida, che stimola il continuare la lettura e finirlo “TUTTO D’UN FIATO”!
Avvincente!
Luca Abelli (proprietario verificato)
Essendo un appassionato di fantascienza, ho acquistato questo libro attirato dalla storia di Darius e la figlia Kira ambientata nel futuro, che allo stesso tempo raccoglie spunti di riflessione sul presente.
Monica Sciachitano (proprietario verificato)
Apprezzo lo stile narrativo raffinato e ricercato dell’autore, questo libro sarà sicuramente una piacevole lettura e offrirà spunti di riflessione su chi siamo e dove stiamo andando.
giuditta.bertoni
Storia molto interessante,che descrive una situazione allucinante con qualche rimando alla realtà odierna di alcune zone del mondo. L’autore però non manca di svolgere il ruolo di educatore al rispetto della natura ( come già nella sua fiaba ecologista con protagonista il rispetto pulito) e di sottolineare l’importanza della figura paterna per un sereno sviluppo della figlia. Un libro senz’altro da leggere anche per scoprire un lato ancora sconosciuto di questo autore.
Erika Pancheri (proprietario verificato)
Ho acquistato il libro avendo letto altri titoli di questo autore. Mi ha incuriosito come abbia deciso di cambiare genere cimentandosi con la fantascienza dopo avere pubblicato una fiaba per ragazzi. Sono curiosa di capire se questo titolo sarà all’altezza delle pubblicazioni già lette.