I negozi di antiquariato sono fonti di incredibili tesori: fermagli appartenuti a giovani rampolle della società, lampadari antichi ormai in disuso, quantità di libri in attesa di essere riletti… oggetti amati e desiderati da chi li ha posseduti, ma a loro volta capaci di ridare amore se recuperati adeguatamente.
Questo accade a Gilda, una vecchia poltrona scolorita dal tempo e dall’uso, capace di raccontare il mondo dalla sua prospettiva, almeno finché ne avrà memoria. Una “trama” di ricami dorati e avventure vissute che porterà Gilda a capire quanto di bello c’è negli occhi di chi sa amare.
Questo libro è un invito, una porta su una visione diversa delle cose, da un punto di vista decisamente inaspettato.
Perché ho scritto questo libro?
Questo libro nasce da un impulso spontaneo e irrefrenabile di fissare su carta semplici esperienze vissute, manipolate dalla fantasia.
L’intento è di risvegliare il bambino che si nasconde dentro ognuno di noi e soprattutto suscitare l’interesse per la lettura nei fanciulli e nei ragazzi, stimolando loro curiosità e immaginazione.
Al contempo il lettore è messo a confronto con varie tematiche che lo porteranno a riflettere su importanti valori della vita.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Estratto capitolo 4
Marzo pazzerello è arrivato! Ci sono giornate soleggiate e i raggi attraversano la vetrina riscaldandomi la seduta. Altri giorni piove, piove a dirotto, e tutte le gocce sulla vetrina scivolano e corrono veloci a terrà per tuffarsi in qualche tombino; guardo i lampioni accesi e tutto mi sembra sgranato, imperfetto. Mi attende un’altra giornata in negozio. Eppure una strana sensazione mi invade tutta, un brivido, quasi tremo. Cosa sarà?
“La porta è aperta” dice Battista che ha il controllo di tutta la stanza, “entra semplicemente del vento freddo” mi rassicura immediatamente, con una espressione come per dire: “La solita freddolosa!”.
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Bea scoppia in una risata, tutti ci mettiamo a ridere. Ridiamo sì, ma spero che Sabina riattacchi il telefono e si accorga della porta aperta. La conversazione sembra lunga, sento dirle “si è disponibile ancora – certo – il prezzo non è trattabile – nooo.. – va bene, a che ora? – via Brunelleschi, 35 – esatto, vicino alla piazza con la fontana – perfetto, a dopo allora” e riaggancia.
Finalmente Sabina si appresta a chiudere la porta e la campanella appesa su di essa suona più forte del solito. È ancora primo pomeriggio, eppure fuori sembra sera. Bea, Battista ed io ci scambiamo battute come sempre sulle persone entrate oggi in negozio. Ad un certo punto Sabina accompagna una signora alla ricerca di una poltrona adatta al suo salotto. Siamo tante, ma la signora chiede di me, chiede quanto costo. Sabina è lì per dirglielo ed io chiudo più che posso le orecchie perché non voglio saperlo.
Non nutro molte speranze, altre volte è capitato di incontrare signore interessate a me, ma poi sono rimasta sempre qui. Sabina continua a parlare con lei e le dice che ormai non sono più disponibile. Un momento. Come non sono più disponibile? Affino il mio udito: “E’ stata venduta stamani, nel tardo pomeriggio verrà a ritirarla una signora abruzzese”.
Per un attimo si è fermato il mondo, il mio, e poi brividi, sudori e brividi ancora. Sento Bea singhiozzare, mentre Battista borbotta felice “Ce l’hai fatta Gilda!”. In me un mix di emozioni e più cerco di ragionare, più il sentimento che prevale è la paura del cambiamento. Sono qui da tempo, abituata a me stessa, poi all’amicizia con Bea e Battista, ed ora il salto nel vuoto mi spaventa.
Chi verrà a prendermi? Dove mi porterà? Mi troverò bene? Come farò senza i miei amici? Faccio un profondo respiro e decido di godere della presenza dei miei unici amici per l’ultima volta e tento di consolare Bea che piange mentre mi incoraggia a non avere paura. Ancora paralizzata, riprendo fiato e mi sorprendo di non aver ancora versato una lacrima per l’imminente distacco. Guardo fuori dalla vetrina, è buio di già. Passa una macchina con gli abbaglianti accesi, sono riuscita a vedermi nel riflesso del vetro: sono così malandata, non profumo, i miei piedini sono scorticati e la mia tappezzeria tutta opaca.. “mi hanno scelta!”, mi ripeto “hanno scelto me!”.
Inizia a prendere forma la gioia da voler già bene alla mia futura padrona. Battista è attentissimo a scrutare tutti i passanti e avverto la sua ansia quando qualche persona si avvicina troppo alla porta del negozio. Sappiamo tutti e tre che quando sentiremo la campanella appesa suonare, sarà l’ora dei saluti.
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