Erano le ore diciannove di una fresca serata estiva. La ragazza era sola, in una spiaggia piena di gente; ferma, immobile a fissare il mare, sembrava stesse avendo un pensiero inquieto, come se qualcosa la stesse turbando. Non aveva nessuna maschera. Sarebbe stato ignobile tentare in qualunque modo di interrompere quel silenzio, quella meditazione, quell’attimo di eternità.
Aveva lunghi capelli biondi e ricci, gli occhi del colore dell’oceano, le labbra carnose e perfettamente serrate. Il rosso sangue di cui erano tinte contrastava armoniosamente con il pallore del suo incarnato che non mostrava alcun accenno di abbronzatura.
Marcello la osservò a lungo. Sentiva un desiderio irrefrenabile di avvicinarsi a lei, ma al contempo non avrebbe mai osato invadere il suo spazio. Pensò che l’unica soluzione fosse non dire nulla e non importunarla in alcun modo. Prese coraggio e si avvicinò a lei, sedendosi al suo fianco senza starle troppo vicino. Dopo poco tempo la ragazza uscì dal suo stato di trance e sembrò immediatamente diventare un’altra persona. Era come cambiata in un istante, non aveva più quello sguardo di mistero, perso e inquieto; pareva che all’improvviso avesse una gran voglia di tenere una conversazione. Si girò verso Marcello e con aria intelligente, di chi probabilmente aveva capito le intenzioni di colui che le sedeva accanto, iniziò a parlare: «Che bello questo mare, non trova? Credo che questo sia l’orario più bello, quando tutti se ne vanno. È buffo, non crede? Andarsene nel momento migliore… passano l’intera giornata sotto il sole, nei momenti meno opportuni e poco piacevoli, e poi, quando la spiaggia diventa un paradiso, se ne vanno tutti! Incredibile. Le persone non smetteranno mai di sorprendermi».
Marcello notò con grande interesse il suo improvviso cambiamento e questo aumentò inevitabilmente il mistero e l’interesse che avvertiva nei suoi riguardi. Rispose con un tono divertito e a tratti polemico: «Bisogna esser grati a costoro che lasciano a noi intenditori il piacere di godere di questi momenti. Del resto, chi non sa apprezzare non è degno di ricevere in dono qualcosa di così grande come un tramonto sul mare».
La ragazza osservò Marcello con uno sguardo scrutatore. Com’era bello quel giovane uomo che le sedeva accanto, con quel sorriso capace di illuminare chiunque si trovasse di fronte e quelle labbra delicate, perfettamente sagomate e leggermente arrossate. Aveva occhi neri come le tenebre, capelli ricci del medesimo colore e la pelle liscia al punto da lasciar intendere una morbidezza estrema, anche senza avere il privilegio di accarezzarla. Il viso perfettamente rasato faceva intuire un uomo dalla gran cura di sé e della propria immagine. Sebbene alto e virile, i suoi movimenti erano armoniosi, come se volesse accarezzare l’aria che lo circondava.
«A quanto pare lei è poco comprensivo nei confronti di chi non è in grado di capire la grandezza delle cose» affermò la ragazza guardandolo con un fare un po’ severo e a tratti divertito. «Non tutte le persone hanno gli strumenti per comprendere ciò che le circonda» continuò. «Chi li possiede potrebbe aiutarle a comprendere, non crede?»
«Lei è molto saggia,» rispose Marcello «ma personalmente mi è tremendamente complicato riuscire ad accettare un mondo in cui certa gente non è in grado di vedere la bellezza. A volte ho come l’impressione che la maggior parte delle persone non abbia alcuna intenzione di voler capire. Non è solo un fatto di incapacità ma anche di volontà, io credo. Tutto questo è molto demoralizzante, mi disturba parecchio, e spesso mi fa sentire tremendamente solo.»
«La solitudine non è altro che una percezione…» disse la ragazza con una specie di sorriso sul volto. «Quando essa viene compresa, accettata e mai giudicata, ecco che può trasformarsi in arte, in poesia, e si finisce di conseguenza per amarla. Vede il mare, per esempio? Lui è, e sarà sempre, solo. Non incontrerà mai le montagne, le valli e le colline. Brulica di vita, ma allo stesso tempo è solo. Agisce in maniera autonoma. Le onde, le maree, le correnti non dipendono dalla vita al suo interno ma dalle leggi che dirigono l’Universo. È tuttavia ovvio che la vita dipende dal mare, e non solo quella che lo abita, ma anche quella al di fuori di lui, quella che lo osserva da lontano. In definitiva, tutte le forme di vita dipendono da qualcosa di molto solo e, di conseguenza, dalla solitudine stessa. La solitudine è altamente sottovalutata.»
Marcello tentò di sviare la discussione, cercando di celare l’emozione che stava provando: «È da un po’ che parliamo e ancora non ci siamo presentati. Io mi chiamo Marcello. Qual è il suo nome?».
«Mi chiamo Elena. È un piacere averla incontrata, Marcello» rispose la ragazza con un sorriso non più accennato, bensì pieno.
La rivide due sere dopo, in un piccolo bar del centro. Era di nuovo sola, con indosso un abito rosso dalla profonda scollatura sulla schiena, tacchi a spillo in pendant e alle orecchie due cerchi d’oro. Aveva il solito sguardo assente mentre assaporava un cocktail.
Si avvicinò a lei tutto tremante, cercando di nascondere le sue emozioni: «Buonasera, Elena, che piacere rivederla!».
«Marcello, la incontro nuovamente!» esclamò lei. «Del resto il paese è piccolo ed è molto facile incontrarsi. Cosa ci fa qui tutto solo?»
«Sono solo, forse, per la stessa ragione per la quale lo è lei» rispose.
Elena sorrise cercando di allentare un po’ la tensione di Marcello, e continuò a parlare: «Amo prendere un buon cocktail da sola. Mi piace venire qui tutte le sere a mezzanotte. Apprezzo questo locale, mi dà la possibilità di sentirmi in agio con la mia solitudine. Qui ognuno è discreto e io mi sento un po’ a casa».
«Spero di non essere io l’unica persona indiscreta che ha incontrato in questo bar!» affermò Marcello un po’ imbarazzato.
«No, lei non rappresenta il genere di indiscrezione a cui mi riferivo» dichiarò Elena. «Lei è molto cordiale. Quando mi parla non invade la mia solitudine ma ne diventa parte. In fondo, due anime sole si sentono sempre a proprio agio insieme.»
Marcello ricominciò a tremare. Provava per quella donna qualcosa di totalmente sconosciuto. Era così diversa dalle altre persone, così misteriosa e difficile da comprendere, ma allo stesso tempo rappresentava qualcosa di tremendamente familiare per lui.
Dopo qualche minuto di silenzio Elena ricominciò a parlare, questa volta seriamente: «Devo tuttavia informarla, Marcello, che io non rappresento quel tipo di donna che sta cercando. È bene che lo sappia. Possiamo darci tutto, io e lei siamo – in un certo senso – fatti l’uno per l’altra. Ci conosciamo appena, ma quando si è come noi non occorre parlare tanto per capirsi reciprocamente. Avverto un forte desiderio di conoscerla; desidero parlare con lei, raccontarle un po’ di cose che mi riguardano. Però non si potrà andare oltre…».
Marcello era confuso. Aveva pensato che quello fosse un modo raffinato ed educato per fargli capire che non era il suo amante ideale e che non si poteva andare oltre. Questo pensiero lo rattristò. Non c’era molto da dire in una circostanza del genere e tentò di rispondere nascondendo il proprio dispiacere, sebbene avesse capito quanto ardua sarebbe stata l’impresa.
«Posso sapere il perché?» domandò affannosamente.
«Stasera non è il momento per grandi confidenze, altrimenti rischiamo di allontanarci troppo da questa così piacevole solitudine condivisa nella quale ci siamo ritrovati sino a questo momento. Domani, alle diciannove, si presenti in spiaggia, nello stesso punto in cui ci siamo incontrati la prima volta. Io sarò lì, al mio solito posto, a guardare il mare, seduta sulla riva. Si fermi un po’ prima di raggiungermi. In quel momento, le darò il perché che cerca. Buonanotte, Marcello» concluse Elena posando il bicchiere vuoto sul bancone del bar, per poi alzarsi dolcemente dalla seduta e incamminarsi verso l’uscita.
Rosa Iasevoli
Un inno alla vita, all’amore
“La solitudine del mare”
Leggendo questo libro si stenta a credere che temi come filosofia,amore,amicizia,possano essere cosi profondamente trattati da un così giovane scrittore…
Riga dopo riga si percepisce, non solo un diretto contatto con la bellezza nell’essenza e purezza delle “cose”,ma con esse un senso di appartenenza che va al di là dell’ovvio ,
Che sia amore,amicizia,arte ,natura…la lettura di questo libro ci porta al sentirsi parte del tutto…
cosi come e’ il Mare
In una solitudine che ne assume il significato più’ poetico e sincero della vita stessa.