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La visione più ampia

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“Bevo birra e me ne frego” , è il motto di Marco, giovane bolognese che, in risposta ai vari traumi che ha dovuto affrontare, decide di non legarsi a nessuno e di trovare conforto in una monotona routine fatta di lunghe passeggiate, alcol e sigarette. Ma la vita si evolve, ed ecco che le sue certezze, come la presenza costante del migliore amico Robbi, si scontrano con eventi che sconvolgono la sua comfort zone. I cambiamenti, soprattutto quelli più dolorosi, sono un elemento centrale della vita di ciascuno e non si può fare altro che accettarli; per farlo, Marco capirà che è necessario avere una visione più ampia della propria esistenza, senza il timore di affrontarla.

CAPITOLO UNO

Vuoi sapere la verità, caro lettore? Non ne trovo il senso, in me intendo.

Sarà il trecentesimo inizio di schifilibro e ancora ci provo.

Devo ammettere che ammiro la mia tenacia, lei non molla, non perché non abbia altro da pensare ma perché ogni giorno, e dico davvero ogni giorno, qualcosa mi fa scrivere.

Se mettessi insieme tutti gli inizi di frasi, tutti i capoversi, i mezzi romanzetti che ho prodotto, salvato sul mio PC e riletto distrattamente, potrei stampare un libro.

Certo, un libro senza senso, con molti errori ortografici e di sintassi, ma pur sempre un libro.

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Tutti possono scrivere un libro, pochissimi possono scrivere il secondo, ma scrivere e pensare a trecento storie e buttarle giù è un’opera titanica e impossibile.

In conclusione, nel caso tu te lo stia chiedendo, no, non mi considero uno scrittore e nemmeno voglio esserlo, piuttosto mi considero uno che non ha un cazzo da fare se non buttare giù parole su un foglio bianco per poi dimenticarsene del tutto.

 

Paura dell’immortalità? No, al contrario.

Paura della mortalità? Be’ nessuno di noi… insomma, cazzo sì!

 

Mi lascio trasportare dagli eventi, una mia caratteristica, però riprendo il filo dopo poco, quindi non ti stancare così facilmente.

Devi immaginarti come se ti fossi appena seduto a un tavolino con amici e un logorroico monotematico che non lascia parlare nessuno sta sproloquiando proprio con te e non ti lascia libero, cosa faresti? Gli daresti fuoco?

Se stai pensando, giustamente, “Sì, gli darei fuoco!”, allora fallo, ma non con il logorroico monotematico ma bensì con il mio libro, almeno non verrai incriminato per omicidio.

Vai in un posto lontano da tutti, non in un parco, prendi il mio libro e dagli fuoco, pubblica l’atto su qualsiasi social media, così vediamo se illuminiamo questo mondo con il falò, perché preferisco illuminare il mondo con le mie pagine che vivere per sempre in una libreria tra polvere, fiati puzzolenti e occhiali spessi di miopia.

Potete immaginare, solo per un attimo, l’universo, così nero, come può essere illuminato da miliardi di fiaccole del mio libro?

Bruciare per illuminare.
Non saprei immaginarmi niente di più onorevole.

In sostanza, eccomi qui a parlare al presente della mia storia passata, di quella estate che cambiò in parte il corso della mia vita.

 

Sto vivendo l’estate del 2017, calda, umida e a tratti piovosa, Bologna come tutti gli anni si svuota nei week end di giugno e luglio, ma si spopola per l’intero mese di agosto, tipo Io sono leggenda, ricordi quel film… vero?

La città è bellissima, torna a respirare da un altro lungo inverno difficile, mentre prende fiato mi consente di vivere come tutti gli anni, qui, con lei.

Ne parlo quasi come fosse una lei o la LEI, be’ per me è così, la amo come amerei una mia amica stretta, una mia amante, una mia confidente, la mia fidanzata.

Bologna, con i suoi portici, le sue piazze e le sue strade, è la mia casa e io me ne prendo cura e Lei, a suo modo, si prende cura di me.

 

Per viverla d’estate e sopravvivere al caldo estremo bisogna rispettare tre semplici regole:

1) non uscire dalle 10:00 alle 23:00;
2) bere molta acqua;
3) evitare di bere alcolici o di drogarsi.

Ecco perché io mi trovo alle 15:30 da Cris a bere birra e fumare.

Il pub si trova in centro, a pochi passi dalle Due Torri, è piccolo, quadrato e lucido.

In buona sostanza il pub di Cris non è bello e non è ben frequentato, ecco perché lo amo.

2023-04-24

Aggiornamento

Se oggi possiamo dire che il romanzo “La visione più ampia” diventa realtà è grazie al vostro contributo, quindi grazie a tutti. In dieci giorni abbiamo superato l'obiettivo di 200 copie.

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Nicolò Labanti
Bolognese doc, classe ‘88, dedica gran parte del suo tempo alla sua amata città natale, lavorando presso il Comune e partecipando alla vita sociale. Scrittore per passione, intreccia la sua vita con la storia di Bologna dedicandole il suo esordio letterario: "La visione più ampia".
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