Federico e i suoi amici continuano le indagini sui delitti dello Scarnificatore, colpevole degli omicidi che si stanno verificando nella zona limitrofa di Milano. Strane coincidenze e sogni collettivi, con medesimi elementi ricorrenti, segnano le notti dei membri del gruppo. La loro strada, inoltre, incontrerà quella di altri personaggi, tra cui: una banda di criminali, uno dei pochi sopravvissuti agli attacchi del “serial killer”, un uomo misterioso, che tiene d’occhio tutte le pedine in gioco e si fa chiamare “il Professore”. A complicare ulteriormente la vicenda, torneranno alla memoria efferati omicidi di secoli precedenti, che, in qualche modo, sembrano legati alle terribili azioni dello Scarnificatore…
I
Il ragazzo aspettò che il padre fosse uscito di casa. Dalla finestra della sua camera da letto lo poteva vedere nel patio della villa, che parlava al telefonino mentre nell’altra mano reggeva la sua ventiquattrore.
«Sì, sì… ho capito, ma ce ne freghiamo» stava dicendo. «Si tratta di far muovere il culo agli operai prima delle ferie per avere subito pronti gli stock da spedire, il resto tanto ci arriva dall’estero e quelli ti mandano le forniture in qualunque periodo… Esatto, e le paghiamo la metà della metà… Adesso ti devo lasciare, che corro in ufficio… Sì, mi è saltata fuori una grana con l’ispettorato del lavoro, un problema con la normativa sulla sicurezza. I soliti cagacazzo… Ma non sanno che tutte ’ste cazzate sono un costo? E i dispositivi di protezione individuali, quelli collettivi, la manutenzione dei macchinari… Ma andassero a fare in culo loro e tutte queste boiate! Devo fare affari io, mica arricchire i consulenti… Non me ne parlare, guarda! Che poi non viene in mente a ’sti burocrati che se un operaio si fa male, magari è perché è pirla lui e tutti i dispositivi di sicurezza non servono a nulla?» L’uomo d’affari si incamminò lungo il vialetto di mattonelle che passava in mezzo al prato e portava alla sua lussuosa automobile. «Ok, ti saluto, ci sentiamo.» Salì in macchina, mise in moto e partì.
Non appena vide l’auto muoversi, il ragazzo corse fuori dalla sua camera, raggiunse la porta dello studio del padre al piano di sotto e sgattaiolò dentro.
Osservò per qualche istante la stanza, arredata con mobili lussuosi in stile classico, per decidere da dove iniziare. Alla fine, optò per la scelta più ovvia: la scrivania.
Frugò fra le carte, guardò in tutti i cassetti. Trovò diversi articoli di giornale ritagliati e fogli stampati da siti Internet. Erano tutti in qualche modo relativi ai delitti dello Scarnificatore e su ognuno di essi erano presenti sottolineature e segni di evidenziatore.
Il ragazzo fece delle fotografie con il proprio cellulare, dopodiché sfogliò anche tutti i libri appoggiati sul ripiano; erano cinque o sei in tutto e anch’essi riportavano note e sottolineature.
Dopo la scrivania, passò a controllare gli armadi e le librerie. Non aveva mai avuto una grande passione per i libri, come suo padre del resto, però sapeva che quest’ultimo faceva un’eccezione per testi che riguardassero esoterismo e paranormale; notò infatti che il filo conduttore della maggior parte dei libri presenti sui ripiani riguardava l’occultismo, l’esoterismo e le varie discipline legate a magia e argomenti simili.
Non sapendo cosa cercare, gli sembrava di brancolare nel buio; tuttavia, la paura che aveva di Tony lo spingeva a non darsi per vinto e a continuare a cercare, prendendo nota e fotografando quei particolari che suscitavano la sua attenzione. Più tardi avrebbe avuto il tempo di guardare con calma le foto e valutare se ci fosse qualche cosa che potesse interessargli e, soprattutto, interessare a Tony.
Il Professore oltrepassò il cancello dei giardini di Porta Venezia che si apriva su corso Venezia e, camminando, si lasciò alla destra il planetario Ulrico Hoepli e il grande edificio rosso del museo di storia naturale.
Era pensieroso e, mentre avanzava producendo il caratteristico scalpiccio sul vialetto di sabbia e ghiaia, stava pensando alla telefonata che aveva intenzione di fare di lì a poco.
Il suo ragionamento, tuttavia, era distratto dal continuo ricordo del sogno che aveva fatto la notte precedente, al quale la sua mente continuava a tornare.
Seguitando a camminare, giunse in vista del laghetto e, dopo averlo costeggiato per qualche attimo, si arrestò e rivolse lo sguardo verso l’acqua, contemplando le deboli increspature sulla sua superficie placida, osservando il tranquillo movimento degli uccelli e delle tartarughe che vi nuotavano.
Si spostò di qualche metro e si sedette su una delle panchine lungo il vialetto, con il lago alle spalle. Estrasse dei fogli di carta dalla sua borsa a tracolla e iniziò a rileggerli. Erano i risultati delle ricerche che aveva chiesto di recente a un suo sodale.
Il contenuto era sostanzialmente rassicurante, almeno in apparenza, ma lasciava aperti una serie di interrogativi.
Prese il telefonino e chiamò un numero fra quelli in memoria.
«Buongiorno, Archivista» disse.
Continua a leggere
«Buongiorno a lei, Professore.»
«Come le anticipavo, si è verificata una situazione per la quale mi sono visto costretto a effettuare indagini su alcune persone che ho incrociato qui.»
«Qualcuno di pericoloso?» chiese l’uomo all’altro capo del telefono.
«In base a quanto è emerso dalle mie ricerche, sembrerebbe di no» rispose il Professore. «Si tratta di Martina Colombo, vicecomandante della polizia locale di Brugherio, di Franco Fossati, un piccolo imprenditore locale titolare di un pub e di sua sorella, Rebecca Fossati, casalinga, madre di famiglia e collaboratrice del fratello nella gestione del locale. Poi ci sono altri due uomini di cui non conosco i nomi e, di conseguenza, i fatti salienti, ma mi sto organizzando per provvedere.» Leggendo dalle carte che aveva davanti, riassunse all’Archivista i dati e le informazioni che aveva recuperato sui tre, che comprendevano i dati anagrafici, i curricula professionali, la loro posizione giudiziaria, tributaria e previdenziale, i trascorsi sportivi negli anni giovanili. «Come vede, si tratta di persone incensurate, una è addirittura un tutore dell’ordine; tutti e tre hanno una buona istruzione, laurea in Architettura per la Colombo, in Economia e commercio per la Fossati e in Agraria per il fratello. Nessuno dei tre ha alcuna pendenza con il fisco, il Fossati paga regolarmente i contributi relativi ai dipendenti, ha fatto il servizio militare nel 1990 in cavalleria, a Palmanova, Friuli. La Colombo ha giocato a pallavolo a livello giovanile e così anche la Fossati, mentre il fratello ha trascorsi come rugbista.»
«Non mi sembra ci sia nulla di interessante» osservò l’Archivista. «Perché è preoccupato?»
«Perché ieri queste tre persone, insieme ai due amici di cui le dicevo prima, si sono introdotti in casa del Monsignore e l’hanno ispezionata… O forse è meglio dire perquisita. Per poco non mi hanno sorpreso mentre lavoravo nello studio. Questo è già strano di per sé, ma devo anche aggiungere che avevo già incontrato i fratelli Fossati qualche tempo prima, quando sono andato nel loro pub a fare colazione. In quell’occasione ho ascoltato per caso una loro conversazione in cui parlavano di Peppe Crucitta. Mi sembra ce ne sia abbastanza per essere preoccupati.»
«Questa cosa va assolutamente approfondita.» L’Archivista concordò con lui.
«Le invierò oggi stesso sulla posta elettronica ad alta sicurezza le informazioni sui tre soggetti che le ho riassunto poco fa. Oltre a questo, approfondirò le ricerche, comprendendo anche i due soggetti ignoti» comunicò il Professore.
«Molto bene» disse l’Archivista. «Mi aggiorni ogni dodici ore. Io farò fare ulteriori ricerche e, se troverò qualcosa di utile, le farò sapere immediatamente.»
«Perfetto.» Il Professore si appoggiò più comodamente allo schienale della panchina e ripose le carte nella sua borsa. Non si aspettava che qualcuno, oltre a lui e ai suoi soci, potesse essere a conoscenza della partita che si stava giocando. Continuava a reputarla un’eventualità molto remota, tuttavia non riusciva a considerare come una coincidenza il fatto che quel gruppo di persone avesse cercato Giuseppe Crucitta e, subito dopo, fosse andata a curiosare a casa del Monsignore. Una delle due cose poteva anche essere un caso, tutte e due no.
Poteva pure essere che il comune di Brugherio, per mezzo della propria polizia locale, avesse deciso di fare un controllo presso un’abitazione sfitta per un qualche tipo di verifica, ma perché erano presenti i due fratelli Fossati, che non lavoravano per il comune?
E comunque, che cosa potevano volere da Crucitta? Che fossero adepti di qualche gruppo dedito all’occulto? E se così fosse stato, di quale? E come erano arrivati al Monsignore e a Peppe? Non poteva permettere che l’intrusione di qualche pseudomassone dilettante mandasse all’aria il lavoro di anni. Occorreva fare subito delle verifiche, affiancando ricerche proprie a quelle che l’Archivista avrebbe fatto da Roma.
Il Professore fu sottratto a quei ragionamenti dal rumore di un battito d’ali proveniente alla sua destra. Inconsciamente pensò al volo di una cornacchia, come quelle che avevano abitato il bizzarro sogno della notte precedente. Invece si trattava di un piccione, calato da uno degli alberi e atterrato a un paio di passi dai suoi piedi.
Federico Galimberti era seduto di fronte al potenziale cliente ed esibiva un sorrisetto di circostanza, quello che di solito utilizzava quando l’individuo di fronte aveva raggiunto il limite di stupidaggini che riusciva a sopportare; aveva quindi rinunciato a interloquire con lui, sperando che, non ricevendo risposta e non vedendo reazioni a parte il sorriso, quest’ultimo desistesse dall’esporre ulteriori ragionamenti.
Il suo interlocutore era un tizio tra i ventotto e i trent’anni, con un look vagamente hipster, che stava esibendo una serie di considerazioni sul fatto che i suoi colleghi più anziani, di quaranta, cinquanta e sessant’anni, mancassero di spirito di iniziativa, adagiati sui loro privilegi e pronti a scattare in piedi alle cinque per scapparsene a casa.
nicola.minacori (proprietario verificato)
Come è stato per il “Volume Uno” anche questo secondo capitolo dello scarnificatore mi sta tenendo col fiato sospeso. Non vedo l’ora che Federico ed i suoi amici compongano i pezzi del puzzle per scoprire l’alone di mistero che ci cela dietro questi efferati omicidi. Non ho ancora completato la lettura del libro e spero che in questo secondo vengano svelate alcune dinamiche. In caso contrario….Pazienza! Aspetterò con trepidazione il terzo e conclusivo volume. 🙂
Lettura consigliata per gli appassionati del genere.