Non rimaneva che farsi un salvifico panino col gorgonzola. Luca ne era ghiotto. Nelle cupe serate invernali, quando l’insofferenza lo attanagliava, era solito coccolarsi e consolarsi con un libro, del vino rosso e un bel fettozzo di questa superstar degli erborinati italiani.
Il morale se ne avvantaggiò all’istante.
Milano, a quell’ora, era un pandemonio. Un carosello futurista di motorini, auto, tram e ambulanze urlanti che alzavano un gran frastuono e sembrava volessero entrare di prepotenza nel suo appartamento, a due passi da corso Buenos Aires.
Un po’ inebetito e con le briciole sul maglione, Luca rifletté sul da farsi. Non sapeva se rimanere chez lui a fare il solitario (inteso come persona che fugge ogni compagnia, non il passatempo da psicopatici che si fa con le carte) oppure sentire i suoi due amici e confondersi nella giungla metropolitana alla ricerca di una birra, che a Milano è d’obbligo chiamare “birretta”, in quanto i milanesi non sanno resistere alla tentazione di usare sempre e comunque un buon diminutivo. Nonostante gli indubbi effetti lenitivi dell’alcol, temeva comunque di annoiarsi.
C’era la chitarra che, dal fondo della stanza, lo guardava tutta impettita e gli ricordava quel pezzo di Bowie che gli veniva male; ma c’era anche quel film al cinema…
Luca Cattaneo era un indeciso cronico, e odiava esserlo. Quando si trovava, come quella sera, in una situazione di stallo, arrivava a desiderare di non avere mai tempo libero, di non dover mai scegliere cosa fare. Tutte le volte che sentiva o pensava quelle due parole, un circuito mentale gli suggeriva una frase che suonava un po’ angosciante: Tempo libero per cosa?
Aveva spesso la sensazione che fosse sempre meglio fare “qualcos’altro”, raramente si sentiva pienamente soddisfatto della scelta. Troppe sirene lo attiravano, e lui era incapace di districarsi agevolmente in mezzo a quella sinfonia di inviti allettanti e maliosi.
Prese tempo. Guardò fuori dalla finestra. Uggia.
Costantino Imbrauglio (proprietario verificato)
E’ stata una lettura piacevole e divertente. Dal libro traspare tutto l’amore dell’autore per la sua città e ne ho ricavato informazioni e aneddoti che neanch’io conoscevo. Vivendo anch’io a Milano ho ritrovato luoghi, situazioni e personaggi a me noti e che, ahimè, vanno scomparendo.