«Sveglia!»
Eccola che spalanca la porta di casa mia. Mannaggia a me e al giorno in cui le ho dato le chiavi.
«Oggi molteplici impegni, primo fra tutti…»
Sbadigliando, finisco la frase al suo posto: «Conferenza stampa con i giornalisti più illustri d’America».
La frase appena pronunciata mi fa salire un brivido lungo la schiena e andare di traverso il biscotto che stavo mangiando. Faccio di tutto per non darlo a vedere a Ilary, ma mi sento veramente agitata e anche un po’ in “crisi”; il mio più grande problema è la lingua inglese, un mese negli States non mi è servito a molto, parlano troppo veloce e non riesco proprio a stare dietro a questi americani. Io sono un’italiana vera, e l’unica lingua che vorrei parlare è l’italiano.
Adesso le cose sono alquanto cambiate e devo impegnarmi più che posso per ambientarmi nella mia nuova città, Los Angeles. Un altro brivido mi percuote, accompagnato da un nodo allo stomaco. Mi chiedo ancora che diavolo ci faccio qui. Come caspita ho fatto ad avere tutto questo successo con un solo libro. Certo, ci ho sempre creduto, dalla primissima riga che ho scritto, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare un successo mondiale. E adesso eccomi qui, da un mese nella strepitosa Hollywood a farmi conoscere di persona. Con la casa editrice abbiamo stipulato un contratto dove mi chiedono di passare un anno intero in America, progetto che non mi rende del tutto felice, come invece accadrebbe alla maggior parte delle persone, ma ho accettato. Non è per il successo e la notorietà, o per i soldi, ma è per una semplice avventura e una sfida con me stessa che mi trovo qui, con questa rossa che mi fa da mentore. Che poi, la prendo tanto in giro, ma nel giro di un mese mi ci sono tanto affezionata. A me le persone stravaganti piacciono e lei, per di più, è gentile e affettuosa, cerca di farmi sentire a casa e capisce quando sono completamente spaesata e spaventata. Mi aiuta con il suo lato “italo”, soprattutto quando mette da parte il lato “americano”. Passiamo insieme diciotto ore al giorno, all’incirca, e senza di lei non saprei davvero cosa combinare e da che parte cominciare.
«Che fai?» chiedo alzando un sopracciglio.
«Almeno il letto vorrai farglielo trovare fatto alla donna delle pulizie!» esclama.
È così buffo vederla armeggiare con le lenzuola che decido di aiutarla. Non credo che abbia mai rifatto un letto, infatti la sua parte è tutta grinze, mentre la mia semplicemente perfetta. Ho venticinque anni, ma alle spalle una “carriera” da casalinga. Sposata e separata, purtroppo. Il mio maritino mi ha lasciata per un geometra, Riccardo. Me lo ha anche presentato e ci sono diventata amica, dopo aver scoperto che era l’amante di mio marito. Cose che succedono, si vede proprio che non doveva andare. Mi sono sempre detta “meglio essere tradita con un uomo che con una donna”. Adesso siamo tutti amici, non avrei mai potuto e voluto passare la mia vita privandomi della presenza di Cristiano, mio marito. Ex marito, per la precisione.
Ci siamo conosciuti l’ultimo anno di liceo. Avevo appena lasciato il mio primo fidanzatino, Andrea, conosciuto durante il lavoro stagionale nella caffetteria vicino alla scuola che frequentavo. Una persona dolcissima, dall’animo buono. Rispettoso e amorevole. Tutto quello che una ragazza vorrebbe dal proprio ragazzo. Ma io, complicata e sfuggevole, lo lasciai andare.
Con Cristiano, invece, siamo diventati da subito inseparabili, due corpi e un’anima. A diciannove anni ci siamo sposati e siamo andati a vivere in affitto in una casa vicino a quella dei miei genitori. L’abbiamo arredata a nostro gusto e, nonostante la giovane età di entrambi, ci piaceva tanto essere marito e moglie. Quella casa era il nostro nido e me ne prendevo cura con tanto amore. Quando due anni fa ci siamo separati, lui, essendo il colpevole, ha abbandonato il tetto coniugale e io ho iniziato a fare da spola tra quella casa e quella dei miei. Più che altro, la mia casa da sposata l’ho usata per lavoro; mi ero accorta che solo scrivendo tra quelle mura riusciva a venire fuori tutta la mia ispirazione. Così, dopo un anno dall’addio di Cristiano, è nato il mio piccolo capolavoro, il mio primo libro, Adesso ascoltami, un romanzo d’amore drammatico, nel quale ho potuto sfogare tutte le sofferenze che stavo passando.
In qualche stupido modo, mi sentivo in obbligo verso il mio ex, come se il merito del successo editoriale andasse in parte a lui. Così, guadagnati soldi a sufficienza per comprare una casa, gli ho regalato la nostra, con una piccola clausola personale: che potessi ritirarmi lì quando lui e il suo compagno non ci fossero stati. Non so bene il motivo di questa richiesta, forse dipende dal fatto che è troppo difficile staccarsi radicalmente da un luogo che è stato speciale. Comunque, da un anno a questa parte non ci ho ancora messo piede.
Chissà cosa starei facendo ora se lui non mi avesse tradito. Sicuramente, non starei passeggiando nella via più famosa del mondo, la Walk of Fame. La percorro tutte le mattine da un mese, ma non riesco ancora a fare a meno di leggere a chi appartiene la stella che sto calpestando. Qui è tutto così surreale e magico che mi sento fuori luogo. Ma devo iniziare a mettermi in testa che, se voglio diventare chi desidero essere, devo riuscire a fare di questo posto la mia casa. E potrei farcela, una volta imparata bene la lingua.
«Allora, Stella, facciamo un patto, da questo momento in poi parleremo l’italiano solo tra le mura domestiche, all’esterno si parla esclusivamente inglese, ok?»
Sembra che Ilary mi legga nella mente. Non obbietto e annuisco, consapevole che solo in quel modo posso riuscire a farmi entrare nella testa quella lingua. Prendiamo un taxi e nervosamente tiro fuori lo specchietto dalla borsa, prendo il rossetto e con mano tremante cerco di colorare le mie labbra di rosso Chanel.
«Agitata?» mi domanda Ilary in inglese.
«Abbastanza» rispondo, compiaciuta della mia risposta in lingua straniera.
«Avrai dieci minuti di camminata per rilassare i nervi, prima di arrivare in mezzo alla fossa dei leoni.»
«Ok.»
Vorrei che lei comprendesse che i miei nervi non si potranno rilassare in alcun modo finché non sarò dentro la sala a rispondere a un mucchio di domande e parlare del mio libro, ma trovo questo concetto assai complicato da elaborare in una lingua che non sia l’italiano, quindi lascio perdere.
Il taxi ci abbandona e io mi sento più persa che mai. Ilary mi prende a braccetto per indirizzarmi nella via giusta. Stiamo ripassando quello che dovrò dire, quando i miei occhi vengono attratti da un uomo che mi lascia senza fiato. Non riesco a vederlo bene in viso perché porta un cappello con la visiera ben calata sulla fronte e occhiali da sole molto scuri. Indossa una tuta da ginnastica così aderente sulle braccia che riesco a delineare i suoi muscoli possenti. È alto, troppo alto, almeno un metro ottantasette/ottantotto. I miei occhi incontrano i suoi, che riesco a sentire addosso nonostante siano coperti dalle lenti scure. Devo fare qualcosa, e al più presto. Noncurante della donna che sta attaccata al suo braccio come se ci fosse della colla a tenerla stretta a lui, faccio l’unica cosa che mi viene in mente: quando ci separano solo pochi passi, mi chino verso il suo cane, un incrocio tra un boxer e non so che altro, e inizio ad accarezzarlo.
«Ma non avevi paura dei cani grossi?» mi domanda quasi sconvolta Ilary.
«Ma no, che dici?!»
Sgrano gli occhi per farle capire di stare al gioco, le gambe iniziano a tremarmi per la postura non tanto piacevole su tacco dodici.
Mi rimetto in piedi, chiedo scusa e poi aggiungo: «Quando vedo cani così belli non riesco a fare a meno di accarezzarli!».
Tutto in inglese, mi sorprendo di me stessa, e anche Ilary, visto che esclama: «Bravissima, ottimo inglese! Visto, se vuoi…».
Sento una vampata in viso. La risatina sensuale dell’uomo non fa che peggiorare il rossore sulla mia faccia, che adesso sento bollente.
«Italiana?» mi domanda la donna.
«Sì» rispondo sorridendo.
Mi squadra dalla testa ai piedi e togliendosi gli occhiali da diva anni Cinquanta dice: «Ma sei la scrittrice che sta vendendo milioni di copie in tutto il mondo?».
Annuisco imbarazzata.
«Piacere di conoscerti, Stella!»
Mi stupisco ancora quando le persone pronunciano il mio nome prima che io mi sia presentata.
«Piacere mio, è bellissimo il vostro paese.»
E il tuo uomo, penso invidiosa.
«Scusi, ma lei è…» Ilary è titubante nel formulare la frase, e chiaramente scioccata.
È quando lui toglie gli occhiali che il mio stomaco riceve un pugno secco immaginario.
«Piacere, Jack. Lei è mia moglie Kate.»
Il mio cuore martella così forte che per un attimo ho il terrore che possano sentirlo. Ilary ha gli occhi sbarrati dal momento in cui ha capito chi fosse: uno degli attori più ricercati, pagati e sexy del mondo. Moro, occhi castano scuro, barba da fare da almeno tre giorni, che lo rende ancora più virile, un fisico da urlo e una bocca da morsi. Dopo un attimo interminabile di silenzio, è la moglie che mette fine alle presentazioni.
«Scusateci, abbiamo un impegno urgente.»
«Certamente» rispondo.
«E piacere di avervi conosciuto» replica Ilary sovreccitata.
Io mi limito a un ciao con la mano e, quando facciamo per prendere direzioni opposte, non posso fare a meno di girare la testa verso l’essere umano più bello e sensuale del pianeta. Con mia grande sorpresa, il mio sguardo incontra il suo.
Jack
Mi sveglio di buon mattino, oggi è un giorno speciale: dieci anni di matrimonio. Voglio fare una sorpresa a mia moglie appena aprirà gli occhi; è una tipa mattutina, quindi devo sbrigarmi. Scendo dal letto appoggiando delicatamente i piedi sul parquet e inizio a sgranchirmi il collo e le spalle. Guardo mia moglie e penso: Dieci anni… Poche persone hanno creduto in noi all’epoca del fidanzamento, o forse semplicemente non credevano in me. La mia fama da sex symbol non ha di certo aiutato, ma lei ha visto oltre. Non ha dato retta alle voci che giravano negli Studios, a chi diceva che mi ero messo con lei solo perché è una delle produttrici più importanti d’America. Be’, che forse all’inizio questo fosse stato un ottimo stimolo per continuare a frequentarla non lo nego, ma i mesi passavano e noi stavamo bene, ci capivamo e ci rispettavamo. L’ho sposata perché la volevo.
Il giorno del sì poco mi è importato della differenza di età tra noi, ben sedici anni. Era affascinante nel suo abito bianco di seta, lasciato morbido nei punti giusti. Tutto è stato perfetto e romantico, proprio come lo volevamo. La stampa in quei giorni era stata maledettamente crudele, mettendo sempre in primo piano i miei trentaquattro anni e i suoi cinquanta, pubblicando foto che mi ritraevano con altre donne, attrici belle e giovani, con alcune delle quali, ahimè, in questi anni sono venuto meno alla mia fedeltà. Ma la maggior parte di queste ragazze è durata solo il tempo di una misera notte. Sono sempre tornato da lei.
Eccola, si sta svegliando, arriccia il naso e sbadiglia, apre gli occhi.
«Buongiorno, tesoro.» Il suo tono dolce e assonnato mi spinge a chinarmi verso di lei per baciarla.
«Che splendido risveglio, dev’essere un giorno importante» dice sorridendo beffarda.
«Molto importante» aggiungo.
Le porgo un mazzo di rose rosse. «Dieci rose per dieci anni d’amore» sussurro.
La sua espressione si addolcisce ulteriormente, ma non è sorpresa. Certo che no, non le basta così poco. Mi alzo per prendere il vassoio d’argento con la colazione che ho preparato. È felice, ma ancora non le basta come gesto d’amore. Attendo che finisca di mangiare tutto quello che le ho preparato e poi passo al gran finale.
«Ti amo» dico, e le porgo una preziosa scatoletta rettangolare avvolta nel velluto.
Il suo sorriso aumenta a dismisura. È questo che lei desidera: gioielli. La collana di diamanti neri le sta d’incanto e la fa apparire ancor di più la donna di potere che è. Per un attimo mi sento piccolo e inutile, mi chiedo se le persone che ci vedono insieme pensino che sia lei a comandare in famiglia. Mi piace così com’è, solo con me può sentirsi realmente felice e realizzata, lo so, lo percepisco da anni, impazzirebbe se la lasciassi. Sono io che comando, perché sono io a tenerla viva. Per questo perdona le mie scappatelle e si limita a tapparsi occhi e orecchie. Non so come ci possa riuscire. Io passerei sopra a un suo tradimento? Appena finisco di pormi la domanda mi scappa un sorriso. Sono quasi certo che non lo farebbe mai, ma se un giorno dovesse tradirmi e lo venissi a scoprire… be’, a quel punto un divorzio mi farebbe diventare davvero ricco sfondato. Non che ora mi lamenti, naturalmente. Per il bene delle nostre bambine è meglio che ciò non accada.
Abbiamo due splendide gemelle, Lily e Leah. Sono la luce dei miei occhi, hanno nove anni e già le idee molto chiare: vogliono diventare attrici. La cosa non mi stupisce affatto: con un padre attore e una madre produttrice cosa potevo aspettarmi? Frequentano una scuola di recitazione, la migliore d’America. Kate stravede per le sue piccole e dedica a loro ogni suo minuto libero. Le vizia a più non posso e su questo siamo in disaccordo: sono ragazzine privilegiate, ma non per questo dobbiamo concedere qualsiasi cosa. Adesso sono qui, che urlano e sbraitano perché vogliono provare la collana di diamanti.
«Non mi domandi qual è il mio regalo per te?»
La domanda di Kate attira la mia attenzione mentre usciamo di casa per far fare la solita passeggiata mattutina al nostro cane Rox. Alzo gli occhiali sopra la testa e la fisso per cercare di capire cos’abbia in mente. Per festeggiare gli otto anni insieme mi venne a prendere direttamente sul set di un mio film, fece atterrare il jet privato sulla piazzola e con il consenso del regista mi portò tre giorni alle Maldive. Così, tanto per dire.
«Non mi serve niente, ho te ed è tutto quello che voglio.»
Frase fatta, lo so, ma con lei funziona sempre. Si scioglie all’istante e si aggrappa forte al mio braccio.
«Sei mio» sussurra.
«Certo» mi limito a dire.
Adoro Los Angeles, e ogni volta camminare lungo queste vie mi esalta. Tuttavia, cerco di non farmi riconoscere e quando esco porto sempre cappello e occhiali. Non perché mi senta chissà chi, ma è per mantenere privato almeno un aspetto della mia vita. Qualcuno che mi riconosce c’è comunque, ma quel giusto che mi fa stare bene.
Normalmente, non mi metto a fissare le ragazze per strada, soprattutto se di fianco ho mia moglie, ma questa volta non riesco davvero a farne a meno. Vedo una ragazza bellissima e seducente, che viene dritta verso di noi. Anche lei mi sta guardando, spero mi riconosca. Si ferma per accarezzare Rox. Rimango folgorato, sento la scia del suo profumo, riempie l’aria. Ha i capelli chiari, sul bronzo dorato, ma si capisce dai tratti del viso che è mora. Non ha bisogno di trucco per mettere in risalto la sua naturale bellezza, ha solo del rossetto rosso a disegnarle le labbra. Avrà sui ventiquattro anni ed è estremamente seducente. Non fa nulla per esserlo, lo è e basta. Scopro che è una scrittrice italiana e che sta avendo molto successo. È accompagnata da una signora assai stravagante, che penso possa essere la sua manager. È troppo avanti negli anni per essere una semplice amica e non hanno la minima somiglianza, quindi non può essere nemmeno sua madre. Finalmente, mi riconoscono, e vedo negli occhi della ragazza molto imbarazzo. Diventa ancora più attraente. Vorrei parlarle, invitarla a bere un caffè, ma non mi è permesso. Mia moglie si accorge di qualcosa, di qualche brivido che deve aver emesso il mio braccio, dal quale non si è mai staccata. Si è ingelosita parecchio, eppure non ho fatto e detto nulla. Uno sguardo di troppo, forse? Forse… Ci allontaniamo dalla scrittrice e dalla sua ipotetica manager, ma non riesco a fare un altro metro in più senza sentire il bisogno di guardarla un’ultima volta. Mi giro e il mio sguardo incontra il suo. È davvero bella.
scofiowillie
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Tutti i ringraziamenti vanno a
__________________________________ {{ powerrelationshiphelper11}} {{@} {{gmail}}, per aver riportato indietro il mio amante…..
Ho promesso di condividere la mia testimonianza,.
se stai subendo un crepacuore, ti aiuterà sicuramente…………
Hij heeft een permanente oplossing voor al dit probleem
Felice che abbia aiutato..
[Herpes.
[Incantesimo d’amore per riavere l’ex amante.
[L’epidemia di oppioidi.
[Obesità.
[Infertilità/Impotenza.
[Problemi agli occhi.
[Tumore fibroma.
[Ingrandisci la prostata.
[Disfunzione erettile….
Graziana Licciardi
Irene Di Vita ci conduce in un viaggio amoroso fatto di tradimenti, baci rubati e scelte d’amore, dall’altro canto, siamo di fronte anche a scelte difficili che possono sconvolgere intere esistenze. Irene Di Vita ci fa comprendere come spesso sia difficile seguire il cuore, perché Stella e Jack non sono liberi di amarsi, lui è sposato e ha due figlie e Stella, in fondo era fidanzata con Nicholas. Io sono convinta che Stella e Jack siano unite più da una passione che da un’amore, forse perché la paura ha giocato ad entrambi un brutto scherzo o forse, perché non dono riusciti a viversi a pieno. I pensieri di entrambi sono molto nitidi mentre i loro sentimenti sono confusi, perché la paura di far soffrire diviene più grande dell’amore.
Consiglio di leggerlo!
Claudio (proprietario verificato)
un romance che mi ha lasciato senza parole. Non mi capita spesso di emozionarmi durante una lettura, qui è stato inevitabile. Mi sono lasciato trasportare dalla storia e mi sono immedesimato nel racconto dei tre personaggi protagonisti. Ovviamente schierandomi da una parte rispetto l’altra. Non puoi fare a meno di amare questa travolgente storia. Complimenti a questa autrice emergete! Tutta la mia stima ed ammirazione. Finalmente un romance che è riuscito a colpirmi direttamente al cuore!
Gabriella (proprietario verificato)
L’autrice Irene Di Vita scrive con semplicità, senza fronzoli. Racconta e descrive i fatti così come sono, con espressioni comuni e un gergo giovanile molto scorrevole. Di facile lettura. Mi piace come è narrata la storia, rimbalzando dall’uno all’altro dei tre protagonisti. E qui, il testo rispecchia ampiamente il titolo dell’opera: la stessa storia come è vissuta ora da l’uno e poi dall’altro. E ogni volta che leggendo si torna ad uno dei personaggi, ci si ricollega facilmente al suo percorso amoroso. Il tutto tra ansie, dubbi, gioie e dolori, promesse di abbandono desideri non corrisposti e momenti dolorosi… Tutti i sentimenti che si provano in amore ma diversamente vissuti dai tre protagonisti. Il finale non è semplice come ci si possa attendere. L’autrice trova una soluzione inaspettata…
Franca Ganga (proprietario verificato)
Ho letto il tuo primo libro ” Tra Venere e Terra ” e devo dire che mi ha molto appassionato quindi non vedo l’ora di leggere ” L’amore dai diversi punti di vista ” che ritengo, già dal titolo, sarà una lettura coinvolgente e intrigante
Gaia Valentini
Ho acquistato il primo libro auto pubblicato di Irene tra Venere e Terra e mi è piaciuto tantissimo! Una storia fantasy coinvolgente ed accattivante, mai scontata e ricca di colpi di scena, l’ho divorato!! Ho preordinato il suo nuovo lavoro e non vedo l’ora di metterci sopra le mani! In bocca al lupo per la tua campagna, non vedo l’ora di ricevere il mio libro e di tuffarmici dentro!
Angy (proprietario verificato)
Ho letto il tuo primo libro e l’ho trovato entusiasmante, una storia di fantasia ma allo stesso tempo sei riuscita a farmelo vivere come realtà, quindi non vedo l’ora di avere tra le mani questo tuo nuovo romanzo, descrizione accattivante, e se la tua scrittura da come ho letto tra venere e terra è sorprendere il lettore credo che si celi molto di più e non ci vuoi svelare! In bocca al lupo Irene!
Augello Giuseppe (proprietario verificato)
Non sono il primo lettore a sostenere che fra principianti scrittori, spesso si celano vere perle. In verità Irene Di Vita a me era gia nota, per aver letto il suo primo libro : “Tra Venere e Terra”. Ebbene, Di Vita è riuscita nuovamente a scuotere il sentimento, l’interesse e la curiosità. Bella la storia, scorrevole la scrittura, intriganti i personaggi, i quali, ognuno col proprio carattere e la caparbietà che li contraddistingue, escono bene da una storia che nel mondo dello spettacolo, alla fine trova solo gente felice, in carriera, ma devastati dalla depressione nella vita privata. Brava Di Vita, sei riuscita a non dare per scontato il finale. Intriga la storia iniziale, commuove e trascina il finale, dove emerge e trionfa il piu nobile dei sentimenti. Forza Di Vita, attendo il terzo libro. Complimenti , passi bene dalla fantasia al reality, ma emerge sopratutto la capacità di coinvolgere il lettore