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L’arte di riscrivere la propria storia. Percorso di trasformazione e di auto-guarigione

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Per metà della mia vita mi sono sentita infelice. Mi vedevo vittima degli eventi e sentivo che gli altri erano incapaci di darmi ciò che desideravo. Non ero in grado di esprimere le mie emozioni, mi aggrappavo al bisogno di controllo e vivevo nella paura del giudizio.
Il punto di svolta, per me, è stato scoprire di essere l’unica responsabile della mia storia. Questa consapevolezza mi ha permesso di prendere in mano le redini della mia vita verso un’evoluzione profonda, in cui ho attraversato tutte le tappe che compongono queste pagine.
In questo libro condivido ciò che ho appreso per vivere in maniera più consapevole e autentica. Suggerisco cambiamenti nel modo di vedere il mondo per giungere alla piena espressione di sé e delle proprie potenzialità.
In ogni paragrafo propongo un esercizio pratico per mettere in atto il processo di trasformazione e cominciare a riscrivere la propria storia.

CONOSCERE TE STESSO.
È IL PRINCIPIO DI TUTTA LA SAGGEZZA.

Aristotele

1. INCONSCIO VS PENSIERO CONSAPEVOLE

Il 95% dell’attività del nostro cervello è inconscia, ovvero avviene in maniera inconsapevole. Solo il 5% di ciò che facciamo, pensiamo, decidiamo e sentiamo ogni giorno avviene, invece, in maniera consapevole.

La prima volta in cui ho scoperto questo concetto sono rimasta esterrefatta: io, che ho sempre tutto sotto controllo, come posso essere governata da forze sconosciute?

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Eppure, è così. Siamo programmati per essere organismi efficienti, per risparmiare energia che potrebbe servirci in futuro davanti a un potenziale pericolo o per prendere una decisione importante. Il nostro cervello rende automatico ciò che facciamo abitualmente, per risparmiare tempo ed energia.

E per fare ciò raccoglie dati e informazioni fin da quando siamo piccoli; crea schemi e programmi abituali, che poi usiamo per affrontare situazioni quotidiane. A ognuno di questi schemi corrisponde una rete neurale che si attiva e si rinforza ogni qualvolta mettiamo in atto uno di essi.

Ad esempio, quando ti alzi al mattino, non fai sempre le stesse cose seguendo lo stesso ordine? Andando al lavoro, non prendi sempre la stessa strada? In palestra, non scegli sempre gli stessi corsi o esercizi? E quando fai la spesa, non acquisti sempre gli stessi prodotti? Quando ti relazioni con i tuoi familiari, partner o amici, non ti trovi spesso imbrigliato nei soliti vecchi meccanismi? Non ti capita di reagire in maniera automatica, veloce, senza riflettere? O di sentire che le stesse ferite tornano a pulsare?

Ecco allora che davanti a tutte queste abitudini si staglia il concetto di pensiero consapevole.

Partendo dai nostri schemi abituali possiamo diventare sempre più consapevoli del nostro agire e magari, perché no, cambiarlo. Non si può però cambiare qualcosa che non si conosce, pertanto il primo passo deve essere quello di prendere consapevolezza dei propri pensieri, delle proprie emozioni e dei propri comportamenti.

Cosa c’è di più intrigante che diventare finalmente coscienti di se stessi?


IL PRIVILEGIO DI UNA VITA È ESSERE CHI TU SEI.

Joseph Campbell

2. LE IMPOSIZIONI ESTERNE

Le nostre abitudini nascono tanto dalle esperienze di vita quanto dalle imposizioni che riceviamo fin da piccoli da genitori, nonni, insegnanti e, in generale, a livello socioculturale e religioso. Crescendo ci viene insegnato che alcuni comportamenti e atteggiamenti sono più desiderabili e auspicabili di altri, e così iniziamo a modellarci per assecondare gli standard che ci vengono richiesti: essere un bravo figlio che consola la mamma e le fa compagnia quando è triste, oppure scegliere di fare danza classica anziché giocare a basket perché questo si addice di più a una bambina.

Ecco che inizia a formarsi una serie di abitudini che raramente contestiamo. Proviamo perfino un senso di conforto e pensiamo: sono simile agli altri, non mi sento diverso e questo mi rassicura. Tutti tendiamo agli stessi standard e quasi nessuno vuole discostarsene.

Ciò che negli anni spesso mi ha colpito è sentire quanto le persone dicano di essere impegnate, di non avere tempo, come se facessero a gara per dimostrare chi ha meno tempo per rilassarsi. Cosa temiamo che succeda se ammettiamo di avere tempo per noi, per riposare o per fare le cose che ci piacciono? Immagino sia la paura di essere giudicati pigri o non di successo, perché nell’immaginario collettivo si è “di successo” se si lavora fino a tardi e nel weekend.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    L’arte di riscrivere la propria storia è un libro sincero, Francesca Moresi non si nasconde dietro le sue competenze e i suoi studi ma ha il coraggio di iniziare parlando di sé. E’ un libro leggero, sorridente, pieno di consigli pratici e arricchito da una serie di aforismi e citazioni illuminanti ed ironici. Una lettura molto stimolante, che consiglio a tutti.

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Francesca Moresi
è psicologa e psicoterapeuta della Gestalt. Ha inoltre conseguito le certificazioni di facilitatore Mindfulness e di insegnante di respirazione e Pranayama. Da più di dieci anni vive a Londra, dove ha aperto uno studio privato e dove continua ad approfondire la sua esperienza clinica con persone provenienti da ogni parte del mondo. È specializzata nel trattamento di disturbi d’ansia, depressione e problemi relazionali.
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