IL PROFESSORE DI STORIA MEDIEVALE
Nicky si stiracchiò e si alzòdal materassino di gommapiuma su cui si era disteso per assaporare quel poco di frescura prodotta dall’ombra proiettata dalla casa di fronte, che gli toglieva la vista del mare.
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Finalmente in vacanza. Basta scuola, basta professori, basta sgridate! pensò e dalle labbra gli uscì un respiro liberatorio.
Si sporse pericolosamente dalla ringhiera del balcone. Aveva qualcosa di felino nei suoi gesti. Da lì riusciva a intravedere tra gli aghi del pino marittimo, che frantumavano in mille schegge luminose i raggidel sole, il bordo della piscina condominiale. Giorgia si stava rosolando al sole e più in là, a ridosso del muro a secco che separava la piscina dalla stradicciola a gradoni che si inerpicava fino a Ruta, Kiki leggeva. Con Giorgia e Kiki erano grandi amici da che avevano memoria. Avevano condiviso gli stessi giochi, la scuola, furibondi litigi, tante sgridate. Niente di romantico, ovviamente: a lui di femmine bastavano quelle che aveva in famiglia. Ce n’era anche d’avanzo.
Sul terrazzino della casa di fronte il professor Geo Pestelli stava poggiando sul tavolino di vimini alcuni libri.
Capacissimo di leggerseli tutti, inorridì il ragazzo.
Per Nicky la lettura, e anche lo studio, non erano dei veri lavori: si potevano considerare degli ammazza tempo, e lui il tempo lo sapeva ammazzare in modo assai più divertente.
Il professore gli faceva pena, studiava sempre.
“Non si deve studiare troppo, si va fuori di melone!” avrebbe voluto dirgli. Ma non aveva mai osato, temeva di ferirlo. In fondo si era affezionato a quel vecchio strampalato che, a forza di studiare, non riusciva più a distinguere un’acciuga da una sarda.
Tentò di distrarlo. Si appoggiò coi gomiti alla ringhiera e gridò: «Professore, lo sa che la squadra di pallanuoto ha vinto?». Geo Pestelli sorrise e accennò un applauso. Non era un appassionato e non aveva mai assistito a una partita di pallanuoto ma, conoscendo la passione di Nicky per quello sport, non volle deluderlo.
«Vuole che le vada a comprare il giornale? Tuttosport?»
Il professore rifiutò l’offerta con un cenno della mano.
«Tuttosport è la bibbia dello sportivo, professore!»
Il professore non parve granché convinto dal biblico accostamento, né particolarmente intenzionato a continuare la conversazione. Un pensiero lo arrovellava da tempo: una pergamena trovata per caso nell’archivio di Genova, il cui significato continuava a essere misterioso.
Versace Therese
La notte del destino è un libro che ti cattura pagina dopo pagina. L’autrice molto brava e abile nella scrittura , ti trascina dentro il suo racconto e ti permette di viaggiare all’interno della storia,e nei luoghi in maniera coinvolgente.
Antonmaria Venturelli (proprietario verificato)
Leggendo questo libro, avvertivo il bisogno di prestare particolare attenzione ad ogni parola per gustare appieno il piacere della lettura e riuscire ad entrare nella atmosfera creata magistralmente dall’autrice e a sentirmi coinvolto nelle simpatiche avventure, ambientate in luoghi a me molto cari, dei simpatici ragazzi protagonisti del racconto.