CAPITOLO I – I NANI DA GIARDINO
CAMILLA
Camilla guardava con un senso di profondo fastidio il cancelletto di casa. E il fastidio crebbe quando vide l’ennesima coppia che, allibita e sorpresa, si fermava a guardare il giardino di casa Baldanzi. La scenetta fu praticamente identica ad altre a cui la ragazzina aveva assistito quel giorno: bocche spalancate per lo stupore, gesti ampi a indicare questo o quel particolare, risate poco discrete e difficoltà ad allontanarsi, richiamati di continuo da qualche nuovo elemento prima sfuggito alla loro attenzione.
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Decine di persone avevano messo in scena uno spettacolino simile; giovani o anziani che fossero, tutti indistintamente restavano stupefatti dinanzi al profluvio di decorazioni natalizie messe in bella mostra nel minuscolo giardino di Camilla. Un giardino praticamente soffocato dalla frenesia natalizia della padrona di casa, che quell’anno aveva raggiunto il culmine rendendo impossibile anche la semplice idea di una passeggiata all’aria aperta, a meno di non volersi sedere a cavallo di una renna o rimanere immobili magari abbracciati a un pupazzo di neve. Camilla aveva quasi la nausea; nascosta dietro la tenda, attenta a non farsi sorprendere, guardava la strada da quasi due ore, osservando le reazioni e cercando di capire se fossero di semplice stupore o di derisione. Quando vide la donna scoppiare in una fragorosa risata, probabilmente provocata dalla renna luminosa ferma proprio dietro al cancello, dovette seriamente stringere i pugni e trattenersi dall’uscire sul balcone per urlare loro di andare via. Ma la verità era che li capiva perfettamente, quell’anno sua madre aveva dato il meglio di sé e il giardino quasi scompariva, sopraffatto da decorazioni di ogni forma e dimensione. Lucine gialle sottolineavano il contorno della casa, mentre piccole file di luci fredde scendevano dal tetto, a simboleggiare il ghiaccio o la pioggia o la nebbia… Vai a saperlo. Nel fazzoletto di giardino a destra del vialetto d’ingresso Ciro, un enorme pupazzo di neve, salutava tutti con la sua mano a forma di ramo, mentre il faccione illuminato sorrideva alla strada in un’espressione di perenne gioia natalizia.
Annamaria La Rocca (proprietario verificato)
La trama del romanzo si snoda lungo una linea del tempo scandita da ricorrenze e feste che si susseguono durante la vita del personaggi di quattro generazioni di una famiglia. È proprio descrivendo il rapporto che i personaggi hanno con le ricorrenze e le feste, ma anche con i sogni e l’inconscio, che l’autrice ne delinea il vissuto e le esperienze che ne hanno formato il carattere. I luoghi del romanzo sono quelli nativi dell’autrice, la litoranea, il muretto, la spiaggia, il mare … descritti con l’amore di chi li vive dalla nascita, ma con l’amarezza per la scarsa cura con la quale sono stati conservati. Attraverso il confronto tra i personaggi emergono “le differenze”, frutto della necessaria evoluzione che ogni salto generazionale porta con sé, ma l’intreccio del romanzo porta alla luce i legami autentici tra loro, la profonda conoscenza che li unisce e li esorta a creare per i familiari momenti di vero benessere. Un romanzo da leggere, che coinvolge il lettore nella riconciliazione col proprio vissuto.