Scoccarono le ventuno e trentatré, mai un minuto di ritardo per il vecchio vapore, quando si aprirono rumorosamente gli sportelloni come gigantesche bocche dal fetido alito di stantio e ferro bruciato. Un fitto brusio si mescolò alla brezza serale quando i primi passeggeri fecero stancamente capolino fuori dalla carrozza. Un rituale al quale il guardiano della stazione era solito assistere in disparte.
Alcune ombre chiassose se ne stavano là, sul marciapiede rialzato limitrofo all’ingresso, poggiate con tutto il peso sul corrimano e con le teste sporte verso quegli stranieri folli. Un branco infiacchito di vecchie iene incartapecorite.
«Ah. Hai visto quel giovanotto tutto muscoli con quel ridicolo berretto?»
«Che io sia dannato se resiste tre giorni.»
«Tre giorni? Lo diamo in pasto al vecchio Sigmund e vedrete come correrà a prendere il treno per il capolinea, non ci penserà un attimo.»
«Sei proprio uno stronzo, Bill» irruppe una vecchia signora di tutto punto vestita. Sfoggiava l’abito delle grandi occasioni. «Non capita spesso di ricevere stranieri così affascinanti. Questa volta ho intenzione di giocarmi bene le mie carte.» Si inumidì le labbra rugose ben sottolineate da un rossetto blu cobalto.
«Bill sarà anche stronzo ma tu sei una gran troia, Jeanette» si intromise con voce tonante Sigmund, il fabbro del paese. Un nerboruto ometto di ottantasei anni, il più basso, decisamente basso, dello sparuto gruppo rumoroso. Spalle larghe avvolte da un vecchio cappotto mimetico stropicciato e una pancia prominente portata con la dignità d’un re. «Quel rammollito scapperebbe dalla mia officina dopo mezz’ora e in lacrime, gridando aiuto alla mammina.»
«Potrei essere la sua mammina quando vuole. E quante volte vuole.» Il rossetto si stava disfacendo ai lati della bocca lussuriosa.
Giulia N (proprietario verificato)
Consigliatissimo.
Ogni personaggio cattura e coinvolge, ne senti la solitudine e la malinconia. Un libro poetico, enigmatico, con vari piani di lettura e tanti spunti di riflessione.
Ida Cecchii (proprietario verificato)
Romanzo dalla trama enigmatica, in certi momenti malinconica, scritto con stile narrativo comunicativo e coinvolgente arricchito da alcune scene fuori dal reale.
I personaggi sono tanti ma gli intrecci insoliti delle loto storie, attraverso una serie di emozioni, suggestioni, paure, rabbie, cioè con una gamma infinita di reazioni “umane” legano la mente del lettore conquistando.
La solitudine è il “punto di inizio e di arrivo” e in ogni persona si cela sempre qualcosa di misterioso.
Erika Ugolini (proprietario verificato)
La lettura di questo romanzo mi ha permesso di soffermarmi a riflettere che nella nostra società sempre di più gli esseri umani vivano le loro esistenze come monadi disconnesse.
Spesso la sofferenza e il dolore sono tenuti nascosti e vissuti privatamente, causando ancora più dolore e senso di alienazione.
I personaggi prendono vita nel romanzo e ci portano nel loro mondo interiore, ognuno con il proprio trauma, la propria sofferenza, i sogni e le speranze.
Ci prendono per mano e ci conducono ad una riflessione personale.
Mi sono affezionata alla piccola Zoe che quasi mi sembra di averla conosciuta realmente.
Consiglio questo libro a chiunque voglia intraprendere un viaggio dentro se stesso e verso l’altro, a chi pensa che la comprensione e la connessione con le esperienze e le problematiche della condizione umana di fronte alla sofferenza ci permetta di accorciare le distanze emotive e di uscire dal senso di isolamento.
A chi spera o crede nella redenzione e nelle seconde possibilità.