Ciao, mi chiamo Francesca e sono mamma di
Rachele e Agnese. Da sempre amo recitare e dal 2002 sono insegnante di corsi di teatro per bambini e ragazzi.
Mi piace molto lavorare coi bambini: giocare al teatro, trasformare tutti i miei alunni in personaggi immaginari e viaggiare con loro negli infiniti mondi della fantasia. L’idea di questo libro è nata per il saggio finale di un laboratorio teatrale e poi si è trasformata in uno spettacolo per bambini. Ha sempre avuto un grande successo e spero potrà̀ piacere anche a te.
Ciao, mi chiamo Nicola, sono un designer tutto fare e zio di due splendide bambine: Rachele e Agnese. Negli anni, i miei studi sono diventati la mia passione e così nel 2013 ho aperto la Salumeria del design, che da studio di progettazione e associazione, è diventato il primo bar-progetteria di Milano, uno spazio eventi e luogo di ritrovo molto frequentato.
Ho tante passioni, tra cui girare per mercatini dell’usato, collezionare dischi e libri, disegnare e scrivere in rima. Spero che le storie che leggerete vi piacciano così come è piaciuto a me scriverle e disegnarle.
“A tutte le nonne che, ancora oggi non smettono di giocare coi loro nipoti”.
Francesca D’Angelo
LA TERRIBILE BANDA DEI CAPPUCCETTI
C’era una volta immerso in un bosco una piccola casa che in realtà era un chiosco. Vendevan di tutto, dal dettaglio all’ingrosso gestito da mamma, papà e Cappuccetto Rosso
Un giorno la mamma chiamò a gran voce
“Cappuccetto corri. Vieni! Veloce! Entra nel bosco, porta a nonna Matilde
un cesto di mele, grosse e belle linde.
Ma tu non mangiarle mia bimba, attenzione
son solo per la nonna, per merenda e colazione.”
Per questa consegna che sa di avventura
Cappuccetto chiamò le sue amiche…una ad una.
Iniziò con la prima che arriva a cavallo,
è sempre distratta: è Cappuccetto Giallo.
Chiamò anche un’altra che ha tante virtù
Ma è sempre un po’ triste: è Cappuccetto Blu.
Infine l’amica che si orienta e non si perde
Ma è sempre arrabbiata: è Cappuccetto Verde.
“E’ ora di andare, seguitemi pianino.
A nonna Matilde portiamo il cestino!”
Un poco più avanti, in mezzo al boschetto
un branco di lupi, dal fare sospetto,
vide le mele spuntar dal cestino
pensando così ad un lauto spuntino.
A Cappuccetto Rosso si avvicina il primo
“Mi dici dove vai di bello, bambino?”
“Non sono un bambino, ma una fanciulla,
Ti va se ci sediamo sotto questa betulla?”
“Sei nuovo di qui? Mi sembri un po’ strano…
La conosci la storia di mio zietto Tiziano?”
E dopo due ore di chiacchiere a manetta
Il lupo si arrese e corse di fretta.
“Basta ti prego, mi scoppia la testa.
Rinuncio ad ogni cosa, persino alla cesta!”
A orecchie basse e con occhi smarriti
Tornò dagli altri, che ridevano divertiti
“Ti faccio vedere, tornerò in un baleno”
disse il secondo lupo correndo come un treno.
“Che bel cappuccetto…è giallo come il sole.
Non parli molto. Sei di poche parole?”
“Ho perso il cestino ma era qui un attimo fa.
Che sbadata che sono, lo cerco più in là”
“Mi aiuti, ti prego, amico lupetto?
In cambio: una mela, ti giuro…lo prometto!”
Cerca di qua e cerca di là,
sparisce anche il lupo. Ma dove sarà?
Da giorni è sparito, nessuno sa dove
è perso nel bosco dal duemiladiciannove.
“Che incapaci che sono, non ce la faccio più”
Disse il terzo lupo, fissando Cappuccetto Blu
La piccola impaurita davanti all’animale
Si mise a piangere, tremare e gridare.
“Non piangere ora…io non lo sopporto
se vedo una lacrima mi vien lo sconforto!”
Guardandola triste col viso assai cupo
scoppiò a piangere anche il povero lupo.
“Che veri imbranati, non c’è niente da fare”
Pensò il quarto lupo che continuava a sghignazzare.
“Sarò ricordato come il boss delle merende”
E con aria fuggiasca andò da Cappuccetto Verde.
“Ecco lo sapevo, che pessima idea!”
Tutta rossa paonazza, sembrava in apnea.
“Entrare nel bosco con addosso un cappuccetto.
Non ti avvicinare Lupo! Hai capito furbetto?
Siam piccole e care ma voglio chiarire
Che se provi a mordere te ne potrai pentire!”
Che urla, che voce, gliele ha proprio suonate!
E corse via il lupo, a gambe levate!
In questo trambusto di urla e fracasso
le bimbe scordarono vicino ad un masso
il cesto con dentro le mele succose
che il branco trovò buonissime, anzi…deliziose!
Ma i lupi caddero di colpo in un sonno sopraffino.
C’era un potente sonnifero nelle mele del cestino
che la mamma aveva preso da grosse pastiglie
per curare l’insonnia di nonna Matilde.
“Tu guarda che bravi, che gesto carino!”
Disse Cappuccetto Rosso, indicando il cestino.
“I lupi han fatto da guardia alla merenda.
Andiamo dalla nonna, prima che si offenda!”
Stavolta prendiamo la strada più corta
siamo quasi arrivati, si vede già la porta!”
“Che dolci bambine, che pensiero carino!
Ci farò colazione o un bello spuntino.”
Grazie alle mele l’insonnia svanì
dormì così tanto, da notte fino al dì
.
E i lupi invece? Che fine avran fatto?
Si svegliarono storditi e fecero un patto.
“Da oggi mai più mangiar mele nel boschetto
O parlare a bambine con addosso un cappuccetto!”
qualu83 (proprietario verificato)
Ma che belloooooo!!!! Un’idea tanto geniale quanto genuina e divertente!!!! Non vedo l’ora di leggerlo ai miei bimbi!!!! Io, che con loro scherzo tanto, credo che tra facce buffe e voci strane li farò morire dalle risate!!!! Stupenda anche la grafica!!!! Bello bello bello!!!!! Complimenti