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Le Leggende di Kentar – Gli ultimi Cacciatori

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I ricordi e le esperienze vissute sono fondamentali per chiunque e i Cacciatori lo sanno bene: ogni volta che uno di loro soffre, infatti, gli “occhi del dolore” prendono il sopravvento e, se non ostacolati con ogni forza, hanno il potere di far dimenticare le persone amate e ogni ricordo felice.

Gli occhi di Cyril rischiano di avere la meglio su di lui, cancellando ogni briciolo di umanità rimastagli, ma l’elfa Xina non può permettere che ciò accada e intraprenderà così un lungo viaggio fino al remoto Sud alla ricerca di Lily, l’unica persona in grado di salvare l’anima del Cacciatore.

Sullo sfondo di una crisi politica e il rischio di una guerra imminente, le storie delle due protagoniste si incrociano con quelle di vecchie conoscenze che credevano ormai perdute…

PROLOGO
L’ULTIMO CACCIATORE

La pista era ancora fresca e lui scorse nel fango l’orma lasciata dal pesante stivale di ferro; era sulle tracce di un gruppo di Urok, i mostri che avevano devastato uno dei pochi villaggi umani sorti tra le fronde del Grande Bosco Ombra.

Cyril voleva bene agli abitanti di quel villaggio e loro, ogni volta che vi si recava, gli regalavano vettovaglie e vestiti, offrendogli sempre un tetto dove riposare e una gentilezza fuori dal comune. Ed era quest’ultima caratteristica a colpirlo di più, perché non ne aveva ricevuta da molto – forse troppo – tempo.

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Se i Cacciatori avessero ancora abitato tra gli alberi della Foresta del Nord, forse avrebbero potuto aiutare quel povero villaggio, ma ormai era rimasto il solo della sua antica specie. Il confine con i Monti Tetri, infatti, era ampio e insidioso da battere, e gli Urok si stavano facendo sempre più audaci come non lo erano stati da cento anni a quella parte.

Quando era giunto al villaggio, vi aveva trovato solo morte e distruzione, corpi senza vita, case bruciate, animali scomparsi e sangue scuro e secco che ricopriva ogni cosa. A quella vista aveva sofferto, ma non ci faceva più tanto caso, perché ogni volta era come gettare una nuova pietra all’interno di un otre già colmo che ormai aveva smesso di traboccare.

Tuttavia, una domanda gli ronzava in testa: perché Agmiur, il vecchio stregone che dimorava nella Fortezza Ottagonale al limitare nord dei Monti di Mezzo, non aveva mandato le sue chimere a sorvegliare quella zona? Eppure, gli aveva dato la sua parola.

Indagherò, si disse Cyril, passando la mano sopra la corteccia di un acero brutalmente segnata dallo sfregare dell’acciaio.

Si fermò dinanzi a un ruscello e si chinò per bere. Il suo riflesso lo guardò, mentre i rospi smettevano di gracidare alla sua vista e sparivano nel denso fango melmoso.

Il viso dal naso in giù era coperto da una maschera di pelle nera, la testa era nascosta sotto il cappuccio del mantello di velluto scuro e solo gli occhi erano ben visibili: quelli non erano normali, le pupille rosse erano incastonate in iridi arrossate e attraversate da due neri triangoli equilateri, mentre il centro della pupilla era di un nero quasi spettrale.

«Oggi sono più scuri del solito…» osservò preoccupato.

I Cacciatori li chiamavano “occhi del dolore”, che conferivano loro poteri unici, ma per ottenerli era necessario provare una profonda sofferenza. Ne esistevano di vari stadi: gli occhi verdi venivano “attivati” dai Cacciatori al primo grande trauma della propria vita: a Cyril e a sua sorella Lily era successo durante l’epidemia di febbre del sale ed era stato allora, dopo che la malattia li aveva privati del padre, che i loro occhi si erano accesi di verde.

Pochi anni dopo le loro pupille erano mutate ancora, alla fine di una primavera, il giorno in cui la loro madre era stata uccisa da un Urok durante una perlustrazione. Avevano solo sette anni e avevano assistito alla scena senza poter fare nulla per impedirla, nascosti dentro un grande albero cavo con i rami appesantiti dai frutti; Cyril aveva solo vaghi ricordi di quel momento, per lo più immagini sbiadite e suoni confusi. In quei tristi giorni tutti gli avevano ripetuto la stessa maledetta frase che li avrebbe accompagnati per tutta la vita: “Troppo giovani per provare già tanto dolore”. Quelle parole erano state pronunciate tra i denti anche dai maestri del loro Ordine e li avevano accompagnati per tutta l’infanzia fin sotto le radici del grande Albero Fortezza, dove lui e sua sorella sarebbero stati cresciuti e addestrati per diventare Cacciatori.

Poi era giunta la guerra contro l’Imperatore Nero, durata solo due anni, ma che aveva spezzato molte vite.

«Troppe vite…»

E quando il Traditore gli aveva portato via Alice, i suoi occhi si erano tinti d’un rosso spettrale.

Ricordava quell’attimo, con il peso nel petto che da dolore si tramutava in odio. Aveva pianto come mai prima di allora, dal basso della sua impotenza dinanzi alla morte. Dopo essersi asciugato il viso col palmo della mano, però, mentre attorno a lui ancora infuriava la battaglia e le grida si mescolavano allo sfregare del metallo, si era reso conto del suo terribile fato: il liquido che gli stava fluendo dagli occhi non era fatto di semplici lacrime. Denso sangue rossastro sgorgava dai condotti lacrimali e in quel momento le sue pupille si erano trasformate; a poco a poco, una furia incontrollata si era impossessata di lui e ricordava solo di essere svenuto. Al suo risveglio, dopo giorni di incubi e sogni lucidi, la realtà non gli aveva dato conforto, il Traditore era fuggito; in seguito, qualcuno gli aveva raccontato come fosse morto assieme all’Imperatore Nero durante l’ultima battaglia e lui aveva voluto credere a quelle parole.

La sua vita era andata avanti e sua sorella era partita – anzi, fuggita – con l’uomo di cui si era innamorata, Arthur Dragan, il Re Rinuciatario, che un tempo era stato suo amico.

Molti anni erano passati da allora e Arthur aveva ignorato le sue responsabilità fuggendo con Lily e nascondendosi chissà dove, dando inizio alla catena di eventi che avrebbe portato al Massacro dei Mantelli. In quell’occasione, re Donnuban Dragonar, del regno di Grodar, aveva tradito i Cacciatori, sterminandoli. Tutti, dal primo all’ultimo…

Gli uomini temevano la lunga vita dei Cacciatori e ancor di più i loro occhi, dono del sangue antico. Essi, infatti, discendevano dagli antichi uomini di Atlantos, gli abitanti del primo impero e uomini dalla lunga vita dell’Isola d’Argento.

Ora la gente chiamava quella contrada sperduta nell’immenso Mare Esterno “l’Isola Devastata”, un arcipelago di morte e rocce spoglie dove gli unici sovrani incontrastati erano lava, pirati e Kraken. Ma non era sempre stato così, perché in passato era stata la nazione più grande e maestosa che l’uomo avesse mai potuto immaginare.

«O almeno così mi hanno raccontato» disse a bassa voce.

2023-02-28

Aggiornamento

🤩🤩202 volte GRAZIE!🤩🤩 Non mi sarei mai aspettato di raggiungere l'obiettivo in così poco tempo. Grazie mille a tutti coloro che hanno contribuito. Il viaggio continua!

Commenti

  1. Simone Cantagalli

    (proprietario verificato)

    Lettura piacevolissima e consigliata a tutti!
    La costruzione del mondo attorno al quale ruotano le vicende dei protagonisti è sicuramente uno dei punti di forza dell’intera opera, perchè risulta ricco di dettagli, coerente e vivo.
    Molto buono anche l’utilizzo degli elementi caratteristici del fantasy, perché l’autore ha saputo ispirarsi a vari maestri del genere, senza risultare banale e cadere nella trappola del “già visto”.
    In conclusione, tanti complimenti a Riccardo, con l’auspicio che il progetto Kentar possa crescere ancora e magari diventare una vera e propria saga!

  2. Davide Marani

    (proprietario verificato)

    Gia dall’anteprima si capisce che questo sarà un gran bel libro! Scritta bene e con i personaggi che non ricadono nello stereotipo del fantasy!

  3. Nicola Ravaioli

    L’autore riesce a ben bilanciare gli elementi classici del genere fantasy alla sua personale visione. Una lettura adatta a tutti, sia appassionati che no.

  4. Enrica Garavini

    (proprietario verificato)

    Ho letto l’anteprima!! Non vedo l’ora che mi arrivi il libro cartaceo!! Preso per me e da regalare!!

  5. (proprietario verificato)

    Ho letto tutta l’anteprima e sembra un libro proprio ben scritto e appassionante! Lo consiglio a tutti gli amanti (e non) del genere, non vedo l’ora di ricevere la mia copia fisica!!

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Riccardo Frontali
Riccardo Frontali classe 99, vive a Riolo Terme (RA).
Amante del cinema, del calcio e della buona cucina ha cominciato a scrivere un'po' per gioco e un'po' per passione e da allora continua a scrivere storie.
Nel 2023 è stata pubblicata la sua prima opera "Le leggende di Kentar- Gli ultimi Cacciatori"
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