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Le ombre e la luce II – Il canto della sirena

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Philip Benton, agente segreto dell’MI6, torna in azione con l’obiettivo di rintracciare la fonte del tesoro miliardario del Sentiero della Mano Sinistra, una setta criminale particolarmente spietata. Tra sogno e realtà, l’intricata operazione getta Philip Benton in una corsa contro il tempo.

Costellata di inganni e sotterfugi, omicidi e misteri, la caccia ai membri della setta continuerà senza sosta fino al sorprendente epilogo.

Prologo.
Maximilian Weber,
il Tessitore

Se non siete mai stati a Zurigo in tardo autunno, dovreste andarci almeno una volta nella vita. In quel periodo dell’anno, seppur per un breve istante, potreste godere del respiro rarefatto di una città che vive in un tempo immobile. Attratta da una spirale temporale che ritorna sempre su se stessa, Zurigo diviene simbolo della ciclicità del vivere. Nemmeno in piazza San Pietro a Roma riuscireste mai a provare una sensazione simile. A Milano, a Parigi, a Londra, a Berlino, a New York, a Mosca, a Shanghai, a Tokyo e in altre città-Stato il tempo non è mai domo, è sempre in fuga e dopo un attimo non lo si riconosce perché non è più lo stesso, è cambiato nelle forme e nei contenuti. Troppo grande per essere trattenuto, incute timore e rispetto. A Zurigo il tempo è un buon amico che cura solitudini e paure, trasformando l’impazienza del vivere in un lento e tranquillo passaggio che ha un inizio e mai una fine.

«Questa città è un po’ un paradosso.»

L’uomo che avevo accanto, di fronte al pittoresco negozio di orologeria sulla Bahnhofstrasse, mi parlò senza distogliere lo sguardo dalla vetrina al cui interno erano esposti numerosi orologi di secondo polso. Era prossimo ai settant’anni, aveva un’altezza di circa un metro e ottanta, corporatura media, occhi scuri, capelli brizzolati, occhiali squadrati con montatura sottile in metallo dorato. Indossava un trench Burberry Kensington, delle scarpe Church’s Oxford Diplomat e una coppola Kangol British Peebles Heritage.

«Perché lo pensa?»

«A Zurigo il tempo non è così importante, eppure i segnatempo sono uno dei nostri maggiori vanti.» L’uomo in trench rispose indicando un orologio posto al centro dell’esposizione, un Rolex vintage.

«Anche volendo trovarne di nuovi è ormai uno degli elementi di spicco della vostra tradizione, come la balestra di Guglielmo Tell che è stampata sull’etichetta di migliaia di prodotti svizzeri» commentai.

«Lei ha ricordato un eroe nazionale la cui storicità è oggetto di controversia. Siamo stati capaci di riconoscere un simbolo dalla dubbia esistenza, un bell’esempio di realismo elvetico» affermò con ironia l’uomo in trench.

«Se non è importante il tempo, che cos’è importante a Zurigo?» domandai.

«L’amicizia» replicò lo svizzero con un sorriso.

«Philip Benton» dissi porgendogli la mano.

«Maximilian Weber» rispose serrandola calorosamente fra le sue.

«È curioso usare ancor oggi delle parole d’ordine per riconoscersi» osservai.

«Un retaggio del passato, Mister Benton, mi mantiene in forma.»

«Le piace la tradizione?»

«Mi piacciono le cose che resistono nel tempo.»

«L’ho capito, Herr Weber, dal suo gusto nel vestire.»

«E per lei, Mister Benton, che cos’è importante?»

«Un tempo avrei risposto la Betsy, oggi è Greta.»

«Ha cambiato fidanzata?»

«In un certo senso.»

«Come sta Nick?»

«Ha ripreso del tutto la funzionalità del braccio e schiuma impazienza come un purosangue prima della corsa.»

«Sono sicuro che ha deciso di lasciare Zurigo perché da noi il galoppo non è uno sport popolare come in Inghilterra. Mi manca la sua sagacia.»

«Dove possiamo discutere?»

«Sprüngli in Paradeplatz, dista qualche minuto a piedi.»

«Molto bene, assaggerò i Luxemburgerli, li mangiai per la prima volta a Lucerna, ma dicono che gli originali, i migliori, sono qui a Zurigo.»

«Le hanno detto il vero, potrà constatarlo di persona.» Fece un cenno all’impiegato presente all’interno dell’orologeria e mi invitò a seguirlo. All’ingresso dello Sprüngli si fermò sulla soglia, si voltò per scrutare la piazza ed entrammo.

«Herr Weber! A cosa devo questa piacevole visita?»

«Herr Müller, questo è George Taylor, figlio di un caro amico, sostiene che i Luxemburgerli di Lucerna sono più gustosi di quelli di Zurigo.»

Dieter Müller sin dalle prime battute dimostrò di essere un uomo piuttosto gioviale e anticonformista. Aveva più di sessant’anni, era alto un metro e settanta circa, occhi scuri, una folta capigliatura bianca e un sorriso che ispirava immediata simpatia.

«Ha ragione questo giovanotto, a Zurigo non si ha la fortuna di trovare facilmente dei Luxemburgerli creati comme il faut, tranne che da Sprüngli in Paradeplatz!»

«Non si lasci trarre in inganno, Herr Müller, ho grandi aspettative verso i suoi Luxemburgerli» dissi.

«Lo immagino, Mister Taylor, Herr Weber ama provocarmi nel tentativo di stuzzicare il mio orgoglio di pasticcere.»

Dieter Müller, girò attorno al bancone e ci venne incontro aprendo le braccia a ventaglio e salutando Weber con amichevole calore.

«Posso avere il mio solito angolo?» chiese Weber.

«Naturalmente! Mi serve un istante per verificare che tutto sia in ordine.»

Müller fece un cenno e un cameriere scattò verso la scala a chiocciola che conduceva al piano superiore. Trascorsi un paio di minuti ricevemmo il via libera.

«Sto preparando per voi un vassoio di Luxemburgerli, li provi, Mister Taylor, e se avrà piacere di farlo, mi onorerà del suo giudizio.»

Müller ci invitò a salire, attraversammo la sala e notai in un angolo una ragazza bionda con i capelli raccolti a chignon mentre soffiava su una candelina rossa posta al centro di una crostata di mirtilli. Sollevò lo sguardo dalla torta, incontrò il mio e mi sorrise. Quando fummo al piano superiore, ci trovammo al centro di in una sala da tè con una dozzina di tavolini e poltroncine viennesi occupate da avventori di diversa età e aspetto.

«Possiamo darci del tu evitando le formalità, da bravi colleghi?» mi propose Max.

«Naturalmente.»

Il cameriere ci condusse verso una porta a specchio, la varcammo e fummo all’interno di una sala deserta con parquet cesellato in prezioso teak birmano. Fui sorpreso dalla fastosità dell’ambiente ricco di candelabri, cristalli di Boemia, arazzi e quadri con soggetti rupestri. Mi fermai a osservarne uno.

«Conosci il soggetto?» domandò Max.

«È un’opera di Gustave Moreau, un precursore del simbolismo» risposi.

«T’intendi di pittura?»

«Greta mi mostrò una riproduzione di questa tela senza fare dei commenti, così feci una ricerca e ne rimasi conquistato.»

«Da cosa?»

«Da ogni sua opera si può ricavare una storia.»

«Questo quadro che racconto ti ha ispirato?»

«Che la volontà è più forte della paura, che le corazze non sono una protezione ma un impedimento, che stare in due è meglio che stare in solitudine, che il superamento di terreni impervi può portare a grandi verità.»

«Hai composto una ballata» commentò Max.

«Ballata è il titolo che Gustave Moreau diede a quest’opera.»

«Io vedo unicamente un cavaliere e una donna a cavallo.»

«Credo solo a ciò che non vedo e unicamente a ciò che sento.»

«È in questo modo che hai scoperto dove si nascondeva Saddam?»

«La frase è di Moreau, ma posso dire che nel nostro strano lavoro dovremmo prestare maggiore attenzione a ciò che intimamente sentiamo.»

«Al tempo dei droni, di Echelon, dei controlli satellitari e di tutte le altre diavolerie del Ventunesimo secolo?»

«Se fossi stato più attento nel cogliere ciò che non era così evidente, alcune persone alle quali volevo bene non sarebbero morte.»

«Hai salvato la vita di tuo padre, come puoi dimenticarlo?»

«Sono stato accanto a un demone che mi ha ammansito per ingannarmi. Wallace ha irretito Mc Murphy reclutandolo nel Sentiero della Mano Sinistra. Il traditore quasi riuscì nell’intento di farmi saltare in aria a bordo di una GT1.»

«Non sei stato il solo che Wallace ha imbrogliato, ma non nuocerà più a nessuno, è in fondo all’Oceano Indiano.»

«Nonostante ricerche ad ampio raggio, il suo cadavere non è stato rinvenuto. In ogni caso, dobbiamo individuare chi ha manovrato i fondi del Sentiero prima e dopo la fuga di Wallace, evitando che le risorse finanziarie tuttora occultate sotto il velo di organizzazioni legalmente riconosciute possano fare gola a qualche scheggia impazzita della setta. Per inciso, il valore stimato è di almeno mille miliardi.»

«Dollari?»

«Dollari, sterline, franchi o euro, farebbe una grande differenza?»

«No, in effetti.»

«Quante testate nucleari si potrebbero acquistare? Quante guerre si potrebbero scatenare? Quanti laboratori di armi chimiche si potrebbero allestire?»

«Uno scenario da incubo.»

«Seguendo il flusso delle fonti finanziarie scoveremo il tesoro del Sentiero della Mano Sinistra e neutralizzeremo Wallace per sempre.»

«Allora prendiamolo, questo diavolo!»

Un cameriere bussò alla porta e, ricevuto il permesso di entrare, ci allietò la vista con un’alzata a due piani di Luxemburgerli di ogni tipo e poi si dileguò.

«Da dove partire?» domandai.

«Da quello che vuoi, sono tutti gustosissimi» rispose Max con un sorriso.

«Mi riferisco alla missione, non ai Luxemburgerli. Comunque, inizierò da questo alla fragola.»

«Per la Confederazione il segreto bancario non è più un tabù. Ciò ha indotto molti tenutari di conti cifrati a nove zeri a spostare i loro averi in altri Paesi ben disponibili a mantenere il riserbo in cambio di una ricca percentuale di profitto. Oggi è più facile superare il segreto bancario, saremo agevolati nella nostra ricerca.»

«Quale sarà il prossimo passo, Max?»

«Nel negozio di orologi usati troverai la prima traccia.»

«Dove e quando ti rivedrò?»

«Proprio qui, domani mattina alle otto. Per il momento è meglio evitare il cellulare.»

«Temi di essere intercettato?»

«Il governo di questo Paese è piuttosto collaborativo, ma non gradisce essere raggirato. E ricorda: in uno svizzero si cela sempre l’anima di un poliziotto.»

Gustammo diversi Luxemburgerli e quando fummo sazi chiudemmo il nostro incontro. Scendemmo la scala a chiocciola e nel mentre cercai con lo sguardo la ragazza bionda, ma di lei non vi era alcuna traccia, era sparita e la sua torta con al centro la candelina rossa era rimasta intera.

1. Un desiderio.
Ariel De Angelis

«Avete gradito i miei dolci?» chiese Müller sorridendo.

«La bontà dei suoi Luxemburgerli è ineguagliabile» risposi.

«Caro Dieter, quelli al pistacchio sono da gran premio» aggiunse Max.

«Sono estremamente lusingato! Ma siete già in partenza?»

«Ritorneremo presto» rispose Max.

«Ci conto, allora!»

«Herr Müller, in quell’angolo della sala ho notato una ragazza bionda con i capelli raccolti a chignon, è una vostra cliente abituale?» domandai.

«Non che io ricordi, mi ha colpito soprattutto perché dopo aver chiesto una crostata con una candelina ha pagato il conto ed è uscita dal negozio senza toccarla. Le ho chiesto se preferiva che la incartassimo, ma ha risposto che non era necessario. Una strana situazione.»

«La ringrazio, Herr Müller, arrivederci.»

«A presto, Mister Taylor, a presto Max.»

«A presto, Dieter.»

Uscimmo dal negozio e all’esterno scrutai la piazza.

«Bene, Philip, resterò in attesa degli sviluppi, saluta Nick da parte mia con molto affetto.»

«D’accordo, Max.»

Ritornai verso l’orologeria e da lontano riconobbi la ragazza bionda mentre osservava gli orologi in vetrina. Mi fermai qualche secondo per scrutare nuovamente la piazza e gli immediati dintorni, poi mi avvicinai e le fui di fianco.

«Chi ha paura del lupo non entri nel bosco» disse senza distogliere la vista dagli orologi.

«Mi scusi?»

«Ho visto che ha indugiato» rispose la ragazza.

«Non capisco cosa intende dire.»

Mi sorrise puntando il dito indice verso il riflesso della mia immagine sulla vetrina.

«A volte non è necessario avere molta immaginazione per scoprire che cosa hanno in mente le persone» disse continuando a sorridere.

«Lei ha ragione, poco fa ne parlavo con un mio amico, conosce Gustave Moreau?»

«È il nome del suo amico?»

«È quello di un pittore, anche lui credeva solo a ciò che non vedeva e unicamente a ciò che sentiva.»

«E lei che cosa ha sentito salendo i gradini della scala a chiocciola?»

«Quello che provo ora.»

«Cioè?»

«Sento che io e lei abbiamo qualcosa in comune, ma non so spiegarmi cosa sia.»

«Vede questi orologi? Ognuno di essi racconta una storia.»

«Le piacciono gli orologi usati?» le chiesi.

«Non esattamente, più che altro mi piacciono le cose che hanno un passato.»

«E che storie raccontano questi orologi?»

«Le più disparate: imprenditori falliti, manager in pensione, amanti traditi, familiari scomparsi, giocatori patologici, collezionisti ossessivo-compulsivi, persone desiderose di abbandonare il tempo dei ricordi.»

«I miei ricordi non sono particolarmente esaltanti, i suoi come sono?»

«Ne ho tantissimi grazie al mio lavoro, sono archeologa.»

«A Zurigo?»

«Sono responsabile di parte delle opere presenti nel Museo Nazionale, quelle del periodo neolitico.»

«Le faccio i miei complimenti, lei è molto giovane e molto brillante!»

«Ho trentadue anni e sono la più giovane archeologa che possa vantare una responsabilità analoga in un museo nazionale. In generale, tendono a sottostimarmi valutando superficialmente il mio aspetto. Il fatto è che le persone che frequento per lavoro spesso sono…»

«Dei parrucconi decrepiti?»

«Ahahah, praticamente delle mummie.»

«Probabilmente qualcuno dei suoi colleghi è uscito notte fonda da qualche sarcofago.»

«Lei mi fa ridere, la smetta! A Zurigo non è educato ridere per la strada.»

«Rischiamo una contravvenzione?»

«Sarà inevitabile se non la smetterà di farmi ridere.»

«Allora mi dica perché mi sta seguendo.»

«Lei deve entrare in questo negozio. Se è d’accordo parleremo dopo, quando avrà terminato la sua visita.»

«La prego, mi accompagni.»

«D’accordo, mi piace gironzolare nei negozi che espongono oggetti vintage.»

2025-01-22

Aggiornamento

È iniziato il processo di editing del romanzo che proseguirà con la correzione delle bozze e la stampa. Keep in touch!
2025-01-02

Aggiornamento

Sono felice di annunciare che Le ombre e la luce II - Il canto della sirena ha superato il 1° obiettivo della campagna di crowdfunding e grazie al sostegno di tutti i sottoscrittori sarà stampato entro il mese di luglio 2025. Un immenso grazie!

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Marco Siracusa
È nato e vive a Milano. Laureato in Scienze politiche e diplomato nel Master in Business Administration alla SDA Bocconi, ha lavorato in IBM e poi in una multinazionale di consulenza con sede a Boston. Dal 1994 presiede Dinamica Result Based Consulting Srl, società di consulenza di direzione aziendale, fondata insieme ad altri tre soci. Autore di numerose pubblicazioni e libri in ambito aziendale, è al suo secondo romanzo, seguito di “Le ombre e la luce“, pubblicato da bookabook nel 2023.
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