«Ragazzi, immagino sappiate il perché di questa convocazione. So che la notizia è alquanto sbalorditiva, e ancora calda, ma cerchiamo di stare calmi e ricostruire quanto è suc-cesso. La prigioniera P-719, nome Mina Rose Monsiech, fu scortata in questa divisione circa sei mesi fa.» «E non è certo passata inosservata!» sogghignò nervoso il più giovane del gruppo, Marcus Rimes. «Non posso credere che tu riesca a scherzare tutt’ora, sapendo cos’è successo!» urlò Edward, battendo i pugni sulla scrivania. «Dai Ed, lascialo stare, ha la stessa età del tuo secondo figlio, è normale che non prenda la cosa sul serio tanto quanto noi» si intromise Iddej Kajmey in difesa del ragazzo.
«Certo, lui non ha niente da perdere… comunque, una volta arrivata sotto la nostra giurisdizione la ragazza fu posta nella cella numero tredici, scortata dal sottoscritto.» «Parti sempre dalla preistoria eh, Ed?» s’intromise Brad Tomwark punzecchiando il responsabile. «Sinceramente, io starei cercando un modo per risolvere la questione, per scagionarci, e dovresti farlo anche tu, sai?» «Dai, non prendertela, Ed. Ti stavo solo istigando a velocizzare un po’ questa filastrocca…» Dopo l’interruzione di Brad, il caposquadra Edward si riposizionò ancora una volta sulla sedia, mostrando un nervosismo mai visto prima, per poi riprendere il filo del discorso. «A chi fu comunicato, dalla donna, il fattaccio? A te, Kyle?» «Sì, proprio a me» rispose timidamente Kyle Gwerdon. «Dicci un po’ come andò la cosa, in ogni minimo particolare!» lo incalzò Edward. «L’ho già ripetuto mille volte. Stavo, ehm… giocando… con Mina quando all’improvviso mi guardò fisso negli occhi e scoppiò in lacrime. Fu a quel punto che mi disse di essere in-cinta.» «Non è che dicendolo a te voleva indicarti come padre?» «No, Ed! Anch’io le feci la stessa domanda, terrorizzato, ma lei rispose di non conoscerne l’identità.»
Dopo quest’ultima frase la realtà piombò di nuovo sulle loro paure, tutti i presenti ebbero come un sussulto e cercarono, con pensieri scaramantici, di esorcizzare ciò che già sapevano e che non volevano accettare. Fu Edward a riprendere la parola. «Ho contattato stamattina il dottor Arke, che ha confermato la gravidanza, supponendo che sia già abbondantemente al terzo mese…» «A questo punto basterà escludere chi di noi non era di turno tre mesi fa, così come escludemmo subito, a priori, Jacob e Dreme per il fatto che non ebbero rapporti con Mina» esclamò fremente Brad, cercando l’approvazione degli altri. «E secondo te come mai ho richiamato solo voi, qui? Anche Yorbe ha avuto rapporti con la detenuta, ma non l’ho chiamato a raccolta perché è rientrato dalla mansione portuale solamente trentanove giorni fa.» «Quindi è uno di noi!» sobbalzò Marcus. «Sì, ragazzo. E visto che siamo tutti qui, dovremmo pensare a cosa fare e come comportarci con l’ufficio centrale e i nostri diretti superiori» rispose ancora Edward.
Poi prese la parola Iddej: «Non possiamo farla abortire perché ci ha minacciato di spargere la voce in un batter di ciglia e non possiamo sbarazzarci di lei senza incappare nel rischio di finire in gattabuia a vita; un bel casino, eh?».Dopo l’intervento di Iddej, Brad si rivolse a Edward, sbattendo il palmo della mano sulla scrivania che aveva di fronte: «Ed, perché non ci facciamo aiutare dal dottor Arke?».«No Brad, non ci pensare neanche! Non è perché lo conosco da una vita che allora siamo giustificati ad approfittarci della sua bontà, già ci sta aiutando molto con le cure mediche che non devono assolutamente cadere sotto gli occhi dei superiori. Non possiamo chiedergli altro, proprio non possiamo.» «Ma è l’unico collegamento che abbiamo con l’esterno» insistette Brad. «Faremo da soli! Ha ragione Ed, il dottor Arke sta già rischiando molto aiutandoci con i nostri affari loschi. Questo caso è molto più grave delle solite sviste e non possiamo far arrestare una persona che ci sta aiutando, oltretutto senza chiederci niente in cambio.»
Dopo questo intervento, gli altri fissarono Marcus come se fosse un alieno.«Ragazzo, pur essendo così giovane e ingenuo, riesci a pensare più lucidamente e in modo più maturo di questa banda di molluschi» così Edward ruppe lo sbigottimento generale e invitò tutti a tornare sul proprio posto di lavoro in modo tutt’altro che gentile. «Be’, visto che non riusciamo a parlarne a mente lucida, direi di pensarci un po’ su e rimandare la decisione. Sono sicuro che ci sarà modo di tornare sull’argomento…» chiuse così la discussione, andandosene.
Faccendi Claudio
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Roberto Vanni (proprietario verificato)
Il crollo della galassia centrale
dove sono disponibili le bozze?
Martina Migliorini (proprietario verificato)
Ho letto una parte della bozza in anteprima dopo aver acquistato il libro “Leonis e la porta sui mondi”. Scorre bene ed è avvincente. Lo consiglio!