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L’Equilibrio

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Martha, ventiquattro anni, non ha mai perso la capacità che hanno i bambini di vedere le fate. Durante una vacanza incontra Mirko, un ragazzino enigmatico che la porta in un luogo fuori dal tempo: un’isola abitata da una tribù di indigeni, gli Wandut, dove Martha riscopre il gioco e la spensieratezza di quand’era bambina.

Ma forse l’isola non è il paradiso che sembra e nemmeno lì si può sfuggire alle responsabilità e al dolore della vita “da grandi”. L’omicidio improvviso di un bambino riaccende un conflitto che sembrava essersi spento da tempo, tra gli Wandut e gli Invasori Bianchi. Martha dovrà capire da che parte schierarsi, con l’inarrestabile Mirko o l’affascinante Capitano James. E l’indecifrabile Gabe vorrà affiancarla in questa faida?

PROLOGO

All’alba della vita, quando ancora un bambino è troppo piccolo per interagire con le persone che gli stanno intorno, sono le fate a comunicare con lui.

È un linguaggio incomprensibile agli adulti, fatto di una sorta di telepatia ed emozioni condivise. Volando sopra la culla, le fate vegliano sul bambino, cercano di farlo ridere, cantano per farlo addormentare; oppure, più infantili e capricciose di lui, lo svegliano nel cuore della notte per giocare.

Crescendo, il bambino diventa consapevole della natura che lo circonda e il suo rapporto con il popolo fatato si fa più stretto, poiché non è più costretto alla culla, ma può uscire in giardino e giocare con i suoi invisibili amici. A volte il bambino ride o piange senza un apparente motivo, a volte lo si crede intento a parlare da solo, altre ha l’ispirazione per un disegno che si precipita a fare; in realtà è solo l’influenza che le fate hanno su di lui.

A un certo punto dell’infanzia, il bambino raggiunge un’età in cui smette di credere alle fate: nega a se stesso di vederle, e così perde pian piano la capacità di farlo. Le fate continuano però ad agire segretamente su di lui, inviandogli energia positiva per sollevargli il morale nei momenti tristi, ispirandolo e irrobustendo la sua forza di volontà. Lui ne sente la presenza, ma non dà più loro il merito di quel che riesce a fare, né le ringrazia per il loro sostegno; compiacendosi per i successi ottenuti, pensa di essere l’unico artefice della propria sorte.

Arriva poi un’età in cui il bambino, ormai ragazzo, nega di averci mai creduto e smette definitivamente di avvertire la loro presenza.

Ma non è così per tutti.

Martha Brook, ventiquattro anni, è ancora in grado di vederle e sentirle.

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CAPITOLO 1 – LA CHIAROVEGGENTE

Il mondo è ancora buio, ma Felì, sotto il comodino, sente già il profumo dell’alba filtrare attraverso le fessure della tapparella abbassata. Sveglia e raggiante, la sento volare sul mio cuscino.

Il cellulare vibra a mezzo metro da me. Lo ignoro, ben sapendo che è la sveglia.

Felì salta dal cuscino al comodino, sale sul telefono, pattina sullo schermo per posticipare la sveglia: ormai ha imparato come si fa.

Torna in volo sul cuscino; sento i suoi piedi minuscoli camminarmi sul naso e risalire la guancia e la tempia. Mi afferra una ciocca di capelli e inizia a tirare con tutte le sue forze affinché mi alzi.

La caccio con una mano come fosse un insetto e cerco di nascondermi affondando la testa nel cuscino. Felì, indispettita, riprende a torturarmi i capelli. Quando non riesco più a sopportarla, scalcio le lenzuola e mi metto a sedere sul letto.

«Rompiballe!» bofonchio.

Per nulla offesa, lei mi dà il buongiorno svolazzandomi attorno e indicandomi la finestra: vuole che la apra. Ancora mezza addormentata l’accontento, facendomi travolgere dalla luce pastello dell’alba e dall’aria umida e fredda del mattino.

Rimango lì a crogiolarmi sul balcone per qualche minuto, studiando il tempo per decidere se è il caso di indossare maniche lunghe o corte.

Mi chiudo in bagno, impiegando dieci minuti solo per districare tutti i nodi dai capelli rossi e cercando di dare alla frangetta una piega che rispetti le leggi della fisica. Matitone per labbra, eyeliner, mascara. Fatto! Una maglietta a caso, un paio di pantaloni, sandali. Mi trascino in cucina, con Felì che mi vola dietro.

Spalanco anche qui le finestre e do da bere ai fiori mentre sale il caffè. Felì si precipita come al solito ad accudire le viole, volandoci intorno e coprendole di premure come fossero i suoi piccoli. È affascinante, quasi commovente, la devozione che le fate hanno per i fiori e per le piante in generale, e mi perdo sempre a guardarle fare il loro lavoro.

Per chi non crede nelle fate, il loro intervento è inesistente: la natura fa tutto da sé. Questi esserini invisibili invece contribuiscono al ciclo della vita più di quanto si possa immaginare. Oserei dire che l’armonia della natura stessa dipende dal loro intervento.

Felì è la mia fata domestica. Che è un paradosso, ma tant’è. Nessuno sa di lei, o del fatto che io riesca a vederla. Da quando l’ho rivelato a Tamara Sanders, in prima liceo, ho capito che non era il caso di farlo sapere a nessuno, se non avessi voluto passare per una schizzata.

Quando avevo sei anni giocavo spesso sotto la magnolia del cortile di casa mia, fingendo che fosse il mio rifugio; probabilmente era anche quello di Felì, motivo per cui era sempre lì a osservare incuriosita cosa facessi. È una cosa che normalmente le fate non fanno: di solito quando hanno tanto verde intorno di cui occuparsi

ignorano gli esseri umani per badare alle loro faccende. Ma lei no; perciò ho iniziato a coinvolgerla, avvicinandola con pazienza finché non ha abbandonato ogni timore. Una volta rotto il ghiaccio, bere infusi di salvia sotto la magnolia è diventato il nostro appuntamento quotidiano. L’ho chiamata Felì senza un particolare motivo. Col tempo ha iniziato a seguirmi anche dentro casa e a scuola, perciò le ho costruito una casetta in uno scomparto a giorno del comodino di camera mia, utilizzando gli accessori della mia casa delle bambole, di modo che potesse dormire lì quando le andava. Anche ora che abito per conto mio, lei ha il suo lettino in una scatoletta di latta con dell’ovatta che fa da materasso.

Felì non è fisicamente diversa da qualsiasi altra fata del giardino: ha il tipico viso dorato, il corpicino verde smeraldo, i capelli castani dall’aspetto lanoso, i lineamenti appena accennati; non brilla né più, né meno delle altre fate e ha la loro stessa consistenza impalpabile. L’unica cosa che la distingue, e che mi ha da subito incuriosita, è l’insolito, lieve scampanellio che produce quando batte le ali. È una cosa che la rende al tempo stesso adorabile e fastidiosa.

Finisco di bere il caffè, scorrendo la home di Instagram e lasciando cuoricini tattici ai selfie dei ragazzi della palestra.

Su WhatsApp, intanto, il gruppo “Campeggio” è in fermento e mi vibrano in mano venti messaggi al minuto. Oggi partiamo. Siamo io, la mia coinquilina Kate e quattro suoi amici, colleghi e compagni di corso. Io non conosco nessuno, ma quando mi ha chiesto se volessi andare con loro in baita ho colto l’occasione al volo: non credo avrei avuto modo o soldi per una qualunque altra vacanza, quest’estate. Ci avevo provato, a combinare qualcosa con i miei amici, ma è stato impossibile: chi era già partito per il mare, chi aveva quell’esame impossibile a settembre, chi era troppo al verde per permettersi anche il più pulcioso degli ostelli. Alla fine, non si è organizzato nulla e ognuno è andato in vacanza per i fatti suoi; ci racconteremo poi tutto alla prossima pizzata. Comunque non importa, conoscerò gente nuova e con qualcuno legherò. In fondo, sono tre settimane e il posto sembra figo.

Kate mi raggiunge trafelata in cucina. «Cosa dicono sul gruppo?» mi chiede mentre passa cose dal frigo alla borsa termica.

Le leggo ad alta voce gli ultimi messaggi e rispondo per suo conto alle domande.

Passa un’ora così, nell’organizzazione disordinata della partenza. Borsoni, sacchetti, “questo lo prendo?”, “portalo che non si sa mai”, “abbiamo tutto?”, “che ore sono?”, “controlla che sia chiuso”. Dopo mille controlli, carichiamo la roba in macchina e raggiungiamo il punto di ritrovo.

Vedo un gruppetto di ragazzi con gli zaini gonfi. Alcuni mi sembra di averli già incontrati, forse con alcuni ho addirittura parlato una volta al compleanno di Kate, altri invece proprio non li conosco.

Uno scampanellio conosciuto mi fa voltare e la luce di Felì mi colpisce agli occhi. «Ah, sei qui. Vieni con me?» Lei per tutta risposta si siede sulla mia spalla.

«Ragazzi, questa è Martha, ma vi siete già conosciuti sul gruppo» mi introduce Kate sbrigativamente. Inizio a stringere mani a caso. «Martha, questi sono: Charlotte, Henry, Joy e Lucas» mi dice, indicandoli uno a uno. Dimentico i loro nomi man mano che li elenca. Dimentico pure il mio.

«Ciao a tutti» dico con leggero imbarazzo. Ed è l’ultima cosa che dico fino alla partenza, perché non riesco a intromettermi in nessuna delle loro conversazioni. Non che fosse necessaria o richiesta la mia partecipazione. Li aiuto a caricare gli zaini nel bagagliaio e salgo nel furgoncino con gli altri. Prendo il posto vicino al finestrino, seconda fila, accanto a me si siede Lucas (il nome è l’unico che ricordo perché è di quello biondo e carino).

«Ehilà. Posso?» mi chiede sorridendo.

«Certo!» mi stringo per fargli spazio, sebbene sia già compressa contro la portiera.

«Quindi tu vivi con Kate. Siete nello stesso corso?»

«No, io studio Lettere.»

«Ah, figo. Io lavoro con lei al pub.»

«Non mi ricordo di averti mai visto… e dire che ci vengo spesso, nel week-end.»

«Nei week-end non ci sono mai perché torno a casa dai miei; ci lavoro tutte le altre sere.»

«Ah, chiaro. E oltre al lavoro che fai?»

Lucas si rivela un ragazzo molto socievole. Continuiamo a parlare del più e del meno, scopro che suona la chitarra e la batteria, ama le moto. Quando mi parla del suo hobby di guardare i game players su YouTube, capisco che non abbiamo più nulla in comune su cui confrontarci e, inevitabilmente, si scema nell’imbarazzo di non saper più cosa dire, fingendosi comunque interessati ai discorsi dell’altro.

Qualcuno arriva a mostrare dal suo telefono un video stupidissimo trovato su Facebook. Vorrei scoppiare a ridere come loro, ma è una cosa che riguarda solo il gruppo, legata a un episodio che li coinvolge. Lucas prova a spiegarmi, ma rido solo per convenienza.

La conversazione si piega sempre più verso argomenti che non conosco. Il mio scarso entusiasmo nei confronti dei loro discorsi e la difficoltà nello starci dietro fa sì che a metà strada mi isoli, infilandomi le cuffie e guardando con Felì fuori dal finestrino.

Dopo tre interminabili ore, finalmente arriviamo.

24 gennaio 2020

Evento

Aspirin Lifestyle Bookstore, Milano La presentazione avrà luogo il 24 gennaio dalle 18 alle 19.30, nel Cafè Letterario "Aspirin Lifestyle Bookstore" (piazza Spotorno 2) di Milano. L'autrice leggerà in anteprima degli estratti del romanzo, con sottofondi musicali sulle cui note danzerà la ballerina Marta Molinari. A condurre l'intervista all'autrice ci sarà il performer Nicolò Slavik. All'evento sarà possibile preordinare delle copie. Siete tutti i benvenuti! Ingresso gratuito
13 gennaio 2020

Evento

Caffè Pedrocchi, Padova La presentazione avrà luogo dalle 17 alle 18.30, nella Sala Verde dello storico "Caffè Senza Porte" di Padova. Tra un intermezzo musicale del pianista Michele Bargigia e la sapiente conduzione della prof.ssa di letteratura Patrizia Tazza, verranno letti dall'autrice dei brani in anteprima del romanzo. Due attori ospiti dell'evento (Guido Sciarroni e Antonio L.) interpreteranno il Capitano James e Mirko nella lettura. Siete tutti i benvenuti! Ingresso gratuito

Commenti

  1. FANTASIA O REALTÀ? CONSIGLIATISSIMO!
    Se volete fare un tuffo nella vostra infanzia, regalarvi immagini e ricordi fantastici, leggete l’Equilibrio! un libro che inizia con un episodio di ordinaria amministrazione, una normale gita con delle amiche in campeggio. Tutto ha inizio con una situazione di disagio vissuto dalla protagonista, colpita da una forma di “bullismo” che le ferisce l’animo e la disorienta, tanto che l’unica da cui si sente compresa è una fatina che la accompagna, la guida, la sostiene e la coccola. Immaginazione in realtà? Nell’evolversi della storia accadono fatti straordinari tra realtà e fantasia che faranno vivere alla protagonista delle avventure incredibili. I temi toccati sono vari e tutti molto profondi: abbandono, desiderio di sfuggire a una realtà triste e superficiale, innamoramento, amicizia; tutti valori fondamentali nella vita di ciascuno di noi. La scrittrice, attraverso il suo modo di interagire, sorprende il lettore nello scorrere delle pagine, suscitando in lui curiosità, immergendolo nel mondo della fantasia, che talvolta aiuta a superare le difficoltà che molti ragazzi vivono durante la loro crescita. Si viene trasportati in un mondo dove tutto è possibile e dove tutto può risolvere si affrontando con coraggio gli ostacoli della vita.

  2. (proprietario verificato)

    Un libro scorrevole e avvincente, in equilibrio tra realtà e fantasia, tra la dimensione del bambino che non vuole crescere e quella dell’adulto cresciuto troppo in fretta. Bei colpi di scena, linguaggio a tratti volutamente “giovane”, l’ho letto tutto d’un fiato. Autrice poliedrica tra scrittura, teatro e pittura che vale la pena di conoscere e seguire.
    Consigliato!

  3. L’OPINIONE DI UN LETTORE DI FANTASY

    Un giorno qualcuno disse “Gli incontri sono voluti dagli dei, gli addii sono opera degli uomini” in qualche modo questa è una perifrasi dell’evoluzione del panorama della letteratura fantasy nel mondo, un universo poliedrico vasto e articolato, suddiviso in una pletora di generi che spesso si fondono e si confondono tra loro. In questo caleidoscopio tuttavia, è possibile citare, non singole opere, bensì il lavoro di alcuni autori come Anne MCaffrey, Edgar Rice Burroughs, Robert Jordan, Terry Brooks, Margaret Weis e Tracy hickman, Robert Antony Salvatore, che costituiscono pietre miliari del settore nonché talenti contemporanei come Cristopher Paolini, Rick Riordan, Patrick Rothfuss, Brandon Sanderson che hanno approcciato un genere che vanta un numero di opere in costante aumento grazie all’inesauribile motore dell’immaginazione umana.
    In quest’ambiente cangiante, negli universi paralleli e nei mondi immaginari ho sempre trovato il mio spazio immedesimandomi (con mio sommo divertimento) in ogni libro letto ed oggi ho un bagaglio “culturale” frutto delle oltre 5000 pubblicazioni assimilate.
    Questa mia non vuole essere una recensione, una critica o un’analisi dello scritto ma una semplice disamina di ciò che l’anima dello scrittore ha voluto imprimere sulla carta.
    Coloro che si approcciano alla narrazione lo fanno mettendo in gioco i loro sentimenti e le loro emozioni, dando vita a personaggi “reali” che divengono tangibili quanto il mondo in cui sono inseriti. Si attinge, nel dar forma a un soggetto, a quelle che sono le proprie esperienze personali e ciò emerge chiaramente nel leitmotiv del racconto, l’autrice traspone nell’opera parte delle sue aspirazioni sublimando nel testo la sua realtà, sfruttando la trama come una sorta di link tra un evento e l’altro. Il clou dell’opera si estrinseca a partire dal quarto capitolo (sarebbe necessario articolare differentemente l’antefatto, gestendo in maniera maggiormente accorta il timing dei capitoli precedenti, ogni opera letteraria ha un suo suono ed una sua cadenza che va sempre rispettata) è ben percepibile il tema centrale dell’opera; in particolare il connubio tra l’antico ed il moderno, il presente, il passato, il contesto immaginario ma che in modo sapiente e sottile viene collegato alla “realtà corrente” per fare riscoprire al lettore un capolavoro, ormai cristallizzato nell’immaginario collettivo, da una nuova ed originale angolazione. Lo scritto risulta scorrevole, coinvolgente ed appassionante ( banalizzando si potrebbe dire che “il lettore viene preso dalla voglia di sapere come va a finire”) tuttavia risulta doveroso suggerire un utilizzo diverso degli epiteti scurrili che possono essere divertenti ma se eccessivi risultano stucchevoli; il frequente (a tratti eccessivo) flip-flop dalla prima alla terza persona, e il pronome “io” che non è affatto necessario (ma questa è solo una finezza stilistica) nonché poche altre correzioni dal punto di vista ortografico e grammaticale per rendere il testo maggiormente omogeneo.
    Nel complesso si tratta di un’opera da cui traspare, indubbiamente, il talento dell’artista, un’abilità che va assolutamente coltivata e che se sviluppata porterà indubbi risultati
    Questo infine è un mio consiglio personale: chi ha una vita normale sogna un’esistenza straordinaria ma è bene accorgersi che ogni percorso è unico, ogni vita è una gemma insostituibile dal valore incalcolabile o per dirla rimanendo fedele al contesto, un libro bellissimo, singolare ed irripetibile di cui ognuno di noi scrive trama e svolgimento.

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    . RECENSIONE – L’EQUILIBRIO (Martina Tasso) .
    . –> a cura del BLOG INSTAGRAM @iduemondimagali_book
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    Martha da sempre può vedere le FATE! Ed è assieme alla fatina Felì, che un giorno s’imbattono in Mirko. Assieme a lui poi si inoltreranno alla scoperta di un isola misteriosa che nasconde un singolare segreto.
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    Dalla casa Editrice @bookabook_it , #Lequilibrio . L’autrice Martina ha scritto questo URBAN FANTASY, in prima persona come fosse una fiaba, un racconto.
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    Un’avventura che ha fatto riaffiorare in me, bellissimi ricordi, soprattutto dalla seconda metà de libro.
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    Un inizio deciso, sicuro, che ci catapulta direttamente nel pieno della storia, susseguito da capitoli intriganti, fra leggende, intrecci e amore.
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    I dettagli delle scene, le descrizioni dei personaggi, l’azione, non sono descritti nei minimi particolari, ma posso dire che ciò ha permesso alla mia immaginazione di ‘VOLARE’.
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    Un Romanzo interessante, scorrevole e simpatico, seppur il gergo utilizzato è molto semplice e basilare, direi alle volte un po’ rozzo. Qualche ripetizione di testo ed errorini grammaticali, ma dopotutto chi è infallibile? (Ho letto l’Ebook ancora non corretto)
    .
    In conclusione: una lettura gradevole, non impegnativa, rilassante ed accessibile a tutti. Ricolma di messaggi nascosti, sogni, speranze, traumi, ricordi, solitudine. Insomma quest’avventura è assolutamente da scoprire.
    .
    <>

  5. (proprietario verificato)

    Ho letto questo libro come “romanzo di formazione”. È la storia delle esperienza di vita e di crescita di una ragazza, Martha, che vive e soffre e attraversa varie vicende, alcune divertenti, alcune dolorose, alcune sorprendenti. Martha le attraversa acquisendo via via consapevolezza e maturità. Diventa consapevole di se stessa e dei sentimenti. E noi con lei viviamo e cresciamo. Si può leggere ed apprezzare a tutte le età, in tutte le condizioni.

  6. Una storia ricca di colpi di scena e verità inaspettate, l’Equilibrio è un fantasy che ho divorato in pochissimi giorni! È incredibilmente scorrevole ma dettagliato, con personaggi e storie che stimolano da subito la curiosità del lettore. Un fantasy speciale con una storia ambientata ai giorni nostri, in cui la protagonista Martha Brook, durante una vacanza al campeggio, incontra personaggi singolari che la porteranno a uscire dalla sua triste realtà per andare in un luogo in cui scoprirà la sua forza.
    Da non perdere!

  7. orsacchi0tta

    STO LEGGENDO L’EBOOK in attesa del cartaceo 😍 Il libro giusto per chi adora i Fantasy. Mi sta coivolgenti moltissimo! MAGIA, POTERI, MISTERI, DUBBI, un colpo di scena dopo l’altro. Ho adorato i personaggi e la narrazione! Insomma come si può non credere alla magia, dopo questo libro? Consiglio !

  8. (proprietario verificato)

    Avevo preordinato la mia copia a Novembre ma per passare il tempo in questo periodo di quarantena ho deciso di leggere in anteprima la versione e book
    Ho cominciato L’Equilibrio ieri sera e oggi l’ho finito. Che dire? Mi ha coinvolta da subito, appassionante e commovente. La scrittura è scorrevole e nulla è lasciato al caso.
    Martha, la protagonista del libro, ha un dono, e sarà proprio questo a condurla in un viaggio ricco di emozioni e di avventura. Questo libro parla d’amore e d’amicizia ma è pervaso da una cruda realtà che rende la storia avvincente e ci regala degli inaspettati colpi di scena.
    Evito ogni possibile spoiler e concludo dicendo questo
    CONSIGLIATISSIMO!

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Martina Tasso
è nata il 16 novembre del ’95 e vive da sempre in un minuscolo paesino della provincia di Padova. Dopo il liceo artistico, si è diplomata in un’accademia di musical e ora scrive e dirige spettacoli per il teatro. Per un periodo ha pubblicato racconti a puntate sul sito TheIncipit, e L’Equilibrio è il suo romanzo d’esordio.
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