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Liberi di emozionarci e di emozionare

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Al giorno d’oggi le persone dimostrano di essere assalite da confusione e smarrimento, dovuti al periodo storico altrettanto caotico e instabile. Servono strumenti per non essere succubi dei pensieri che, a causa della società contemporanea, digitale, frenetica e con contenuti di scarsa qualità propinati in ogni dove, sono spesso il motivo di depressione e ansia.
Liberi di emozionarci e di emozionare, unitamente all’originale metodo della mindful-way contenuto al suo interno e ideato da Paolo Panero, intende essere un ausilio concreto, offerto ai lettori del manuale, per aiutarli a gestire le proprie emozioni, affrontare al meglio le sfide quotidiane e vivere davvero il presente.

CAPITOLO UNO

IN CHE MOMENTO
STIAMO VIVENDO?

Siamo in un momento storico molto particolare. Stiamo assistendo a una trasformazione dei valori sociali del buon coesistere, e la confusione e lo smarrimento fanno piombare in uno stato di inedia di spirito sia i grandi sia, di conseguenza, i piccoli.


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Ci accorgiamo di quanto la frenesia e la cecità morale facciano oggi da padrone nell’interazione sociale, di quanto il “rumore” nella testa di tutti limiti la visuale e crei incomprensioni o paure infondate. Pochi sono in grado di mantenere il focus su ciò che stanno vivendo, senza essere sopraffatti dai turbamenti del passato o dalle preoccupazioni di un futuro ipotetico, e pochi sanno attuare una autovalutazione dei propri stati interiori, cercando di capire cosa stiano provando nelle varie esperienze di vita, controllando l’impulsività e le emozioni.

Come afferma il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti, stiamo vivendo una realtà in cui il tempo è costituito di minuti e ore di non qualità. Siamo intrappolati nel vortice del “dover fare”, “dover arrivare” e del “dover essere”, senza avere uno scopo preciso se non quello di rispettare orari, tempistiche e partecipare al potenziamento di indotti automatizzati, in cui l’uomo è visto come un ipotetico “errore” da cui difendere la meccanicità tecnologica.

In questa maniera non c’è più la ricerca di un progresso personale, ma la necessità di doversi obbligatoriamente adoperare in qualcosa, altrimenti si è fuori dai canoni esistenziali moderni. Persino il tempo libero è diventato un incatenamento al ritmo della modernità, con il dramma delle autostrade, dei treni, degli aerei con cui cerchiamo di ritagliarci spazio personale e trovare ristoro prima di riprendere, come automi, la nostra routine settimanale.

Ci si interroga sempre meno sul “senso della vita”. È una domanda fondamentale invece, perché le superficiali ambizioni umane rappresentano un ostacolo alla ricerca di un significato per ciò che si vive momento per momento, facendo perdere di vista che siamo esseri unici e con potenzialità da sviluppare.

Le potenzialità che più risentono di questa crisi sono quelle proprie dell’uomo, ovvero la reciprocità, l’empatia, la condivisione, l’amore, e quelle di cui si fa sempre meno uso, come la resilienza, il sacrificio e la perseveranza.

Dove non ci sono appigli né stimoli, dove il senso viene a mancare, può avere origine l’angoscia o l’inquietudine. Sono due stati psichici devastanti, caratterizzati da profondi turbamenti e dubbi spesso irrazionali, che generano stati d’ansia profondi e paure senza nome, cioè un malessere senza evidenti connotazioni.

Si stima che il 50% della popolazione occidentale faccia uso di medicinali per alleviare questa realtà informe, o in alternativa cerchi ogni qual tipo di distrazione per colmare quell’oblio di sé, quel vuoto che prosciuga.

Sempre per Galimberti, il tempo interiore, quello dell’anima che pensa, che sente, che riflette, che soffre, che ama senza limiti di tempo, è stato soppiantato dal tempo esteriore, cioè quello del fare, che è costituito dall’assenza di qualità a cui si faceva riferimento prima2.

Vedo cinquantenni/quarantenni comportarsi come adolescenti, vedo adolescenti comportarsi come adulti; si vedono sempre più spesso scene di separazioni difficili, in cui sono i figli a rimetterci di più; si notano sempre più di frequente esempi di precarietà in ambito contrattuale nel mondo del lavoro, causando disorientamento e frustrazione in trentenni e ventenni, che cercano di avere soddisfazioni economiche per ottenere un’indipendenza e progettare un futuro.

Non male, vero?

Sta passando forte, tra i giovani e i giovanissimi, il messaggio che basta avere molte “visualizzazioni” e molti “follower” per essere qualcuno o qualcosa. Non per tutti è così, sia ben inteso, ma per tanti è fonte d’ispirazione, al punto da far loro dedicare tempo prezioso nel cercare contenuti che possano avere le caratteristiche descritte in precedenza, con cui accedere alla conquista di una sorta di notorietà.

La connessione Internet ora è fruibile ovunque e senza grosse limitazioni, chiunque può pubblicare contenuti e chiunque può accedervi. Non si dà più valore alla pazienza, l’attesa è un qualcosa di controproducente e che crea stress. Guardiamo le code in posta, per esempio, cerchiamo di vedere le reazioni delle persone, sempre meno disposte a rallentare e sempre più guardinghe su cosa possa in qualche maniera volgersi loro contro.

Letteralmente, la pazienza è saper far fronte alle difficoltà in maniera non impulsiva, accettando e vivendo l’esperienza con ponderazione, come vuol significare anche proporsi un obiettivo e perseverare con la stessa capacità ponderante per l’ottenimento del risultato ambito.

Si capisce che, con la velocità che ci circonda, quello che avete appena letto risulti fantascienza.

La pazienza fa parte di quelle qualità allenabili, che costituiscono una personalità forte, risoluta e saggia. Perché questa possa essere esercitata nel quotidiano, si deve tenere presente la regola del “rallentare, pensare e agire” propria della psicologia positiva.

2023-01-21

Evento

Palazzo Oddo, via Roma 58 centro storico di Albenga Buongiorno, ecco una bella iniziativa gratuita in occasione della presentazione del mio libro "Liberi di emozionarci e di emozionare" Grazie all'intervento della dott.ssa Rita Gianatti (medico chirurgo, psicoterapeuta) e la Dott.ssa Norma Spadavecchia Pedagogista, si approfondiranno tematiche sulle emozioni e sul pensiero (come si influenzano a vicenda); il tempo in famiglia; il vivere il momento presente senza essere sopraffatti dai pericolosi pensieri automatici. Accorrete numerosi! Evento offerto da me per sostenere la pubblicazione della mia opera, la quale tratta di questi argomenti basandosi sulla mindfulness, filosofie orientali, e concetti della psicologia. Condividete a tutto spiano, vi aspetto sabato 21 alle 16!

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Paolo Panero
è personal trainer, istruttore di mindfulness e maestro di Kokyu-Do, arte marziale di cui è cofondatore. Paolo ha intrapreso studi di psicologia infantile e adolescenziale e di coaching sull’intelligenza emotiva infantile e giovanile. Attualmente insegna nel suo centro queste discipline, riscuotendo ottimi apprezzamenti dagli allievi che frequentano i suoi corsi.
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