Le potenzialità che più risentono di questa crisi sono quelle proprie dell’uomo, ovvero la reciprocità, l’empatia, la condivisione, l’amore, e quelle di cui si fa sempre meno uso, come la resilienza, il sacrificio e la perseveranza.
Dove non ci sono appigli né stimoli, dove il senso viene a mancare, può avere origine l’angoscia o l’inquietudine. Sono due stati psichici devastanti, caratterizzati da profondi turbamenti e dubbi spesso irrazionali, che generano stati d’ansia profondi e paure senza nome, cioè un malessere senza evidenti connotazioni.
Si stima che il 50% della popolazione occidentale faccia uso di medicinali per alleviare questa realtà informe, o in alternativa cerchi ogni qual tipo di distrazione per colmare quell’oblio di sé, quel vuoto che prosciuga.
Sempre per Galimberti, il tempo interiore, quello dell’anima che pensa, che sente, che riflette, che soffre, che ama senza limiti di tempo, è stato soppiantato dal tempo esteriore, cioè quello del fare, che è costituito dall’assenza di qualità a cui si faceva riferimento prima2.
Vedo cinquantenni/quarantenni comportarsi come adolescenti, vedo adolescenti comportarsi come adulti; si vedono sempre più spesso scene di separazioni difficili, in cui sono i figli a rimetterci di più; si notano sempre più di frequente esempi di precarietà in ambito contrattuale nel mondo del lavoro, causando disorientamento e frustrazione in trentenni e ventenni, che cercano di avere soddisfazioni economiche per ottenere un’indipendenza e progettare un futuro.
Non male, vero?
Sta passando forte, tra i giovani e i giovanissimi, il messaggio che basta avere molte “visualizzazioni” e molti “follower” per essere qualcuno o qualcosa. Non per tutti è così, sia ben inteso, ma per tanti è fonte d’ispirazione, al punto da far loro dedicare tempo prezioso nel cercare contenuti che possano avere le caratteristiche descritte in precedenza, con cui accedere alla conquista di una sorta di notorietà.
La connessione Internet ora è fruibile ovunque e senza grosse limitazioni, chiunque può pubblicare contenuti e chiunque può accedervi. Non si dà più valore alla pazienza, l’attesa è un qualcosa di controproducente e che crea stress. Guardiamo le code in posta, per esempio, cerchiamo di vedere le reazioni delle persone, sempre meno disposte a rallentare e sempre più guardinghe su cosa possa in qualche maniera volgersi loro contro.
Letteralmente, la pazienza è saper far fronte alle difficoltà in maniera non impulsiva, accettando e vivendo l’esperienza con ponderazione, come vuol significare anche proporsi un obiettivo e perseverare con la stessa capacità ponderante per l’ottenimento del risultato ambito.
Si capisce che, con la velocità che ci circonda, quello che avete appena letto risulti fantascienza.
La pazienza fa parte di quelle qualità allenabili, che costituiscono una personalità forte, risoluta e saggia. Perché questa possa essere esercitata nel quotidiano, si deve tenere presente la regola del “rallentare, pensare e agire” propria della psicologia positiva.
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