Io questa poesia, Limor Titoi… poesia, ma nemmeno ci venga la fantasia di chiamarla poesia, questa goliardata, questo scherzo in forma di parole, l’ho scritto in dieci minuti in un giorno che il lockdown mi costringeva in casa, come tutti.
Dopo ore di studio, tra libri di fisica quantistica e mucchi di Winston spente, a un certo punto non ce l’ho fatta più. Non ricordo in particolare chi mi fece interrompere lo studio, chiudere pc e libro e prorompere in un potente Limortitoi. Ma tant’è. Dopo un quarto d’ora essa, l’arazzo castimatorio era imbastito. Pochissime correzioni e la composizione castimesca era nata. Poi sono venute le altre due, meno comiche ma più filosofiche, naturale prosieguo e completamento della prima.
Perché ho scritto questo libro?
Un giorno mi chiama Elisa e mi fa: “Senti, ma sei tu l’autore de Limor Titoi? No, perché è geniale e io vorrei che ne facessimo una pubblicazione. La accompagniamo con delle illustrazioni, secondo me viene una figata. Pensa che mia nipote piccola la sa a memoria”. Quelle cose che ti arrivano dall’Universo senza che mai tu ci abbia sperato. Ho creduto al genio (il vero genio, tra noi due) di Elisa e le ho risposto: “Perché no!”.
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