C’era un evento nel suo passato, però, che non riusciva a spiegarsi in alcun modo. Aveva a che fare con la sua lunga e unica storia d’amore, all’università – successa talmente tante vite prima che ormai le sembrava uno spin-off di troppo. Era finita in modo mistico. «Mi fai schifo! Fidati di me, tu incontrerai tanti di quegli stronzi, che prima o poi ti renderai conto della fortuna che avevi nello stare con me» le aveva detto lui mentre lei lo lasciava. Alice, quel giorno, era stata maledetta. Senza alcun dubbio. Non che si sentisse un’eletta o cose simili, figurarsi. Era stata proprio inspiegabilmente maledetta e da quel momento tutta la sua vita aveva intrapreso un percorso senza rampe d’uscita. Il sospetto ovviamente non l’ebbe da subito. Dovette passare attraverso idioti di vario genere prima di ricollegarli tutti a quell’innegabile origine del male.
A quel punto, a trentun anni da poco compiuti, aveva imparato a non farci più caso, come gli animali nati zoppi e convinti sia normale camminare su tre zampe invece che su quattro. Il suo disagio era diventato indistinguibile da quello ormai diffuso come la gramigna, e il suo straniamento era confluito in quello dell’intera società, dagli uffici dei grandi uomini fino ai bagni pubblici della metropolitana.Aveva sviluppato in modo naturale una visione tutta sua delle cose e, nonostante la sua spiccata razionalità, non sapeva dirsi se era diventata così per colpa della maledizione o se la maledizione le era stata inferta perché era fatta così. In ogni caso, Alice aveva dato inizio al declino vendendo mutande online. Le sue, usate. Nessuno sapeva il suo nome o aveva visto di lei nemmeno una fetta di culo. Compravano semplicemente le sue mutande dal becero Bubbles che si era fatta fare dal suo amico Marcel. La quasi fidanzata di questo amico le aveva spiegato che vendere delle mutande era comunque una forma di perdizione, ma Alice le aveva risposto che non era più perdente di lei che stava con Marcel perché aveva dei bei pettorali. Erano in tanti a comprare le sue mutande, tutti con uno spaventoso bisogno d’aria, e lei non faceva che aprir loro degli spioncini e far passare la corrente. Erano i pionieri del disagio, coloro che stavano male ancora prima che tutta l’umanità occidentale avesse iniziato a sentirsi male. Erano avanti, da sempre. Non a caso, il sito di Alice si chiamava I Lungimiranti e come logo aveva un pene estremamente lungo con in cima una piccola palla di cristallo. Il pene aveva voluto aggiungerlo Marcel, dicendo che la comunicazione visiva doveva essere lapalissiana. I Lungimiranti raccontavano ad Alice le loro perversioni e lei, in cambio, confezionava delle brevi storie da allegare al paio di mutande che avrebbe spedito. Le storie si impregnavano dell’odore delle mutande, e le mutande si impregnavano dell’odore delle sue storie. La sua fantasia si librava altissima, e con essa il suo modesto conto in banca.
Sicché, con il passare degli anni, la maledizione del suo ex ragazzo si era avverata. Gli stronzi che lui le aveva augurato si erano susseguiti, alcuni placidi, altri mortali, altri adrenalinici. Le storie inventate, vissute o sperate erano diventate un agglomerato privo di ricordi positivi e alla fine Alice non sapeva dire nemmeno a se stessa se fosse stata innamorata tutte e venti le volte oppure mai in vita sua. Ciò su cui poteva contare, però, era un ricco archivio da cui attingere per le sue composizioni.
Valerio Fidenzi (proprietario verificato)
Non avete anche voi l’impressione che il mondo stia andando a rotoli?
Le persone reclamano il diritto di credere a ciò che vogliono, i fenomeni da baraccone firmano contratti milionari e diventano influencer, le certezze vacillano, parole importanti vengono violentate fino a svuotarsi completamente di significato, battaglie nobili vengono seppellite dalla risata di un meme e i social sono diventati grandi centri commerciali in cui alcuni vendono prodotti, altri menzogne, altri ancora porno amatoriali.
Se anche voi continuate a domandarvi dove sia il tasto “stop” e perché nessuno sembri fare niente per fermare l’implacabile deriva, questo libro fa al caso vostro.
Se anche voi là fuori vi domandate «ma sono solo io o…?», questi racconti vi dimostreranno che non siete solo voi e, con il loro stile a metà strada tra il grottesco e l’umorismo nero, vi strapperanno anche molte risate.
Una raccolta di racconti scorrevole, originale, provocatoria e divertente.
Anna Maia (proprietario verificato)
Una scrittura davvero matura per essere una esordiente! Consiglio questo libro davvero a tutti 🙂
Francesca Delli Carri
Grazie gente! :*
Nicolò Volanti (proprietario verificato)
Una raccolta di racconti divertenti e molto diversi tra loro, accomunati da una ironia pungente, a tratti volutamente fastidiosa. Una bella lettura, fresca, irriverente e leggera. Piaciuta moltissimo e la consiglio vivamente! 😉
Gian Luca De Martini (proprietario verificato)
Ho letto il libro di Francesca in pochi giorni e mi ha colpito per tante cose, ma la prima è sicuramente che tratta in maniera disincantata e per niente sentimentale dei temi centrali del mondo contemporaneo, sia intimi, sia sociali. Si vede che le sta a cuore il tema del riscaldamento globale, ad esempio, che fa da sfondo a più di un racconto. E poi emergono, all’interno di queste storie divertenti e tragiche insieme, anche tutte le stranezze e le contraddizioni che viviamo giorno per giorno senza nemmeno accorgercene. Mi è sembrato un libro perfetto per gente incerta che vive in tempi ancora più incerti.
Maria angela Mandica (proprietario verificato)
È un libro con una bella idea di fondo, molto scorrevole, contemporaneo, che fa sorridere e deprimere insieme. I personaggi sono davvero ben disegnati e affrontano tutti gli incubi di noi trentenni. Consigliatissimo.
Davide Villani (proprietario verificato)
Sono dei racconti davvero singolari, a tratti surreali e a tratti tragicomici. Consigliatissimi!