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L’odore amaro degli ultimi incontri

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Una vita vissuta all’ombra del grande amore: è la storia di Maia, giovane moglie e madre mancata che si ritrova a fare i conti con l’abbandono del marito. A fare da sfondo alla sua storia, un Messico selvaggio e desolato, dove Maia si lancia alla ricerca di un amore fuggito, o perduto, e dove incontrerà Alfonso, misterioso personaggio che sembra sapere ben più di ciò che dice. A bordo di una Jeep sgangherata ha inizio il loro viaggio, che per Maia attraversa anche il tempo e lo spazio, le amicizie, le esperienze e gli amori che hanno fatto il suo presente. Un cammino all’interno di se stessa, per ricucire strappi che nemmeno pensava potessero esistere. Una rinascita, una scoperta.

26 DICEMBRE 1983

Il neon del bagno non fa altro che lampeggiare da giorni. Sembra di stare seduti su una lurida pista da ballo, piena di odori grigie tremendi. Sono solo pochi giorni, mi sono detta. Ma ormai non riesco più a mentire nemmeno a me stessa. Ho cominciato questo viaggio per ritrovarti, ho passato settimane a scovare il tuo odore come un cane, cercando tracce invisibili e perse, dimenticate per sbaglio in un bar, sulla strada smarrita di una notte sbagliata o sulle tue camicie sporche. Perché questo di te mi è rimasto, acqua e ruggine, macchie di una vita passata indelebili sulla pelle come cicatrici, come memorie segnate dal tempo che non si lavano via. Abbiamo corrotto questa vita e siamo stati noi, da dentro. Siamo stati il veleno e l’antidoto, la grandine sul raccolto, il fulmine nella tempesta, la redenzione alla fine della strada. Ho provato a vivere, ad andare oltre questo silenzio bianco, fatto di me, della mia solitudine, di questa parvenza di esistenza logora e stanca che si trascina in una normalità anomala e devastante, ma la verità è che hai portato via tutto, il mio calore, il mio battito, la mia realtà. E ora sono qui, in questa vita troppo lontana, sbiadita, con il ricordo di te nelle vene.

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15 APRILE 1982
Oggi la luce mi sorprende con una strana euforia. Ho sognato il mio ventre aprirsi, come un frutto maturo al sole. Come un vaso troppo stretto reggevo col mio corpo una pianta di luce che si ergeva all’infinito e saliva, saliva su verso un tetto azzurro di stelle. La notte arretrava, le ombre fuggivano verso gli angoli remoti del cosmo. Potevo sentire il calore espandersi intorno come un abbraccio, un alito di vita, di rinascita. L’ho sentito di nuovo dentro di me come un tempo. Scalciava, con i suoi piccoli piedi, spingeva verso il mondo con la speranza degli angeli. Ero immersa in una nuova dimensione, caotica e incontaminata, dove tutto sembrava assopito e vivo al tempo stesso, e la felicità colava dagli alberi come gocce di miele puro. Poi un bacio, il primo bacio del giorno che mi riporta alla realtà. Un bacio amaro, consapevole. «Amore, è ora»… Sono mesi che ti odio. Non ti sopporto, spegni quella voce, voglio dormire ancora un po’. Non ho nessuna voglia di alzarmi, vestirmi e farmi accompagnare da quella mercenaria falsamente bonaria solo per sentirmi dire che sono meno pazza della volta scorsa. Lasciatemi in pace. Non serve che mi baci ancora, voglio solo essere lasciata sola. «Per favore, non ripetiamo la solita storia ogni santo venerdì. Non aiuti comportandoti così, cerca di capirlo, non aiuti affatto. »Non mi volto, non ti guardo. Tutto quell’entusiasmo, quella felicità spazzata via in un secondo da questa brutale realtà. Sento il tuo sguardo addosso, sulla mia schiena rigida, i tuoi occhi impazienti, vuoti.«Sta’ zitto, la tua voce mi tortura. Perché non ci vai tu dalla psicologa e mi lasciate quello che resta di questa cazzo di vita? » «Devi guardare avanti, lo capisci? Devi curarti, devi reagire, mi stai uccidendo.»
Allora vattene! Vai via, non mi servi.»
Si è alzato dal letto di scatto, con rabbia. «Smettila stupida, o un giorno potrei farlo.» ***
Siamo in cura entrambi. Ognuno per superarlo a modo suo. Lui è docile, si lascia guardare dentro come un film senza biglietto. Come un film che a ogni seduta si ripete, fermando scene, scorrendone altre, tagliando battute. Voleva guarire da quel male mortale nel quale io mi rifugiavo per non perderlo ancora. Quella pianta di luce. Era salita su di pochi centimetri, giusto il tempo di un respiro. Non sapevamo nemmeno il suo nome. Non avevamo avuto il tempo di deciderlo. Io ne volevo uno importante, per il bambino più bello del mondo, il nostro bambino, lui voleva chiamarlo Eros, come il sigillo bruciante che avrebbe sancito per sempre il nostro amore. Forse sarebbe stato questo il suo nome, Eros. L’avevamo concepito quasi per sbaglio, durante una litigata furiosa su delle sciocchezze, divergenze di ideali che avevano trovato uno sbocco in comune in una cellula figlia di un raptus improvviso di sfinita passione tra due testardi contendenti. Eravamo così, orgogliosi e fieri, due caratteri che vicini facevano scintille. Oggi lui è un altro. Da sei mesi lui è un altro. Si abbandona in cerca di una consolazione durevole a quella vita mancata, a quel suo seme appassito troppo in fretta. «Siete giovani, avete tutto il tempo per tentare di nuovo.» Ci consola così lei ogni volta, la confidente a pagamento. Siamo giovani, ci rifaremo, sostituiremo quel pacco andato a male con un altro, più nuovo e più bello, e andremo avanti, saremo una famiglia. Ma io l’ho sentito quel respiro, ho sentito quel battito, quel pianto esploso contro il mondo alla sua nascita. Io l’ho abbracciato, lui l’ha abbracciato. Per la prima volta eravamo stati una madre e un padre, la terra e il suo frutto, la mela e l’albero. Il mondo era più grande, più bello, perché ora c’era lui, un piccolo puntino candido sul manto corrotto dell’esistenza. Oggi la nostra strizzacervelli si è messa in tiro in modo particolare. Non è giovane e nemmeno vecchia, sta in quel limbo degli anta, con gli occhi che guardano al passato e le rughe rivelatrici di un futuro assai vicino. Ci è stata consigliata da sua madre dopo che ha vistoin che voragine scura stavo trascinando il figlio. «Vedrete, vi farà bene.» Sarà, proviamo, cominciamo le sedute. Ogni venerdì ci ritroviamo nel suo studio dalle tendine pastello e dalla scrivania in ordine, su due poltrone fredde, geometriche, con i manici in metallo. Non mi piace la geometria, non mi piace l’ordine, non mi piace lei. Che senso ha vomitare la nostra vita davanti a questa sconosciuta con la fila alla porta. Non le importa niente di noi, pensa solo a prendere i suoi soldi, ad agghindarsi con quei tailleur griffati per non entrare mai del tutto nella vita di quelle anime sperse che ogni giorno è costretta ad ascoltare. È una bella donna, se non fosse stato così preso dai suoi problemi se ne sarebbe accorto anche lui. Mezz’ora è già passata,metà del supplizio me lo sono lasciata alle spalle. E in tutto questo tempo mi ha rivolto solo una domanda.«Guardi, Maia, guardi suo marito. Mi dica, cosa vede nel suo volto?»Cris davanti a me spalanca gli occhi, vuole farmi entrare nel suo spirito. Mi guarda supplicandomi di mettere fine a quello strazio, di combattere insieme questa guerra. Io fatico a reggere il suo sguardo, abbasso gli occhi, li rialzo, fisso le sue gambe che tremano nervose, le sue mani chiuse a pugno, i suoi occhi lucidi che mi urlano tutto il dolore che ha dentro. Lo capisci che stiamo andando a fondo? Ricordi ciò che eravamo? Io ti amo, non hai colpe. Per me sei pura, senza peccato, aiutami a uscirne. Tumi guardi, mi chiedi se ricordo. E come non ricordare.

07 aprile 2020

Aggiornamento

Una storia che non ti lascerà indifferente.
Una storia che ti terrà incollato fino all'ultima pagina.
Una storia. Quella di ognuno di noi.
Scopri il Booktrailer de "L'odore amaro degli ultimi incontri":
https://www.youtube.com/watch?v=TKgffOuT1Zo
12 marzo 2020

Aggiornamento

L'odore amaro degli ultimi incontri rompe le barriere del virtuale per arrivare sul prestigioso quotidiano calabrese. Una grande emozione vedere la storia di Maia proseguire su carta!

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    “L’odore amaro degli ultimi incontri” è un ottimo romanzo d’esordio: una storia avvincente, ricca di colpi di scena e momenti drammatici. La protagonista Maia è il cuore del romanzo: fragile e appassionata, sognatrice e idealista e combattiva. L’empatia della scrittrice con Maia raggiunge una buona profondità psicologica e rende verosimili le relazioni con i personaggi. Consigliato ai sognatori e agli idealisti!

  2. (proprietario verificato)

    Totalmente rapita dalla storia di Maia e del suo viaggio alla ricerca della felicità perduta. Un romanzo di riscatto, di formazione, scritto magistralmente dalla penna di un’esordiente che sembra già aver capito i meccanismi delle grande letteratura. Assolutamente da scoprire e da consigliare per vivere emozioni senza tempo e senza età.

  3. (proprietario verificato)

    Libro molto sorprendente. I capitoli brevi e l’intreccio tra passato e futuro rendono il ritmo incalzante, la storia scivola pagina dopo pagina seguendo le avventure di Maia, persa tra passato e futuro che rincorre l’amore della sua vita. I cambiamenti che accompagnano la protagonista sono quelli che accompagnano ognuno di noi. Mentre si sviluppa la storia si accende una crescente empatia che ci fa immedesimare sempre di più ad ogni parola. Assolutamente da leggere.

  4. (proprietario verificato)

    Romanzo ben fatto, ben scritto. Scorrevole e accattivante, interessante soprattutto nelle linee temporali che si intrecciano tessendo una trama particolare. Molto profondo, toccante tanto da potersi quasi immedesimare con Maia (la protagonista). Diverse note di malinconia ma nel complesso direi decisamente consigliato

  5. (proprietario verificato)

    Un libro in cui ognuno di noi può trovare un pezzo di sé, che sia nella Maia studentessa o adulta, disillusa o ancora piena di speranza…un libro che ti porta in una dimensione in qualche modo già vissuta, in cui è facile immaginarsi o essersi già trovati in qualche fase della vita.Vengono così raccontate le passioni inarrestabili,i dolori immensi e i sogni infranti, ma, sopra ogni cosa, la ricerca continua di sé stessi attraverso l’altro…

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Alessia M. E. Cipolla
è nata a Cetraro nel 1990 e dal 2009 risiede stabilmente a Perugia, dove si è laureata in Storia dell’Arte e ha avviato la sua attività di blogger e web editor fondando Danslavalise.it. Dal 2011 ha collaborato con diverse realtà editoriali, quali quotidiani, riviste di settore e importanti testate online, occupandosi prevalentemente di moda, arte e lifestyle. L’odore amaro degli ultimi incontri è il suo romanzo d’esordio.
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