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L’ultima luce nella chiesa diruta – il mistero della donna vestita di nero

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Per Lucinda, Grottole significa casa, sicurezza. Per questo, quando il paese viene attaccato da una presenza misteriosa e oscura, la ragazza non si tira indietro e decide di indagare. Aiutata dal saggio Gregorio, enigma dopo enigma, è determinata a scoprire la verità e a riportare la serenità nella sua comunità. Tante sono le domande a cui trovare risposta: chi uccide gli abitanti di Grottole? Dove viene portato chi sparisce senza lasciare traccia? Cosa apre la chiave che Lucinda trova fortuitamente nei pressi della chiesa di San Rocco? Una struttura affascinante e ricca di storia, ma che forse nasconde anche un nefasto segreto da portare alla luce.

Prologo

La notizia dell’avanzata degli Ottomani era giunta a Vlad, il leggendario signore della Transilvania. Era il 1460, un’epoca in cui l’Europa era minacciata dalla potenza militare dell’impero ottomano. Vlad si trovava di fronte a una scelta difficile: combattere per difendere il suo regno o ritirarsi e mettere in salvo la sua preziosa figlia, Elisabeth.

Aveva ereditato il coraggio e la determinazione dei suoi antenati e sapeva che non poteva permettere agli Ottomani di invadere le sue terre impunemente. La fiamma dell’amore per la sua patria ardeva nel suo petto.

Deciso a difendere il regno e a mettere al sicuro sua figlia, Vlad si rivolse ai suoi più fidati consiglieri e comandanti, radunando le truppe di guerrieri.

Era noto come Vlad l’Impalatore, anche come Vlad III o Vlad Drăculea. Nato in Transilvania nel 1431, Vlad divenne principe di Valacchia. La sua era una reputazione spaventosa, principalmente legata al crudele metodo di esecuzione che utilizzava nei confronti degli avversari: l’impalamento. I nemici venivano trafitti con lunghe lance e lasciati morire tra atroci sofferenze.

Il terribile, astuto e coraggioso comandante organizzò un audace piano d’attacco contro gli Ottomani, sfruttando la sua vasta conoscenza, sia del territorio che delle migliori strategie di guerra. Nonostante la battaglia fosse imminente, la sua principale preoccupazione era la sicurezza della figlia. Sapeva che la fanciulla non sarebbe stata al sicuro nel regno, quindi decise di farla imbarcare per Napoli, dove avrebbe trovato rifugio presso la corte di re Alfonso V d’Aragona. Era determinato a fare tutto il possibile per proteggere sua figlia.

La notte prima della partenza di Elisabeth, Vlad la condusse attraverso i corridoi oscuri del loro castello. Si fermarono davanti a un’antica porta di legno massiccio. Vlad tirò fuori una chiave dalla tasca e aprì la porta rivelando una stanza segreta. La stanza era piena di preziosi tesori e oggetti magici, accumulati nel corso degli anni. Al centro c’era un baule di legno scuro. Vlad si avvicinò e lo aprì: adagiato sul cuscino di velluto rosso c’era un medaglione antico.

«Elisabeth, mia cara figlia,» disse Vlad con voce commossa «questo medaglione ti proteggerà durante il viaggio verso Napoli. Viene tramandato nella nostra famiglia da generazioni ed è stato incantato per respingere il male. Ti prego di portarlo sempre con te, e ricorda che sei forte e coraggiosa, come il sangue che ti scorre nelle vene.»

Elisabeth prese il medaglione tra le mani, sentendo la sua energia calda e rassicurante. Guardò suo padre con gratitudine e gli promise che avrebbe mantenuto al sicuro il prezioso monile.

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La mattina successiva, Vlad accompagnò Elisabeth al porto più vicino. Un’imbarcazione robusta era pronta per il viaggio, e l’equipaggio conosceva l’importanza del carico. Il padre abbracciò sua figlia, stringendola forte a sé, e cercò di imprimere nella sua mente ogni dettaglio del suo volto.

«Va’, Elisabeth» le sussurrò. «Va’ verso la tua sicurezza e porta con te la nostra speranza. Promettimi che vivrai con coraggio e che proteggerai il nostro retaggio. Ricordati che il sangue è vita.»

Elisabeth annuì con gli occhi pieni di amore. Salutò il padre con un ultimo sguardo e salì a bordo del veliero.

Mentre il bastimento prendeva il largo, Vlad rimase sulla riva a osservare sua figlia allontanarsi, consapevole di aver fatto tutto ciò che poteva per proteggerla.

Tuttavia, l’amore profondo di Vlad per la sua terra e la ferocia che ardeva nel suo petto lo condussero verso il campo di battaglia. Mentre le truppe si radunavano, l’aria si riempiva dell’odore pungente del ferro e della paura. I guerrieri iniziavano a prepararsi per l’inevitabile scontro. Le armature risplendevano al sole, create con maestria artigianale. I cavalli, imponenti e impazienti, scalpitavano, pronti per il fragore della battaglia imminente.

Le armi scintillavano, desiderose di strappare la vita ai nemici. Le spade, forgiate con abilità, portavano incisioni che raccontavano storie di gloria passata. Le lance, affilate e mortali, si stagliavano contro il cielo come sentinelle dell’oscurità. Archi tesi scoccavano frecce affilate come piume di morte, che fendevano l’aria con un sibilo minaccioso.

2024-01-31

Aggiornamento

Il primo obiettivo è stato raggiunto. 200 copie preordinate in soli 40 giorni. Mi sembra impossibile eppure è accaduto! Grazie a tutti per il supporto!

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Saverio Iosca
è un geometra libero professionista. Ha vissuto sin dalla nascita a Grottole (MT) e da sempre cerca di comprendere il funzionamento del mondo che lo circonda. Oltre alla sua carriera professionale coltiva una grande passione per la scrittura e la creazione di storie, spesso ispirate ai suoi interessi per il soprannaturale e per le figure leggendarie.
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