Anno 2035, Italia.
Giovanni, un attore di teatro, viene catturato e addormentato mentre si sta esibendo; si risveglierà all’interno di una strana struttura simile a un albergo diretta esclusivamente dall’IA.
Lì troverà diversi suoi simili, le giornate saranno caratterizzate da routine, svago digitale e brevi pause tra una mansione e l’altra.
Un giorno durante un blackout all’impianto elettrico proverà a fuggire e a rimpossessarsi della sua vita ma proprio mentre sta per compiere l’ultimo decisivo passo un evento lo ricondurrà indietro al punto di partenza. Verrà a conoscenza di una verità scomoda che lo cambierà inesorabilmente per sempre.
Perché ho scritto questo libro?
E se ti dicessi che questo romanzo è stato scritto in parte dall’intelligenza artificiale, tu ci crederesti?
Saresti in grado di smentirmi?
ANTEPRIMA NON EDITATA
Nel frattempo le giornate scorrevano lente una dopo l’altra sempre più claudicanti, claustrofobiche, asettiche, una linea costantemente piatta senza picchi ne colpi di scena, solo una lunga ed estenuante routine noiosa, simile alla puntina che s’inceppa sul giradischi, che ripete all’infinito la solita stucchevole nota. Turno di lavoro, pausa caffè, stessi e identici diversivi e poche chiacchiere, o almeno poche conversazioni degne di nota, nessun memorabile racconto. Ci consolavano solamente i commenti personali ai fatti del giorno, come piccioni attendevamo le briciole di una misera rimanenza per beccheggiare velocemente tra le fughe del pavè e le grate dei tombini.
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Ognuno di noi era libero di esprimere un parere, comunque entro determinati limiti sui vari accadimenti. Potevamo quindi dire la nostra su attentati, genocidi, crimini efferati, gossip, ricette culinarie calandoci con disinvoltura e con una certa convinzione, giusto il tempo di una sigaretta nel ruolo delicato di criminologi, all’occorrenza di veterani, di geopolitici, di chef pluristellati, di meteorologi e perfino di critici musicali e direttori d’orchestra durante la settimana del festival di Sanremo, l’unico programma e format superstite dell’era pre tecnologica, da qualche anno condotto esclusivamente da influencer e trasformato in un grande circo mediatrash dove tutto è concesso e niente proibito. Le canzoni in gara sono tutte scritte da IA mentre i cantanti appaiono solo per pochi secondi durante i quali propongono performance al limite dell’osceno, nell’ultima edizione è stato incoronato vincitore Arcata X, diventato virale per aver urinato durante la serata delle cover su un vecchio spartito di Mozart. I direttori d’orchestra sono stati sostituiti da controll pad che dirigono a loro volta non più orchestrali bensì virtual instrument in real time.
I nuovi arrivi e le ultime partenze rappresentavano gli unici momenti di colore all’interno di una tavolozza bianca e nera, un modo per indagare sulle diverse vite e per scoprire quanto alla fine fossero dannatamente simili davanti all’impotenza, alla vulnerabilità, all’assenza di punti cardinali, all’illusione di una libertà condizionata e mutata per sempre nelle viscere e mai per scelta.
Le due fazioni, entranti e uscenti erano accomunati dalle medesime reazioni fisiche ed emotive: i primi sopraggiungevano all’Istituto con lo sguardo perso in cerca di aiuto, alcuni gridavano e davano di matto, alle volte i più reazionari arrivavano addirittura alle mani con le guardie, altri giravano tra i corridoi in uno stato confusionale, di notte capitava di sentire pianti sommessi come quelli di bambini lasciati soli. Gli uscenti invece erano privi di reazioni, non sorridevano ne festeggiavano, camminavano tutti alla stesso passo con lo sguardo rivolto verso il basso, nessuno salutava qualcun altro con abbracci o strette di mano, nessuno mostrava segni di rivalsa, di rabbia, erano uscenti in tutto e per tutto, dai loro corpi, dai loro impulsi e istinti primordiali, sbattuti fuori a calci dal cuore una volta per tutte, allontanati da qualsiasi vibrazione, privati del ricordo e inetti davanti a qualsiasi tentativo di riesumarlo. Poi una mattina all’improvviso un imprevisto cambiò in un istante le nostre vite…
Magenta ☡⏀◀✰
Limbrunire
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