C’era una volta una studentessa di belle speranze: la leggerezza dei vent’anni, l’eyeliner applicato con lo scotch, i Miss Sixty a zampa di elefante e le Sparco ai piedi per correre tra le braccia di chi le avrebbe chiesto il permesso di baciarla sotto la luna.
C’erano una volta le bigiate di gruppo, la voglia di ballare sulle note di Gigi D’Agostino con gli amici di sempre e la consapevolezza che, presto o tardi, la pacchia sarebbe finita.
C’erano una volta l’Isola dei Famosi e il Grande Fratello. Lo stress psicologico da nomination, lo spauracchio del televoto, Mai dire Domenica e il Mago Forrest.
C’erano una volta le tessere prepagate e il Nokia 3310: gli occhi arrossati per le ore trascorse a giocare a Snake, i polpastrelli consumati per i troppi messaggi inviati e gli squilli improvvisati per farsi ricaricare il cellulare (oggi sbaragliati da metodi decisamente meno innocenti!).
C’erano una volta le feste di fine anno, gli shottini di Tequila, i Malibu all’ananas e le prime aspirine inghiottite per cancellare ogni traccia di hangover.
C’erano una volta le interpretazioni più improbabili nel tentativo di rispondere alle domande d’esame più spietate. Perché se D’Annunzio, in quanto “estetista”, era costretto a guadagnarsi la pagnotta barcamenandosi tra una manicure e una pulizia del viso, pensate al povero Leopardi: “gobbo e pure cornuto”!
C’erano una volta le notti passate a studiare sugli appunti di perfetti sconosciuti. Le sigarette mai spente nell’illusione di memorizzare più velocemente. Gli innumerevoli “se mi bocciano sono nella m***a!”, pronunciati in preda a un mix di panico e di adrenalina. Gli sporadici “non ci credo, l’ho passato!”, pronunciati in preda a un mix di estasi e di incredulità. E gli inevitabili “c***o, l’ho segato!”, pronunciati con la certezza di essersi giocati le vacanze al mare!
Mario Ciccone (proprietario verificato)
lettura veramente spassosa, ma che nel contemplo stimola anche molte riflessioni sull’ essere madre ai nostri giorni
Sarah Colombo
Ho acquistato il libro su consiglio di un amica, e l’ho adorato. Potrebbe sembrare un libro solo divertente e scanzonato, ma sotto la punta dell’ iceberg c’é molto altro, ti porta a riflettere, a pensare e devo essere onesta alla fine ad avere gli occhi lucidi. Si tratta di un libro per delle mamme e forse non solo, che vogliono ridere, ma sopratutto che vogliono sentirsi meno sole e sbagliate, perché purtroppo tutte noi ci sentiamo inadeguate ed inferiori, ma dovremmo imparare a “riderci” un pò su come fa Nathalie e a capire che in fondo siamo tutte sulla stessa barca. 🙂