Tecla, millantando sfighe genetiche del terzo tipo, ha prenotato un cesareo qualche minuto dopo aver scoperto di essere incinta. In ospedale è stata più volte pizzicata mentre cercava di corrompere le infermiere a lasciarle parcheggiare Cindy nella nursery durante la notte. Una volta dimessa, straziata dalla delusione di non aver provato l’ebrezza del parto naturale, ha dovuto dare il meglio di sé per non buttarsi giù. Ma si sa: è nei momenti più bui che le risorse nascoste vengono a galla e che la resilienza ci illumina la via! Così, in men che non si dica, ha smollato la pupa alla suocera, ha fatto il check in online e si è imbarcata per la isla bonita!
Fede ha allattato a richiesta giorno e notte, con il sole e con la pioggia, con le ragadi e la mastite, infischiandosene del fatto che le sue tette fossero sempre più simili a due calzini svuotati. Poi, la svolta. In accordo con i parametri sanciti dall’OMS, ha intrapreso il cammino dello svezzamento, diventando una massima esperta di baby gourmet. Le sue pappe, cucinate nelle pause tra un briefing e una teleconferenza, venivano catalogate in base al numero di “like” ottenuti, nonché recensite da una folta schiera di aspiranti Madri Modello.
Tecla, in barba alle “talebane dell’allattamento”, ha optato per il latte in polvere e per pasti distanziati di minimo cinque ore. Un modus operandi che le ha “casualmente” concesso di bere e fumare a oltranza durante la “convalescenza ispanica”. Quando è rientrata sulle sponde del Ceresio, Cindy era quasi pronta per lo svezzamento: fase di cui Tecla si è occupata in prima persona, acquistando omogeneizzati firmati rigorosamente Plasmon e somministrandoli con il biberon.
Fede si è lasciata scivolare di dosso le gufate sulla compromissione dell’allattamento e, dopo aver svolto un’accurata indagine di mercato, ha acquistando ciucci di ogni forma, colore e dimensione: in silicone, in caucciù, a ciliegia, anatomici, a goccia e – naturalmente – fosforescenti! Quando i pupi hanno compiuto tre anni, li ha convinti a consegnarli ai folletti di Babbo Natale e a barattarli con un soggiorno a Rovaniemi.
Tecla è stata più volte sorpresa mentre inzuppava il ciuccio nel miele. Quando ha scoperto che il BOTULISMO non aveva nulla a che vedere con le controindicazioni legate a un eccesso di punturine di botox, si è fatta un esame di coscienza e ha sostituito l’ingrediente incriminato con lo zucchero di canna. Una mattina, complici due crateri sotto gli occhi di dimensioni (a suo dire!) spropositate, ha deciso che ne aveva abbastanza di alzarsi BEN DUE VOLTE PER NOTTE per aiutare Cindy a ritrovare l’oggetto dei desideri. Siccome era troppo presto per aspettarsi che lo afferrasse da sola, ha avuto un’illuminazione e l’ha addestrata a sostituirlo con il pollice (che, si sa, “è sempre a portata di mano!”).
Fede, dopo aver sconfitto le nausee del primo trimestre, si è occupata di:
- Acquistare in stock su ebay un numero imprecisato di paraspigoli, copriprese e blocca-finestre;
- Gettare nella pattumiera le suppellettili in porcellana di sua zia Concetta;
- Eliminare i sacchetti salva freschezza e qualsiasi altro gadget a rischio di soffocamento;
- Rifilare a sua suocera oggetti appuntiti e corpi contundenti;
- Riporre detersivi, ammorbidenti e altri liquidi potenzialmente letali a minimo 2 m dal suolo;
- Mettere sotto chiave lassativi, aspirine, sonniferi e bevande alcoliche;
- Ripulire i tappetti persiani dagli acari, arrotolarli e sistemarli in soffitta;
- Procurarsi una confezione formato famiglia di calzini antiscivolo.
Morale della favola: quando era incinta di quattro mesi, casa sua era già pronta per il fatidico giorno in cui Nicole si sarebbe decisa a gattonare sdentata sul pavimento. D’altronde “essere liberi di sperimentare in sicurezza” è una colonna portante della filosofia di Rudolf “Rudy” Steiner & Maria “Mary” Montessori. Un principio in cui Fede crede ciecamente. Evidentemente non voleva farsi cogliere impreparata.
Tecla non aveva la minima idea di come si predisponesse una casa a misura di bambino. Per fugare i dubbi, ha interrogato i suoi followers attraverso un post che è diventato virale nel giro di poche ore: “Come riproduco Alcatraz in 4 locali e mezzo per neutralizzare Cindy a sua insaputa?” Dopo svariate reazioni di sdegno (che lei, giustamente, non ha colto!) e qualche insinuazione pesante (che lei, giustamente, non ha considerato!), ha ottenuto le risposte che cercava ed è riuscita a stilare la lista dei MUST HAVE per posteggiare Cindy in sicurezza:
- Una sdraietta a dondolo munita di musichetta alienante, pompata a massimo volume;
- Un girello sonoro poliglotta, dispensatore di domande multiple choice e di un test del QI;
- La riproduzione della casa di Hansel e Gretel priva di porte, finestre e qualsiasi altra via di fuga.
Tecla non si è sempre interposta tra Cindy e l’esplorazione del mondo! In innumerevoli occasioni l’ha lasciata libera di sperimentare, incentivandola ad ampliare la sua zona di comfort.
Nell’ordine:
Quando le ha “permesso” di sostare SOLA sul fasciatoio mentre faceva pipì nella stanza accanto (“Quando scappa, scappa! Poi non si è mai visto un neonato con istinti suicidi!”);
Quando le ha “consentito” di viaggiare con la CINTURA SLACCIATA (“Miii, quanto siete fiscali! Era un tragitto di manco venti minuti!”);
Quando a carnevale l’ha travestita da gambero e l’ha immortalata SEDUTA SUL PIANO COTTURA (“Ma le piastre mica erano accese!”).
Fede ha trascorso buona parte della prima gravidanza, divorando cetrioli e trattati pedagogici. Analizzare opportunità e minacce delle principali correnti di pensiero sul sonno dei neonati, l’ha aiutata a orientare le sue scelte che, inevitabilmente, sono ricadute sul CO-SLEEPING. Una decisione che è stata costretta a giustificare più spesso di quanto avrebbe voluto. Alle insinuazioni (“Ma non hai paura che non ti si stacchi più di dosso?!”), rispondeva con fermezza. Alle frecciatine (“Non vorrei essere nei tuoi panni!”), rispondeva con diplomazia. All’invadenza (“Ma l’intimità di coppia?!”), rispondeva con un sorriso. Al suono della sveglia, rispondeva mandando tutti a f…o! Il suo libro cult? “Besame Mucho” di Carlos Gonzales. Il suo mantra? “Arriverà il giorno in cui non sarò più costretta a dormire con otto chili sullo sterno e un piede spiaccicato sulla fronte. Quel giorno tutto questo mi mancherà terribilmente!”. La domanda inconfessabile: “A QUANDO il countdown in vista del “triste” evento?!”.
Tecla, durante il soggiorno a Formentera, ha avuto modo di conoscersi in profondità. In una fase meditativa particolarmente “acuta”, Spritz alla mano, si è resa conto che i bisogni dell’essere umano si riducono al minimo vitale. Ha fatto quattro chiacchiere con il Piccolo Principe. Ha capito che “l’essenziale è invisibile agli occhi”. E – soprattutto – è riuscita a identificare il SUO “ideale di essenziale”: DIECI ORE DI SONNO FILATE. Prendere o lasciare. Per convincere Cindy a sposare la sua filosofia onirica, ha acquistato dei TAPPI PER LE ORECCHIE. Il suo libro cult? “Fate la nanna” di Eduard Estevill. Il suo mantra? “Un bambino riposato è un bambino felice. Una madre riposata lo è ancora di più!”. La confessione shock sui social: “L’amore incondizionato capisci cos’è quando tua figlia compie un mese e FINALMENTE inizia a fare le notti!”.
Fede ha dichiarato guerra alle coliche:
- Camminando per ore con Nicole nel marsupio sotto la cappa della cucina;
- Scaricando un’applicazione specializzata nella riproduzione di rumori bianchi;
- Flirtando con la cromopuntura senza cedere alle lusinghe del cromopunturista;
- Affidandosi a un osteopata esperto in terapia cranio sacrale;
- Frequentando corsi di massaggio neonatale, dove sniffava olio di mandorle a tradimento;
- Testando i benefici di tutti i globuli omeopatici presenti sul mercato e catalogandoli in base alla composizione, alla profumazione e ai risultati (non) ottenuti.
Ha poi combattuto i dolori della dentizione:
- Confezionando ghiaccioli biologici senza zuccheri aggiunti;
- Spendendo più di quanto sia disposta ad ammettere per un numero imprecisato di collanine d’ambra assolutamente inutili, ma esteticamente irresistibili!
Attualmente sta sottoponendo i pupi a un trattamento sperimentale a base di oscillococcinum nella speranza di rafforzare il loro sistema immunitario. Per unire l’utile al dilettevole, a tempo perso, organizza pomeriggi ricreativi nella grotta di sale di sua zia Concetta e pellegrinaggi a Lourdes in compagnia di Don Guido. N.B: I suoi figli sono perennemente ammalati.
Cindy non ha sofferto di coliche. O forse sì, ma – complici i tappi – Tecla non l’ha mai saputo. Nipote di un medico, si è sempre professata contro la sofferenza gratuita, soprattutto quando quest’ultima faceva a pugni con il suo ritmo circadiano. Ha sconfitto i dolori della dentizione a suon di paracetamolo, la stitichezza a suon di clisteri e i risvegli notturni a suon di antistaminici. N.B: Cindy ha una salute di ferro. Questo significa che non ha QUASI mai dovuto assumere farmaci.
Sulla scia delle teorie assimilate quando era in dolce attesa, Fede – tra una petizione, un appuntamento dal commercialista e una capatina in tribunale – ha seguito un ciclo di conferenze dal titolo “I capricci non esistono!”. Lezione dopo lezione, ha imparato a metacomunicare, a chiamare le emozioni con il loro nome, a gestire efficacemente le obiezioni e, last but not least, a esprimersi positivamente per uscire indenne dai “Terrible Twos”. Fede non sbraita: “NON litigate!”. Fa un respiro profondo e chiosa: “Cerchiamo di stare tranquilli!”. Fede non dice: “NON ho tempo per giocare!”. Sorride e se ne esce con un astuto: “Datemi qualche minuto che stendo il bucato e sono da voi!”. Fede non strilla: “NON picchiatevi!”. Finisce di lavarsi i denti e proclama seraficamente: “È importante trattarsi con rispetto!”. Quando Nicole e Luca si alleano per portarla sulla via dello sbrocco, non si strappa i capelli urlando: “Perché mi fate questo?!”. Dice “semplicemente”: “E se combattessimo la rabbia insieme?!”. La settimana scorsa Nicole ha accolto la sua proposta, scaraventandole la Barbie Sirena in mezzo agli occhi. Fede si è complimentata per la mira. Poi, per responsabilizzarla, le ha chiesto di medicarle le ferite.
Da quando Tecla ha personalizzato i principi della maieutica socratica, i capricci di Cindy hanno trovato pane per i loro denti. La sua ricetta segreta?
- Porre l’accento sulle dinamiche emotive;
- Descrivere i comportamenti inopportuni;
- Elencare le conseguenze;
- Sollecitare delle strategie risolutive immediate.
L’applicazione canonica del modello?
- “So che ti stavi DIVERTENDO a giocare con le chiavi e che sei DISPIACIUTA per averle perse…
- “Ma GIOCARCI SENZA CHIEDERE IL PERMESSO alla mamma è rischioso…
- Perché se perdiamo le chiavi, poi NON POSSIAMO PIÙ ACCENDERE L’AUTO…
- Che ne dici di AVVISASRMI la prossima volta, invece di prenderle di nascosto dalla mia borsa?”
La rivisitazione del modello secondo Tecla?
- “Io te lo dico… Mi sta PARTENDO L’EMBOLO!
- “Continua a FARE STRONZATE…
- “E TE NE PENTIRAI!
- LA SMETTI o vuoi che scattare foto in Snapchat resti un ricordo della tua vita precedente?!”
Dispensatrice di comandi, minacce e frasi killer, al ricatto emotivo ricorre essenzialmente per rinforzare gli atteggiamenti positivi (“Brava che stai guardando il cartone animato da sola! Se mi lasci finire di fare la manicure, poi ti metto lo smalto!”). Quando “TEMPUS SFUGIT” (espressione coniata da Tecla per riferirsi alle situazioni in cui deve sfangarsela alla velocità della luce), opta per un più immediato: “Dove c…o hai messo le chiavi?!”. Un evergreen che, come un tubino nero di Chanel, fa sempre la sua porca figura!
Fede e Tecla vantano:
- Concezioni del mondo diametralmente opposte;
- Modelli pedagogici agli antipodi;
- Canoni estetici incompatibili;
- Stili di vita incomparabili;
- Ideali inconciliabili.
Ma sono due facce della stessa medaglia. Due confini della stessa realtà. Due gemelle diverse che lottano per la stessa causa. Due mamme che condividono la stessa missione. La stessa barca. La stessa chat.
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