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Mangio solo caramelle

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Quando Lei entra a far parte della tua vita, se ne impossessa completamente: famiglia, amici, amore, tutto viene avvolto da un buio che ottenebra e distrugge. È quello che è successo ad Alessandra che, dopo aver sofferto di anoressia, ha deciso di raccontarsi, per dire agli altri che non sono soli, che quelle sensazioni sono state anche sue.

Nei trenta brani che compongono Mangio solo caramelle, l’autrice racconta la sua battaglia contro una nemica invisibile, ma opprimente, alla quale ha saputo ribellarsi.

Prologo

Se devo essere sincera, non ho la piena certezza che iniziare a scrivere sia la scelta migliore. Tuttavia, il fatto che molte persone mi abbiano spinta a farlo mi ha portata a catapultarmi in una cosa a me nuova e sconosciuta. 

Devo dire che mettersi nei panni di una scrittrice non è per niente semplice.

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Il ruolo di lettrice mi ha sempre affascinata e sicuramente mi si addice di più, ma credo che a volte sia necessario buttarsi senza preoccuparsi troppo di come andrà.

Penso che lo si debba fare in circostanze come questa, quando non si ha effettivamente nulla da perdere.

È ammesso, e mi viene da dire anche molto probabile, un fallimento, ma accettarlo dopo aver fatto un tentativo è sicuramente diverso dal non provarci nemmeno.

La vita lo è già di per sé: non un fallimento, bensì una prova continua.

Ora è forse un buon momento per provare ad affrontarne una, e poiché io stessa ne sono l’artefice, l’arrivo a un futuro traguardo mi darà maggiore soddisfazione.

Il motivo di questa scelta? Non ne ho uno in particolare.

Come ho detto prima, sono stata spinta da un’euforia altrui per la stesura di un qualcosa che ancora non so bene cosa sarà. Un’euforia che mi ha coinvolta al punto da prendere coraggio e iniziare.

Un secondo input, difficile da motivare, l’ho avuto da un’esperienza particolare della mia vita, iniziata durante il mio quinto anno di liceo. 

Una fase che ancora oggi sto vivendo, ma a cui dedicherò il giusto spazio e tempo che si merita.

La terza, e credo ultima ragione, è di voler dare libero sfogo ai miei pensieri con l’intento di darmi un po’ d’importanza.

Darmi un valore. Qualità positive che ho ma che tendo a nascondere.

Questo potrebbe essere un buon inizio. Un trampolino di lancio verso qualcosa di più grande.

Un po’ come camminare su un filo sospeso nel vuoto.

Rischiare ma andare avanti seppur barcolli, oppure, come spesso capita, farsi sopraffare dalla paura e perdersi quella che può essere la bellezza del rischio.

Io voglio provarci. Devo provarci. Lo devo fare per me stessa.

Guardo sotto il filo sul quale ho iniziato a camminare. 

Ho paura e perdo l’equilibrio, ma non importa.

Respiro profondamente e proseguo.

Ho ventitré anni e soffro di anoressia dal 2010.

Crescendo mi sono resa conto che esistono diversi tipi di dolore e di modi di soffrire. 

Io, a mio modo, sono una ragazza che soffre. 

Dentro di me, i pensieri positivi hanno da un pezzo perso la battaglia contro quelle che sono le mie ansie e le mie paure.

La mia anima non fa altro che gridare aiuto e la mia mente ha fatto il pieno di pensieri deprimenti.

Ho capito che spesso le cose non vanno come me le ero immaginate o programmate. Ho capito che la vita non è fatta solamente di gioie o di persone perfette.

La perfezione non esiste. L’imperfezione, invece, a volte può fare male. 

Perché sorrido comunque alla vita?

Perché credo che dopo anni di sofferenza, vissuti alla ricerca di un qualcosa che non esiste, provo con tutte le mie forze a dare un sorriso a quella che è la mia vita.

Probabilmente perché fino a ora, quello che ho incollato per finta sul mio volto non era altro che un modo per mascherare il dolore e l’angoscia che mi tormentano.

Un sorriso alla vita per darmi, e dare, a tutte quelle persone che come me ci sono dentro, un po’ di speranza nel credere che un giorno si possa tornare a guardare in faccia la vita senza paura, e sorriderle.

Un sorriso alla vita perché vorrei riuscire ad accettare i suoi aspetti negativi e avere abbastanza coraggio da accoglierli e tornare a stare bene.

Perché per un’anoressica è proprio quello “stare bene” che spaventa.

In un apparente vissuto perfetto e condito da persone falsamente perfette ho deciso che sarebbe stato meglio partire dal lato positivo… quello in cui ho sempre sperato.

L’ho fatto senza però fingere che fino a oggi la mia vita non abbia assunto anche sfumature lontane dal roseo, quelle che tutti un po’ temiamo.

Macchie di colore che spesso faticano ad andare via.

È come desiderare il sole quando fuori è in corso una bufera e delle volte la pioggia è così fitta che si fatica persino a vedere la strada che si percorre.

È vero anche che non può piovere per sempre. Un giorno guarderò fuori dalla finestra e rimarrò incantata da tutta quell’immensa meraviglia che mi sono persa fino a oggi. Un giorno, lo so, sorriderò della mia vita.

Sorriderò con lei. Sorriderà con me.

2021-09-30

Aggiornamento

Grazie alla bookblogger Beatrice per aver letto e recensito il mio libro. Un feedback positivissimo che mi ha fortemente incoraggiato. Conferma che prendere il coraggio e mettere nero su bianco i propri pensieri, è a volte la cosa più giusta. Sono sempre più felice di averlo fatto. Qui sotto il link dell'articolo per chi volesse leggerlo. https://lalibreriadibea.home.blog/2021/09/28/mangio-solo-caramelle-di-alessandra-ronchi/
2021-08-21

Aggiornamento

Un enorme grazie a Gabriele Ticozzi per aver ascoltato la mia storia dedicandomi un meraviglioso articolo sulla Gazzetta della Martesana.
2021-07-26

Aggiornamento

200 volte grazie! Senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile. La campagna non si ferma qui: il vostro supporto può essere ancora molto importante. Prossimo obiettivo 250 copie 🤞🏻🍀♥️
2021-07-25

Aggiornamento

Grazie a Giada e alla redazione di “Fuori dal comune” per avermi dedicato il loro tempo scrivendo un bellissimo articolo sul mio libro. https://www.facebook.com/126674164026527/posts/4829600993733797/

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Alessandra Ronchi
nasce nel 1991 e dopo otto anni come educatrice, ora lavora come impiegata presso un’azienda di macchinari. Sin da piccola coltiva la passione per la lettura e la scrittura. Mentre sta concludendo il suo percorso di studi superiori, nel 2010, cade nel tunnel dell’anoressia. Da questa esperienza di profonda sofferenza prende vita "Mangio solo caramelle", il suo romanzo d’esordio.
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