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Mariarita è speciale, ma ancora non lo sa

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Mariarita non è una ragazza come tutte le altre: ama le fragole, i cartoni e i documentari sugli animali, che nella sua testa diventano fantasie sempre nuove. Ogni tanto però la sua immaginazione vortica un po’ troppo, come se una nebbia calasse dentro la sua testa offuscandone i pensieri. Per fortuna accanto a lei ci sono Mami, Papo, Gabri e Sara, l’amica più bella che una ragazza possa desiderare. Un giorno però il mondo di Mariarita crolla: Gabri non gioca più con lei, Papo vive in una nuova casa e Mami è triste, anche Sara sembra diversa. Mariarita non lo sa, ma occorrerà tutto il suo coraggio per sistemare le cose e far capire al mondo che lei merita una vita all’altezza delle sue aspettative.

IL MIO NOME

Mariarita

Mi piace il mio nome.

Se lo ripeto tante volte di fila diventa una pappina senza senso. Mariarita Mariarita Mariarita. Però quando lo faccio a voce alta Papo si arrabbia, soprattutto se in tv c’è il Tg1. “Mariarita non sento niente e non fare così che sembri una stupida”, mi dice senza guardarmi negli occhi, con la faccia seria. Allora smetto.

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Mami mi ha spiegato che il mio nome è importante: prima di tutto mi chiamo Maria come la mamma di Gesù, che fra tutte le mamme è la più buona in assoluto, perché ha amato talmente tanto il suo bambino che anche se lo hanno ucciso poi lei ha perdonato chi gli ha fatto del male. Poi mi chiamo Rita come la nonna, ma non so perché. Però mi ricordo che quando era viva mi prendeva sempre in braccio e aveva un buon profumo: sapeva di fragola talmente tanto che una volta le ho dato un morso su una spalla e non l’ho mollata finché non è uscito il sangue. Ma non era un morso da bambina cattiva, ero solo piccola e golosa di fragole. Perché mi piacciono tanto. Con la panna sopra poi, sono proprio il mio cibo preferito. Anzi, sono al secondo posto, perché al primo c’è la pizza con il prosciutto cotto.
Ogni tanto ci penso al mio nome. In alternativa mi sarebbe piaciuto chiamarmi Mariasara, perché la mamma di Gesù non si discute, ma Sara è la mia migliore amica e l’unica che non si arrabbia se la spio e ogni tanto la seguo nei corridoi durante l’intervallo. Lei è bellissima: alta, bionda e con tante lentiggini sulle guance. Mami dice che fa girare la testa a tutti i ragazzi della scuola. Io non so se vorrei fare questo effetto, però mi piacerebbe essere diversa: forse con un altro nome e con un nuovo taglio di capelli, non quella scodella che mi fa la parrucchiera, sarei una bambina come tutte le altre. È per questo che Mami mi ha chiamata come la mamma di Gesù, perché lei è l’unica che può aiutarmi. Lo ripetiamo sempre quando andiamo in chiesa insieme, inginocchiate su quelle panche che sono di un marrone così scuro perché sono fatte di mogano, che è un legno molto costoso, me l’ha detto Papo. A me viene subito male alle gambe, ma tengo duro. Sento il legno freddo che sfida le mie ginocchia, così guardo Mami, che con gli occhi chiusi e le mani giunte prega per me senza perdere mai la concentrazione. Uno dopo l’altro i pallini del rosario passano fra le sue dita, velocissimi. Ed è vero che non vedo l’ora di uscire da quella chiesa buia e silenziosa, ma è anche vero che le preghiere sono l’unica possibilità che ho per guarire. Ho sentito che lo diceva a Mami il prete di cui non ricordo mai il nome, ma che inizia con la T: e se l’ha detto lui deve essere vero. Per forza. Perché davvero se c’è anche solo una speranza di diventare come gli altri e se Maria, la mamma di Gesù, è l’unica che può aiutarmi, allora sono pronta anche a scorticarmi le ginocchia ogni giorno della mia vita.
Però io continuo a crescere, a diventare sempre più grande e qui non succede niente di nuovo.
Di questo passo finirò la scuola senza avere neanche un fidanzato. Senza contare Manuel, ovviamente. Ma lui sbavava troppo: non potevamo stare insieme, non ce l’avrei mai fatta a baciarlo come vedo fare ai ragazzi nel cortile del nostro condominio. In fondo io vorrei solo essere come tutti gli altri, non chiedo molto, ma sembra proprio che nessuno mi ascolti. E allora ripeto il mio nome ma a bassa voce, nella mia testa, così Papo non può sentirmi. Io lo frego sempre. Mariarita. Mariarita. Mariarita.

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Commenti

  1. (proprietario verificato)

    “Mariarita è speciale ma ancora non lo sa” è un libro che tutti sanno essere un gran libro. Forse solo Mariarita non lo sa. Ma di sicuro una cosa io la so: Enrico Alpi sa quello che fa. E io so che posso fidarmi di un libro scritto da Enrico. In questo momento siamo tutti come Mariarita: non sappiamo. Non sappiamo come sia questo libro, ma sappiamo che
    “Mariarita è speciale ma ancora non lo sa” dovrebbe sapere di essere speciale. Ed io so già che sarà speciale.
    Ma solo leggendolo sapremo di aver saputo bene.

    P.s. Enrico è uno scrittore (anche bravo). Io, come si evince da questo commento, non lo so se lo sono.

  2. (proprietario verificato)

    Commento questo libro con una non recensione, che è questa qua:

    Durante le vacanze estive delle elementari dovevamo segnarci i libri che leggevamo, in modo da fare una specie di gara a chi ne leggeva di più.
    Decisi che dovevo vincere.
    Arrivai quindi a quota 37 libri letti, tutti di lunghezza inferiore alle 26 pagine: mi ero “divorato” dei Pingu, Pimpa e altri libri di solo immagini per barare clamorosamente.
    Al rientro a scuola scoprì che non era bastato: Enrico Alpi ne aveva letti 53 e “molti altri che non ho fatto in tempo a segnare”…e tutti senza immagini!
    Enrico da lettore passa a essere scrittore e pubblica ora il suo ventesimo libro, un capolavoro che come unico difetto ha che quando arrivi all’ultima pagina è finito.

    È una non recensione perché non ho scritto niente su Mariarita è speciale ma ancora non lo sa anche: l’anteprima è già meravigliosa. Comprando questo libro non solo potrete vivere in prima persona la storia di Mariarita ma convincerete Alpi a pubblicare gli altri 19 libri!

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Enrico Alpi
nasce a Faenza nel 1993 e fin da bambino coltiva una passione feroce per la lettura e la scrittura. Oggi è professore di Italiano in una scuola media e prova a vedere il mondo con gli occhi dei ragazzi a cui spiega Dante Alighieri e Giacomo Leopardi. Proprio dalla relazione che da sempre lo lega ai più giovani nasce Mariarita è speciale, ma ancora non lo sa, il suo primo romanzo, con la speranza che non sia l’ultimo. Nel tempo libero progetta il futuro con la moglie Matilde e realizza torri altissime con le costruzioni per la figlia Emma, cercando nuove storie da raccontare.
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