Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Miki di Nara

La campagna di crowdfunding è terminata, ma puoi continuare a pre-ordinare il libro per riceverlo prima che arrivi in libreria

Svuota
Quantità
Consegna prevista Marzo 2024

Questa è la storia di Ugo, un medico che nasconde dentro di sé un atroce segreto legato all’omicidio della sua vicina di casa. La trama si snoda tra il passato e il presente dell’uomo, e racconta come quella maledetta relazione diventò, in poco tempo, una sorta di pericolosa ossessione. Ma è anche la storia di Giulia, figlia della vittima, che, cresciuta lontano dall’Italia, non si scorderà mai della inspiegabile scomparsa della madre. Cosa spingerà il dottore a comportarsi in quel modo? Ce la farà a farla franca? Riuscirà la ragazza a scoprire la verità? Dubbi, bugie ed angosce, infarciranno la vita dei protagonisti. Fino a quando, un bel giorno, un misterioso libro antico farà finalmente chiarezza su tutta quella deprecabile vicenda. Giunto nelle mani di Giulia, infatti, risulterà non solo decisivo, ma addirittura illuminante. Perché quel libro, conservato per secoli in uno strano scrigno di legno, racchiude un segreto capace di condizionare da secoli il destino di chi lo possiede.

Perché ho scritto questo libro?

Questo libro nasce da molto lontano, perché fin da piccolo ho sempre amato scrivere racconti originati dalle mie più recondite paure, col probabile fine ultimo di esorcizzarle. Adoro follemente sconfinare in quel mondo inventato, capace di regalarmi sensazioni raramente godibili nella vita reale. Spero tanto di riuscire, in queste pagine, a farvi almeno sfiorare quelle stesse corde vibranti che mi hanno guidato, con fatica e passione, nei meandri più accattivanti di questa storia.

ANTEPRIMA NON EDITATA

 

Mentre guidavo verso casa mi venne voglia di fare una cosa strana. Sentii la necessità di tornare in quel posto maledetto. L’ultima volta che lo feci fu il giorno successivo al dramma, e dopo vent’anni volevo capire in che modo si fosse trasformato. Senza pensarci troppo, invetrii la marcia, e cambiai direzione. Erano anni che percorrevo quotidianamente la stessa strada da casa mia alla clinica, ma mai, fino a che quel momento, mi venne in mente una follia del genere.

Mi sentii come se volessi ritrovare qualcosa, come un bisogno di rinnovate conferme.

Ma alla fine, nel profondo dell’anima, sapevo trattarsi di una enorme sciocchezza, inopportuna, rischiosa e completamente inutile. Poteva essere ancora pericoloso, dopo tutto quel tempo? Potevo ancora compromettente la mia posizione? Difficile dirlo, infatti non seppi darmi nessuna risposta efficace.

Ma  ci tornai comunque.

Continua a leggere

Continua a leggere

Non era molto distante da dove mi trovavo, giusto alcuni incroci e un paio di semafori.

Intanto, mentre guidavo, i miei ricordi si focalizzarono su quel rogo maledetto. Ad un certo punto ebbi addirittura la sensazione di riavvertirne il nauseabondo odore che emanava: carne bruciata, mista alla fragranza pungente della benzina. Riemerse, tra i ricordi, perfino il mio respiro affannoso di quella notte.  Avvertii i miei battiti del cuore impazzire, e li sentii pulsare nelle tempie esattamente come allora.

Poi c’era quell’angoscia pazzesca, alimentata dalla consapevolezza che nulla avrebbe cancellato quel gesto crudele. Così, mentre rivivevo quella mescolanza di antiche sensazioni, ero praticamente giunto a destinazione.

Frenai, spensi il motore e scesi dalla macchina lasciando la portiera spalancata. Camminai sul terreno erboso, con la testa alta e lo sguardo fisso.

Mi accorsi subito quanto quel posto, negli anni, si fosse completamente trasformato.

Era letteralmente irriconoscibile. Dove prima c’era il bosco, avevano costruito dei capannoni industriali. Una serie di lampioni, all’epoca assenti, illuminavano tutta la zona. Di fatto, lo stesso luogo, non appariva solo diverso, ma, soprattutto, molto meno inquietante. Tanto che, probabilmente, non sarebbe più stato un luogo adatto a quelle circostanze. Era talmente cambiato che, ad un certo punto, dubitai perfino di trovarmi nel posto voluto. Mi venne così spontaneo girare su me stesso, per cercare di riconoscere dei punti di riferimento. Alla fine ne trovai diversi, e mi convinsi che ero esattamente nello stesso punto di vent’anni prima. Il cielo, quel tardo pomeriggio, era permeato da incantevoli sfumature scarlatte, ad annunciare il tramonto che stava per sopraggiungere.

Neanche le tinte centravano nulla con quelle di allora, quando le fiamme si innalzarono improvvisamente,  illuminando tutt’intorno. Respirai profondamente, tirai un calcio a un sassolino che rotolò sull’erba, poi  girai verso l’auto per tornare a casa. Riavvertii ancora l’odore di bruciato. Mi sembrò lo stesso che aleggiò quella notte lontana. Allora mi arrestai di botto, chiusi gli occhi e mi concentrai su quella percezione. Peccato che la mente mi ingannò, e mi restituì un’immagine che pensavo di aver già archiviato: quella di Luisa che godeva sopra di me, con il volto storpiato dal piacere.

A quel punto raccolsi le forze e, sconvolto, rimontai in macchina.

Accesi il motore, inserii la marcia e ripartii veloce, come se stessi di nuovo fuggendo, per la seconda volta e dopo tutti quegli anni di distanza, dalla stessa situazione disgraziata.

Solo in quel momento mi resi conto che si era fatto tardi. Era già ora di cena inoltrata, anche se non avevo più la benché minima fame.

“Come mai così tardi, stasera?” mi chiese mia moglie appena rientrato in casa. “Niente… ho avuto un’urgenza…” mentii con disinvoltura mentre prendevo posto a tavola. Si avvicinò e, girandomi dietro le spalle, mi avvolse affettuosamente. “Alla tua età non dovresti lavorare così tanto, lo sai vero? Non hai più il fisico! Basta che non mi nascondi nulla di importante…”.

Stava scherzando, per fortuna, così mi venne facile far cadere nel nulla quel discorso, e iniziai a  mangiare in silenzio.

Quella sera andai poi a letto presto e mi misi a leggere delle riviste mediche, nella speranza che conciliassero  il sonno. Poco dopo mi raggiunse anche mia moglie e, spostandomi la rivista da sotto il naso, mi chiese: “Mi spieghi che cosa c’è che non va? Sono un paio di giorni che mi sembri totalmente assente… Cosa diavolo ti frulla in questa testona? Ti conosco dai! Non mi freghi!  Me lo dici o no?”.

“Non ti ho mai raccontato nulla in tutti questi anni… figurati se te lo racconto adesso… amore mio. Sono un uomo di merda! Un vero uomo di merda! È questo che dovrei dirti?” pensai mentre la guardavo.

Realizzai anche quanto fosse ancora bella nonostante gli anni.

Poi chiusi il giornale, e lo appoggiai sul comodino.

Con la faccia provata di chi è stufo, e non vede l’ora di riposare, tagliai corto: “Niente… niente… tranquilla. Sono solo un po’ stanco. Tutto qui. Stai serena… buonanotte tesoro”.

Dalla sua faccia capii che non se l’era per niente bevuta. Ma non aggiunse altro.

Mi girai dalla parte opposta, mentre una lacrima scivolò repentina sulla mia guancia, prontamente assorbita dal cuscino asciutto.

****

Tutto accadde circa vent’anni fa. Attimi concitati che, distorti dalla memoria, si fusero insieme in un’angosciante successione illogica di eventi. Ricordo immagini rallentate e confuse. La coscienza disinibita e la percezione alterata da quell’alcool stupidamente ingerito. Tra i fumi dell’ebbrezza e lo stordimento del piacere sessuale, le sue parole, inaspettate ed ingannevoli, si intrufolarono repentine nella mia testa. Un cocktail di profumi e di colori che, mescolandosi sapientemente, permisero alla follia di prendere il sopravvento.

Fu così che mi trasformai in un miserabile pazzo furioso.

Quello che accadde poi poteva essere chiamato in cinquecento modi diversi. Poteva avere altrettanti cinquecento possibili esiti differenti. Ma alla fine, furono solo due le certezze residue.

La prima fu che tutta questa storia ebbe inizio, come spesso accade, con un tradimento del tutto simile a migliaia di molti altri.

La seconda, invece, che terminò, come non dovrebbe mai succedere, nel modo peggiore che si possa immaginare.

2023-08-31

Aggiornamento

Manca poco alla fine del CROWDFUNDING! Poi si partirà con l’editing e finalmente, dopo una manciata di mesi, Miki di Nara prenderà forma. Più ci penso… e più tutto questo mi emoziona e mi fa stare bene. Non sarà probabilmente la sfida più importante della mia vita, ma sicuramente tra le più intriganti. “Si raccoglie ciò che si semina” si dice spesso. Voi però mi avete permesso di andare oltre e, per ora, ho raccolto più di ciò che mi aspettavo. Grazie per avermi dato fiducia. Grazie di cuore. Spero di ripagarvi molto presto. A Marzo 2024.
2023-07-02

Aggiornamento

Da parte mia ci ho messo faccia, tempo, passione, fantasia e coraggio. Voi la cosa più importante: 200 calorosi abbracci, ed in soli 24 giorni. Ora abbiamo raggiunto il primo fondamentale traguardo, con la certezza della pubblicazione. Ci tengo però a chiarire un concetto molto semplice: Senza la vostra fiducia questa idea rimaneva tale, e non so per quanto tempo ancora. Probabilmente per sempre. Per questo mi sento già felice così. Felice ed emozionato. Ma è anche vero che la vita mi ha insegnato a non accontentarmi mai, e chi mi conosce davvero sa cosa voglio dire. Perché, come mi capita spesso di dire, “anche un piccolo passo è passo in avanti”. Ma così è particolarmente bello! 200 volte grazie…
2023-06-18

Aggiornamento

Esattamente a 10 giorni dall’inizio della campagna di crowdfunding e siamo a 3/4 dal primo traguardo… Sono veramente felice! Grazie a tutti voi…
2023-06-10

Aggiornamento

97 pre-ordini! Quasi a metà obiettivo!!! E chi l’avrebbe mai detto? Siamo partiti decisamente bene. Sentire poi la vostra partecipazione così calorosa… mi fa sentire ancora di più a mio agio. Da parte mia cercherò, in tutti i modi che mi saranno concessi, di non deludervi. Promesso Ora… chiudiamo l’anello e pubblichiamo! Grazie di cuore a tutti… Comunque.

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Miki di Nara”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Mirco Raffaele Infantino
Sono un Ginecologo Ospedaliero che lavora nel cuore pulsante di Milano da oltre 20 anni. Nonostante adori profondamente il mio mestiere, che mi assorbe moltissimo, sono riuscito a ritagliare uno spazio nel quale coltivare, in segreto, la meravigliosa passione per la scrittura. Briciole di tempo che negli anni si sono fatte sempre più grosse ed intriganti. Fino a sfociare nella realizzazione di questo progetto che, alla soglia dei cinquant’anni e con tre splendidi figli ormai cresciuti, appare oggi, più che mai, assomigliare molto ad un fantastico sogno finalmente prossimo alla realizzazione.
Mirco Raffaele Infantino on FacebookMirco Raffaele Infantino on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors