Il cielo, nel frattempo, era diventato plumbeo a causa dell’esercito di nuvole trascinate dal vento. Forse a breve avrebbe iniziato a piovere. Dario doveva accelerare, se non voleva bagnarsi. Perciò cominciò a camminare a passo svelto, muovendo ritmicamente le braccia lungo il corpo per darsi maggiore spinta, ma anche nel tentativo di scaldarsi.
All’improvviso una saetta guizzò nel cielo e dopo alcuni istanti un tuono potente rimbombò tra i monti. Un secondo lampo non tardò, seguito da un forte boato, che scemò lentamente.
Il ragazzo sussultò per lo spavento ma, dopo essere rimasto per qualche istante in ascolto del suo brontolio finale, si voltò di scatto all’indietro, sconcertato: non era soltanto il cielo a essere in tumulto! Dario, infatti, aveva captato delle grida lontane e il suo istinto gli suggeriva che doveva essere successo qualcosa di grave.
Per quella ragione si mise a correre, inseguendo le urla in modo da non lasciarsele scappare. Voleva a ogni costo scoprire cosa stesse accadendo.
Già dopo poche falcate poté scorgere, in lontananza lungo il sentiero, una sagoma, la quale doveva a sua volta essersi accorta di lui perché iniziò a sbracciarsi e a strillare ancora più forte, come per richiamare l’attenzione. Dapprima distante, la figura si avvicinò fino ad avere dei contorni ben precisi.
Si trattava di una signora anziana molto affascinante, al punto che nemmeno il passare degli anni era riuscito a intaccare la sua bellezza: aveva occhi scuri e vivaci mentre i capelli argentei erano raccolti sulla nuca e protetti da un fazzoletto colorato, probabilmente ottenuto da ritagli di qualche stoffa; indossava un abito lungo fino alle caviglie mentre ai piedi calzava degli stivaletti di cuoio stringati.
Non appena gli si trovò di fronte, la donna si accovacciò leggermente, portandosi le mani alle cosce; ansimava mentre cercava di recuperare il fiato, respirando rumorosamente a bocca aperta.
Deve avere una buona ragione per urlare fino a ridursi così! pensò Dario preoccupato. «Cosa succede?» le chiese subito dopo.
Lei non rispose: non essendo abituata a correre e sbraitare in quella maniera, faticava a riprendersi. Il ragazzo la osservava con apprensione, pronto a intervenire per soccorrerla.
Dopo aver inspirato ed espirato profondamente più e più volte, la donna finalmente iniziò a sentirsi meglio. Quindi, rialzò il busto e si ricompose, aggiustandosi gonna e fazzoletto, prima di aprir bocca.
«Ragazzo caro, ho bisogno di aiuto!» esordì.
Fu però costretta a interrompersi per saziare la sua fame d’aria prima di poter riprendere a parlare. «Ho corso a lungo, tu sei la prima persona che incontro dopo aver vagato in lungo e in largo tra i monti…» aggiunse successivamente.
A giudicare dal tono di voce la questione doveva essere seria.
Dario rimase fermo in piedi davanti a lei, ma i suoi grandi occhi azzurri ricercavano lo sguardo della vecchina per invitarla a comunicargli maggiori informazioni.
«Orlando, il paladino del paesino in cui vivo, è impazzito!» disse ancora l’anziana, proseguendo poi nel suo racconto senza bisogno di fare pause.
Orlando era un giovane di quasi trent’anni e viveva nello stesso paesino della vecchina. Nel circondario però era conosciuto anche con un altro nome: paladino. Le persone del posto avevano coniato quel soprannome perché lo consideravano un vero eroe: infatti, ogni volta in cui si presentava un’emergenza, il suo intervento si rivelava provvidenziale. Orlando non si risparmiava mai, anzi! Aiutava qualsiasi persona in difficoltà tempestivamente e con tutte le risorse in suo possesso; inoltre, poiché era alto e forzuto, la fatica fisica non lo spaventava minimamente.
Nella vita di tutti i giorni lavorava come fabbro nella bottega di famiglia che aveva ereditato dopo la morte dei genitori.
Era un artigiano estremamente dotato e in paese circolava un aneddoto molto curioso sul suo conto: infatti, si vociferava che prima ancora di imparare a camminare il giovane avesse iniziato a forgiare oggetti, tra i quali spiccava una meravigliosa spada lucente. Andava particolarmente fiero di quel prodotto tanto che, pur non mettendolo in vendita, lo teneva esposto nel suo laboratorio come un trofeo.
Orlando incarnava il modello di ragazzo perfetto ed era molto ammirato per le sue virtù. Tuttavia, un amore non corrisposto lo aveva completamente trasformato.
Angelo (proprietario verificato)
Un bel romanzo d’avventura, perfetto per bambini e ragazzi.
Chiara (proprietario verificato)
Mun affronta temi difficili da spiegare ai bambini, come il valore del tempo e delle parole, in modo incredibilmente semplice. Consiglio!
Claudio S (proprietario verificato)
Ho acquistato Mun durante la campagna di crowdfunding su consiglio di un’amica. È arrivato a casa qualche giorno fa e l’ho divorato. Molto avvincente, una rivisitazione dell’Orlando furioso davvero originale