Norma e Neandro, con la guida di uno sciamano amerindio, tentano di ricomporre i frantumi della loro relazione. Una compagnia di personaggi bizzarri cerca di salvare la libreria Read_only da un manipolo di bigotti perbenisti che vorrebbe chiuderla perché troppo liberale. Sirio mette fine alla storia con Marta tramite un laconico messaggio, dal quale la donna prende l’abbrivio per un’avventura onirica e introspettiva nei meandri della propria insicurezza e in cui niente è come appare. I tre racconti di Né di sangue né di sesso scavano alla ricerca di quei bagliori di luce che permettano ai loro immaginifici protagonisti di affrontare le proprie imperfezioni e riemergere guariti e compiuti.
There is a crack
in everything
that’s how the light gets in
Leonard Cohen, Anthem, 1992
[C’è una frattura
in ogni cosa
e da lì filtra la luce]
Né di sangue né di sesso trattano questi tre racconti introspettivi, ma di fratture nell’anima, dalle quali filtra la luce che servirà ai protagonisti per scavare nel profondo delle rispettive imperfezioni e riemergere guariti e compiuti.
UNO E UNO PUÒ FAR TRE
VOLO DI PRIMAVERA
«I must partire! Un volo, un volo to Italy! I pay qualsiasi price!» Girandosi e rigirandosi nel letto, russando e mugolando, Neandro Valle deve aver gridato a più riprese durante la notte, dopo una giornata come peggio non si può e finita altrettanto male: in tutta la sera, infatti, lui solo e nessun altro si era accomodato nel soggiorno piccolo e male illuminato di un hotel triste a poche stelle, infestato da un pianista mediocre e da musica scadente. Per fortuna, il ragazzo del bar aveva obbedito sollecito a tutte le richieste di “A big glass, ma che sia good”. Raggiunto lo stadio del “non ne posso più”, Neandro si era alzato dal divano brutto e scomodo per avviarsi con passo malfermo su per le scale, inseguito fino in camera da un deprimente I feel the blues moving in. A Dio piacendo, aveva raggiunto il bagno appena in tempo per vomitare il tramezzino dell’aeroporto e mai digerito. Poi, il buio.
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Al risveglio, smaltito l’eccesso di alcol, emerge dalla brutta nottata con la testa vuota di pensieri e gli occhi calamitati dal monitor TV, che dalla home page dell’albergo gli porge un algido buongiorno: “Benvenuto al Bay View Hotel, Mr. Valle. Sono le 7 e 33 minuti e l’aspettiamo in terrazza per la colazione”.
Attraverso le tende della finestra senza imposte filtra la luce radente dell’alba, mentre Neandro, con gesti scoordinati per i rimasugli del sonno, recupera il telefono e verifica l’ora. «Ma come, mezzogiorno!» Nello specchio si compone l’immagine di un uomo mezzo svestito e con gli occhi inespressivi, che torna a fissare il monitor: “Previsioni del tempo di oggi a Saint John’s, Terranova, Canada…”.
Stupito, sposta la messa a fuoco sul telefonino: “Previsioni del tempo di Milano. Oggi, lunedì 19 aprile…”.
Sbianca. Quindi si affloscia sulla sedia come un sacchetto vuoto della spesa gettato in discarica e per molti secondi sente solo il ronzio del phon dalla stanza accanto. Infine, tarantolato come avesse messo le dita nella presa di corrente, esala un «Oddio, il meeting! Maledetto vulcano Ejafoll o come cavolo ti chiami! In che cazzo di posto mi hai recluso?».
Fresco dirigente in impetuosa ascesa presso una importante società finanziaria, Neandro Valle – poco più che quarantenne, bocconiano, posseduto da un’ambizione senza freni – tre ore fa avrebbe dovuto presiedere una riunione “prioritarissima” e classificata come top strategic. L’aveva indetta lui stesso a conclusione di molte settimane di lavoro e, se avesse ottenuto il plauso dei grandi boss, sarebbe riuscito a guardare negli occhi i sogni più inimmaginabili. Ma gli avversi numi avevano disposto altrimenti.
Ieri, “quel pirla” del caposcalo di New York lo aveva convinto: «Da Terranova i voli per l’Europa sono regolari, prenda l’Air Canada delle undici e cinquantacinque per Saint John’s». I voli invece erano stati tutti cancellati e chissà fino a quando. Così adesso sono le otto del mattino ora locale, mezzogiorno e mezzo a Milano, e c’è tutto l’Atlantico tra Neandro e la sala convegni prenotata presso il fastoso Palazzo delle Stelline.
Game over. Il meeting è davvero già finito ed è inutile chiamare e richiamare: nessuno risponde. Il centralino in azienda è muto, la segretaria chissà dove si è imboscata, i colleghi non hanno più ragione d’essere invidiosi e stanno già gustando una vendetta astiosa.
Con la barba non fatta da due giorni, l’abito stazzonato, l’andatura strascicata e gli occhi fissi a terra, Neandro scende in terrazza per la colazione. “Temperatura attuale, 59 gradi Fahrenheit” aveva annunciato il meteo. Per questo tiene in spalla il cappotto elegante di cachemire, che di solito ostenta con qualche arroganza, confidando sia adatto ad affrontare la mattinata frizzante di primavera. Alzasse lo sguardo e gli concedesse libera uscita, vedrebbe la baia e, duecento metri sotto la collinetta boscosa su cui si trova l’hotel, il porticciolo commerciale. Più in là una piazza animata di gente, a est la scogliera e il mare aperto. Stando ai dépliant promozionali trovati in camera, d’estate è un mare frequentato dalle balene, mentre in questa stagione può capitare già di vedere in lontananza i primi iceberg. Insomma, per quanto sia modesto, l’albergo offre quanto può per rendere godibile l’inizio della giornata. Pure il breakfast lo servono con buona grazia.
In terrazza c’è gente: quasi tutti compagni di sventura, bloccati anche loro dall’eruzione del vulcano e costretti a uno stop forzato. Si riconoscono dal compulsare ininterrotto sui tasti dei telefonini, dalle reazioni prima stizzite e poi rassegnate, in una cacofonia di suonerie, di “hello hello” urlati o sussurrati o magari esalati con l’ultima speranza che sfuma, di imprecazioni scagliate contro le divinità più varie. Da quella, e da chissà quante altre terrazze e stanze d’albergo, stanno partendo milioni di pacchetti di bit, che rimbalzeranno da un satellite all’altro attraverso oceani e continenti. Si pretende che possano restituire la libertà a tutti quei prigionieri: invece, nulla potranno per impedire che affetti legali e tresche clandestine vengano messe a rischio, che carriere brillanti vengano stroncate e che affari milionari vadano in fumo, per non parlare di traffici e commerci affossati senza rimedio. Su quella terrazza ci sono vite scompaginate a casaccio per un dispetto della natura, come fossero tessere di mosaico buttate per aria. Particelle irrilevanti e impotenti in un marasma di casualità.
Vasco Baldini
Ho letto con grande piacere il libro. L’Autore, con la sua piacevole e leggera vena ironica, porta il lettore ad immedesimarsi nelle vicende dei tre racconti. Sono situazioni che possiamo incontrare nella nostra vita e le viviamo come fossero nostre. Ma c’è questo raggio di luce che ci porta a superare i momenti difficili della vita. Un libro che fa riflettere. Consigliatissimo
Giulia Bianchi (proprietario verificato)
Ho letto la bozza e mi è piaciuto! Sono 3 racconti che fanno sentire bene e mi hanno tenuto compagnia durante le ore notturne di allattamento. Questo libro è un abbraccio affettuoso 🥰
Stefania Aresta (proprietario verificato)
Libro da leggere tutto di un fiato per esplorare questi personaggi e vedere riflessa in loro la nostra storia personale. Consigliatissimo!
Elisa Moro-Visconti (proprietario verificato)
Non vedo l’ora di leggerlo e conoscerne i personaggi! 🙂
luca.morovisconti (proprietario verificato)
I primi assaggi di alcuni personaggi del libro mi hanno molto incuriosito e non vedo l’ora di sfogliare il libro e leggere pagine di vita scritte da una formidabile penna