Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Neith, la setta delle ombre

Svuota
Quantità

Nelle profondità di Roma ardono i bracieri di un culto antico, una setta sanguinaria devota alla dea egizia Neith, che scuote la città con i suoi omicidi efferati. I destini di Michele e Laura sono da sempre intrecciati a quello della dea: lui, un giovane archeologo in cerca della statua perduta; lei, discendente della Somma Sacerdotessa della setta, destinata a ereditarne il potere. L’unica via per fermare lo spargimento di sangue e garantire la libertà di Laura è unire le loro menti. Tra indizi celati ed enigmi irrisolti, Michele e Laura intraprendono una caccia al tesoro tra le vie velate dalle ombre di Roma. Il rintoccare del tempo che scorre è forte nelle loro orecchie, ma la ricerca dell’antica statua di Neith e di ciò che li lega l’uno all’altra non si può fermare.

Prologo

Una melodia tombale si levava dal centro della sala. Bracieri d’argento intarsiati di motivi floreali innalzavano fiamme che tingevano un’imponente stanza di cupa luce viola. Tonda come la luna, la camera ospitava tredici colonne disposte in cerchio. Protette da esse, altrettante donne ricreavano la stessa forma geometrica, custodendo nel loro cerchio sacro un altare.

Degli spiragli si aprirono contemporaneamente lungo tutto il perimetro della struttura. Il vento soffiò tra di essi, portando la notte all’interno. Scorrendo fra i pilastri di pietra iniziò a tessere il suo canto oscuro, assecondando le donne, che aprirono e chiusero le gambe fino a toccare i piedi delle consorelle per tre volte, schioccando i loro tacchetti sul marmo. Si disposero oblique all’altare, ricreando la forma di un occhio, e iniziarono a girare. Nel vorticoso moto, a turno, si inchinarono davanti alla statua antropomorfa retrostante l’altare. Aprirono le lunghe vesti e volsero lo sguardo al terzo occhio cavo della scultura.

Trapassando il cerchio delle donne danzanti, una sagoma dal colore indefinito avanzò, fino a raggiungere l’altare. La sua veste non era nera come le altre, bensì sembrava riflettere il colore viola delle fiamme. Era priva del cappuccio, e un velo di pizzo nero si congiungeva alla sommità di un copricapo che sembrava luccicare. Lo stesso velo copriva il volto della figura lugubre.

Con il busto chino sul grande rettangolo di pietra, inciso d’una sagoma d’uomo, allungò le mani nodose fuori dalle maniche. I numerosi anelli tintinnarono sulla roccia, le dita ossute sembravano in procinto di spezzarsi sotto il loro peso. Il solo rumore degli anelli bastò a gelare il tempo. L’intera camera passò dalla dinamicità delle danze all’oppressiva staticità dell’aria. Le donne incappucciate erano immobili; il loro respiro sembrava essersi bloccato, i cuori stessi parevano congelati. Le fiamme ardevano ma senza bruciare; anche loro si erano fermate al gesto della Sacerdotessa.

Continua a leggere

Continua a leggere

«Portatemelo.»

Quell’unica parola solenne pronunciata dalla donna fu soffio vitale per quella stanza. Le donne vestite di nero si inchinarono all’unisono, abbassarono il capo e un mormorio indistinto iniziò la sua marcia funerea. Due donne palliate da un leggero pizzo nero uscirono da dietro la statua: portavano i capelli raccolti e il volto celato da due maschere identiche al viso della scultura, una bianca e l’altra nera. Trascinavano un uomo avvolto da catene arrugginite. Tanto vecchie quanto potenti, resistevano al perpetuo divincolarsi dell’uomo e, strette intorno al suo collo, provavano a soffocare le sue urla disperate.

«Lasciatemi, lasciatemi! Cosa volete farmi? Maledette, lasciatemi andare! Maledette stronze, cosa volete? Vi darò tutto, basta che mi lasciate andare! Lasciatemi, cazzo, lasciatemi!»

Tinte di terrore, le sue parole irriverenti non provocarono la minima compassione nelle donne, al contrario le catene che lo tenevano furono strattonate. Un rantolo agonizzante accompagnò il tintinnio della serie di anelli che trascinava l’uomo sopra l’altare. Immobilizzato, non perse il senso di sopravvivenza: appena toccata con la schiena nuda la fredda roccia, ricominciò a dimenarsi urlando e inveendo contro la Sacerdotessa china su di lui. Le lunghe e secche dita della donna lo sfiorarono e la pelle abbronzata si accapponò al loro tocco. I capelli cortissimi e brizzolati si stagliavano ritti e immobili, incorniciando il volto solcato da poche rughe, illuminato dalla luce di due gelidi occhi color ghiaccio. Il torace definito era graffiato, segni probabilmente provocati dalla svestizione.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Neith, la setta delle ombre”

Condividi
Tweet
WhatsApp
Alessandro Cuomo
Alessandro Cuomo, nato a Roma, ha frequentato il liceo classico Dante Alighieri. Durante gli studi superiori, si è iscritto alla scuola di scrittura Omero e ha seguito un corso di sceneggiatura presso l’Università Luiss Guido Carli. Negli stessi anni, ha pubblicato i suoi lavori in due diverse antologie. Attualmente è studente del corso in Letteratura, Musica e Spettacolo presso l’Università La Sapienza di Roma.
Alessandro Cuomo on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors