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Nel nome di Artemide

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Un nuovo caso aspetta il commissario Deniz Baldi: questa volta si imbatte nella misteriosa figura di un arciere, che scocca frecce mietendo vittime, una dopo l’altra. Lorenzo Carrisi, protagonista della fortunata serie “Senza Tregua”, nonché beniamino dei telespettatori, è la prima vittima. Immersi in un mondo nuovo, quello cinematografico, il commissario Baldi e la sua giovane squadra scoprono che dietro l’apparenza e la finzione si nasconde spesso una realtà inquietante, fatta di segreti e situazioni pericolose.

Muovendosi tra Parma e provincia, arrivando fino all’isola d’Elba, il commissario Baldi ci porta alla scoperta di luoghi suggestivi che nascondono tesori artistici… e moderni Robin Hood.

1

«Vai, sei libero.»

«Non mi farai più del male?»

«No, ho ottenuto quello che volevo, adesso vai.»

«Perché proprio qui?»

«Perché ti troveranno facilmente.»

«Aspetta! Lo dirò a tutti che è solo colpa mia.»

«Non mi interessa più. Lo scopriranno comunque… Vai, sbrigati.»

Il giovane non se lo fa ripetere, comincia a camminare a passo svelto verso l’uscita del parco, barcolla leggermente, gli mancano le forze e non ha le scarpe, ma non si arrende, prosegue senza più voltarsi indietro.

«Ehi, un’ultima cosa.» La voce lo chiama. Si gira, poi sente un sibilo improvviso e contemporaneamente una stilettata che gli taglia in due il respiro. Cade di schiena nell’acqua del laghetto con le braccia aperte e la punta della freccia conficcata nel petto, all’altezza del cuore.

«Non hai ancora capito chi sono?»

Il giovane, ferito a morte, alza gli occhi verso l’arciere che si è avvicinato di corsa.

«Te lo dirò, così porterai all’inferno il mio segreto.»

«Sei davvero tu?!»

«Zitto, Lapo, non hai sofferto abbastanza per quello che hai fatto, ma i giornalisti si getteranno su questa storia come i cani sulla preda e ti sbraneranno facendo in mille pezzi la tua vita, scoprendo che sei sempre stato un impostore.»

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2

«Qui, bello, qui, vieni, Thor.»

Il pastore tedesco non ascolta la voce del padrone e continua ad annusare l’aria dirigendosi in un punto preciso del parco.

«Thor, vieni, è tardi.» Il padrone fischia due volte per richiamare l’attenzione del suo cane, ma non ottiene l’effetto sperato.

«Sei il cane più testardo che io conosca. Lo sapevo che dovevo andare al canile e prendere un meticcio…» L’uomo lo insegue fino al laghetto delle anatre, Thor improvvisamente rallenta, si ferma e ringhia. «Finalmente! Thor, smettila, dai.» Gli mette il guinzaglio e fa per andarsene, poi alza lo sguardo. Il cane si è zittito e punta il muso verso l’acqua: c’è il corpo di un giovane uomo riverso di schiena. Angelo Meli, capo redattore della Gazzetta di Parma, rimane per alcuni secondi immobile a osservare la scena poi prende il cellulare, fa qualche foto e infine una telefonata.

«Ciao commissario, sono qui al Parco Ducale, raggiungimi urgentemente. Direi che puoi avvisare anche la scientifica e il medico legale.»

«Meli, cosa è successo?»

«C’è un morto nel laghetto. Ha una freccia conficcata nel petto.»

«Arriviamo. Scusami, ma cosa ci fai lì all’alba?»

«Rincorro Thor!»

«Chi?!»

«È una lunga storia, poi ti spiego.»

3

«Riva, un cadavere al Parco Ducale, chiama gli altri.»

«Va bene, commissario, cosa ci aspetta stavolta?»

«Robin Hood.»

«Commissario?!»

«Scusami.»

Il commissario Baldi ha trentacinque anni, è un uomo caparbio e intraprendente, ama il caffè ed è bello, ma usa parole taglienti con chi prova a lusingarlo per questo e a volte non riesce a trattenere il suo sarcasmo.

Figlio di un importante avvocato milanese e di una traduttrice di origine turca, ha scelto Parma come sede del suo lavoro, per allontanarsi dal padre che non ha mai condiviso la sua scelta di arruolarsi in polizia. Alla madre amatissima deve il suo nome: Deniz, cioè mare nella lingua turca; il mare che avvolge e abbraccia Istanbul, città dove lei era nata.

«E la scientifica e il viceprocuratore?»

«Andiamo noi senza il seguito, poi li chiamiamo tutti. Voglio vedere cosa è accaduto senza avere intorno troppa confusione.»

La giovane squadra investigativa del commissario è composta da quattro elementi: l’ispettore Laura Ruggeri, bolognese di origine, ma parmigiana d’adozione, coetanea del commissario, una donna perspicace che ama cogliere i più piccoli particolari in ogni situazione, osservando tutto ciò che la circonda con le iridi di un verde scuro particolare; il viceispettore Filippo Riva, trent’anni, lo sguardo riflessivo e un velo di barba ben curata che gli incornicia il viso, ama il silenzio, al contrario dell’agente scelto Riccardo Montero, suo migliore amico, istintivo ed estroverso; infine l’agente scelto Elena Dotti, ventotto anni, gli occhi grigi e una frangetta bionda che tormenta con le dita quando riflette.

***

Dopo aver parlato con il caporedattore della Gazzetta e osservato la scena del crimine, il commissario fa chiamare la scientifica e la dottoressa Asoli, poi dà ordine di chiudere il Parco Ducale al pubblico.

«Commissario, è arrivato anche il medico legale e ha chiesto di lei.»

«Arrivo subito, Dotti.»

«Baldi, l’arciere mancava in questa città, non crede?»

«Dottor Vasari, ormai non mi stupisco più di niente, questa però, se non fosse una tragica realtà, sembrerebbe la scena di un film.»

«Vediamo cosa posso dirle. È morto da poco, il corpo è ancora caldo. Credo tra le cinque e le sei di stamattina. La ferita provocata dalla freccia è stata letale, la vittima a prima vista mi pare sottopeso, tra i venticinque e i trentacinque anni. Ha camminato scalzo per un bel tratto, i piedi hanno delle escoriazioni, non si lavava da giorni. Il resto lo saprete dopo l’autopsia.»

«Grazie, Vasari. Dottoressa Asoli, ben arrivata.»

La dottoressa Gioia Asoli si è innamorata del commissario subito dopo averlo conosciuto, ma lui le ha preferito l’ispettore Ruggeri. Nonostante questo, lei non si arrende e appena può flirta con lui o si diverte a tormentarlo con parole pungenti. Intelligentissima, sa usare la sua eleganza, considerata da alcuni troppo appariscente per un pubblico ministero, sempre a suo vantaggio.

«Baldi, cosa sappiamo?»

«Per ora molto poco, il corpo lo ha scoperto Meli, la freccia è stata il colpo mortale.»

«Deniz, non vedo l’ispettore, dove l’hai lasciata?»

«Ha chiesto un paio di giorni di ferie, è andata da sua madre a Bologna.»

«Un paio di giorni… ci sta giusto una cena come piace a me.»

«Dottoressa Asoli. Gioia. Non cominciare.»

«Stai diventando noioso, commissario, bellissimo ma soporifero.»

«Sempre un piacere, dottoressa.»

4

«Buongiorno ragazzi, è pronta la vetrina dei best sellers?»

«Buongiorno Delia, sì, tra dieci minuti possiamo aprire.»

La libreria di via Farini è veramente accogliente. Collocata in un antico palazzo ristrutturato del centro storico di Parma, si snoda su tre piani con ampie finestre che guardano verso la via chiusa al traffico. All’ultimo piano si entra direttamente nella caffetteria che ha i tavolini anche sulla grande terrazza circondata dai tetti degli altri edifici, un luogo davvero incantevole ora che dai grandi vasi i gelsomini fioriti spandono il loro profumo nell’aria.

Delia lavora nella libreria da tre anni, ha iniziato come commessa, ma da alcuni mesi è stata promossa a direttrice; puntuale, come ogni mattina, la giovane donna controlla che tutto sia al posto giusto e apre la libreria attivando le porte automatiche scorrevoli dell’ingresso. La bellezza di una libreria è vedere le persone che si distribuiscono in ordine sparso tra gli scaffali e si lasciano scegliere dai libri, attirate dalle copertine, dal profumo della carta e dalla storia che è stata scritta proprio per loro. Delia è molto fiera del suo lavoro, di far parte di questo incantesimo che ammalia libri e lettori. Per un attimo controlla le maniche della camicia di lino leggero, di un bel rosso ciliegia, volutamente abbottonate all’altezza dei polsi. Solo lei sa che le sue braccia portano ancora i segni indelebili di quel giorno di cinque anni prima, trascorso in barca con delle belve.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Pronti a leggere la nuova indagine del commissario Baldi!

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Barbara Spotti
È nata e vive a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma. Docente di ruolo, insegna da più di trent’anni Lettere nella scuola superiore. Scrivere è una passione che l’accompagna da sempre.
“Nel nome di Artemide” è il suo terzo romanzo, dopo “Il ballo dei ricordi” (2022) e “Maschera d’asino” (2023).
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