L’amore è spensierato, leggero, ti accarezza il viso e ti solleva da terra con la forza di un gigante; ti tiene per mano e te la stringe forte donandoti il coraggio di aprire le più profonde stanze del cuore.
L’amore ti guarda con gli occhi di un bambino innocente e innocuo, che si avvicina a te sussurrandoti parole dolci, raccontandoti segreti e sorprendendoti con gesti impensabili.
L’amore ti tocca le labbra come la suola delle scarpe tocca l’asfalto: alle volte assomiglia ad una passeggiata lenta e nostalgica di una coppia di anziani, altre volte ad una maratona rapida o ad una corsa con ostacoli; in altre occasioni è immobile come chi aspetta alla fermata del pullman l’arrivo dello stesso.
L’amore si posa sul petto e si addormenta dolcemente tra i sospiri degli amanti e il canto delle cicale. Dorme tra il calore di due corpi nudi, avvolti da un soave fascio di luce proveniente dalla luna e che attraversa i vetri appannati di un auto, ferma tra le campagne.
L’amore ti accompagna proprio lassù, nel cielo immenso per godere del sorriso beffardo della luna, per regalarti una stella, anzi milioni di stelle, affinché ognuna di esse conservi un desiderio. Queste non si spegneranno finché non avranno visto esaudire ciò che è conservato nel loro nucleo. Sarà allora che sceglieranno di cadere su di noi, a ricordarci di quelle promesse sugellate nell’iperuranio e portate a compimento nelle rughe dei volti invecchiati.
L’amore sorride a coloro che si divertono a rincorrersi in un parco giochi; a chi si emoziona davanti a un film di animazione o ascoltando una canzone; a chi scrive una lettera romantica per il primo anniversario insieme; a chi sta preparando una cenetta con i fiocchi, aspettando il ritorno della persona amata; a chi lavora instancabilmente per assicurare un futuro ai propri figli.
L’amore sorride anche a coloro che sono stati dimenticati: al barbone che tenta di scaldarsi con una mano vicino al fuoco e l’altra che tiene in mano un bicchierino di vodka; all’ammalato che stanco e bloccato su un letto di ospedale, fissa continuamente un punto nel soffitto, aspettando di vivere una vita migliore.
L’amore sorride a chi ha perso tra le strade del mondo, o sui cantieri della fatica, petali di anime appassiti troppo presto.
L’amore sorride perché l’amore consola e non ti abbandona mai. Non ti lascia perché si lega a te per sempre.
Ci saranno giorni in cui non lo sentirai, altri invece dove peserà come un macigno; ci saranno giorni in cui urlerà di rialzarti dalle cadute, ma sempre con la delicatezza di una madre. Asciugherà il tuo pianto nei blue monday della tua esistenza; ti salverà dalle scelte sbagliate e ti ricondurrà sulla retta via; ti proteggerà dalle invidie e dalle gelosie, lotterà con te contro ogni avversità.
L’amore sorride… l’amore consola… l’amore combatte… l’amore colora.
Si tinge di rosso quando pulsa incessantemente per qualcuno, quando ama da morire anche il silenzio che non lascia andare via. Quando ti colora il volto e ti imbarazza anche solo il pensiero.
Si tinge di giallo sotto il sole estivo, tra le spiagge affollate e i lettini sporchi di sabbia bagnata, tra le noci di cocco e un bicchiere di Cosmopolitan, tra le risate adolescenziali e i capelli sporchi di salsedine, tra il primo di giugno e il trentuno di agosto.
Si tinge di verde nel momento in cui suona il citofono e: “Devo consegnare un mazzo di fiori per…” poi leggi il bigliettino e ti sciogli in un pianto di felicità, perché “a volte vale la pena sciogliersi per qualcuno”.
Si tinge di azzurro nei picnic fuori porta, quando osservando il cielo diamo forma alle nuvole, oppure durante i mondiali di calcio tra un’azione mancata e un rigore segnato.
Si tinge di viola sulle facce delle donne che amano incondizionatamente anche l’uomo che le prende a pugni, a schiaffi; assume la stessa tonalità sui volti e sui cuori di tutti coloro che sono prigionieri di una società che non li accetta e che non riconosce nell’amore, l’universalità di un sentimento puro, sincero e pacifico.
L’amore è colore, poiché esso è vita e vive in ogni cosa su questa terra: infatti “può nascere dovunque, anche dove non ti aspetti, dove non l’avresti detto, dove non lo cercheresti”.
Non siamo noi a cercare l’amore, ma è lui che viene da noi e ci chiama per nome: è allora che riconosciamo il volto della persona amata, quando pronunciando il nostro nome balzerà il cuore nel petto, il respiro si farà affannoso, la fronte e le mani cominceranno a sudare, la bocca resterà asciutta, lo stomaco si ribellerà e la testa viaggerà per mondi ignoti alla ricerca di una risposa alla domanda: “cos’è in realtà l’amore?”.
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